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giovedì 24 febbraio 2022

Altra lettura della crisi Russia-Ucraina-NATO (USA)

Ovviamente sto continuando a seguire l’aumento delle tensioni fra Russia, Ucraina e NATO: prendendo informazioni da più parti mi pare di essermene fatto una buona idea.

Sulla situazione sul campo, sui dettagli cioè, non ci sono fonti affidabili, ovvero neutrali. Bisogna quindi limitarsi a giudicare su grandi linee: cosa del resto mai troppo sbagliata.

Però, ci pensavo stamani, un buon punto di vista è dato dall'analisi delle richieste delle parti, USA (è più corto che scrivere NATO) e Russia, e giudicare quanto esse siano giustificate.

Gli USA vogliono:
1- ammettere l’Ucraina nella NATO (o almeno non vogliono prendere impegni scritti che non lo faranno).
2- mantenere e/o portare democrazia e libertà all’Ucraina: ovvero vogliono un governo filooccidentale.
Modificato 11/3/2021:
Per completezza voglio aggiungere un paio di collegamenti a corti che ho scritto nei giorni successivi.

27/2/2022: La fine dell’Italia e Due articoli:
Faccio presente che il danno delle sanzioni alla Russia avranno un effetto devastante, peggiore della pandemia, sull’economia italiana.

Ero poi sicuro di aver aggiunto in un corto un alto elemento fondamentale nella lista degli obiettivi USA (**).
3- evitare che la Russia acquisti influenza sull’Europa (ormai colonia americana) che potrebbe ridurre quella di Washington: la guerra in Ucraina ha infatti già scavato un profondo solco economico e politico.
4- poter giustificare un aumento della spesa militare.

Nota (**): probabilmente la confusione è dovuta al fatto che l’avevo descritto nella mia Epitome (v. 1.9.0 WIP) il 28 febbraio, insomma pochi giorni dopo aver pubblicato questo pezzo, e pensavo di averci fatto anche un corto!
Fine modifiche (a parte due brevi aggiunte che considerano i punti 3 e 4 aggiunti qui sopra.

La Russia vuole:
1- che l’Ucraina rimanga uno stato cuscinetto e, soprattutto, che non entri nella NATO. In questo caso c’è un motivo concreto: missili nucleari lanciati dall’Ucraina verso Mosca impiegherebbero appena 5 minuti per colpire il bersaglio (*1).
2- proteggere le maggioranze russofone delle zone separatiste dell’Ucraina orientale.

Il punto 1 e 3 degli USA segue una logica puramente militarista e imperialista: diventare più forti a spese dell’avversario. Il punto 2 è in parte pura propaganda e in parte necessario per realizzare il precedente. Il punto 4 è invece dettato dagli interessi economici dei produttori d'armi.

Per la Russia il punto 1 è pienamente comprensibile e, a mio avviso, giustificabile. Il punto 2 è in parte vero ma, soprattutto, è la giustificazione per realizzare il punto 1. A oggi infatti, 24/2 alle 8:30, le forze russe stanno occupando queste zone separatiste.
L’obiettivo della Russia non è infatti, come scritto, quello di invadere e annettere l’intera Ucraina (del resto 200.000 uomini non sarebbero sufficienti) ma solamente avere la garanzia che l’Ucraina non entri nella NATO. Suppongo che la Russia sarebbe ben disposta a ritirare le proprie forze dalle regioni separatiste (nel complesso insignificanti) in cambio della dichiarazione scritta che l’Ucraina resti fuori dalla NATO.

Cosa ci guadagnano gli USA da questa crisi?
Premetto che dubito che Russia o USA vogliano lo scontro diretto perché sarebbe distruttivo per entrambe (*2).
Senza scontro diretto Biden avrebbe la giustificazione per aumentare di MOLTO la spesa militare: questo arricchirebbe l’industria bellica ma impoverirebbe gli americani che già sono vittime dell’inflazione. Gli USA infatti hanno negli ultimi anni messo in circolazione diverse migliaia di miliardi di dollari: ora, come giustamente spiega il Bagnai, non è che il supermercato che vende un barattolo di piselli per stabilirne il prezzo calcoli quanta sia la moneta in circolazione; evidentemente però quando si esagera (non ho idea dei meccanismi finanziari) alla fine gli effetti si ripercuotono anche sull’inflazione.
Insomma Biden, per venire incontro alla lobbi dei produttori di armi, è disposto a rischiare una guerra devastante e a sacrificare, in ogni caso, il benessere del proprio popolo. Esattamente ciò che ci si poteva aspettare da un presidente sistemico e alle strette dipendenze di qualsiasi lobbi economica (vedi la gestione della pandemia mirata a massimizzare i profitti delle aziende farmaceutiche). Inoltre così facendo Biden spinge la Russia fra le braccia della Cina: una scelta insensata non solo nel lungo termine ma anche nel medio: di nuovo questa è però la tipica miopia politica di un impero commerciale incapace di ragionare al di là di un quinquennio.

In mezzo ci sarebbe l’Europa che non ha alcun interesse a uno scontro con la Russia di cui sarebbe la prima vittima in caso di aumento del livello del confronto militare. Non per odio di Putin ma perché le basi NATO in Europa sono le più vicine al territorio russo e, quindi, le più pericolose per la Russia.
Economicamente l’Europa poi dipende molto più degli USA dagli scambi con la Russia in particolare per l’energia. Sicuramente l’Europa subirebbe molti più danni della Russia dalle sanzioni mentre gli USA, mi ero dimenticato di scriverlo, ne sarebbero i meno colpiti.
Insomma con questa crisi l’Europa si troverà se va bene molto più povera e se va male distrutta: un applauso quindi ai nostri politicanti.

Questo anche per ribadire quale sia l’importanza geopolitica della UE: zero. Dovrebbero rifletterci chi sostiene che “uniti nella UE la nostra voce è più forte, da soli non si conterebbe nulla” perché non è assolutamente vero e questa ennesima crisi lo dimostra.
C’è da dire che alcuni parapoteri economici hanno sede in Europa e non saranno contenti della situazione: per loro natura però questi parapoteri sono globali e, quindi, riusciranno ad ammortizzare le perdite. Chi ci rimetterà davvero saranno i cittadini europei che patiranno un’inflazione innescata dall’aumento del costo dell’energia. Per non parlare delle industrie che non sono più competitive proprio per le spese di produzione troppo alte e la cui “soluzione” sarà, ovviamente, quella di richiedere un abbassamento del costo del lavoro…

Conclusione: con questa mia lettura mi pare emergere che le richieste della Russia siano comprensibili e che solo gli USA, al netto del pericolo che la guerra sfugga di mano, abbiano interesse a opporvisi per il profitto di pochi (le industrie belliche) e a danno della maggioranza della popolazione statunitense.
Aggiungo una domanda: qualcuno pensa ancora che Trump sarebbe stato un presidente degli USA peggiore di Biden?

Nota (*1): come molti hanno fatto già notare vi è una grande analogia con la crisi dei missili a Cuba all’epoca di Kennedy…
Nota (*2): seppure ho trovato fonti secondo le quali qualche falco statunitense considererebbe una vittoria distruggere Russia ed Europa anche a costo di perdere qualche città USA per bombe nucleari.

3 commenti:

  1. Quando parlo di sinistra sovranista ho, in mente, anche Bagnai del quale studiai attentamente "Il tramonto dell'euro".
    Come scrissi ritengo pessima la sua inclinazione alla ideologia filoinflazione/stampiamo allegramente lirette dopo essere tornati ad esse.
    Io guardo alla ecologia del surplus di bilancio (per ripianare in sicurezza e decine di anni il debito) e alla frugalità: se non ci sono soldi in cassa e siamo saturi di debiti, si tira la cinghia quindi e più tasse e taglio delle spese.
    Esattamente il contrario della demagogia della sinistra sovranista/ nazionalpopolari (più servizi e meno tasse) e della demagogia arcobalenga (più tasse, più servizi estesi ai "diritti inviolabili (?)" di svariate decine di milioni di migranti".
    Ovviamente sono tutte cazzate che non possono stare né in piedi né in terra, visto che servizi, infrastrutture, manutenzione non si stampano su carta e non sono affatto dirittinuniversali che si creano nel cielo e scendono magicamente tra gli ugualizzati omologati milioni di milioni.

    Russia paese con conti eccellentemente in ordine!
    Odiata a telecomando anche per questo?
    UUiC

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    Risposte
    1. Beh, Bagnai è keynesiano...
      Personalmente la sua teoria mi convince ma non essendo un economista preferisco non provare neppure a discuterne! ;-)

      Diciamo che il turboliberismo attuale è diventato dominante quando a cavallo fra anni '60 e '70 l'economia più keynesiana ha iniziato ad arrancare.
      Non è da escludere quindi che si vogliano nascondere i successi di altre ideologie economiche. Ricordo un dato a mio avviso fondamentale: San Pietroburgo terza città nel mondo come qualità di vita.

      Ecco, più dell'economia secondo me conta la gestione della società, la sua protezione e la sua crescita: questo mi pare stia in odio alle oligarchie economiche occidentali. Alla fine esse vogliono un mondo senza nazioni e popolazioni ma fatto esclusivamente di lavoratori consumatori senza diritti.

      Mi sembra di aver pubblicato qualche frase di Hobsbawm riguardo l'incompatibilità fra globalizzazione e stato nazionale in Fine dello stato nazionale.

      Alla fine credo che l'occidente avesse fortemente sottovalutato le potenzialità dell'economia russa. La guerra in Ucraina si basa anche su questo grande errore di calcolo: le sanzioni dovevano mandarla gambe all'aria in pochi mesi, invece...

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  2. Le industrie europee surclassano quelle statunitensi in gran parte dei settori anche perché rese ingegnose dall'assenza di colossali sprechi che invece connotano la maggior parte della società SUA.
    Con questa stretta energetica ne usciranno solo con alcune nuove marce in più!
    UUiC

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