In queste serate estive ho continuato a uscire a guardare le stelle almeno per un po’. Dal 15 agosto in poi da me la temperatura notturna è crollata però, non essendo freddoloso, non è un problema. Sarebbe anzi un sollievo se non fossi preoccupato per il prossimo inverno: ma questo è un altro discorso… sorvoliamo per il momento…
La mia sortita inizia con l’aggiustamento degli occhi alla luminosità notturna. Vado nello spiazzo dove parcheggio le macchine e mi accoccolo sui talloni. Ho visto un video, beh i primi 5 secondi, in cui si spiega che farlo per almeno 30 minuti al giorno fa molto bene. Siccome sicuramente non fa male e io lo trovo rilassante ci passo almeno 3-5 minuti.
Comunque, appena mi siedo in questa maniera, arriva Bisba di corsa (lei esce subito dopo cena!). Letteralmente di corsa! E inizia a salutarmi strusciandosi contro le mie gambe e a prendersi le mie carezza e complimenti. Poi si allontana di un metro: si mette in ascolto in una qualche direzione e poi torna da me a strusciarsi in un ciclo continuo che si interrompe solo quando mi rimetto in piedi.
A quel punto, se la serata ha una visibilità decente, vado a sedere sulla mia sdraio a guardare il cielo. La sdraio è nell’erba, particolarmente poco curata quest’anno, dall’altra parte del giardino dove ho vari punti di osservazione ai diversi angoli che mi permettono di vedere vari spicchi di cielo.
L’orsa maggiore è ormai un po’ troppo bassa per la mia visuale molto limitata da alberi e balze (collinette dalle pareti verticali tipiche della mia zona) comunque riesco a intravederla e a riconoscerla anche da poche stelle. Adesso la mia stella preferita è Vega, spiegherò poi perché.
Dopo un po’ arriva Bisba: le piacerebbe sorprendermi come se fossi un topo gigante ma raramente ci riesce perché essendo bianca con qualche toppa nera la vedo facilmente arrivare.
Ovviamente mi risaluta con un miao e poi mi sale sulla pancia dove ronfa e si becca le mie carezze: però raramente si raggomitola per rilassarsi: in genere rimane seduta all’erta e anzi scende dopo pochi secondi. La situazione più consueta è che si metta seduta accanto, a un metro o giù di lì, alla sdraio a guardare in una specifica direzione: ogni tanto si allontana di qualche metro per indagare meglio e poi ritorna da me.
Le stelle cadenti, frequentissime a giugno e luglio, sono praticamente sparite ad agosto: o magari sono anche io che passo meno tempo ad aspettarle.
Però, proprio poche notti fa, ne ho vista una particolarmente lenta ma anche molto luminosa: mi chiedo se fosse veramente una stella cadente o altro di più specifico.
I lampi luminosi che ogni tanto vedo sono reali: ogni tanto qualcuno alla periferia del mio campo visivo potrebbe anche essere un disturbo nei miei occhi, ma spesso lì vedo anche dove guardo perché spesso si susseguono due o tre volte a pochi secondi di distanza. Però ancora non ho scoperto cosa siano di preciso.
Ah! E poi mi sono messo a imparare i nomi delle stelle: è un po’ complicato perché le guardo prima al calcolatore, o viceversa, cioè prima nel cielo e poi allo schermo, insomma mai insieme contemporaneamente come sarebbe l’ideale. La luminosità del tablet infatti mi disturba e preferisco non rischiare di dimenticarmelo all’aperto o di farlo cadere etc.
Vediamo cosa mi ricordo. In genere parto da Vega come punto di riferimento.
Intorno a Vega c’è la costellazione dell’aquilone (nome che ho dato io alle quattro stelle disposte a rombo! In realtà siamo nella costellazione d’Ercole) le due più luminose sono Eltasin e Rastaban (queste sono le prime due stelle di cui ho imparato il nome e ho fatto una grande fatica perché non usavo nessun metodo mnemonico), quelle più fioche HER-85 (mi meraviglia che una stella così importante non abbia un nome suo carino) e Grumium (che mi fa sempre ridere: mi ricorda “grumo” e mi pare un nome stupido per una stella).
Proseguendo intorno a Vega c’è la costellazione del cigno (mi pare: i nomi delle costellazioni non li sto imparando e me li ricordo così, solo perché mi capita di leggerli). La stella più luminosa è Deneb (che conoscevo già di nome ma non avevo idea di dove fosse nel cielo); poi ce ne sono tre in fila: la più vicina a Vega è Fawaris (mi ricordo “Fava” + “ris”: sa un po’ di latino!), poi c’è Sadr (facile, sembra un nome di persona arabo) e l’ultima è Giena (mi ricordo G + Iena: ah, e alle “h” non faccio troppo caso, imparo solo la pronuncia all’italiana).
Scendendo un po’ ci sono le due stelle che ho imparato ieri: Altais (come Altair ma con la “s” al posto della “r”) e Ahalakan (mi ricordo “Ahola” come si dice alle Hawai + “Kan”).
Poi facciamo un salto alla costellazione di Cassiopea: per qualche motivo misterioso me ne ricordavo il nome nonostante l’avessi sentita nominare ormai una decina di anni fa da mio zio che me la indicò nel cielo (con interesse da parte mia praticamente nullo!). Si riconosce bene perché sembra una “W” ruotata in senso antiorario di 90°. La stella più in “alto” è Caph (si ricorda bene di suo, non c’è bisogno di alcun trucco mnemonico), poi c’è Shedar (qui mi ricordo “She” + “dares”, cioè “lei osa” ma senza l’“es” finale), poi c’è Navi (facile), poi due stelle più fioche: Rucbar (Io ricordo il cognome di un mio amico, Rauch, ma senza la “a” e poi me lo immagino al “bar”) e Segin (anagramma pigro di Segni).
Accanto alla costellazione Cassiopea ho scoperto che c’è quella del marito Cefeo suppongo in italiano (il programma Stellarium che uso è in inglese). Però di queste stelle ne vedo chiaramente solo due che sono allineate con la stella Polare: i nomi sono Alderamin (mi pare: trovo questo nome molto difficile, simile ad Aldebaran ma un po’ diverso) e nel mezzo, piuttosto fioca Alfirk (“Al” è facile perché iniziano così molti nomi di origine araba + “fork” ma con la “i” al posto della “o”).
Poi cosa abbiamo?
Ah, la costellazione della Zampa di Gallina: anche questo è un nome mio. Nella realtà ci sono stelle della costellazione del Drago e, più in basso, dell’Orsa Minore. Per capirci è il gruppo di stelle sotto la mia costellazione dell’Aquilone, sopra l’Orsa Maggiore, sotto il Cigno e alla “sinistra” della stella Polare (che infatti fa parte dell’Orsa Minore).
Ci sono le tre “dita”: Edasick (nonna con la “a” finale invece della “e” perché mia nonna si chiamava Celide detta Ede + “ammalata” in inglese ovvero “sick”), Atebyne (nel nome ci dovrebbe essere almeno una “h” ma ora non saprei dove piazzarla, forse dopo la “t”; comunque mi ricordo “Ateo” senza la “o” e + “byne” che è facile) e infine Aldiba (anche qui dovrebbe esserci una “h” vagante che, al momento, piazzerei proprio come desinenza finale: “Al” è facile, poi mi ricordo Di Battista). Sotto le dita c’è la pianta del piede: la fioca Perkad (facile: “per”+ “CAD”) e sotto Cokab (anche qui c’è un “h” volante che io metterei dopo la “k” dovendo scommetere; ovviamente ricordo la “Coca cola” con un “b” finale).
Dall’altra parte del cielo invece conosco solo nella costellazione dell’Aquila, Altair che conoscevo già di nome e sopra di essa Tarazed (“Tara” come la tara del peso + “zed” il nome in cui sono chiamati gli zombi in alcuni giochi per il calcolatore!).
Ah, poi riconosco Arturus che però adesso è nascosto dalle chiome degli alberi: si trova sul prolungamento del “manico” della costellazione del Pentolino (Orsa Maggiore)…
Bo, mi sembra di non averne imparate altre: ci sarebbe Capella, che più o meno so dove dovrebbe essere, cioè verso NE ma al momento è troppo bassa; la ricordo perché ho un amico che si chiama “CapRella”… insomma stesso ovino ma grafia diversa…
Chiaramente cerco di imparare le stelle che posso vedere: proprio per questo sapendo che l’Orsa Maggiore andrà a tramontare non ne ho imparato i nomi…
Conclusione: insomma mi rilasso, prendo fresco e alleno la memoria. Già: non so bene come faccia ad associare il nome a una specifica stella visto che non ho un metodo mnemonico per farlo: però la mia memoria è soprattutto visiva quindi, evidentemente, lo faccio in automatico senza troppi problemi...
alla prima stazione
1 ora fa
Nessun commento:
Posta un commento