No schermo. Qualche giorno fa ho finito di leggere “1984” di Orwell. È un libro che di solito si legge al liceo ma io, con la solita testardaggine che mi contraddistingue, avevo deciso di non leggere niente di tutto ciò che mi veniva imposto di leggere nelle mie vacanze. Del resto se erano le “mie” vacanze avrei dovuto averne il controllo del tempo libero, no?
Vabbè….
Il punto è che “1984” è un’opera eccezionale. È solo sbagliato il titolo: avrebbe dovuto chiamarsi “2020”o “2021”!
No, sento già arricciarsi il naso dei miei lettori, ovviamente la distopia di Orwell è così eccessiva, così paradossale, che non credo potrà mai avverarsi in nessuna dittatura.
Però tanti elementi, di nuovo estremizzati e resi eccessivi, oggi in una qualche forma si stanno materializzando.
Dovrei riscorrerne le pagine dove ho annotato a margine varie similitudini col mondo attuale ma sarebbe un’operazione che va contro alla spontaneità dello scrivere a schermo spento.
Diciamo che i progressi tecnologici odierni sono tali che il controllo costante della vita dei cittadini è già realtà. La tecnologia può anche supplire alla necessità di personale per spiare (a mio avviso una debolezza nella trama di Orwell): l’IA può benissimo analizzare ogni discorso pronunciato e scritto ed, eventualmente, segnalare i più sospetti a un revisore umano.
Probabilmente un sistema di questo genere è già implementato su FB o altre piattaforme. Il riconoscimento facciale, o semplicemente i telefonini nelle nostre tasche, tracciano i movimenti all’aperto. Il prossimo passo, controllare tutto quello che acquistiamo imponendo monete elettroniche, è alle porte (e a questo neppure Orwell aveva pensato!). E così via con tantissimi altri esempi a partire dalla propaganda.
E i “due minuti d’odio”? Ovvero l’aizzare la popolazione contro un bersaglio? Orwell si immagina un nemico esterno nel mondo attuale invece si è spaccata la società fra buoni e cattivi: ma lo scopo è sempre quello di distrarre, far esaurire tutte le energie nervose negative contro qualcosa che non sia il potere che, il 99% delle volte ha la responsabilità ultima di ciò che non funziona.
Ecco, lo sapete perché 1984 è un capolavoro?
Il motivo è che gli elementi nuovi, le intuizioni scaturite dall’immaginazione dell’autore sono molteplici: Orwell non ha descritto un unico elemento che sarebbe degenerato e poi abusato ma numerosi.
Per esempio, banalmente, la propaganda continua. L’imbecillità ovina della maggioranza della popolazione. La riforma dell’istruzione; gli strumenti di sorveglianza. La guerra per distrarre la popolazione e raggiungere altri scopi (molto attuale). Tanti elementi che già singolarmente avrebbero potuto essere usati per scriverci un romanzo sopra.
Lui invece non si è accontentato e li ha usati tutti insieme.
Lo ammiro molto perché è riuscito a proiettare nel futuro delle tendenze che al momento stavano appena iniziando a tracciarsi.
Non solo: oltre al problema di accorgersi di questi fenomeni c’è una difficoltà ulteriore forse ancora maggiore: riuscire a comunicare questa visione in maniera che sia accettabile, digeribile e almeno parzialmente comprensibile dai lettori.
Io stesso, nel mio infinitesimo piccolissimo, ho più volte accennato a questo problema: nell’Epitome espongo sostanzialmente una grande quantità di intuizioni, così tante e tutte insieme, che il lettore comune le rigetta in blocco.
Per capirci le mie due leggi del potere, quella della crescita e quella della conservazione, potevano essere la base per un unico libro in cui, magari, ripercorrevo la storia mostrando continuamente come queste venivano ad applicarsi spontaneamente. Il problema è che questi leggi sono appena 2 pagine su oltre 400! Insomma appena una percentuale miscroscopica di tutto quanto ho intuito e descritto.
Vabbè, non voglio scrivere di me ma dell’opera di Orwell….
Ecco attualissimo è l’idea dell’importanza del controllo del passato, per modificare la memoria e così controllare il presente dato che svanisce la possibilità del confronto col passato. Orwell, cito a memoria, scrive qualcosa del tipo: “Chi controlla il passato controlla il futuro, e chi controlla il presente controlla il passato”.
Il protagonista del romanzo ha proprio il compito di alterare quotidianamente il passato in maniera di adeguarlo alle esigenze del presente. La produzione di XXX è scesa invece che aumentata? Allora si modifica il discorso del Grande Fratello (non Draghi o una persona fisica ma la manifestazione simbolica del “Partito”) in maniera che la previsione sia indovinata. Si cancella il ricordo delle persone cadute in disgrazia, così che di loro sparisca ogni memoria.
Ovviamente Orwell immagina che tutte le riviste e i libri vengano costantemente ristampati cosa che, chiaramente, non sarebbe mai stata praticabile: ma oggi invece, dove la memoria è digitale, diviene improvvisamente possibile modificare tutte le versioni in linea di un singolo articolo. Chiaro che le copie stampate resteranno come sono ma il virtuale, che sta sempre più diventando il nostro reale, sarà trasformato.
Proprio ieri (accendo momentaneamente lo schermo per trovare il collegamento) ho letto questo pezzo da uno dei ghiribizzi che seguo: Post rimossi da “Il blog di Andrea”.
(Rispento lo schermo)
In pratica al bloggatore in questione pochi giorni fa è arrivata un’epistola dall’avvocato di un politico che gli chiede di rimuovere dei vecchi articoli in cui erano riportati i processi del suo rappresentato in nome del “diritto all’oblio”. Il nostro bloggatore ha immediatamente adempiuto alla richiesta: chi lo fa fare a un semplice privato di entrare in un contenzioso legale con un politico importante?
A me sono cadute le braccia. In effetti sapevo anch’io di questa oscenità del “diritto all’oblio” però l’avevo rimossa dalla memoria (*1): è un qualcosa di talmente assurdo che non riuscivo a concepire che potesse venire applicato. E invece, non solo è applicato ma si va anche a rompere le p### ai bloggatori affinché rimuovano le tracce di fatti reali e concreti.
La sapete un’altra cosa? In questi ultimi anni ho letto vari filosofi e libri che parlano di morale, libertà e diritti. Ebbene a Voltaire, per esempio, il diritto all’oblio nemmeno passava per la testa!
Chi è l’idiota che ha partorito questa schifezza?
La storia non deve essere dimenticata! A che serve la giornata della memoria, il 27 gennaio? A ricordare, non a dimenticare…
Quindi, se una legge non ha senso, vuol dire che fa comodo a qualcuno di potente…
Ragioniamoci: l’oblio, per le persone comuni, è automatico. Anche se leggo che Paolino Nesta Santucci della Guicciardina 7 anni fa è stato condannata per offese a pubblico ufficiale io continuo a non sapere chi sia il tizio in questione, dove viva e che faccia abbia adesso. So che molto probabilmente non lo incontrerò mai e non mi può importare di meno di lui.
Quello che voglio dire è che soltanto un potente è abbastanza noto da poter risentire di vecchie notizie che lo riguardino e che lo danneggino. L’uomo comune difficilmente ne è influenzato.
Certo può darsi che, partendo da nome e cognome, salti fuori cercando su Google che un tizio è stato condannato per omicidio colposo, magari a causa di un incidente d’auto o roba del genere. Ma questa è la vita: comunque è giusto che il fatto rimanga, altro che diritto all’oblio.
Anzi voglio andare a vedere dove e come è stata partorita questa ennesima vergogna (*2).
Anzi, no: fatemi finire il pezzo.
Ecco, Orwell l’aveva previsto: adesso andiamo a cancellare il passato, per ripulire la fedina penale di politici che non vogliono avere macchie sul loro passato per essere eletti e controllare così il futuro.
Conclusione: ma in che mondo viviamo? Si tolgono come se nulla fosse, con le scuse più patetiche, libertà essenziali col verdepasso (per esempio) e si permettono presunti diritti assurdi che hanno il vero scopo non di tutelare il singolo ma di fregare la collettività insultando per giunta l’intelligenza.
Nota (*1): vedi il pezzo Il serpente dell’oblìo (settembre 2019) di cui copio e incollo la parte sostanziale (che curiosamente ripercorre, in maniera anche più brillante, le conclusioni odierne):
«La faccenda cadde poi nell’oblio ma recentemente proprio l’oblio è ritornato attuale grazie alla UE e al cosiddetto “diritto all’oblio”…
Ora, miei lettori, non notate niente di strano?
Tutti i diritti e libertà individuali sono costantemente sotto attacco, vengono circoscritti e rosicchiati pezzettino per pezzettino. Qualche esempio a casaccio: penso alla censura della libertà d’espressione (e quindi di opinione e quindi di pensiero), alla libertà di scegliere se e come curarsi, alle telecamere che ci seguono e ci identificano in ogni angolo delle città, a come vengono monitorate le nostre attività bancarie o anche, più trivialmente, nel nasconderci la provenienza degli alimenti che mangeremo.
Eppure, grazie alla UE, scopriamo adesso di avere un nuovo diritto, di cui nessuno sentiva il bisogno: il “diritto all’oblio”.
Vi rendete conto dell’anomalia? I diritti e le libertà stanno venendo costantemente erose e limitate però con un’eccezione: il misterioso “diritto all’oblio” che, se ho ben capito, si concretizza nella possibilità di richiedere ai motori di ricerca (come Google o Yahoo) di nascondere alcune pagine/notizie, dopo suppongo un congruo periodo di tempo, che vengono ritenute lesive o comunque negative dai soggetti interessati (in genere si tratta di notizie di precedenti con la giustizia).
Mi chiedo coma mai i grandi filosofi e umanisti del passato non abbiano mai parlato di diritto all’oblio…
Forse è colpa mia che sono ignorante: magari proprio domani mi imbatterò in un passaggio di Sant’Agostino che, lodando e glorificando Dio, elogia il diritto all’oblio come fondamento della virtù cristiana…
Ma ritornando alla domanda iniziale, ovvero perché oggi c’è tutta questa attenzione al diritto all’oblio, la risposta ce la dà l’Epitome o, meglio, ci indica dove guardare: questo “diritto” non è utile ai comuni cittadini ma servirà in qualche modo, non ci interessa neppure esattamente come, agli interessi dei parapoteri.
Inoltre, guardando il “rovescio” di questo presunto diritto, ci ritroviamo la “solita” censura in questo caso dell’informazione. Ricca di spunti la sezione “Critiche” della relativa pagina di wikipedia: “Diritto all’oblio: Le critiche” (leggetela prima che venga censurata o tagliata...).
Nei prossimi giorni vedrò (forse) di saperne di più: in particolare sarei curioso di sapere quando venga menzionato per la prima volta questo “diritto”.
Comunque, ancora non so esattamente come, ma state certi che il vero scopo di questa nuova regolamentazione UE è quello di favorire i parapoteri a scapito della democratastenia.
Conclusione: il diritto all’oblio non dovrebbe esistere, al contrario esiste il fondamentale diritto a conoscere la verità e la libertà d’informazione. Giudicate voi cosa ritenete più importante: e tenete presente che esistono molti tipi di serpenti...»
Nota (*2): sembrerebbe un’altra genialata targata UE.
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2 ore fa
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