«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

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giovedì 3 febbraio 2022

Psicosociologia: Cap. 3a

Oggi sono incerto se scrivere dell’utile o del dilettevole: stranamente, per una volta, sono orientato sull’utile…

Proseguo quindi con la psicosociologia che, oltretutto, sta diventando sempre più interessante.
Curiosamente ho notato che il libro ha una struttura opposta a quella di “Una teoria della giustizia”: mentre l'opera di Rawls espone i concetti in maniera completamente “top-down”, questo di psicosociologia è l’opposto: completamente “bottom-up”.
In pratica è un lungo elenco di descrizioni di esperimenti psicosociali mentre manca un po’ la teoria che leghi tutti questi risultati insieme in un modello più articolato della psicologia dell’uomo.
Ovviamente io preferire una via di mezzo: ovvero più struttura ma conservando gli esempi concreti.

Anche stavolta (v. Psicosociologia: cap. 1 e 2) voglio prima elencare tutti i diversi effetti psicosociali e poi aggiungerò altre note di interesse.
Insomma, lo ridico chiaramente, scrivo questo tipo di pezzi perché mi sono utili per imparare e assorbire meglio le nozioni che leggo, non per intrattenere il lettore (effetto gradito ma non prioritario).

Mentre il capitolo 1 era introduttivo e il 2 sull’individuo calato in un contesto sociale, questo terzo capitolo è incentrato su come ci formiamo le opinioni e i giudizi: e qui le cose si fanno meno intuitive e, di conseguenza, molto interessanti!

Faccio questa eccezione allo scrivere prima tutti gli effetti psicologici perché è una teoria necessaria a comprenderli bene:
Il cervello ha due livelli di funzionamento paralleli: il sistema 1, intuitivo, non cosciente e rapidissimo e il sistema 2 deliberato, cosciente e lento. Il sistema 2 è la voce che sentiamo nella nostra testa quando pensiamo e sul quale abbiamo controllo. Il sistema 1 è totalmente automatico e, senza che ce ne rendiamo conto, influenza però pesantemente il sistema 2.

“Priming” → Avviamento (*1)
Specifici pensieri possono essere “avviati” o stimolati con suggerimenti subliminali e non solo. In realtà questo, più che un fenomeno di per sé, ne riunisce molti insieme.
Questo è chiaramente un esempio di come il sistema 1 indirizzi le riflessioni del sistema 2.

“Embodied cognition” → Cognizione corporea
Tipo più specifico di avviamento in cui la sensazione percepita corporalmente si riflette nel nostro giudizio su ciò che ci circonda e vice versa.
Esempi: stringendo in mano una palla di gomma, più dura o più morbida, i soggetti tendono a identificare le stesse foto di persone più spesso come repubblicani o democratici.
Oppure le persone depresse tendono a giudicare più scuro e freddo di quanto non sia l’ambiente in cui si trovano.

“Overconfidence phenomenon” → fenomeno della presunzione
Le persone tendono a sopravvalutare l’attendibilità delle proprie certezze.
[KGB] Probabilmente è vero ma in realtà l’esperimento che dimostra questo fenomeno (vedi anche il seguente "pregiudizio della conferma") non mi convince e secondo me è influenzato da altri fattori (*2).
Da qui deriva poi il “famoso” effetto Dunning ovvero che “l’incompetenza nutre la presunzione” (v. Dunning-Kruger-KGB).

“Confirmation bias” → pregiudizio della conferma
Su questo ricordo scrissi già all’epoca del corso di psicosociologia (2013 mi pare) perché è veramente fondamentale.
Le persone tendono a concentrarsi su tutta quell’informazione che conferma quanto già pensano; parimenti tendono a scartare ciò che la smentisse o che, comunque, la priverebbe di credibilità.
Al riguardo ebbi un’ottima intuizione “tantissimi” anni fa, vediamo se ritrovo il pezzo… ...ecco qui: Come leggere i giornali del 2010. Undici anni fa avevo intuito perfettamente, e senza alcune conoscenze di psicosociologia, l’essenza del pregiudizio di conferma! (*3)

“Representativeness heuristic” → Euristica della rappresentatività
La tendenza a presumere (anche contro probabilità note) che qualcuno o qualcosa appartenga a un particolare gruppo perché assomiglia a un suo tipico membro.
Premessa: le euristiche sono delle scorciatoie mentali che ci permettono di arrivare rapidamente a delle conclusioni: in genere sono corrette ma a volte no. Addirittura anche quando abbiamo dei dati concreti che dovrebbero farci pensare il contrario insistiamo su questa euristica.
[KGB] a me pare una forma di avviamento anche questa.

“Availability heuristic” → Euristica della disponibilità
Si giudica la probabilità di una cosa basandoci su quanto essa è presente nella nostra memoria: più è presente e più l’evento che la riguarda ci pare probabile.
Esempio: ordinate le seguenti città in ordine di percentuale di crimini: Los Angeles, Atlanta, St. Louis e New York. La maggior parte delle persone, basandosi solo sui ricordi delle serie televisive poliziesche, indicano Los Angeles o New York che però, nella realtà, hanno un indice di criminalità pari a 1/3 di quello delle altre due città.
E cosa colpisce di più la memoria? Le immagini vivide: anche per questo motivo le “notizie” della televisione sono così efficaci nell’indirizzare l’opinione pubblica.
Cito (mia traduzione): «Dopo questi esempi è chiaro che le nostre ingenue intuizioni sono guidate non dal calcolo e dalla ragione ma dalle emozioni in armonia con l’euristica della disponibilità.» (*5)
Per esempio, per lo stesso motivo una singola testimonianza diretta (che colpisce la nostra emotività) è spesso molto più efficace di montagne di statistiche e dati concreti.

“Counterfactual thinking” → Pensiero irrealistico
Immaginare scenari alternativi che non si sono verificati nella realtà per sentirsi meglio. Più l’evento reale è improbabile (e negativo) e più intenso diventa il pensiero irrealistico. Cosa, per esempio, si sarebbe potuto fare per evitare un grave incidente automobilistico.

“Illusory correlation” → Correlazione illusoria
La percezione di una relazione fra eventi che non esiste oppure sovrastimare l’importanza di una effettivamente esistente.
Collegato a questo fenomeno vi è la percezione illusoria degli scommettitori di controllare gli eventi casuali della loro scommessa: per esempio un certo modi di lanciare i dadi. Talvolta questa sensazione può portare a eccessiva presunzione con esiti nefasti.

“Regression toward the average” → Regressione verso la media
Dopo un risultato statisticamente sopra la media i successivi tenderanno verso di essa: spesso però l’uomo non coglie quella tendenza e confonde il risultato eccezionale con quello medio.
[KGB] Secondo me è il caso del giocatore di calcio che fa una singola annata sopra la media e che per questo viene considerato un fenomeno anche se nelle stagioni successive ha un rendimento molto più basso.

“Belief perseverance” → Pervicacia della credenza
Le convinzioni iniziali (magari parzialmente) sopravvivono anche quando le loro basi sono provate false. Secondo un esperimento sopravvive il 75% della credenza dimostrata poi falsa.

“Misinformation effect” → Effetto disinformazione
Delle informazioni errate dopo aver assistito a un evento possono modificare (anche radicalmente) il ricordo dello stesso.
+-+-===-+-+

Bello e antico detto cinese: “I due terzi di ciò che vediamo sono dietro i nostri occhi”.
In altre parole ci inventiamo i 2/3 della nostra realtà.

L’intuizione, sistema 1, è velocissima e di solito piuttosto corretta sebbene non sempre: il suo scopo è infatti garantire reazioni rapide per la massima sopravvivenza piuttosto che correttezza.
[KGB] Mi vengono in mente quei video buffi in cui i protagonisti vengono impauriti da zombi o dinosauri di gomma: prima le vittime scappano e poi valutano se la minaccia è reale o concreta!

Proprio a causa del pregiudizio della conferma FB è definito come “un aula dell’eco ideologico”: questo perché si tende a circondarsi di amici o fonti che confermino il nostro pensiero. A questo si aggiunga l’effetto di approvazione apparente ed ecco che abbiamo la polarizzazione degli utenti di FB. Ma anche su questo argomento avevo già scritto tempo fa: non ho voglia di cercare il relativo pezzo…

Dei rimedi per minimizzare la propria presunzione sono:
1. verificare la proprie previsioni.
2. pensare ad alternative plausibili alle nostre “certezze”.
Personalmente mi pare di fare già entrambe le cose: i miei pezzi su questo ghiribizzo sono le mie previsioni che, mi pare, si realizzano quasi sempre con esattezza (*4).

L’umore depresso ha l’aspetto positivo di provocare una riflessione più intensa.
Una teoria è che il cattivo umore provochi questo effetto nel tentativo di capire una situazione per prenderne il controllo e migliorarla.

Quando le emozioni sono intense si tende a usare maggiormente il sistema 1, quello intuitivo cioè.

Questo lo devo citare perché corrisponde a quello che nella mia Epitome ho chiamato “realtà multisoggettiva” ([E] 2.4), mia traduzione: «Reagiamo alla realtà non come è ma alla realtà che noi stessi costruiamo.» (*6)
L’effetto principale di questo fenomeno è che quando ci facciamo un’idea di qualcosa diviene poi difficile cambiarla; anzi queste nostre convinzioni influenzano la percezione delle opinioni altrui che possono sembrarci parziali e non obiettive se contrarie alle nostre.
Questo porta al fenomeno della pervicacia della credenza: soprattutto se abbiamo analizzato il problema a fondo (partendo da informazioni false o errate) le nostre conclusioni tendono a sopravvivere anche quando ci viene dimostrato che le nostre premesse erano errate.
[KGB] Il testo poi accenna che per questo motivo le bufale possono riuscire a sopravvivere anche quando vengono smentite. Dal mio punto di vista lo stesso vale per le “notizie” dei media italiani: anche una volta che i fatti (come ricerche scientifiche autorevoli) le dimostrano false la maggior parte delle persone continua a crederci!

Ma è sulla memoria che ci sono i risultati più stupefacenti: ciò che si crede di ricordare è pochissimo attendibile. Numerosi fattori la distorcono e confondono e, anzi, in buona fede si può ricordare fatti inesistenti!
Bello l’esempio del libro: un ricordo è simile alla ricostruzione di un dinosauro eseguita da un paleontologo sulla base di pochi fossili. Oppure: un ricordo è come un libro immaginario basato su pochi appunti esatti.
L’effetto della disinformazione può cambiare il ricordo di un episodio a cui si è assistito. Addirittura si può arrivare a creare dei ricordi totalmente falsi suggerendo fatti errati: questo può accadere nei bambini con ricordi fittizi di abusi sessuali in realtà inesistenti.
Anche il ricordo delle nostre opinioni passate è spesso falsato: determinante in questo caso è l’opinione corrente in base alla quale viene modificato il ricordo di quali fossero le nostre opinioni precedenti. Anzi l’umore attuale colora della stessa emozione i ricordi passati: l’esempio tipico sono le coppie sposate e i ricordi dei loro primi anni insieme. A coppie sposate di fresco veniva chiesto di valutare la loro felicità attuale: a distanza di un paio di anni venivano reintervistate. Le coppie ancora felici davano una valutazione dei primi anni insieme superiore a quella fornita all’epoca; quelle in crisi davano una valutazione inferiore.
Infine anche il ricordo delle nostre stesse azioni può venire facilmente alterato: anche in questo caso la memoria cerca di giustificare il comportamento attuale. Chi, per esempio, si impegna duramente in un corso per migliorarsi poi, quando valuta i risultati ottenuti ricorda male le proprie capacità precedenti sottostimandole significativamente.

Conclusione: ancora non ho terminato di leggere questo terzo capitolo: le prossime pagine sembrano molto interessanti.
Per non divagare troppo mi sono trattenuto dal commentare quali e quanto degli effetti sullodati si applichino alla mia persona. Magari ci farò un pezzo a parte però quelli della memoria mi sembrano completamente assurdi: probabilmente poiché ho una memoria notevolmente superiore alla media tendo a esserne influenzato decisamente meno della norma. Ma in genere mi pare di essere molto più oggettivo di quanto non siano i miei simili: probabilmente perché sono un INTP...

Nota (*1): Ah! Vale la pena sottolineare che queste traduzioni sono mie: è quindi possibile che l’equivalente italiano sia diverso. Per esempio l’effetto “spotlight” l’ho chiamato “cono di luce” ma ufficialmente credo sia noto come “occhio di bue”…
Nota (*2): Sfortunatamente non ho lo spazio/tempo necessario per spiegare l’esperimento e cosa secondo me non vada in esso...
Nota (*3): Questo è un altro esempio del perché considero la mia intuizione superiore alla mia intelligenza razionale (il QI insomma)…
Nota (*4): In quelle calcistiche premetto che non ho dati sufficiente per considerarmi attendibile: e comunque anche qui ne indovino parecchie…
Nota (*5): Tratto da "Social Psychology" di David G. Myers e Jean M. Twenge, (E) Mc Graw Hill, 2019, pag. 64.
Nota (*6): ibidem, pag. 69.


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