Avevo intenzione di scrivere un post di argomento totalmente diverso: sono andato a cercare le notizie a cui volevo fare riferimento ma, su repubblica.it, ho trovato questo articolo, “Anonymous attacca Agcom: Minacciata la rete libera”, che mi ha fatto cambiare programma.
Riassumo brevemente. Anonymous è un'organizzazione internazionale di hackers che, a modo loro, lottano per la libertà. Non avendo una chiara struttura organizzativa anche le sue attività sono molteplici e orientate in disparate direzioni: vedi questo articolo di Wikipedia per maggiori informazioni sulle loro iniziative.
L'ultima “vittima” di Anonymous è stato il sito dell'Agcom. L' Agcom è un'autorita amministrativa “indipendente” che dovrebbe controllare ed evitare abusi (abuso posizione dominante, evitare creazione cartelli, pluralismo e obiettività informazione, etc) nell'editoria in senso lato. Anche i contenuti di internet ricadono sotto la sua giurisdizione e, qualche mese fa, una nuova delibera gli conferisce ampi poteri (a mio avviso troppo ampi) di censurare contenuti su internet che “violano il diritto d'autore”. Dei dettagli della problematica associata a questo potere di censura ho scritto diffusamente nel post Nuovo attacco alla libertà. Il 6 luglio questa nuova normativa dovrebbe entrare in vigore e, proprio per evidenziare questa “anomalia” tutta italiana, Anonymous ha attaccato il sito web di Agcom.
Personalmente non condivido l'attacco di Anonymous al sito di Agcom: anch'io sono TOTALMENTE contrario alla nuova regolamentazione ma questo attacco non risolve niente e fa passare Agcom per vittima (con le prevedibili strumentalizzazioni a base di italica ipocrisia).
La mia obiezione principale alla nuova regolamentazione riguarda i suoi possibili abusi: con troppa facilità, e senza alcun controllo esterno, Agcom può censurare in toto siti web stranieri (ad esempio wikileaks...). Inoltre è facile immaginare come questa agenzia “indipendente” sarà pronta a soddisfare le eventuali richieste di censura da parte del mondo politico qualora ce ne fosse la necessità.
Come ho scritto, magari un po' troppo saccentemente, nel post E chiaro a tutti? l'importanza del web per la libertà dei cittadini sta diventando sempre più evidente.
Gli unici che non sembrano averlo capito (ma probabilmente fanno solo finta) sono i nostri politici (*1) che con periodica puntualità non perdono l'occasione (*2) per fare nuovi leggi che pongono vincoli e laccetti. Queste leggi in teoria hanno uno scopo legittimo ma in pratica, molto spesso, magari permettendo potenziali abusi vanno a limitare (a volte indirettamente) la libertà dei cittadini.
Mi piacerebbe chiudere questo post fornendo un link a qualche iniziativa che mobiliti i cittadini contro questo REALE pericolo per la libertà di internet ma ho trovato solo iniziative dei singoli (al massimo, su FB, una pagina che piace a 686 persone...). Comunque rimarrò all'erta e se scopro qualcosa di nuovo lo segnalerò ai miei lettori. Inutile dire che qualunque link utile è ben gradito!
Nota (*1): è da notare come su questo argomento non c'è stata una levata di scudi da parte dell'opposizione: a mio avviso questo significa la sostanziale equivalenza, non ha parole ma nella sostanza, dei due maggiori schieramenti politici almeno per quanto riguarda la volontà di mettere il bavaglio alla fonte d'informazione potenzialmente scomoda che è internet.
Nota (*2): ho scritto “occasione” ma a volte è solo un pretesto: vedi ad esempio come recentemente il ministro Castagne ha proposto di ampliare i poteri della polizia postale per “controllare” le scommesse su internet. Non conosco i dettagli della proposta di Castagne ma, anche in questo caso, sono pronto a scommettere che non ci saranno garanzie contro i possibili abusi...
mercoledì 29 giugno 2011
martedì 28 giugno 2011
Uomini e uini
Oggi, causa caldo, non sono molto propenso a scrivere ma voglio comunque proporre una riflessione su un argomento che mi sta particolarmente a cuore: gli uomini e gli uini.
Detto questo non scriverò, in un singolo post, un'analisi comparata e approfondita delle differenze e analogie fra l'uomo e l'uino. Piuttosto mi limiterò a illustrare quella che, anche a detta degli esperti, è la loro differenza più eclatante.
Dove l'uomo è per natura tendenzialmente sociale e pacifico l'uino mostra invece un'incredibile ferocia e aggressività, non solo contro gli estranei, ma anche verso i suoi simili.
Inoltre, anche quando l'uomo è costretto alla violenze, non necessariamente cade nella brutalità: l'uino al contrario perde immediatamente ogni controllo e inibizione e diviene selvaggiamente brutale, quasi fosse assetato di sangue.
Paradossalmente poi questi contrasti sono amplificati dalla bellezza. Nell'uomo la beltà esteriore, come ci insegnano gli antichi greci, è il riflesso della virtù morale; nell'uino invece la bellezza è la stigmate della massima propensione alla violenza.
In conclusione è proprio il bell'uomo ad essere massimamente diverso dal bell'uino...
Detto questo non scriverò, in un singolo post, un'analisi comparata e approfondita delle differenze e analogie fra l'uomo e l'uino. Piuttosto mi limiterò a illustrare quella che, anche a detta degli esperti, è la loro differenza più eclatante.
Dove l'uomo è per natura tendenzialmente sociale e pacifico l'uino mostra invece un'incredibile ferocia e aggressività, non solo contro gli estranei, ma anche verso i suoi simili.
Inoltre, anche quando l'uomo è costretto alla violenze, non necessariamente cade nella brutalità: l'uino al contrario perde immediatamente ogni controllo e inibizione e diviene selvaggiamente brutale, quasi fosse assetato di sangue.
Paradossalmente poi questi contrasti sono amplificati dalla bellezza. Nell'uomo la beltà esteriore, come ci insegnano gli antichi greci, è il riflesso della virtù morale; nell'uino invece la bellezza è la stigmate della massima propensione alla violenza.
In conclusione è proprio il bell'uomo ad essere massimamente diverso dal bell'uino...
domenica 26 giugno 2011
Svolgimento
«Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti».
Il candidato, prendendo spunto da questa “previsione” di Andy Warhol, analizzi il valore assegnato alla “fama” (effimera o meno) nella società odierna (*2) e rifletta sul concetto di “fama” proposto dall’industria televisiva (Reality e Talent show) o diffuso dai social media (Twitter, Facebook, YouTube, Weblog, ecc.).
Se avessi affrontato la maturità quest'anno, come spiegato in Temi rari, avrei fatto lo scritto sul tema d'attualità.
In realtà in questo tema c'è qualcosa che mi lascia molto perplesso anche se dubito che l'avrei notato quando ero più giovane.
Quello che mi turba è che la frase è stata evidentemente estratta da un contesto in cui aveva un determinato senso per essere usata come “previsione” di un aspetto del futuro (che sarebbe poi l'adesso).
Cosa me lo fa pensare? Controllando su Wikipedia ho appurato che Andy Warhol è morto nel 1987 (io pensavo una decina di anni prima) a 59 anni, comunque prima del grande sviluppo di internet. È chiaro quindi che ogni riferimento ai social network è pretestuoso e fatto a posteriori dall'autore del tema.
In effetti l'esperto del ministero ne è consapevole e infatti, riferendosi alla frase di Warhol, parla di “spunto” e mette le virgolette alla parola “previsione”. Sembra insomma che la frase di Warhol sia una citazione (citata a sproposito) per nobilitare un tema altrimenti troppo popolare per il raffinato naso della pubblica istruzione italiana.
Istintivamente, per curiosità e amore del vero, sarei portato a cercare di investigare a cosa si riferisse esattamente Warhol nella sua affermazione. Ovviamente questo non sarebbe possibile durante l'esame e, oltretutto, sarebbe anche fuori tema. Per questo mi limito a ipotizzare che “l'ognuno” indicato da Warhol siano i suoi colleghi artisti o aspiranti tali. Su questa ipotesi influisce il mio scarso apprezzamento per l'arte moderna dove gli “artisti” fanno a gara per stupire e meravigliare invece che esprimere se stessi e le loro idee...
Tornando al tema è evidente che si è voluto offrire agli studenti dei facili spunti per esercitare un po' di ipocrisia: parlare della TV spazzatura e degli eccessi del web. Argomenti triti e ritriti con i quali gli studenti possono esprimere il loro disgusto per la TV più volgare e auspicare moderazione nell'uso di internet...
Probabilmente, anzi quasi sicuramente, anch'io fossi ancora giovane mi sarei adeguato a questi silenziosi suggerimenti tirando fuori il mio temino senza infamia e senza lode.
Adesso però la riflessione che farei sarebbe completamente diversa.
È la fama che di sua natura è, nella stragrande maggioranza dei casi, effimera.
Già nel medioevo, ma sono sicuro che anche i nostri antenati latini ci abbiano lasciato qualche proverbio al riguardo (*1), nei Carmina Burana è scritto “Rex sedet in vertice, caveat ruinam, iam sub axe legimus 'Ecubam Reginam'” cioè “Il re che sta al vertice (della ruota) si guardi dalla rovina perché già sotto il mozzo (della ruota) si può leggere 'Ecuba è regina'”.
Anche il potere e il prestigio di un re è effimero e, in qualsiasi momento, potrebbe lasciare la propria moglie vedova.
La TV e internet sono sostanzialmente dei mezzi di comunicazione. Come tali permettono di amplificare e diffondere le informazioni.
La conseguenza naturale è che sia proporzionalmente più facile raggiungere, seppur temporaneamente, la popolarità. Ovviamente, proprio per la stessa facilita con cui nuovi personaggi o idee raggiungono la “fama”, altrettanto facilmente vengono sostituiti dai nuovi protagonisti del momento.
Il pubblico infatti, per sua natura, non può ammirare contemporaneamente più di un certo numero di persone e la conseguenza è che il tempo durante il quale si rimane al vertice della notorietà diminuisce sensibilmente. Magari mi divertirò a costruirci sopra un modellino matematico...
In conclusione il mio tema sarebbe piuttosto semplice: la fama è sempre stata effimera e i moderni mezzi di comunicazione semplicemente ne esasperano questo suo aspetto.
Nota (*1): Ho controllato su un dizionario di proverbi latini e, da un'analisi sommaria, sembra invece che per essi la fama sia spesso meritata e spinga l'uomo a comportarsi rettamente per raggiungerla. Insomma pare che avessero una concezione molto diversa dalla nostra della fama...
Nota (*2): Mi rendo conto che ho sottovalutato questo aspetto del tema: la concezione della fama nella società "odierna". Anche tenendo conto di quanto osservato nella nota precedente c'è da aggiungere a quanto ho scritto che l'idea di "fama", seppur lentamente, si evolve nel tempo. Nell'antichità classica, lo si evince dai proverbi, la fama era un riflesso della sostanza, delle gesta e delle imprese degne di lode. Al giorno d'oggi la fama è una misura di quanto spesso si appare sullo schermo della TV e, più recentemente, una quantificazione del numero di "click".
Il candidato, prendendo spunto da questa “previsione” di Andy Warhol, analizzi il valore assegnato alla “fama” (effimera o meno) nella società odierna (*2) e rifletta sul concetto di “fama” proposto dall’industria televisiva (Reality e Talent show) o diffuso dai social media (Twitter, Facebook, YouTube, Weblog, ecc.).
Se avessi affrontato la maturità quest'anno, come spiegato in Temi rari, avrei fatto lo scritto sul tema d'attualità.
In realtà in questo tema c'è qualcosa che mi lascia molto perplesso anche se dubito che l'avrei notato quando ero più giovane.
Quello che mi turba è che la frase è stata evidentemente estratta da un contesto in cui aveva un determinato senso per essere usata come “previsione” di un aspetto del futuro (che sarebbe poi l'adesso).
Cosa me lo fa pensare? Controllando su Wikipedia ho appurato che Andy Warhol è morto nel 1987 (io pensavo una decina di anni prima) a 59 anni, comunque prima del grande sviluppo di internet. È chiaro quindi che ogni riferimento ai social network è pretestuoso e fatto a posteriori dall'autore del tema.
In effetti l'esperto del ministero ne è consapevole e infatti, riferendosi alla frase di Warhol, parla di “spunto” e mette le virgolette alla parola “previsione”. Sembra insomma che la frase di Warhol sia una citazione (citata a sproposito) per nobilitare un tema altrimenti troppo popolare per il raffinato naso della pubblica istruzione italiana.
Istintivamente, per curiosità e amore del vero, sarei portato a cercare di investigare a cosa si riferisse esattamente Warhol nella sua affermazione. Ovviamente questo non sarebbe possibile durante l'esame e, oltretutto, sarebbe anche fuori tema. Per questo mi limito a ipotizzare che “l'ognuno” indicato da Warhol siano i suoi colleghi artisti o aspiranti tali. Su questa ipotesi influisce il mio scarso apprezzamento per l'arte moderna dove gli “artisti” fanno a gara per stupire e meravigliare invece che esprimere se stessi e le loro idee...
Tornando al tema è evidente che si è voluto offrire agli studenti dei facili spunti per esercitare un po' di ipocrisia: parlare della TV spazzatura e degli eccessi del web. Argomenti triti e ritriti con i quali gli studenti possono esprimere il loro disgusto per la TV più volgare e auspicare moderazione nell'uso di internet...
Probabilmente, anzi quasi sicuramente, anch'io fossi ancora giovane mi sarei adeguato a questi silenziosi suggerimenti tirando fuori il mio temino senza infamia e senza lode.
Adesso però la riflessione che farei sarebbe completamente diversa.
È la fama che di sua natura è, nella stragrande maggioranza dei casi, effimera.
Già nel medioevo, ma sono sicuro che anche i nostri antenati latini ci abbiano lasciato qualche proverbio al riguardo (*1), nei Carmina Burana è scritto “Rex sedet in vertice, caveat ruinam, iam sub axe legimus 'Ecubam Reginam'” cioè “Il re che sta al vertice (della ruota) si guardi dalla rovina perché già sotto il mozzo (della ruota) si può leggere 'Ecuba è regina'”.
Anche il potere e il prestigio di un re è effimero e, in qualsiasi momento, potrebbe lasciare la propria moglie vedova.
La TV e internet sono sostanzialmente dei mezzi di comunicazione. Come tali permettono di amplificare e diffondere le informazioni.
La conseguenza naturale è che sia proporzionalmente più facile raggiungere, seppur temporaneamente, la popolarità. Ovviamente, proprio per la stessa facilita con cui nuovi personaggi o idee raggiungono la “fama”, altrettanto facilmente vengono sostituiti dai nuovi protagonisti del momento.
Il pubblico infatti, per sua natura, non può ammirare contemporaneamente più di un certo numero di persone e la conseguenza è che il tempo durante il quale si rimane al vertice della notorietà diminuisce sensibilmente. Magari mi divertirò a costruirci sopra un modellino matematico...
In conclusione il mio tema sarebbe piuttosto semplice: la fama è sempre stata effimera e i moderni mezzi di comunicazione semplicemente ne esasperano questo suo aspetto.
Nota (*1): Ho controllato su un dizionario di proverbi latini e, da un'analisi sommaria, sembra invece che per essi la fama sia spesso meritata e spinga l'uomo a comportarsi rettamente per raggiungerla. Insomma pare che avessero una concezione molto diversa dalla nostra della fama...
Nota (*2): Mi rendo conto che ho sottovalutato questo aspetto del tema: la concezione della fama nella società "odierna". Anche tenendo conto di quanto osservato nella nota precedente c'è da aggiungere a quanto ho scritto che l'idea di "fama", seppur lentamente, si evolve nel tempo. Nell'antichità classica, lo si evince dai proverbi, la fama era un riflesso della sostanza, delle gesta e delle imprese degne di lode. Al giorno d'oggi la fama è una misura di quanto spesso si appare sullo schermo della TV e, più recentemente, una quantificazione del numero di "click".
giovedì 23 giugno 2011
Temi rari
Ai miei tempi, almeno allo scientifico, l'unica prova di italiano era il tema. Adesso ho visto le cose sono un po' cambiate ma neppure troppo (vedi tracce su Repubblica.it). Mi sono divertito a guardare i vari temi proposti e a pensare quale avrei fatto io...
La prima possibilità è quella di analizzare una poesia di Ungaretti. Mi pare interessante perché dà agli studenti la possibilità di fare riflessioni autonome e mostrare così le proprie capacità. C'è un pericolo però: per evitare svarioni colossali bisogna conoscere un minimo l'autore e, idealmente, la poesia stessa in maniera da poterla inserire nel giusto contesto...
Non so, all'epoca non avrei forse fatto queste considerazioni “tattiche” e forse mi sarei buttato proprio su questa traccia...
La seconda traccia “Amore, odio, passione” propone tre quadri da commentare. L'unica opera che conosco è quella di Klimt. Le altre due non le conosco e mi ispirano poco. E poi fiuto un pericolo: il testo della traccia parla di “amore”, “odio” e “passione”. La “passione” può essere facilmente associata al quadro di Klimt. Sapendo chi sono Ettore e Andromaca si può intuire che l'”amore” è assimilabile al quadro di De Chirico. Ma l'odio? Rimarrebbe il quadro di Picasso intitolato “gli amanti” ma cosa c'entra con l'odio? L'espressione dell'uomo sembra vagamente irritata, quella della donna poco convinta: possibile che Picasso voglia rappresentare un amante respinto il cui amore si trasformerà presto in odio? Sicuramente un'ipotesi azzardata e rischiosissima.
Probabilmente non avrei osato affrontare questa traccia data la grave incertezza (dovuta alla mia impreparazione!) che pesa sull'interpretazione del quadro di Picasso...
La terza traccia ha molte potenzialità e, soprattutto, non richiede conoscenze specifiche. Anche lo studente meno preparato con un po' di buon senso può sperare di affrontare l'argomento in maniera decente. Il tema chiede infatti di discutere dell'alimentazione ed è corredato da quattro “documenti” che ne evidenziano aspetti diversi: cibo/salute, cibo/salute/economia, cibo/politica/economia e cibo/costume.
Non so: il problema principale è che l'argomento è troppo vasto e sarebbe quindi facile limitarsi solo ad alcuni aspetti dimenticandone altri ugualmente importanti.
E poi i “documenti” da leggere sarebbero stati troppo lunghi per i miei gusti: probabilmente l'avrei scartato...
A leggere la quarta traccia, “destra e sinistra”, mi viene da ridere: anche lo studente più ingenuo (come ero io a quel tempo) capisce che svolgere questo tema equivale ad attraversare un campo minato con una benda sugli occhi!
Indipendentemente dalle idee dello studente quello che conta è l'opinione politica del professore: se lo studente l'indovina è messo bene ma se la sbaglia... (*1)
L'alternativa è dare un po' ragione a tutti senza sbilanciarsi troppo su alcuna idea. Però è una soluzione che non convince e difficilmente sarebbe apprezzata dai professori...
Sarei proprio curioso di sapere quanti sono stati gli studenti temerari (o ingenui?) che hanno affrontato questo tema.
La quinta traccia è scientifica/tecnologica. Su Enrico Fermi, la fisica nucleare e con quattro “documenti” a corredo.
Dubito che uno studente possa tirarci fuori qualcosa di buono: anche leggendo i documenti non è chiaro cosa ci si aspetti dallo studente. Un quadretto su Fermi? E quale studente può conoscerlo abbastanza da farlo... Una relazione scientifica sulla fisica nucleare? Dai, non scherziamo! L'importanza della scienza nel mondo moderno? Forse...
Sicuramente non avrei scelto questo tema troppo vago.
La sesta traccia è il tema storico. Premetto che la storia, mentre adesso mi interessa, all'epoca del liceo mi annoiava terribilmente.
Il tema in sé chiede di discutere del “periodo” storico dalla fine della prima guerra mondiale alla dissoluzione dell'URSS...
Decisamente troppo vasto anche senza considerare che c'è la seconda guerra mondiale nel mezzo! E poi non si chiede di limitarsi all'Italia ma evidentemente a tutto il mondo...
L'unica precisazione è di soffermarsi maggiormente sugli anni '70: figuriamoci! Ai miei tempi era già difficile che si arrivasse a studiare la seconda guerra mondiale... Ma da che paese immaginario viene chi inventa questi temi?
Decisamente infattibile.
La traccia generale. L'ancora di salvezza. L'approdo sicuro durante le burrasche. L'unica possibilità per chi non sa niente e se ne rende conto!
Anche senza sapere di cosa si tratta sono sicuro che avrei scelto questo tema...
Oltretutto il testo del tema è molto breve e ricco di spunti: una breve frase attribuita a Warhol “Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” estratta da chissà quale contesto.
Ma del tema che avrei fatto parlerò in un altro post...
Nota (*1): Mi sovviene che adesso alla maturità i professori sono quelli di sempre e non degli sconosciuti. La conseguenza è che lo studente può immaginarsi le tendenze politiche del professore anche se il pericolo di fraintendimento rimane sempre...
La prima possibilità è quella di analizzare una poesia di Ungaretti. Mi pare interessante perché dà agli studenti la possibilità di fare riflessioni autonome e mostrare così le proprie capacità. C'è un pericolo però: per evitare svarioni colossali bisogna conoscere un minimo l'autore e, idealmente, la poesia stessa in maniera da poterla inserire nel giusto contesto...
Non so, all'epoca non avrei forse fatto queste considerazioni “tattiche” e forse mi sarei buttato proprio su questa traccia...
La seconda traccia “Amore, odio, passione” propone tre quadri da commentare. L'unica opera che conosco è quella di Klimt. Le altre due non le conosco e mi ispirano poco. E poi fiuto un pericolo: il testo della traccia parla di “amore”, “odio” e “passione”. La “passione” può essere facilmente associata al quadro di Klimt. Sapendo chi sono Ettore e Andromaca si può intuire che l'”amore” è assimilabile al quadro di De Chirico. Ma l'odio? Rimarrebbe il quadro di Picasso intitolato “gli amanti” ma cosa c'entra con l'odio? L'espressione dell'uomo sembra vagamente irritata, quella della donna poco convinta: possibile che Picasso voglia rappresentare un amante respinto il cui amore si trasformerà presto in odio? Sicuramente un'ipotesi azzardata e rischiosissima.
Probabilmente non avrei osato affrontare questa traccia data la grave incertezza (dovuta alla mia impreparazione!) che pesa sull'interpretazione del quadro di Picasso...
La terza traccia ha molte potenzialità e, soprattutto, non richiede conoscenze specifiche. Anche lo studente meno preparato con un po' di buon senso può sperare di affrontare l'argomento in maniera decente. Il tema chiede infatti di discutere dell'alimentazione ed è corredato da quattro “documenti” che ne evidenziano aspetti diversi: cibo/salute, cibo/salute/economia, cibo/politica/economia e cibo/costume.
Non so: il problema principale è che l'argomento è troppo vasto e sarebbe quindi facile limitarsi solo ad alcuni aspetti dimenticandone altri ugualmente importanti.
E poi i “documenti” da leggere sarebbero stati troppo lunghi per i miei gusti: probabilmente l'avrei scartato...
A leggere la quarta traccia, “destra e sinistra”, mi viene da ridere: anche lo studente più ingenuo (come ero io a quel tempo) capisce che svolgere questo tema equivale ad attraversare un campo minato con una benda sugli occhi!
Indipendentemente dalle idee dello studente quello che conta è l'opinione politica del professore: se lo studente l'indovina è messo bene ma se la sbaglia... (*1)
L'alternativa è dare un po' ragione a tutti senza sbilanciarsi troppo su alcuna idea. Però è una soluzione che non convince e difficilmente sarebbe apprezzata dai professori...
Sarei proprio curioso di sapere quanti sono stati gli studenti temerari (o ingenui?) che hanno affrontato questo tema.
La quinta traccia è scientifica/tecnologica. Su Enrico Fermi, la fisica nucleare e con quattro “documenti” a corredo.
Dubito che uno studente possa tirarci fuori qualcosa di buono: anche leggendo i documenti non è chiaro cosa ci si aspetti dallo studente. Un quadretto su Fermi? E quale studente può conoscerlo abbastanza da farlo... Una relazione scientifica sulla fisica nucleare? Dai, non scherziamo! L'importanza della scienza nel mondo moderno? Forse...
Sicuramente non avrei scelto questo tema troppo vago.
La sesta traccia è il tema storico. Premetto che la storia, mentre adesso mi interessa, all'epoca del liceo mi annoiava terribilmente.
Il tema in sé chiede di discutere del “periodo” storico dalla fine della prima guerra mondiale alla dissoluzione dell'URSS...
Decisamente troppo vasto anche senza considerare che c'è la seconda guerra mondiale nel mezzo! E poi non si chiede di limitarsi all'Italia ma evidentemente a tutto il mondo...
L'unica precisazione è di soffermarsi maggiormente sugli anni '70: figuriamoci! Ai miei tempi era già difficile che si arrivasse a studiare la seconda guerra mondiale... Ma da che paese immaginario viene chi inventa questi temi?
Decisamente infattibile.
La traccia generale. L'ancora di salvezza. L'approdo sicuro durante le burrasche. L'unica possibilità per chi non sa niente e se ne rende conto!
Anche senza sapere di cosa si tratta sono sicuro che avrei scelto questo tema...
Oltretutto il testo del tema è molto breve e ricco di spunti: una breve frase attribuita a Warhol “Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” estratta da chissà quale contesto.
Ma del tema che avrei fatto parlerò in un altro post...
Nota (*1): Mi sovviene che adesso alla maturità i professori sono quelli di sempre e non degli sconosciuti. La conseguenza è che lo studente può immaginarsi le tendenze politiche del professore anche se il pericolo di fraintendimento rimane sempre...
martedì 21 giugno 2011
Intuizione disordinata
Ho dei problemi alla macchina. Probabilmente dipendono da un relè ossidato che blocca l'accensione. Non lo scrivo in quanto esperto di auto ma soltanto perché è scritto su una raccomandata speditami dalla casa produttrice un paio di mesi fa!
Nella lettera mi si invitava a portare la macchina a un centro assistenza per cambiare gratuitamente il relè difettoso.
Ovviamente, fino a quando non ho avuto problemi, ho ignorato questa raccomandazione ma, nelle ultime settimane, sono rimasto per ben tre volte con la macchina ferma... (*1)
Ma non è di questo che volevo parlare. Negli ultimi giorni ho controllato quasi quotidianamente che la macchina si avviasse. Ieri sera però non riusciva a trovare la chiave della macchina.
Mi ricordavo di averla vista ben in evidenza da qualche parte ma non esattamente dove.
Ho cercato nel seguente ordine: al tavolo del telefono, in camera, in bagno, in cucina, di nuovo in camera, di nuovo al telefono, in sala, sul tavolo in giardino, in macchina, nella sala giù e nelle tasche dei miei pantaloni.
Niente: dopo mezz'ora di inutili ricerche mi sono scocciato e ho lasciato perdere.
Mi hanno anche detto: “Ma tanto di chiavi non ne hai due? Usa l'altra...”.
In effetti di chiavi ne ho due ma non so dove si trovino: cioè di solito una chiave di riserva stava in cucina ma quando sono andato a cercarci la chiave principale non ho visto neanche l'altra...
Temevo quindi che la chiave di “riserva” fosse rimasta in qualche giaccone invernale o, peggio, caduta dietro a un mobile...
Quindi la situazione ieri sera era questa: so che a casa ho due chiavi della macchina ma non conosco la collocazione di nessuna delle due.
Sembrerebbe una situazione paradossale, quasi incredibile, eppure chi mi conosce sa che sono MOLTO disordinato (vedi Caos ordinato).
Durante la notte ho riflettuto a lungo su questa questione: non tanto cercando di ricordare dove avevo visto la chiave quanto sui meriti dell'ordine.
Mi chiedevo se e perché l'ordine fosse superiore alla confusione.
La risposta ovvia, data la mia recente disavventura, è che nell'ordine è più difficile smarrire gli oggetti. Quando ogni cosa ha un suo posto ben definito, e non c'è niente lasciato dove non dovrebbe stare, è facile trovare ogni cosa.
Ad esempio io la chiave della macchina la lascio in genere in 3-5 posti diversi e, quando la devo utilizzare, li devo controllare tutti. Se non la trovo allargo le ricerche ad altri luoghi e poi, di nuovo, ricerco “meglio” dove ho già cercato. Ho scritto “meglio” perché la ricerca non è mai banale: la mia scrivania ad esempio è ricoperta da un triplice strato di oggetti vari e la chiave potrebbe facilmente scivolare sotto uno di essi invece di rimanere in “superficie”.
Detto questo sembrerebbe che ci sia poco da aggiungere alla mia domanda: l'ordine è molto superiore alla confusione. Punto. Tutto qui?
In realtà il disordine presenta un piccolo vantaggio: richiede meno energia dell'ordine per essere mantenuto. È un problema di semplice entropia: l'universo non tende a tenere tutti gli oggetti ben organizzati e al loro posto...
Ma è poi vero che nella confusione è difficile ritrovare gli oggetti cercati? In realtà io il 99% delle volte non ho nessun problema. Spesso l'origine delle difficoltà è dovuto a un estraneo che sposta gli oggetti a mia insaputa...
Insomma se prendiamo per buona la mia affermazione che, a meno di cause esterne (*2), riesco sempre a trovare gli oggetti nel mio disordine allora qual è la differenza fra ordine e confusione?
È qui che volevo arrivare. Penso che la differenza fra ordine e confusione sia solo estetica. C'è chi è attratto dalla regolarità e dalle linee dritte sgombre e senza orpelli, chi dalle linee curve e irregolari piene di ghirigori.
C'è chi ama le chiese romaniche e chi preferisce le gotiche con tutti i loro archi.
Mi si potrebbe obbiettare, anzi dovete farlo (!), che in realtà anche le chiese gotiche seguono un ordine ben preciso, la loro presunta irregolarità è solo apparente, esteriore...
Ed è questo il secondo passaggio della mia intuizione: chi ci dice che anche nella confusione non ci sia un ordine nascosto? Una regolarità più complessa non banale, sottile e segreta?
Ecco la mia teoria notturna è proprio questa: la persona disordinata ama la complessità, la struttura nascosta delle cose, le relazioni interne e segrete fra le parti. È un diverso approccio al mondo: non un tentativo di dominare la realtà adattandola a noi semplificandola, quanto invece l'abbracciarla nella sua complessità fondendosi con essa. Non osservare la realtà dall'esterno, come tramite un microscopio (o un telescopio!), ma dall'interno.
La conclusione di questa mia strana divagazione è che la differenza fra ordine e caos è molto meno netta di quanto possa sembrare in un primo momento. Se si ammette che un ordine più complesso è nascosto nel caos allora si tratta di una differenza estetica più che sostanziale (*3).
Nota (*1): Sì, la scorsa settimana mi sono deciso a fissare un appuntamento al centro assistenza ma, prima del 22/6, non c'era posto...
Nota (*2): È il pericolo che un estraneo metta un oggetto fuori posto. Tale pericolo lo corre anche la persona che tiene tutto in perfetto ordine: si tratta insomma di un fattore trascurabile perché presente in entrambi gli scenari.
Nota (*3): Stamani la prima cosa che ho fatto è mettermi a cercare per bene la chiave della macchina. Quasi subito ho cercato in cucina e qui, proprio dove avrebbe dovuto essere, sotto una grattugia, un block notes e una montagna di sacchetti di plastica ripiegati, ho ritrovato la chiave di riserva! Poi sono andato ad accendere la macchina e, appena tornato in casa, ho visto su un piattino sul tavolo della sala l'altra chiave: inutile fare nomi ma ovviamente non ero stato io a metterla in quel posto improbabile e senza logica!
Nella lettera mi si invitava a portare la macchina a un centro assistenza per cambiare gratuitamente il relè difettoso.
Ovviamente, fino a quando non ho avuto problemi, ho ignorato questa raccomandazione ma, nelle ultime settimane, sono rimasto per ben tre volte con la macchina ferma... (*1)
Ma non è di questo che volevo parlare. Negli ultimi giorni ho controllato quasi quotidianamente che la macchina si avviasse. Ieri sera però non riusciva a trovare la chiave della macchina.
Mi ricordavo di averla vista ben in evidenza da qualche parte ma non esattamente dove.
Ho cercato nel seguente ordine: al tavolo del telefono, in camera, in bagno, in cucina, di nuovo in camera, di nuovo al telefono, in sala, sul tavolo in giardino, in macchina, nella sala giù e nelle tasche dei miei pantaloni.
Niente: dopo mezz'ora di inutili ricerche mi sono scocciato e ho lasciato perdere.
Mi hanno anche detto: “Ma tanto di chiavi non ne hai due? Usa l'altra...”.
In effetti di chiavi ne ho due ma non so dove si trovino: cioè di solito una chiave di riserva stava in cucina ma quando sono andato a cercarci la chiave principale non ho visto neanche l'altra...
Temevo quindi che la chiave di “riserva” fosse rimasta in qualche giaccone invernale o, peggio, caduta dietro a un mobile...
Quindi la situazione ieri sera era questa: so che a casa ho due chiavi della macchina ma non conosco la collocazione di nessuna delle due.
Sembrerebbe una situazione paradossale, quasi incredibile, eppure chi mi conosce sa che sono MOLTO disordinato (vedi Caos ordinato).
Durante la notte ho riflettuto a lungo su questa questione: non tanto cercando di ricordare dove avevo visto la chiave quanto sui meriti dell'ordine.
Mi chiedevo se e perché l'ordine fosse superiore alla confusione.
La risposta ovvia, data la mia recente disavventura, è che nell'ordine è più difficile smarrire gli oggetti. Quando ogni cosa ha un suo posto ben definito, e non c'è niente lasciato dove non dovrebbe stare, è facile trovare ogni cosa.
Ad esempio io la chiave della macchina la lascio in genere in 3-5 posti diversi e, quando la devo utilizzare, li devo controllare tutti. Se non la trovo allargo le ricerche ad altri luoghi e poi, di nuovo, ricerco “meglio” dove ho già cercato. Ho scritto “meglio” perché la ricerca non è mai banale: la mia scrivania ad esempio è ricoperta da un triplice strato di oggetti vari e la chiave potrebbe facilmente scivolare sotto uno di essi invece di rimanere in “superficie”.
Detto questo sembrerebbe che ci sia poco da aggiungere alla mia domanda: l'ordine è molto superiore alla confusione. Punto. Tutto qui?
In realtà il disordine presenta un piccolo vantaggio: richiede meno energia dell'ordine per essere mantenuto. È un problema di semplice entropia: l'universo non tende a tenere tutti gli oggetti ben organizzati e al loro posto...
Ma è poi vero che nella confusione è difficile ritrovare gli oggetti cercati? In realtà io il 99% delle volte non ho nessun problema. Spesso l'origine delle difficoltà è dovuto a un estraneo che sposta gli oggetti a mia insaputa...
Insomma se prendiamo per buona la mia affermazione che, a meno di cause esterne (*2), riesco sempre a trovare gli oggetti nel mio disordine allora qual è la differenza fra ordine e confusione?
È qui che volevo arrivare. Penso che la differenza fra ordine e confusione sia solo estetica. C'è chi è attratto dalla regolarità e dalle linee dritte sgombre e senza orpelli, chi dalle linee curve e irregolari piene di ghirigori.
C'è chi ama le chiese romaniche e chi preferisce le gotiche con tutti i loro archi.
Mi si potrebbe obbiettare, anzi dovete farlo (!), che in realtà anche le chiese gotiche seguono un ordine ben preciso, la loro presunta irregolarità è solo apparente, esteriore...
Ed è questo il secondo passaggio della mia intuizione: chi ci dice che anche nella confusione non ci sia un ordine nascosto? Una regolarità più complessa non banale, sottile e segreta?
Ecco la mia teoria notturna è proprio questa: la persona disordinata ama la complessità, la struttura nascosta delle cose, le relazioni interne e segrete fra le parti. È un diverso approccio al mondo: non un tentativo di dominare la realtà adattandola a noi semplificandola, quanto invece l'abbracciarla nella sua complessità fondendosi con essa. Non osservare la realtà dall'esterno, come tramite un microscopio (o un telescopio!), ma dall'interno.
La conclusione di questa mia strana divagazione è che la differenza fra ordine e caos è molto meno netta di quanto possa sembrare in un primo momento. Se si ammette che un ordine più complesso è nascosto nel caos allora si tratta di una differenza estetica più che sostanziale (*3).
Nota (*1): Sì, la scorsa settimana mi sono deciso a fissare un appuntamento al centro assistenza ma, prima del 22/6, non c'era posto...
Nota (*2): È il pericolo che un estraneo metta un oggetto fuori posto. Tale pericolo lo corre anche la persona che tiene tutto in perfetto ordine: si tratta insomma di un fattore trascurabile perché presente in entrambi gli scenari.
Nota (*3): Stamani la prima cosa che ho fatto è mettermi a cercare per bene la chiave della macchina. Quasi subito ho cercato in cucina e qui, proprio dove avrebbe dovuto essere, sotto una grattugia, un block notes e una montagna di sacchetti di plastica ripiegati, ho ritrovato la chiave di riserva! Poi sono andato ad accendere la macchina e, appena tornato in casa, ho visto su un piattino sul tavolo della sala l'altra chiave: inutile fare nomi ma ovviamente non ero stato io a metterla in quel posto improbabile e senza logica!
domenica 19 giugno 2011
No turbo!
È da molto tempo che non scrivo di poker. Principalmente per due ragioni: avevo iniziato a giocare partite turbo (*1) e il mio rendimento si era subito rivelato disastroso ma, soprattutto, per molti mesi mi era completamente sparita la voglia di giocare (alla faccia del vizio del gioco!).
La prima riflessione da fare è perché non mi riesca giocare decentemente le partite turbo.
Onestamente non ne sono sicuro: la differenza fra le partite normali e quelle turbo è che il costo per giocare le mani sale molto più rapidamente. La conseguenza è che ci trova velocemente in una situazione in cui si è costretti a correre dei rischi per non essere “mangiati” dai bui o, equivalentemente, non sempre è possibile aspettare l'occasione propizia.
In altre parole la mia teoria, della quale ripeto non sono troppo sicuro, è che la fortuna abbia un ruolo ancora più decisivo del solito.
Ovviamente io, non essendo particolarmente fortunato, non riesco a competere decentemente.
In realtà ho tentato strategie diverse come cercare di essere più aggressivo per cercare di valorizzare le mani buone: il problema è che, se si è aggressivi con mani buoni e ci si trova a giocare con chi ha mani ottime (elemento fortuna), spesso si vanno a perdere molte chips...
Comunque, dopo una serie di partite (turbo) negative, smisi di giocare a poker per molti mesi.
Da un po' ho ricominciato e sono passato a giocare partite da 1€ invece che da 0.5€.
I motivi sono due: il rake (*2) delle partite da 1€ è percentualmente più basso di quelle da 0.5€ (18% vs. 20%; ovvero il montepremi è, in proporzione, più alto del 2%!) e la distribuzione dei premi è più equilibrata.
Per la precisione:
Pos. 1 su 9 vince: 3.70€ (270%) vs 2.00€ (300%)
Pos. 2 su 9 vince: 2.21€ (121%) vs 1.00€ (100%)
Pos. 3 su 9 vince: 1.47€ (47%) vs 0.60€ (20%)
Cioè nelle partite da 0.5€ viene favorito il primo classificato (55.6% del montepremi totale contro 50.1%) mentre nelle partite da 1€ il montepremi è distribuito in maniera più uniforme: una distribuzione più uniforme favorisce la regolarità piuttosto che la fortuna. Considerati questi due fattori penso che, a lungo andare, sia più proficuo giocare questo tipo di partite.
Come mi capita sempre, quando ricomincio a fare qualcosa dopo un lungo intervallo, sono molto migliorato: è come se le nozione imparate solo a livello teorico mesi prima abbiano avuto tempo di essere completamente assimilate e, finalmente, siano pronte a essere messe in pratica. Non so quanto sia normale ma a me succede sempre così fin da quando ero bambino.
In particolare i miei miglioramenti sono molteplici ma forse, il più significativo, è che adesso mi ritiro anche quando ho una mano buona ma penso che il mio avversario l'abbia superiore. Non è così facile non cedere alla curiosità di andare a controllare!
Il mio avversario principale resta l'impazienza e non sempre, specie quando sono in vantaggio, riesco a trattenermi dal giocare costosi all-in nella speranza di concludere più rapidamente la partita eliminando un avversario con meno chips di me.
Ah, dimenticavo! Ho ricominciato a giocare sui tavoli a 9 giocatori a velocità NORMALE e i risultati sono di nuovo buoni con un utile di circa il 40% su quanto gioco (come se arrivassi sempre terzo). Magari prossimamente qualche dettaglio in più.
Nota (*1): le partite turbo sono le più comuni fra quelle con buy-in micro (costo d'iscrizione basso). La loro particolarità è che il valore dei bui (ovvero il costo minimo, se non ci sono rilanci, per giocare una mano) sale molto più rapidamente del normale.
Nota (*2): il rake è il denaro dell'iscrizione trattenuto da PokerStars.it e di conseguenza incide direttamente sul montepremi.
La prima riflessione da fare è perché non mi riesca giocare decentemente le partite turbo.
Onestamente non ne sono sicuro: la differenza fra le partite normali e quelle turbo è che il costo per giocare le mani sale molto più rapidamente. La conseguenza è che ci trova velocemente in una situazione in cui si è costretti a correre dei rischi per non essere “mangiati” dai bui o, equivalentemente, non sempre è possibile aspettare l'occasione propizia.
In altre parole la mia teoria, della quale ripeto non sono troppo sicuro, è che la fortuna abbia un ruolo ancora più decisivo del solito.
Ovviamente io, non essendo particolarmente fortunato, non riesco a competere decentemente.
In realtà ho tentato strategie diverse come cercare di essere più aggressivo per cercare di valorizzare le mani buone: il problema è che, se si è aggressivi con mani buoni e ci si trova a giocare con chi ha mani ottime (elemento fortuna), spesso si vanno a perdere molte chips...
Comunque, dopo una serie di partite (turbo) negative, smisi di giocare a poker per molti mesi.
Da un po' ho ricominciato e sono passato a giocare partite da 1€ invece che da 0.5€.
I motivi sono due: il rake (*2) delle partite da 1€ è percentualmente più basso di quelle da 0.5€ (18% vs. 20%; ovvero il montepremi è, in proporzione, più alto del 2%!) e la distribuzione dei premi è più equilibrata.
Per la precisione:
Pos. 1 su 9 vince: 3.70€ (270%) vs 2.00€ (300%)
Pos. 2 su 9 vince: 2.21€ (121%) vs 1.00€ (100%)
Pos. 3 su 9 vince: 1.47€ (47%) vs 0.60€ (20%)
Cioè nelle partite da 0.5€ viene favorito il primo classificato (55.6% del montepremi totale contro 50.1%) mentre nelle partite da 1€ il montepremi è distribuito in maniera più uniforme: una distribuzione più uniforme favorisce la regolarità piuttosto che la fortuna. Considerati questi due fattori penso che, a lungo andare, sia più proficuo giocare questo tipo di partite.
Come mi capita sempre, quando ricomincio a fare qualcosa dopo un lungo intervallo, sono molto migliorato: è come se le nozione imparate solo a livello teorico mesi prima abbiano avuto tempo di essere completamente assimilate e, finalmente, siano pronte a essere messe in pratica. Non so quanto sia normale ma a me succede sempre così fin da quando ero bambino.
In particolare i miei miglioramenti sono molteplici ma forse, il più significativo, è che adesso mi ritiro anche quando ho una mano buona ma penso che il mio avversario l'abbia superiore. Non è così facile non cedere alla curiosità di andare a controllare!
Il mio avversario principale resta l'impazienza e non sempre, specie quando sono in vantaggio, riesco a trattenermi dal giocare costosi all-in nella speranza di concludere più rapidamente la partita eliminando un avversario con meno chips di me.
Ah, dimenticavo! Ho ricominciato a giocare sui tavoli a 9 giocatori a velocità NORMALE e i risultati sono di nuovo buoni con un utile di circa il 40% su quanto gioco (come se arrivassi sempre terzo). Magari prossimamente qualche dettaglio in più.
Nota (*1): le partite turbo sono le più comuni fra quelle con buy-in micro (costo d'iscrizione basso). La loro particolarità è che il valore dei bui (ovvero il costo minimo, se non ci sono rilanci, per giocare una mano) sale molto più rapidamente del normale.
Nota (*2): il rake è il denaro dell'iscrizione trattenuto da PokerStars.it e di conseguenza incide direttamente sul montepremi.
venerdì 17 giugno 2011
Quasi inizio estate
Stanotte ho sognato Amaltea a lungo e in largo!
Il sogno si svolgeva nella vecchia casa dei nonni (quella degli incubi! Vedi: KGB le Origini: lo sterminatore) che era diventata anche la sede di lavoro. C'erano quindi molte facce che giravano per le stanze, alcune conosciute altre no.
Io ero molto combattuto: avrei voluto incontrarla ma contemporaneamente non mi andava di imporre la mia presenza. Alla fine, per darmi un contegno, mi sono messo a girovagare camminando sui muri: no, non come l'uomo ragno, ma tenendomi con la forza delle braccia e delle mani sugli stipiti delle porte e sulle sporgenze dei mobili più alti. Almeno nei sogni (anzi mi sa solo lì!) sono molto abile in questo esercizio di forza.
Nella cucina c'era un letto a castello e in quel momento sapevo/ho capito che lei dormiva proprio nel letto superiore (di notte però! Adesso il letto era perfettamente rifatto e lei era in terrazzo dove potevo vederla con la coda dell'occhio). Ovviamente il mio percorso passava anche da quel letto. Quando se ne è resa conto è entrata in cucina protestando un po' ma senza troppa convinzione (spiegando che avrei visto le “macchie” e sentito degli “odori femminili” e altro che non ricordo più). Alla fine il buon senso ha avuto la meglio (da dove potevo passare se non da lì?) e così ho avuto il permesso di “transitare” tenendomi lungo la sbarra metallica a lato del letto (quindi non ho sbirciato né frugato fra le sue cose come lei aveva inizialmente temuto).
Poi i ricordi si fanno più confusi: ho fatto questo sogno a metà nottata, senza svegliarmi per appuntarmelo, e adesso ne ricordo solo alcune immagini e sensazioni.
In particolare dopo questa fase iniziale dove mi arrampicavo da tutte le parti, un po' evitandola e un po' sbirciandola, sono sceso a terra e ho parlato a lungo con lei.
Non ricordo una virgola di quanto detto ma solo che la conversazione era tranquilla e serena come quando due vecchi amici che si capiscono ancora con uno sguardo si incontrano dopo molti anni.
Alla fine del sogno ricordo che ci siamo abbracciati ma a quel punto eravamo in tre: io ero due uomini diversi contemporaneamente. Non chiedetemi come, non lo ricordo...
Il sogno si svolgeva nella vecchia casa dei nonni (quella degli incubi! Vedi: KGB le Origini: lo sterminatore) che era diventata anche la sede di lavoro. C'erano quindi molte facce che giravano per le stanze, alcune conosciute altre no.
Io ero molto combattuto: avrei voluto incontrarla ma contemporaneamente non mi andava di imporre la mia presenza. Alla fine, per darmi un contegno, mi sono messo a girovagare camminando sui muri: no, non come l'uomo ragno, ma tenendomi con la forza delle braccia e delle mani sugli stipiti delle porte e sulle sporgenze dei mobili più alti. Almeno nei sogni (anzi mi sa solo lì!) sono molto abile in questo esercizio di forza.
Nella cucina c'era un letto a castello e in quel momento sapevo/ho capito che lei dormiva proprio nel letto superiore (di notte però! Adesso il letto era perfettamente rifatto e lei era in terrazzo dove potevo vederla con la coda dell'occhio). Ovviamente il mio percorso passava anche da quel letto. Quando se ne è resa conto è entrata in cucina protestando un po' ma senza troppa convinzione (spiegando che avrei visto le “macchie” e sentito degli “odori femminili” e altro che non ricordo più). Alla fine il buon senso ha avuto la meglio (da dove potevo passare se non da lì?) e così ho avuto il permesso di “transitare” tenendomi lungo la sbarra metallica a lato del letto (quindi non ho sbirciato né frugato fra le sue cose come lei aveva inizialmente temuto).
Poi i ricordi si fanno più confusi: ho fatto questo sogno a metà nottata, senza svegliarmi per appuntarmelo, e adesso ne ricordo solo alcune immagini e sensazioni.
In particolare dopo questa fase iniziale dove mi arrampicavo da tutte le parti, un po' evitandola e un po' sbirciandola, sono sceso a terra e ho parlato a lungo con lei.
Non ricordo una virgola di quanto detto ma solo che la conversazione era tranquilla e serena come quando due vecchi amici che si capiscono ancora con uno sguardo si incontrano dopo molti anni.
Alla fine del sogno ricordo che ci siamo abbracciati ma a quel punto eravamo in tre: io ero due uomini diversi contemporaneamente. Non chiedetemi come, non lo ricordo...
giovedì 16 giugno 2011
L'avevo detto
Solo due giorni fa nel post corto Avvelenato! avevo menzionato l'hard discount Liddel scrivendo che vi "... evito accuratamente la carne...".
In realtà non ho mai rischiato di rimanere intossicato solo che la giudicavo di bassa qualità e, soprattutto, ero sospettoso verso delle polpette di carne surgelate che costavano pochissimo, avevano un sapore accettabile ma un odore che non mi piaceva...
Oggi su questo articolo di Corriere.it la medesima catena di hard discount balza alla ribalta per la vendita di hamburger surgelati contaminati dalla solita escherichia coli. Buffa coincidenza!
Sarà il caldo 23-Giugno-2011
In questi giorni non ho molta voglia di scrivere. Preferisco non cercare di sforzarmi e ricaricare invece le batterie (in genere se non scrivo per qualche giorno poi sono pieno di energie...). Vedremo...
Dieta... 25-Giugno-2011
La dieta è in affanno. Oramai da molti giorni non perdo peso come sperato.
Negli ultimi tre giorni sono rimasto fermo a 67.5Kg
Eppure ieri e ieri l'altro sono state giornate anomale: due giorni fa ho camminato tantissimo e ho mangiato poco; ieri ho camminato tantino e mangiato come un porcellino... Bo, si vede che ho fatto pari.
In totale, nel mio mese di dieta, ho perso 3,5 Kg.
Da ieri, sempre per combattere l'adipe, ho un nuovo alleato: il Wii Fit (Plus) della Nintendo. Bellino e carino lo è: vedremo quanto è efficiente...
Sognuccio... 26-Giugno-2011
Sogno strano stanotte. Mi sembrava molto buffo: addirittura, riaddormentatomi, ho sognato di raccontarlo durante una cena con degli amici.
Ora però non mi pare più così divertente e quindi evito di scendere in dettagli: avevo subito un avvelenamento con antibiotici scaduti (faccenda più complicata) e i dottori, nonostante le mie perplessità, volevano farmi una lavanda gastrica con un lungo tubo di cartone...
Purgato 1-Luglio-2011
Ho smesso di fare aggiornamenti ogni pochi giorni ma la mia dieta prosegue. Recentemente ho però avuto il problema di vedere frustrata la mia buona volontà (con annessi sacrifici) per colpa di una stitichezza sempre più frequente. Alla fine, lunedì, mi sono deciso a ricorrere alla soluzione estrema: i Chellogs.
Da martedì il mio peso ha ripreso a diminuire in maniera lineare e, negli ultimi due giorni, ho raggiunto due minimi consecutivi!
mercoledì 15 giugno 2011
È chiaro a tutti?
Dopo la rivoluzione in Egitto, la guerra civile in Libia e le rivolte in molti altri stati arabi dovrebbe apparire evidente a tutti l'importanza della libertà del web con i suoi social forum, blog, youtube, etc...
Certo, nello specifico delle rivolte di questi paesi arabi, ha pesato molto anche la TV Aljazeera (vedi post L'isola e soprattutto Intervista esclusiva), ma internet è stato altrettanto determinante.
Anche gli USA ne hanno preso atto: è di qualche giorno fa la notizia su corriere.it (vedi qui) di un kit, pensato per i dissidenti che vivano in paesi dove l'accesso a internet è strettamente controllato, tramite una rete ombra.
Probabilmente internet ha avuto un ruolo importante (anche se magari non determinante) nelle recenti elezioni. Dico importante e non determinante per due ragioni: la popolazione italiana è molto più vecchia rispetto a quella del nord Africa e quindi meno propensa a usare questi nuovi mezzi di comunicazione; in secondo luogo in Italia esiste comunque la possibilità di venire informati da TV e giornali che non sono sotto lo stretto controllo di un regime.
Per la cronaca anch'io avevo visto numeroso materiale anti-Berluska condiviso su FB, ma tenendo un numero ristretto di amicizie, localizzate poi prevalentemente in Toscana, ne avevo probabilmente sottovalutato la diffusione e relativa importanza a livello nazionale.
Ecco, considerando questi elementi dovrebbe essere chiaro a tutti perché ritengo la libertà di internet fondamentale (vedi ad esempio i post Nuovo attacco alla libertà o Webtax o comunque tutti i posts con il tag 'Libertà' o 'Internet').
Da qualche parte avevo scritto (non mi è riuscito ritrovare in quale post!) che il campo di battaglia per la libertà nel nuovo millennio sarà su internet: il futuro avanza così rapidamente che adesso a ripeterlo sarei un facile profeta!
Conclusione: ora che l'importanza del web è divenuta manifesta per la sua influenza sulla politica italiana tutti noi dovremo accuratamente vigilare contro possibili provvedimenti tesi a limitarla. Probabilmente sono io paranoico ma non mi è piaciuta la prontezza con cui il ministro dell'interno Castagne ha preso al balzo la palla dello scandalo calcio scommesse per suggerire di dare alla polizia postale più poteri di sorveglianza. C'è infatti il pericolo (su quanto sia più o meno reale fate voi in base alla vostra personale paranoia!) che tutto questo potere venga abusato per fini diversi da quelli ufficialmente previsti...
Certo, nello specifico delle rivolte di questi paesi arabi, ha pesato molto anche la TV Aljazeera (vedi post L'isola e soprattutto Intervista esclusiva), ma internet è stato altrettanto determinante.
Anche gli USA ne hanno preso atto: è di qualche giorno fa la notizia su corriere.it (vedi qui) di un kit, pensato per i dissidenti che vivano in paesi dove l'accesso a internet è strettamente controllato, tramite una rete ombra.
Probabilmente internet ha avuto un ruolo importante (anche se magari non determinante) nelle recenti elezioni. Dico importante e non determinante per due ragioni: la popolazione italiana è molto più vecchia rispetto a quella del nord Africa e quindi meno propensa a usare questi nuovi mezzi di comunicazione; in secondo luogo in Italia esiste comunque la possibilità di venire informati da TV e giornali che non sono sotto lo stretto controllo di un regime.
Per la cronaca anch'io avevo visto numeroso materiale anti-Berluska condiviso su FB, ma tenendo un numero ristretto di amicizie, localizzate poi prevalentemente in Toscana, ne avevo probabilmente sottovalutato la diffusione e relativa importanza a livello nazionale.
Ecco, considerando questi elementi dovrebbe essere chiaro a tutti perché ritengo la libertà di internet fondamentale (vedi ad esempio i post Nuovo attacco alla libertà o Webtax o comunque tutti i posts con il tag 'Libertà' o 'Internet').
Da qualche parte avevo scritto (non mi è riuscito ritrovare in quale post!) che il campo di battaglia per la libertà nel nuovo millennio sarà su internet: il futuro avanza così rapidamente che adesso a ripeterlo sarei un facile profeta!
Conclusione: ora che l'importanza del web è divenuta manifesta per la sua influenza sulla politica italiana tutti noi dovremo accuratamente vigilare contro possibili provvedimenti tesi a limitarla. Probabilmente sono io paranoico ma non mi è piaciuta la prontezza con cui il ministro dell'interno Castagne ha preso al balzo la palla dello scandalo calcio scommesse per suggerire di dare alla polizia postale più poteri di sorveglianza. C'è infatti il pericolo (su quanto sia più o meno reale fate voi in base alla vostra personale paranoia!) che tutto questo potere venga abusato per fini diversi da quelli ufficialmente previsti...
martedì 14 giugno 2011
Errore democratico
Inizio a scrivere questo post senza sapere se lo pubblicherò.
Per quanto non abbia particolari remore a scrivere quello che penso non sono sicuro che questo sia il momento giusto per farlo.
Da una parte, prendendo spunto dalla cronaca, sarebbe un post molto attuale; contemporaneamente però, per lo stesso motivo, gli animi dei miei lettori potrebbero essere ancora troppo eccitati per leggere con obiettività le mie parole.
Beh, scriverò il post e vedrò cosa viene fuori prima di decidere che farne...
Prima di procedere ricordo ai miei lettori due post “propedeutici” a questo: Democrazia (1/3) (dove evidenzio alcuni problemi “teorici” della democrazia) e soprattutto PDI (dove evidenzio i problemi specifici della democrazia italiana).
Ieri ci sono stati i referendum e mi è capitato di assistere a circa 5 minuti di “dibattito” politico sui risultati. Da una parte la Rosy Dindi dall'altra Ignazio Il Russo. La Dindi gongolava e interrompeva, Il Russo faceva battute insipide senza dire niente di concreto. Poi si sono messi a bisticciare parlando contemporaneamente e il livello informativo della trasmissione è passato da basso a nullo.
Mi PARE di aver capito che la Dindi dicesse che era giunto il momento che Berluska si dimettesse mentre Il Russo replicava che non c'erano alternative (o qualcosa di simile...).
Io sono rimasto allibito (*1): possibile che anche i protagonisti della politica non abbiano idea di come la democrazia dovrebbe funzionare?
Magari era nell'interesse della parte politica della Dindi suggerire le dimissioni di Berluska ma perché Il Russo non ha replicato ricordando quali siano i principi della democrazia?
Secondo me la democrazia italiana è talmente degenerata che tali principi sono ormai completamente oscurati dalle cattive consuetudini e nessuno dei due politici vedeva ciò che a me appare ovvio...
Quali sono questi principi a cui mi riferisco?
Proviamo a immaginarci di chiedere a un bambino delle elementari a cosa servono le elezioni dei sindaci e i referendum. Io credo che risponderebbe che le elezioni dei sindaci servono per scegliere i nuovi sindaci e i referendum per decidere se abolire o meno una certa legge. E il bambino avrebbe ragione!
Le elezioni locali dovrebbero servire per scegliere i rappresentanti locali mentre i referendum per abrogare specifiche leggi o parti di esse.
Invece no: secondo i due politici Dindi e Il Russo, ma secondo anche il resto della classe politica, dei giornali, delle televisioni e, temo, di gran parte degli italiani queste due elezioni equivalgono, almeno “moralmente”, alle elezioni legislative.
La logica è che gli italiani, senza alcun criterio democratico, votano alle elezioni locali/referendum come se fossero elezioni nazionali indipendentemente dai candidati o dai quesiti proposti (vedi anche il problema 4 di PDI).
Nelle elezioni locali si dovrebbe valutare se siamo contenti di come la nostra città è stata amministrata o se vogliamo cambiare. Per i referendum bisognerebbe leggere i quesiti, magari controllare direttamente le leggi a cui fanno riferimento (vedi i miei post sui referendum...), e decidere se si vogliono o meno abrogare (*2).
I politici consci di questo modo errato di votare degli italiani ne prendono atto e agiscono di conseguenza. Tutto bene allora?
No, assolutamente no. Le conseguenze di questo modo di fare è che i nostri comuni non sono amministrati efficientemente, che i referendum vengono votati indipendentemente dai quesiti e il governo al potere (quando viene “sconfitto”) viene delegittimato e quindi indebolito (riuscendo a fare ancor meno di quanto faccia di solito).
In conclusione credo che il tripudio generale, per quanto umanamente comprensibile, sia fuori luogo: che Berluska sia stato battuto è opinabile mentre sicuramente è l'ideale di democrazia a esserne uscito sconfitto.
Attenzione, dovrebbe essere chiaro da quanto scritto ma lo ribadisco, non critico chi o cosa viene votato ma il come si vota. Gli strumenti democratici in se stessi non hanno niente di sbagliato ma è il modo in cui si usano errato: usare i referendum invece delle elezioni nazionali per mandare a casa Berluska equivale a usare un martello per infilare una vite nel muro (*3)...
Sono sempre più convinto che i cattivi politici italiani siano la naturale conseguenza della mancanza di mentalità democratica degli italiani.
Nota (*1): In realtà non sono così ingenuo da non sapere come vanno le cose in Italia però, con la mia finta sorpresa, ho voluto evidenziare il difetto della cultura politica italiana.
Nota (*2): Nei miei commenti ai referendum sono poi arrivato alla conclusione che i quesiti troppo tecnici (tipo il primo sull'acqua) o quelli prettamente politici (tipo quello sul legittimo impedimento) non dovrebbero essere proposti ai cittadini: infatti il cittadino non è in grado di scegliere con cognizione di causa sui quesiti troppo tecnici mentre su quelli politici può votare alle normali elezioni legislative (vedi conclusioni di Scheda grigia e verde chiaro).
Nota (*3): FUORI TEMA: so già che se mio padre leggerà questo post, ignorando la sostanza di quanto ho scritto, mi dirà “Eh, ma Berluska avrebbe dovuto dimettersi perché bla, bla, bla...”. Il dimettersi è una scelta che Berluska avrebbe potuto fare e magari era anche legittimo aspettarsi che lo facesse. Però non l'ha fatto (come era suo diritto visto che ha il sostegno del parlamento) e la conseguenza (che a me non pare drammatica) è che gli italiani se giudicheranno il suo comportamento discutibile avranno modo di punirlo alle prossime elezioni legislative. Elezioni locali e referendum dovrebbero servire a ben altro. Il tema del post non è se Berluska debba andarsene ma su come gli strumenti democratici vengano usati erroneamente dagli italiani. FINE FUORI TEMA.
Per quanto non abbia particolari remore a scrivere quello che penso non sono sicuro che questo sia il momento giusto per farlo.
Da una parte, prendendo spunto dalla cronaca, sarebbe un post molto attuale; contemporaneamente però, per lo stesso motivo, gli animi dei miei lettori potrebbero essere ancora troppo eccitati per leggere con obiettività le mie parole.
Beh, scriverò il post e vedrò cosa viene fuori prima di decidere che farne...
Prima di procedere ricordo ai miei lettori due post “propedeutici” a questo: Democrazia (1/3) (dove evidenzio alcuni problemi “teorici” della democrazia) e soprattutto PDI (dove evidenzio i problemi specifici della democrazia italiana).
Ieri ci sono stati i referendum e mi è capitato di assistere a circa 5 minuti di “dibattito” politico sui risultati. Da una parte la Rosy Dindi dall'altra Ignazio Il Russo. La Dindi gongolava e interrompeva, Il Russo faceva battute insipide senza dire niente di concreto. Poi si sono messi a bisticciare parlando contemporaneamente e il livello informativo della trasmissione è passato da basso a nullo.
Mi PARE di aver capito che la Dindi dicesse che era giunto il momento che Berluska si dimettesse mentre Il Russo replicava che non c'erano alternative (o qualcosa di simile...).
Io sono rimasto allibito (*1): possibile che anche i protagonisti della politica non abbiano idea di come la democrazia dovrebbe funzionare?
Magari era nell'interesse della parte politica della Dindi suggerire le dimissioni di Berluska ma perché Il Russo non ha replicato ricordando quali siano i principi della democrazia?
Secondo me la democrazia italiana è talmente degenerata che tali principi sono ormai completamente oscurati dalle cattive consuetudini e nessuno dei due politici vedeva ciò che a me appare ovvio...
Quali sono questi principi a cui mi riferisco?
Proviamo a immaginarci di chiedere a un bambino delle elementari a cosa servono le elezioni dei sindaci e i referendum. Io credo che risponderebbe che le elezioni dei sindaci servono per scegliere i nuovi sindaci e i referendum per decidere se abolire o meno una certa legge. E il bambino avrebbe ragione!
Le elezioni locali dovrebbero servire per scegliere i rappresentanti locali mentre i referendum per abrogare specifiche leggi o parti di esse.
Invece no: secondo i due politici Dindi e Il Russo, ma secondo anche il resto della classe politica, dei giornali, delle televisioni e, temo, di gran parte degli italiani queste due elezioni equivalgono, almeno “moralmente”, alle elezioni legislative.
La logica è che gli italiani, senza alcun criterio democratico, votano alle elezioni locali/referendum come se fossero elezioni nazionali indipendentemente dai candidati o dai quesiti proposti (vedi anche il problema 4 di PDI).
Nelle elezioni locali si dovrebbe valutare se siamo contenti di come la nostra città è stata amministrata o se vogliamo cambiare. Per i referendum bisognerebbe leggere i quesiti, magari controllare direttamente le leggi a cui fanno riferimento (vedi i miei post sui referendum...), e decidere se si vogliono o meno abrogare (*2).
I politici consci di questo modo errato di votare degli italiani ne prendono atto e agiscono di conseguenza. Tutto bene allora?
No, assolutamente no. Le conseguenze di questo modo di fare è che i nostri comuni non sono amministrati efficientemente, che i referendum vengono votati indipendentemente dai quesiti e il governo al potere (quando viene “sconfitto”) viene delegittimato e quindi indebolito (riuscendo a fare ancor meno di quanto faccia di solito).
In conclusione credo che il tripudio generale, per quanto umanamente comprensibile, sia fuori luogo: che Berluska sia stato battuto è opinabile mentre sicuramente è l'ideale di democrazia a esserne uscito sconfitto.
Attenzione, dovrebbe essere chiaro da quanto scritto ma lo ribadisco, non critico chi o cosa viene votato ma il come si vota. Gli strumenti democratici in se stessi non hanno niente di sbagliato ma è il modo in cui si usano errato: usare i referendum invece delle elezioni nazionali per mandare a casa Berluska equivale a usare un martello per infilare una vite nel muro (*3)...
Sono sempre più convinto che i cattivi politici italiani siano la naturale conseguenza della mancanza di mentalità democratica degli italiani.
Nota (*1): In realtà non sono così ingenuo da non sapere come vanno le cose in Italia però, con la mia finta sorpresa, ho voluto evidenziare il difetto della cultura politica italiana.
Nota (*2): Nei miei commenti ai referendum sono poi arrivato alla conclusione che i quesiti troppo tecnici (tipo il primo sull'acqua) o quelli prettamente politici (tipo quello sul legittimo impedimento) non dovrebbero essere proposti ai cittadini: infatti il cittadino non è in grado di scegliere con cognizione di causa sui quesiti troppo tecnici mentre su quelli politici può votare alle normali elezioni legislative (vedi conclusioni di Scheda grigia e verde chiaro).
Nota (*3): FUORI TEMA: so già che se mio padre leggerà questo post, ignorando la sostanza di quanto ho scritto, mi dirà “Eh, ma Berluska avrebbe dovuto dimettersi perché bla, bla, bla...”. Il dimettersi è una scelta che Berluska avrebbe potuto fare e magari era anche legittimo aspettarsi che lo facesse. Però non l'ha fatto (come era suo diritto visto che ha il sostegno del parlamento) e la conseguenza (che a me non pare drammatica) è che gli italiani se giudicheranno il suo comportamento discutibile avranno modo di punirlo alle prossime elezioni legislative. Elezioni locali e referendum dovrebbero servire a ben altro. Il tema del post non è se Berluska debba andarsene ma su come gli strumenti democratici vengano usati erroneamente dagli italiani. FINE FUORI TEMA.
lunedì 13 giugno 2011
Faccine
Quando sono su FB e leggo lo stato o i link condivisi dagli amici sono sempre combattuto su cosa fare: commento o non commento?
Temo infatti che i miei commenti, di solito piuttosto ironici, vengano fraintesi: una cosa è lasciare un messaggio scritto che verrà letto chissà quando, un'altra è scherzare faccia a faccia quando, dallo sguardo del nostro interlocutore, ci rendiamo subito conto se ha capito o meno la battuta.
Insomma c'è il serio pericolo che si creino incomprensioni.
Per sicurezza mi hanno consigliato di mettere in fondo al mio commento/battuta una faccina così ;-)...
Questa soluzione mi provoca due perplessità: la prima è che lo scherzo, venendo subito identificato come tale, perde quell'aurea di incertezza che normalmente per una frazione di secondo l'accompagna e che, secondo me, fa parte integrante dello scherzo. La seconda perplessità è stilistica: forse avrete notato che nei miei post non ho mai usato faccine. Si tratta di una scelta: il post è per me anche un esercizio di scrittura mentre le faccine sono delle scorciatoie per esprimere le nostre emozioni. Per come intendo il mio blog, bello scrivere e faccine sono incompatibili. Certo che un commento su FB non è un post ma comunque una certa antipatia per questi pittogrammi di espressioni mi resta...
Insomma le faccine in genere le metto anche se non mi fanno impazzire. Però, ogni tanto, le dimentico...
Qualche giorno fa un caso divertente. Un amico aveva postato la seguente citazione:
"piacere a tutti non è un mio problema."
Non so di chi sia questa frase: suppongo che fosse una citazione perché fra virgolette...
A me fa venire in mente un cowboy del far west: qualcuno alla Clint Eastwood. Un solitario che se ne frega degli altri e sottintende che sono gli altri che devono adeguarsi a lui e non viceversa. A chi non sta bene può andare a...
Il mio commento/risposta:
Il mio problema è invece che non piaccio a chi vorrei piacere...
Come vedete dimenticai la faccina → ;-)
Quello che volevo far notare è che a tutti, più o meno, non interessa quel che pensano di noi le persone che non ci interessano (come i perfetti sconosciuti). Insomma, secondo me l'ideale sarebbe piacere a chi vogliamo noi ed essere ignorati da tutti gli altri.
Poi, ebbene sì, c'è anche un qualcosa di autobiografico nella mia affermazione ma è una pennellata finale. La sostanza è il tentativo di evidenziare l'ipocrisia nascosta nell'affermazione “piacere a tutti non è un mio problema” che nella migliore delle ipotesi (cioè pronunciata in totale sincerità) sta a significare “Al momento non c'è nessuno a cui mi interessi piacere”.
Il risultato è che qualche giorno dopo, non ricordo se su chat oppure via email, con molto tatto e prudenza lo stesso amico mi scrisse qualcosa del tipo “Senti, ma quella cosa che hai scritto è vera?”.
Io già me ne ero dimenticato e solo dopo averci attentamente riflettuto capii a cosa si riferiva: la mia frase era stata interpretata in chiave personale, quasi fosse un grido d'aiuto!
In realtà la frase è vera, verissima. Solo che, anche se scritta in prima persona, non sono io il soggetto bensì è il generico essere umano ad esserlo.
Comunque ho apprezzato molto la solidarietà/conforto che implicitamente, seppur non apertamente, mi era stata offerta! Tutto perché ho dimenticato la faccina!
Molto divertente: immaginatevi che concluda questo post con una faccina super ridente...
Temo infatti che i miei commenti, di solito piuttosto ironici, vengano fraintesi: una cosa è lasciare un messaggio scritto che verrà letto chissà quando, un'altra è scherzare faccia a faccia quando, dallo sguardo del nostro interlocutore, ci rendiamo subito conto se ha capito o meno la battuta.
Insomma c'è il serio pericolo che si creino incomprensioni.
Per sicurezza mi hanno consigliato di mettere in fondo al mio commento/battuta una faccina così ;-)...
Questa soluzione mi provoca due perplessità: la prima è che lo scherzo, venendo subito identificato come tale, perde quell'aurea di incertezza che normalmente per una frazione di secondo l'accompagna e che, secondo me, fa parte integrante dello scherzo. La seconda perplessità è stilistica: forse avrete notato che nei miei post non ho mai usato faccine. Si tratta di una scelta: il post è per me anche un esercizio di scrittura mentre le faccine sono delle scorciatoie per esprimere le nostre emozioni. Per come intendo il mio blog, bello scrivere e faccine sono incompatibili. Certo che un commento su FB non è un post ma comunque una certa antipatia per questi pittogrammi di espressioni mi resta...
Insomma le faccine in genere le metto anche se non mi fanno impazzire. Però, ogni tanto, le dimentico...
Qualche giorno fa un caso divertente. Un amico aveva postato la seguente citazione:
"piacere a tutti non è un mio problema."
Non so di chi sia questa frase: suppongo che fosse una citazione perché fra virgolette...
A me fa venire in mente un cowboy del far west: qualcuno alla Clint Eastwood. Un solitario che se ne frega degli altri e sottintende che sono gli altri che devono adeguarsi a lui e non viceversa. A chi non sta bene può andare a...
Il mio commento/risposta:
Il mio problema è invece che non piaccio a chi vorrei piacere...
Come vedete dimenticai la faccina → ;-)
Quello che volevo far notare è che a tutti, più o meno, non interessa quel che pensano di noi le persone che non ci interessano (come i perfetti sconosciuti). Insomma, secondo me l'ideale sarebbe piacere a chi vogliamo noi ed essere ignorati da tutti gli altri.
Poi, ebbene sì, c'è anche un qualcosa di autobiografico nella mia affermazione ma è una pennellata finale. La sostanza è il tentativo di evidenziare l'ipocrisia nascosta nell'affermazione “piacere a tutti non è un mio problema” che nella migliore delle ipotesi (cioè pronunciata in totale sincerità) sta a significare “Al momento non c'è nessuno a cui mi interessi piacere”.
Il risultato è che qualche giorno dopo, non ricordo se su chat oppure via email, con molto tatto e prudenza lo stesso amico mi scrisse qualcosa del tipo “Senti, ma quella cosa che hai scritto è vera?”.
Io già me ne ero dimenticato e solo dopo averci attentamente riflettuto capii a cosa si riferiva: la mia frase era stata interpretata in chiave personale, quasi fosse un grido d'aiuto!
In realtà la frase è vera, verissima. Solo che, anche se scritta in prima persona, non sono io il soggetto bensì è il generico essere umano ad esserlo.
Comunque ho apprezzato molto la solidarietà/conforto che implicitamente, seppur non apertamente, mi era stata offerta! Tutto perché ho dimenticato la faccina!
Molto divertente: immaginatevi che concluda questo post con una faccina super ridente...
sabato 11 giugno 2011
Bloggultime
Ennesimo post di aggiornamento sullo stato del blog.
- Come accennato in Solita noia ho deciso di assegnare il tag “Wow” solo dopo due mesi. Inoltre assegnerò un solo tag “Wow” per mese (già ricontrollati i mesi passati). Per capirci a maggio ho messo il tag Wow a un post di marzo (Intervista esclusiva) e a giugno lo metterò a uno di aprile (vedi anche il corto Scelta difficile).
- Come sapete l'ultimo post aggregatore di corti è raggiungibile attraverso il link sotto il titolo del blog. Ovviamente immagino che anche i miei lettori più indefessi non vadano a controllarlo ogni giorno: la mia ipotesi/speranza è che, quando ne pubblico uno nuovo, essi vadano a leggere il precedente. Feedback al riguardo gradito.
- A proposito dei post “Ricetta” gradirei del feedback: sono dei post per me molto noiosi da scrivere e che mi servono solo per non dimenticare le ricette. Se non interessano a nessuno fatemelo sapere così, invece di perderci tempo, me le appunto su un quaderno che faccio prima!
- Il 14 aprile pubblicai il post Calabrone zombie. Chi lo ha letto si sarà sicuramente reso conto che si tratta di uno scherzo. Forse però non è chiaro il motivo per cui l'ho fatto: è colpa di google! Per qualche motivo chi fa le ricerche più idiote viene mandato sul mio sito e io me ne offendo! In particolare avevo ricevuto 5 o 6 visite di persone che cercavano “Calabrone zombie”. Irritato ho deciso che se me li mandavano gli avrei fatto trovare qualcosa di adatto: da cui il post. Inutile dire che in questi mesi ho ricevuto una sola nuova visita di una persona che cercava “Calabrone Zombie” (+1 per “batterio zombie”). Da notare che detto post non ha la vignetta “Facezia” ma comunque è taggato come tale.
- Dal 18 maggio ho 7 stelline su ShinyStat: questo grazie al blog parolesantels che mi menzionò in questo post (e il giorno dopo ebbi infatti il picco assoluto di singole visite: 20). Da allora qualcosa deve essere scattato nei meccanismi di Google che manda sul mio blog una dose maggiore del solito di persone che cercano assurdità...
- Rimosso il widget “share” usato una sola volta (e probabilmente per sbaglio) e aggiunto quelle che suggerisce altri post che “potrebbero interessarti”. Ora quale criterio venga usato per stabilire la correlazione fra post non lo so: a me paiono consigli abbastanza casuali. Però è carino...
- Forse l'ho già chiesto ma lo richiedo: un aiuto per la vignetta “wikileaks” per favore! Nessuno ha un'idea divertente da prestarmi?
- L'8 giugno raggiunte le 4000 pagine viste. Questo significa (se ho fatto bene i conti) che le ultime 1000 pagine sono state visitate in 83 giorni. La progressione è quindi la seguente: 178, 111, 87 e 83. Sempre meglio (per adesso!).
- Nelle ultime settimane sono stato fortemente tentato di aggiungere una “fan page” (credo si chiamino così) per il mio blog su FB. Sicuramente sarebbe di grande comodità per i miei lettori indefessi e non che potrebbero sapere quando un nuovo post è pubblicato. Molto probabilmente mi porterebbe anche, credo, un aumento del numero di lettori. Inoltre il widget con le faccine dei “followers” è bellino. E allora perché non farlo? Beh, più che passa il tempo e meno mi fido del signor Zukkenberg (o come si chiama) e del suo FB: anche la sola idea di fargli sapere “questo tuo utente tiene questo blog” non mi piace. Poi magari nei prossimi giorni la faccio...
- Aggiunte vignette "PSS", "Aneddoto" e "Matrimonio"
venerdì 10 giugno 2011
Bisba Vs. Triceratopo
Ieri sera verso mezzanotte ero uscito per far rientrare la gattina quando ho visto qualcosa muoversi nel buio con Bisba che guardava ben attenta.
Ho spostato delle scatole dietro le quali la "cosa" si era nascosta e ho immediatamente riconosciuto un pericoloso triceratopo.
Rapidamente sono andato a prendere la mia macchina fotografica per fare qualche foto.
Il problema era che nell'oscurità non vedevo praticamente niente e l'autofocus era inutilizzabile. Inoltre avevo paura che Bisba, nel tentativo di fare amicizia, si facesse male...
Il caso ha voluto che le mie foto fatte con messa a fuoco manuale (senza però nemmeno provare a mettere a fuoco!) siano venute decentemente. Ovviamente ho usato il flash. Di seguito qualche esempio...
Il triceratopo è in agguato nell'oscurità
La vile creatura sghignazza sardonicamente
Bisba è curiosa...
...ma appena il triceratopo si muove lei schizza via!
Beh, probabilmente i più esperti fra i miei lettori si saranno accorti che la bestia non è un triceratopo ma un buon riccio: ma volete mettere il titolone col triceratopo!?
Per la cronaca appena scattate le foto ho preso in braccio Bisba e ho lasciato in pace il riccio che credo se ne sia poi andato per i fatti suoi...
Ho spostato delle scatole dietro le quali la "cosa" si era nascosta e ho immediatamente riconosciuto un pericoloso triceratopo.
Rapidamente sono andato a prendere la mia macchina fotografica per fare qualche foto.
Il problema era che nell'oscurità non vedevo praticamente niente e l'autofocus era inutilizzabile. Inoltre avevo paura che Bisba, nel tentativo di fare amicizia, si facesse male...
Il caso ha voluto che le mie foto fatte con messa a fuoco manuale (senza però nemmeno provare a mettere a fuoco!) siano venute decentemente. Ovviamente ho usato il flash. Di seguito qualche esempio...
Beh, probabilmente i più esperti fra i miei lettori si saranno accorti che la bestia non è un triceratopo ma un buon riccio: ma volete mettere il titolone col triceratopo!?
Per la cronaca appena scattate le foto ho preso in braccio Bisba e ho lasciato in pace il riccio che credo se ne sia poi andato per i fatti suoi...
giovedì 9 giugno 2011
Gialli di Natale
Nel 1995, probabilmente la mamma, mi regalò un libro. Questo libro finì nella libreria di Pisa e là mi vide finire gli studi, con calma, e poi se ne stette buono per degli anni nella casa vuota. La scorsa estate quando mi sono deciso a traslocare i libri l'ho ritrovato, ancora nel suo cellophane, e l'ho portato nella sua nuova casa.
Si tratta di “Delitti di Natale” (*1) una raccolta di dodici racconti gialli a cura di Asimov. Come mai ho ignorato così a lungo questo libro?
Per prima cosa i gialli non mi fanno impazzire, secondo non mi piacciono le raccolte e terzo trovo i racconti di Asimov superficiali (*2)...
Però avevo bisogno di un libro leggero prima di passare a qualcosa di più impegnativo e così mi sono deciso a iniziarlo.
Come prevedibile il livello medio dei racconti è piuttosto basso: è ovvio che l'editore ha chiamato Asimov affinché prestasse il suo nome per l'introduzione e un raccontino non certo per fargli fare una selezione di qualità...
Il primo racconto è “Festa di Natale” di Rex Stout, l'autore di Nero Wolfe, uno dei pochi scrittori di gialli che ho letto. Il racconto è corposo e mi è piaciuto. Magari ha giovato il fatto che conoscessi già i personaggi e potessi così apprezzare meglio l'atmosfera. (7+)
Il secondo racconto è “Taccheggi di Natale” di tale Robert Somerlott. Non lo conoscevo ma probabilmente il suo è il racconto che mi è più piaciuto. Non un vero giallo ma più una burla intelligente, insomma bellino! (8)
Il terzo racconto è “La collana di perle” di Dorothy L. Sayers: scritto nella prima metà del secolo scorso è un racconto vecchio. L'idea è passabile ma tuto il resto monotono e incolore. (5+)
Quarto racconto “Il Natale di padre Crumlish” di Alice Scanlan Reach. A quanto dice la scarna biografia dovrebbe essere un esperta di gialli. A me però questo mi è sembrato forse il racconto peggiore della raccolta: è un giallo senza mistero, piatto e privo di veri colpi di scena. (4+)
Quinto: “Mascarade” di S. S. Rafferty. Racconto ambientato a New York nel 1754 ma a parte pochi dettagli l'ambientanzione è irrilevante. Modesto con un buon colpo di scena finale. (6+)
Sesto: “La bambola del Delfino” di Ellery Queen. Di nome lo conoscevo ma non avevo mai letto niente: curiosamente ho scoperto che Ellery Queen è uno pseudonimo che nasconde due cugini! Già lo stile artificioso ed erudito (*3) non mi piace. La storia è modesta anche se devo ammettere il mistero vero e proprio della storia è uno dei migliori. Probabilmente a conoscere maggiormente i personaggi della serie il racconto ci avrebbe guadagnato. (6+)
Settimo: “Accanto al caminetto con amore” di Nick O'Donohoe. Altro non racconto giallo che pretende di esserlo. Pure noioso. (5)
Ottavo: “Il mistero del campanile” di Edward D. Hoch. Un raccontino giallo ben fatto con indizi e ragionamenti come piace a me. (6,5)
Nono racconto “Morte alla vigilia di Natale” di Stanley Ellin. Anche questo non è un giallo ma si basa tutto sull'atmosfera e sulla drammaticità dei personaggi. Mi è piaciuto. (7)
Decimo: “L'avventura dei due collezionisti” di August Derleth. Un clone di Sherlock Holmes e, mi pare, all'altezza. Peccato però che il mistero vero e proprio fosse banale. (7)
Undicesimo: “Il cappuccio del cieco” di John Dickson Carr. Un giallo con un fantasma. Peccato che non sappia di niente. (5)
Dodicesimo: buon ultimo Asimov con il “Tredicesimo giorno”! Di gran lunga il racconto peggiore. Probabilmente Asimov aveva da anni nel cassetto questa specie di bozza per un racconto non abbastanza buona per farci qualcosa. Poi visto che serviva un racconto per il Natale l'ha usata senza nemmeno sistemarla troppo. Quattro paginette e mezzo per la seguente idea: una lettera minaccia un attentato alla delegazione dell'URSS all'ONU per il giorno di Natale. Per Natale non succede niente ma un ragazzo si rende conto che in Russia il Natale è il 7 gennaio. La polizia riesce così ad arrestare il terrorista. (3,5)
Media: (7,25+8+5,25+4,25+6,25+6,25+5+6,5+7+7+5+3,5)/12 = 63,25 / 12 = 5+ (5,5 senza considerare il racconto di Asimov).
Da notare che due dei racconti che mi sono più piaciuti non erano prettamente dei gialli
Nota (*1): Per la precisione “Delitti di Natale: Dodici brividi d'autore”, Isaac Asimov, John Dickson Carr, Ellery Queen e Rex Stout, Ed: Editori Riuniti, 1995
Nota (*2): So che Asimov è idolatrato da almeno metà dei lettori di fantascienza ma a me non piace. I suoi racconti si basano tutti su un'ottima idea e hanno dei colpi di scena finali spesso imprevedibili e spesso azzeccatissimi. Il problema è che a me piacciono i libri di atmosfera con il background curato nei dettagli (Frank Herbert tanto per fare un nome). Dopo che ho letto un libro di Asimov mi rimane ben poco oltre al divertimento della lettura. Dopo aver letto Dune o il “Signore degli anelli” la mente mi rimane invece a vagare in luoghi meravigliosi...
Nota (*3): Ad esempio un personaggio greco viene fatto nascere a Poliknitos “sull'isola di Mitilene”. Guarda caso, avendo da poco letto Erodoto con l'atlante storico accanto, sapevo che Mitilene (già da almeno il V sec a. C) non era un'isola ma una città e per la precisione la città più importante dell'isola di Lesbo (sì, quella di Saffo).
Si tratta di “Delitti di Natale” (*1) una raccolta di dodici racconti gialli a cura di Asimov. Come mai ho ignorato così a lungo questo libro?
Per prima cosa i gialli non mi fanno impazzire, secondo non mi piacciono le raccolte e terzo trovo i racconti di Asimov superficiali (*2)...
Però avevo bisogno di un libro leggero prima di passare a qualcosa di più impegnativo e così mi sono deciso a iniziarlo.
Come prevedibile il livello medio dei racconti è piuttosto basso: è ovvio che l'editore ha chiamato Asimov affinché prestasse il suo nome per l'introduzione e un raccontino non certo per fargli fare una selezione di qualità...
Il primo racconto è “Festa di Natale” di Rex Stout, l'autore di Nero Wolfe, uno dei pochi scrittori di gialli che ho letto. Il racconto è corposo e mi è piaciuto. Magari ha giovato il fatto che conoscessi già i personaggi e potessi così apprezzare meglio l'atmosfera. (7+)
Il secondo racconto è “Taccheggi di Natale” di tale Robert Somerlott. Non lo conoscevo ma probabilmente il suo è il racconto che mi è più piaciuto. Non un vero giallo ma più una burla intelligente, insomma bellino! (8)
Il terzo racconto è “La collana di perle” di Dorothy L. Sayers: scritto nella prima metà del secolo scorso è un racconto vecchio. L'idea è passabile ma tuto il resto monotono e incolore. (5+)
Quarto racconto “Il Natale di padre Crumlish” di Alice Scanlan Reach. A quanto dice la scarna biografia dovrebbe essere un esperta di gialli. A me però questo mi è sembrato forse il racconto peggiore della raccolta: è un giallo senza mistero, piatto e privo di veri colpi di scena. (4+)
Quinto: “Mascarade” di S. S. Rafferty. Racconto ambientato a New York nel 1754 ma a parte pochi dettagli l'ambientanzione è irrilevante. Modesto con un buon colpo di scena finale. (6+)
Sesto: “La bambola del Delfino” di Ellery Queen. Di nome lo conoscevo ma non avevo mai letto niente: curiosamente ho scoperto che Ellery Queen è uno pseudonimo che nasconde due cugini! Già lo stile artificioso ed erudito (*3) non mi piace. La storia è modesta anche se devo ammettere il mistero vero e proprio della storia è uno dei migliori. Probabilmente a conoscere maggiormente i personaggi della serie il racconto ci avrebbe guadagnato. (6+)
Settimo: “Accanto al caminetto con amore” di Nick O'Donohoe. Altro non racconto giallo che pretende di esserlo. Pure noioso. (5)
Ottavo: “Il mistero del campanile” di Edward D. Hoch. Un raccontino giallo ben fatto con indizi e ragionamenti come piace a me. (6,5)
Nono racconto “Morte alla vigilia di Natale” di Stanley Ellin. Anche questo non è un giallo ma si basa tutto sull'atmosfera e sulla drammaticità dei personaggi. Mi è piaciuto. (7)
Decimo: “L'avventura dei due collezionisti” di August Derleth. Un clone di Sherlock Holmes e, mi pare, all'altezza. Peccato però che il mistero vero e proprio fosse banale. (7)
Undicesimo: “Il cappuccio del cieco” di John Dickson Carr. Un giallo con un fantasma. Peccato che non sappia di niente. (5)
Dodicesimo: buon ultimo Asimov con il “Tredicesimo giorno”! Di gran lunga il racconto peggiore. Probabilmente Asimov aveva da anni nel cassetto questa specie di bozza per un racconto non abbastanza buona per farci qualcosa. Poi visto che serviva un racconto per il Natale l'ha usata senza nemmeno sistemarla troppo. Quattro paginette e mezzo per la seguente idea: una lettera minaccia un attentato alla delegazione dell'URSS all'ONU per il giorno di Natale. Per Natale non succede niente ma un ragazzo si rende conto che in Russia il Natale è il 7 gennaio. La polizia riesce così ad arrestare il terrorista. (3,5)
Media: (7,25+8+5,25+4,25+6,25+6,25+5+6,5+7+7+5+3,5)/12 = 63,25 / 12 = 5+ (5,5 senza considerare il racconto di Asimov).
Da notare che due dei racconti che mi sono più piaciuti non erano prettamente dei gialli
Nota (*1): Per la precisione “Delitti di Natale: Dodici brividi d'autore”, Isaac Asimov, John Dickson Carr, Ellery Queen e Rex Stout, Ed: Editori Riuniti, 1995
Nota (*2): So che Asimov è idolatrato da almeno metà dei lettori di fantascienza ma a me non piace. I suoi racconti si basano tutti su un'ottima idea e hanno dei colpi di scena finali spesso imprevedibili e spesso azzeccatissimi. Il problema è che a me piacciono i libri di atmosfera con il background curato nei dettagli (Frank Herbert tanto per fare un nome). Dopo che ho letto un libro di Asimov mi rimane ben poco oltre al divertimento della lettura. Dopo aver letto Dune o il “Signore degli anelli” la mente mi rimane invece a vagare in luoghi meravigliosi...
Nota (*3): Ad esempio un personaggio greco viene fatto nascere a Poliknitos “sull'isola di Mitilene”. Guarda caso, avendo da poco letto Erodoto con l'atlante storico accanto, sapevo che Mitilene (già da almeno il V sec a. C) non era un'isola ma una città e per la precisione la città più importante dell'isola di Lesbo (sì, quella di Saffo).
mercoledì 8 giugno 2011
Scheda Grigia e Verde chiaro
Fra pochi giorni ci sono i referendum e oggi voglio quindi concludere rapidamente la mia serie di post sull'argomento (vedi Scheda Rossa e Scheda Gialla).
La scheda grigia contiene il quesito sul nucleare. Il testo in sé è piuttosto semplice: chiede che venga abrogato la lettera 'd' del comma 1, articolo 7 della legge 133 del 2008 che converte il decreto legge 112 del 2008.
Semmai è da notare che qui, al contrario di quanto venga fatto per la scheda rossa, viene specificato che la parte che si vuole abrogare è presente solo nella legge ma non nel decreto legge.
Il testo della lettera 'd' del comma è chiaro e lineare. Uno degli obiettivi per la strategia energetica nazionale è la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”.
Quindi abrogando questa parte del comma si evita che vengano costruite centrali nucleari in Italia.
Ecco questi sono i referendum che mi piacciono: semplici e chiari.
La mia opinione riguardo l'opportunità di nuove centrali in Italia l'ho già espressa in Simulazioni nucleari e non sto quindi a ripetermi.
Passo quindi subito al quarto e ultimo quesito, la scheda verde, sul legittimo impedimento.
Anche qui il testo del quesito è molto chiaro: viene semplicemente chiesto se si vogliono abrogare i commi 1, 2, 3, 5 e 6 dell'articolo 1 nonché l'intero articolo 2 della legge 51 del 2010.
Ora considerato che la legge è composta da questi due soli articoli non si poteva eliminare anche il comma 4 e abrogarla in toto? Vabbè...
I vari commi dell'articolo 1 mi sembrano piuttosto comprensibili nonostante occasionali riferimenti ad altre leggi.
In pratica io ho capito che: il capo del governo e i suoi ministri possono esimersi dal presentarsi ai processi per la durata del loro mandato. Questo ritardo che viene introdotto nel processo non vale per la decorrenza dei termini (questo lo dice il comma 5).
Anche se non seguo molto la politica so che questa è considerata una delle leggi che Berluska si è “fatto” per proteggersi dai processi. Però dal testo mi pare chiaro che i processi siano solo rimandati perché il comma 5 dice:
“Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio, secondo quanto previsto dell'articolo 159, primo comma, numero 3), del codice penale, e si applica il terzo comma del medesimo articolo 159 del codice penale.”
Per verificare che non ci fossero scappatoie nascoste sono andato a cercare questa legge 159 del codice penale:
“Articolo 159. Sospensione del corso della prescrizione.
Il corso della prescrizione rimane sospeso nei casi di autorizzazione a procedere, o di questione deferita ad altro giudizio, e in ogni caso in cui la sospensione del procedimento penale o dei termini di custodia cautelare è imposta da una particolare disposizione di legge (1).
La sospensione del corso della prescrizione, nei casi di autorizzazione a procedere di cui al primo comma, si verifica dal momento in cui il pubblico ministero effettua la relativa richiesta.
La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. In caso di autorizzazione a procedere, il corso della prescrizione riprende dal giorno in cui l’autorità competente accoglie la richiesta.”
Bo, io inghippi non ce ne vedo. Magari saranno dei tecnicismi estremamente ben nascosti...
Adesso alcune considerazioni personali su questo quesito (chi non vuole conoscere la mia opinione, o teme di esserne influenzato, smetta di leggere adesso!).
Credo che questo quesito vada contro la logica dei referendum. Provo a spiegarmi meglio. Questo quesito è prettamente politico: la parte politica contraria al governo in carica crede che sia sbagliato mentre la parte politica al governo ritiene che sia legittimo.
Per come la vedo io, quando l'attuale opposizione andrà al governo, potrà cambiare la legge come meglio preferisce.
In altre parole i cittadini possono esprimersi indirettamente sull'opportunità di questa legge semplicemente andando a votare per le normali elezioni legislative.
A mio avviso i cittadini dovrebbero essere chiamati a votare solo su problematiche che attraversino trasversalmente lo schieramento politico (come appunto per il nucleare e l'acqua) perché in quei casi l'elettore non avrebbe un partito ben preciso da votare per far sentire la propria opinione (come invece sarebbe il caso per il legittimo impedimento).
Conclusioni: quello che probabilmente farò io. Voterò “sì” al secondo quesito sull'acqua e al terzo sul nucleare. Non ritirerò la scheda per il quarto quesito (sì: è pienamente legittimo farlo anche se gli addetti al seggio potrebbero essere un po' sorpresi in quanto non è una scelta molto comune) perché ritengo che non si debba votare su di esso. Riguardo il primo quesito (la scheda rossa ovvero il primo referendum sull'acqua) non so cosa fare: o mi fido dei promotori del referendum, che dicono che sia necessario votare “sì” anche a questo quesito per mantenere l'acqua pubblica, oppure seguo il mio istinto e non ritiro nemmeno questa scheda (*1).
Nota (*1): Il problema del referendum è che se questo non raggiunge il quorum del 50% allora, indipendentemente dalla percentuale dei “sì”, è ritenuto nullo. In questo caso specifico io sarei per votare “no” ma se faccio così equivarrebbe a un “sì” (perché immagino che chi va a votare per semplicità voti una sfilza di “sì”). Insomma un casino! Basterebbe che si levasse il quorum (o che lo si abbassasse notevolmente) per evitare questo problema. Ma perché nessuno propone di farlo?
La scheda grigia contiene il quesito sul nucleare. Il testo in sé è piuttosto semplice: chiede che venga abrogato la lettera 'd' del comma 1, articolo 7 della legge 133 del 2008 che converte il decreto legge 112 del 2008.
Semmai è da notare che qui, al contrario di quanto venga fatto per la scheda rossa, viene specificato che la parte che si vuole abrogare è presente solo nella legge ma non nel decreto legge.
Il testo della lettera 'd' del comma è chiaro e lineare. Uno degli obiettivi per la strategia energetica nazionale è la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”.
Quindi abrogando questa parte del comma si evita che vengano costruite centrali nucleari in Italia.
Ecco questi sono i referendum che mi piacciono: semplici e chiari.
La mia opinione riguardo l'opportunità di nuove centrali in Italia l'ho già espressa in Simulazioni nucleari e non sto quindi a ripetermi.
Passo quindi subito al quarto e ultimo quesito, la scheda verde, sul legittimo impedimento.
Anche qui il testo del quesito è molto chiaro: viene semplicemente chiesto se si vogliono abrogare i commi 1, 2, 3, 5 e 6 dell'articolo 1 nonché l'intero articolo 2 della legge 51 del 2010.
Ora considerato che la legge è composta da questi due soli articoli non si poteva eliminare anche il comma 4 e abrogarla in toto? Vabbè...
I vari commi dell'articolo 1 mi sembrano piuttosto comprensibili nonostante occasionali riferimenti ad altre leggi.
In pratica io ho capito che: il capo del governo e i suoi ministri possono esimersi dal presentarsi ai processi per la durata del loro mandato. Questo ritardo che viene introdotto nel processo non vale per la decorrenza dei termini (questo lo dice il comma 5).
Anche se non seguo molto la politica so che questa è considerata una delle leggi che Berluska si è “fatto” per proteggersi dai processi. Però dal testo mi pare chiaro che i processi siano solo rimandati perché il comma 5 dice:
“Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio, secondo quanto previsto dell'articolo 159, primo comma, numero 3), del codice penale, e si applica il terzo comma del medesimo articolo 159 del codice penale.”
Per verificare che non ci fossero scappatoie nascoste sono andato a cercare questa legge 159 del codice penale:
“Articolo 159. Sospensione del corso della prescrizione.
Il corso della prescrizione rimane sospeso nei casi di autorizzazione a procedere, o di questione deferita ad altro giudizio, e in ogni caso in cui la sospensione del procedimento penale o dei termini di custodia cautelare è imposta da una particolare disposizione di legge (1).
La sospensione del corso della prescrizione, nei casi di autorizzazione a procedere di cui al primo comma, si verifica dal momento in cui il pubblico ministero effettua la relativa richiesta.
La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. In caso di autorizzazione a procedere, il corso della prescrizione riprende dal giorno in cui l’autorità competente accoglie la richiesta.”
Bo, io inghippi non ce ne vedo. Magari saranno dei tecnicismi estremamente ben nascosti...
Adesso alcune considerazioni personali su questo quesito (chi non vuole conoscere la mia opinione, o teme di esserne influenzato, smetta di leggere adesso!).
Credo che questo quesito vada contro la logica dei referendum. Provo a spiegarmi meglio. Questo quesito è prettamente politico: la parte politica contraria al governo in carica crede che sia sbagliato mentre la parte politica al governo ritiene che sia legittimo.
Per come la vedo io, quando l'attuale opposizione andrà al governo, potrà cambiare la legge come meglio preferisce.
In altre parole i cittadini possono esprimersi indirettamente sull'opportunità di questa legge semplicemente andando a votare per le normali elezioni legislative.
A mio avviso i cittadini dovrebbero essere chiamati a votare solo su problematiche che attraversino trasversalmente lo schieramento politico (come appunto per il nucleare e l'acqua) perché in quei casi l'elettore non avrebbe un partito ben preciso da votare per far sentire la propria opinione (come invece sarebbe il caso per il legittimo impedimento).
Conclusioni: quello che probabilmente farò io. Voterò “sì” al secondo quesito sull'acqua e al terzo sul nucleare. Non ritirerò la scheda per il quarto quesito (sì: è pienamente legittimo farlo anche se gli addetti al seggio potrebbero essere un po' sorpresi in quanto non è una scelta molto comune) perché ritengo che non si debba votare su di esso. Riguardo il primo quesito (la scheda rossa ovvero il primo referendum sull'acqua) non so cosa fare: o mi fido dei promotori del referendum, che dicono che sia necessario votare “sì” anche a questo quesito per mantenere l'acqua pubblica, oppure seguo il mio istinto e non ritiro nemmeno questa scheda (*1).
Nota (*1): Il problema del referendum è che se questo non raggiunge il quorum del 50% allora, indipendentemente dalla percentuale dei “sì”, è ritenuto nullo. In questo caso specifico io sarei per votare “no” ma se faccio così equivarrebbe a un “sì” (perché immagino che chi va a votare per semplicità voti una sfilza di “sì”). Insomma un casino! Basterebbe che si levasse il quorum (o che lo si abbassasse notevolmente) per evitare questo problema. Ma perché nessuno propone di farlo?
martedì 7 giugno 2011
Azzeccato!
Ecco: ho beccato la prima zecca dell'estate. Una di quelle piccoline che quasi non te ne accorgi. Rimossa e uccisa.
Peso post matrimonio 8-Giugno-2011
Come ho ampiamente riportato in Cronaca di un matrimonio sabato scorso sono stato, appunto, a un matrimonio. In effetti ero un po' preoccupato per la mia dieta perché temevo che se riaumentavo notevolemente di peso avrei finito con lo scoraggiarmi.
Come ho spiegato nel post Aumento eppur diminuisco mi ero creato un foglio Excel dove monitorare i miei progressi. In particolare per le varie stime usavo la media degli ultimi tre giorni. Solo oggi quindi lo sbalzo di peso avuto la domenica mattina non è più considerato.
Ma vediamo uno screenshot:
Come si può vedere la domenica mattina ero ingrassato di 9 etti rispetto al giorno prima ma, già da lunedì, ero praticamente tornato in linea con le previsioni (va anche detto che domenica non avevo praticamente fame e mangiai pochissimo). In pratica credo che l'abbuffata di sabato mi sia costata al massimo 2 etti: in pratica un giorno e mezzo di dieta...
Dramma pesante 12-Giugno-2011
La mia dieta stava riprendendo il suo ritmo (con occasionali esperimenti fallimentari: ad esempio ho verificato che una megapiattata di pasta alla matriciana non fa dimagrire...) quando ieri il dramma: da tempo avevo programmato di concendermi un pasto un po' più gustoso, il pollo alla griglia, e mi ero già comprato tutto quando ho avuto la conferma per una cena con degli amici. Il buon senso avrebbe voluto che annullassi il mio pranzo per mantenermi leggero per la cena. Invece no ho voluto comunque procedere col pollo arrosto nonostante sapessi che a sera avrei mangiato una pizza. Nel pomeriggio ho fatto una passeggiata nel bosco di un paio di ore ma evidentemente non è stata sufficiente. A sera ho mangiato la mia solita pizza prosciutto e funghi (con birra) e in più almeno 1/4 di una torta alla bellissima ricotta...
Le conseguenze sulla bilancia stamani sono state tragiche: mi astengo da ogni commento...
Avvelenato 14-Giugno-2011
Trappola mortale all'hard discount Liddel e io ci sono cascato!
Fra le mie manie c'è quella di comprare certi prodotti in certi supermercati perché mi sembrano migliori che altrove. Alla Liddel per esempio ci compro il latte e alcuni cereali mentre evito accuratamente la carne e il pane. Recentemente avevo iniziato a comprarci anche l'insalata già confezionata e, apparentemente, lavata perché mi sembrava particolarmente fragrante.
Oggi ho notato un po' di sporco fra le radici della valeriana e ho controllato bene la confezione: sul retro, in piccolo, c'è scritto "NON lavata"!
Cioè questo tipo di confezioni sono da anni con l'insalata già lavata in tutti i supermercati quindi se tu vai a vendere un prodotto che deve essere lavato dovresti scrivercelo sopra a caratteri cubitali e non in piccolo sul retro!
Va, beh... se sono fortunato sarò la prima vittima italiana dell'escherichia coli: avrei un boom di contatti sul blog...
Aggiornamento Peso 16-Giugno-2011
Come scritto, la mattina del 12 giugno, ebbi una brutta sorpresa quando mi accorsi che il mio peso era aumentato di ben 1.6Kg...
Nei giorni successivi non riuscii a riperdere immediatamente quanto guadagnato: sia perché (soprattutto la domenica) non potei gestire la dieta come volevo ma, soprattutto, a causa della stitichezza che mi aveva improvvisamente assalito.
Nonostante i miei sforzi il dimagrimento proseguiva molto lentamente fino a quando, ieri, mi sono "sbloccato"...
Peso post matrimonio 8-Giugno-2011
Come ho ampiamente riportato in Cronaca di un matrimonio sabato scorso sono stato, appunto, a un matrimonio. In effetti ero un po' preoccupato per la mia dieta perché temevo che se riaumentavo notevolemente di peso avrei finito con lo scoraggiarmi.
Come ho spiegato nel post Aumento eppur diminuisco mi ero creato un foglio Excel dove monitorare i miei progressi. In particolare per le varie stime usavo la media degli ultimi tre giorni. Solo oggi quindi lo sbalzo di peso avuto la domenica mattina non è più considerato.
Ma vediamo uno screenshot:
Come si può vedere la domenica mattina ero ingrassato di 9 etti rispetto al giorno prima ma, già da lunedì, ero praticamente tornato in linea con le previsioni (va anche detto che domenica non avevo praticamente fame e mangiai pochissimo). In pratica credo che l'abbuffata di sabato mi sia costata al massimo 2 etti: in pratica un giorno e mezzo di dieta...
Dramma pesante 12-Giugno-2011
La mia dieta stava riprendendo il suo ritmo (con occasionali esperimenti fallimentari: ad esempio ho verificato che una megapiattata di pasta alla matriciana non fa dimagrire...) quando ieri il dramma: da tempo avevo programmato di concendermi un pasto un po' più gustoso, il pollo alla griglia, e mi ero già comprato tutto quando ho avuto la conferma per una cena con degli amici. Il buon senso avrebbe voluto che annullassi il mio pranzo per mantenermi leggero per la cena. Invece no ho voluto comunque procedere col pollo arrosto nonostante sapessi che a sera avrei mangiato una pizza. Nel pomeriggio ho fatto una passeggiata nel bosco di un paio di ore ma evidentemente non è stata sufficiente. A sera ho mangiato la mia solita pizza prosciutto e funghi (con birra) e in più almeno 1/4 di una torta alla bellissima ricotta...
Le conseguenze sulla bilancia stamani sono state tragiche: mi astengo da ogni commento...
Avvelenato 14-Giugno-2011
Trappola mortale all'hard discount Liddel e io ci sono cascato!
Fra le mie manie c'è quella di comprare certi prodotti in certi supermercati perché mi sembrano migliori che altrove. Alla Liddel per esempio ci compro il latte e alcuni cereali mentre evito accuratamente la carne e il pane. Recentemente avevo iniziato a comprarci anche l'insalata già confezionata e, apparentemente, lavata perché mi sembrava particolarmente fragrante.
Oggi ho notato un po' di sporco fra le radici della valeriana e ho controllato bene la confezione: sul retro, in piccolo, c'è scritto "NON lavata"!
Cioè questo tipo di confezioni sono da anni con l'insalata già lavata in tutti i supermercati quindi se tu vai a vendere un prodotto che deve essere lavato dovresti scrivercelo sopra a caratteri cubitali e non in piccolo sul retro!
Va, beh... se sono fortunato sarò la prima vittima italiana dell'escherichia coli: avrei un boom di contatti sul blog...
Aggiornamento Peso 16-Giugno-2011
Come scritto, la mattina del 12 giugno, ebbi una brutta sorpresa quando mi accorsi che il mio peso era aumentato di ben 1.6Kg...
Nei giorni successivi non riuscii a riperdere immediatamente quanto guadagnato: sia perché (soprattutto la domenica) non potei gestire la dieta come volevo ma, soprattutto, a causa della stitichezza che mi aveva improvvisamente assalito.
Nonostante i miei sforzi il dimagrimento proseguiva molto lentamente fino a quando, ieri, mi sono "sbloccato"...
lunedì 6 giugno 2011
Scheda Gialla
A grande richiesta (e nonostante la poca voglia) passo oggi ad esaminare il secondo quesito referendario, ovvero la scheda gialla.
Rispetto alla scheda rossa questo almeno è comprensibilissimo da tutti. Il quesito non fa infatti riferimenti a una miriadi di decreti legge, leggi e modifiche varie ma si limita a indicare si se vuole abrogare un comma di uno specifico articolo di uno specifico decreto legislativo, ovvero il comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo 152 del 2006. Il comma in questione è chiaro e non fa riferimento ad altre leggi e infine si parla d'acqua: insomma tutto il contrario del precedente quesito “sull'acqua” (la scheda rossa)!
Una precisazione: appena ho visto l'anno di questo decreto legislativo, il 2006, sono rimasto perplesso: mi sono chiesto ma come mai, se si tratta di un decreto legge, non è citata la legge di conversione?
La risposta è semplicissima: un decreto legislativo NON è un decreto legge!
Anzi è quasi l'opposto: sono le due camere che delegano al governo il potere di fare una legge su una certa materia. Quindi una volta che il decreto legislativo è fatto non c'è bisogno che ripassi dalle camere per essere confermato...
Il testo del comma 1 è scritto in italiano semplice e comprensibile, ecco qui:
“La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed e' determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonche' di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo.” (*1)
Se ho ben capito il pomo della discordia è che la tariffa non dovrà solo coprire i costi di gestione ma anche “remunerare il capitale investito”: in altre parole il privato che ci mette i soldi deve anche guadagnarci sopra.
Ovviamente nessun privato ha interesse ad accollarsi la gestione dell'acqua se poi non può guadagnarci. Quindi, in altre parole, decidere se abrogare o meno questo comma equivale a rispondere alla domanda “volete che i privati prendano in gestione l'acqua?”
Chi non è interessato alla mia opinione, o semplicemente non voglia farsi condizionare da essa, smetta di leggere qui.
Su questo quesito, o meglio sui pro e i contro di dare l'acqua in gestione ai privati, ho due considerazioni: una teorica e una pratica. Il problema è che le due sono in contrasto fra loro!
La considerazione teorica è che in un paese normale, ovvero dove la trasparenza non è solo una parola e dove la concorrenza fra privati produce effettivamente un circolo virtuoso da cui i consumatori traggono beneficio, allora, in un paese di questo tipo, la privatizzazione sarebbe indubbiamente vantaggiosa.
La considerazione pratica è invece più pessimistica e parte dal presupposto che l'Italia è il paese che è. C'è quindi un pericolo reale che in Italia l'acqua venga affidata ad imprenditori “furbetti” che facciano di tutto per massimizzare il loro guadagno senza che lo stato, una volta che gli ha affidato la gestione delle risorse idriche, sia in grado di tutelare i consumatori contro possibili abusi. Insomma il rischio che gli italiani, a mio avviso giustamente, temono è di avere lo stesso servizio di sempre ma a un costo molto maggiore.
Inoltre, anche da un punto di vista teorico, non so quanto sia auspicabile legare, seppure indirettamente, la salute pubblica a interessi privati.(*2)
In questo caso specifico, dovendo scegliere fra la considerazione teorica e quella pratica, credo che sia più importante essere pragmatici e votare quindi “sì” per abrogare questa legge.
A questo punto un'ultima riflessione è d'obbligo: ma a cosa serve allora la prima scheda (quella rossa)? Perché non è sufficiente abrogare questo comma per essere sicuri che l'acqua non venga gestita da privati?
Se qualcuno mi sa indicare un link dove venga spiegato perché è necessario abrogare anche le leggi indicate dalla scheda rossa mi faccia sapere! Io sono forse un po' troppo sospettoso, magari ci sono dietro complicate questioni tecnico/giuridico/burocratiche, ma io sento puzza di bruciato...
Nota (*1): Ma perché tutti gli articoli della legge italiana non si curano di seguire le leggi dell'ortografia (sempre) italiana? In particolare ho notato che “è” viene scritto “e'”: cioè invece di usare l'accento grave si mette l'apostrofo. C'è qualche giustificazione giuridica che mi sfugge?
Nota (*2): Ho immaginato il seguente scenario ipotetico (il lettore decida da solo quanto sia realistico). Un imprenditore “furbetto” prendo in gestione il servizio idrico del paese XXX. Le condotte idriche che portano l'acqua in paese devono essere rinnovate. Per massimizzare i ricavi l'imprenditore usa i materiali più scadenti che trova. Alcuni anni dopo delle infiltrazioni da una vicina discarica inquinano l'acqua. Sarebbero necessari degli urgenti lavori per riparare e isolare meglio le condutture. L'imprenditore teme ripercussioni legali (essere arrestato!) se si viene a scoprire che ha usato materiali scadenti facendoli passare per ottimi, oppure semplicemente non ha al momento i fondi necessari per queste spese impreviste. L'imprenditore trova quindi molto più economico corrompere alcuni tecnici della locale USL per falsificare le analisi dell'acqua. La gente del paese XXX continua a bere l'acqua inquinata. Lo strano sapore dell'acqua viene definito come innocuo. Poi bambini e anziani iniziano ad ammalarsi inspiegabilmente. Dopo qualche anno, e varie vittime, si scopre che la colpa delle malattie è dovuta all'acqua inquinata. L'imprenditore è irreperibile...
Rispetto alla scheda rossa questo almeno è comprensibilissimo da tutti. Il quesito non fa infatti riferimenti a una miriadi di decreti legge, leggi e modifiche varie ma si limita a indicare si se vuole abrogare un comma di uno specifico articolo di uno specifico decreto legislativo, ovvero il comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo 152 del 2006. Il comma in questione è chiaro e non fa riferimento ad altre leggi e infine si parla d'acqua: insomma tutto il contrario del precedente quesito “sull'acqua” (la scheda rossa)!
Una precisazione: appena ho visto l'anno di questo decreto legislativo, il 2006, sono rimasto perplesso: mi sono chiesto ma come mai, se si tratta di un decreto legge, non è citata la legge di conversione?
La risposta è semplicissima: un decreto legislativo NON è un decreto legge!
Anzi è quasi l'opposto: sono le due camere che delegano al governo il potere di fare una legge su una certa materia. Quindi una volta che il decreto legislativo è fatto non c'è bisogno che ripassi dalle camere per essere confermato...
Il testo del comma 1 è scritto in italiano semplice e comprensibile, ecco qui:
“La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed e' determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonche' di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo.” (*1)
Se ho ben capito il pomo della discordia è che la tariffa non dovrà solo coprire i costi di gestione ma anche “remunerare il capitale investito”: in altre parole il privato che ci mette i soldi deve anche guadagnarci sopra.
Ovviamente nessun privato ha interesse ad accollarsi la gestione dell'acqua se poi non può guadagnarci. Quindi, in altre parole, decidere se abrogare o meno questo comma equivale a rispondere alla domanda “volete che i privati prendano in gestione l'acqua?”
Chi non è interessato alla mia opinione, o semplicemente non voglia farsi condizionare da essa, smetta di leggere qui.
Su questo quesito, o meglio sui pro e i contro di dare l'acqua in gestione ai privati, ho due considerazioni: una teorica e una pratica. Il problema è che le due sono in contrasto fra loro!
La considerazione teorica è che in un paese normale, ovvero dove la trasparenza non è solo una parola e dove la concorrenza fra privati produce effettivamente un circolo virtuoso da cui i consumatori traggono beneficio, allora, in un paese di questo tipo, la privatizzazione sarebbe indubbiamente vantaggiosa.
La considerazione pratica è invece più pessimistica e parte dal presupposto che l'Italia è il paese che è. C'è quindi un pericolo reale che in Italia l'acqua venga affidata ad imprenditori “furbetti” che facciano di tutto per massimizzare il loro guadagno senza che lo stato, una volta che gli ha affidato la gestione delle risorse idriche, sia in grado di tutelare i consumatori contro possibili abusi. Insomma il rischio che gli italiani, a mio avviso giustamente, temono è di avere lo stesso servizio di sempre ma a un costo molto maggiore.
Inoltre, anche da un punto di vista teorico, non so quanto sia auspicabile legare, seppure indirettamente, la salute pubblica a interessi privati.(*2)
In questo caso specifico, dovendo scegliere fra la considerazione teorica e quella pratica, credo che sia più importante essere pragmatici e votare quindi “sì” per abrogare questa legge.
A questo punto un'ultima riflessione è d'obbligo: ma a cosa serve allora la prima scheda (quella rossa)? Perché non è sufficiente abrogare questo comma per essere sicuri che l'acqua non venga gestita da privati?
Se qualcuno mi sa indicare un link dove venga spiegato perché è necessario abrogare anche le leggi indicate dalla scheda rossa mi faccia sapere! Io sono forse un po' troppo sospettoso, magari ci sono dietro complicate questioni tecnico/giuridico/burocratiche, ma io sento puzza di bruciato...
Nota (*1): Ma perché tutti gli articoli della legge italiana non si curano di seguire le leggi dell'ortografia (sempre) italiana? In particolare ho notato che “è” viene scritto “e'”: cioè invece di usare l'accento grave si mette l'apostrofo. C'è qualche giustificazione giuridica che mi sfugge?
Nota (*2): Ho immaginato il seguente scenario ipotetico (il lettore decida da solo quanto sia realistico). Un imprenditore “furbetto” prendo in gestione il servizio idrico del paese XXX. Le condotte idriche che portano l'acqua in paese devono essere rinnovate. Per massimizzare i ricavi l'imprenditore usa i materiali più scadenti che trova. Alcuni anni dopo delle infiltrazioni da una vicina discarica inquinano l'acqua. Sarebbero necessari degli urgenti lavori per riparare e isolare meglio le condutture. L'imprenditore teme ripercussioni legali (essere arrestato!) se si viene a scoprire che ha usato materiali scadenti facendoli passare per ottimi, oppure semplicemente non ha al momento i fondi necessari per queste spese impreviste. L'imprenditore trova quindi molto più economico corrompere alcuni tecnici della locale USL per falsificare le analisi dell'acqua. La gente del paese XXX continua a bere l'acqua inquinata. Lo strano sapore dell'acqua viene definito come innocuo. Poi bambini e anziani iniziano ad ammalarsi inspiegabilmente. Dopo qualche anno, e varie vittime, si scopre che la colpa delle malattie è dovuta all'acqua inquinata. L'imprenditore è irreperibile...
domenica 5 giugno 2011
Cronaca di un matrimonio
Il seguente post non è, almeno spero, veramente “peso”. Di sicuro è però molto lungo. Ma, ottemperando alla volontà degli interessati direttamente interpellati in materia, lo pubblico tutto qui di seguito senza dividerlo in più parti come in genere avrei fatto.
Io mi sono divertito a scriverlo: a chi lo legge buona fortuna!
Ieri avevo annunciato che nel pomeriggio (vedi Matrimonio Peso) sarei andato a un matrimonio. Di seguito la cronaca degli eventi dal mio lisergico punto di vista.
Come al solito sono partito per la chiesa con largo anticipo: al mio arrivo ho trovato solo un paio di donne che, sotto lo sguardo vigile del parrocco, sistemavano i fiori. Il fatto è che, non conoscendo il luogo, avevo per eccesso di sicurezza sovrastimato il tempo del tragitto. Inoltre, visto che il matrimonio era alle 15:30, pensavo che bisognasse essere là almeno alle 15:00. Ma in effetti non era proprio così...
Prudentemente mi sono cercato un posto all'ombra da dove sorvegliare l'entrata della chiesa. Dopo non molto in realtà sono arrivati due cugini della sposa e, dopo altri dieci minuti, una macchina con quattro amici dello sposo: KGB non è molto socievole ma si diverte a indagare e dedurre chi è chi. Lentamente altre persone sono arrivate alla spicciolata ma, alle 15:00, eravamo ancora un pugno di individui.
Finalmente, ad occhio verso le 15:15 (*1), è arrivato lo sposo tirato a lucido: mezzo cabarettista mascherato e mezzo sceriffo del west. Sgargiante e coloroso come un pappagallino tropicale, stava però incomprensibilmente molto bene.
Nel frattempo un bel nuvolone nero si era appropinquato sopra la chiesa e, nei dintorni, iniziavano a cadere fulmini a tutto spiano. Una piccola folla di amici e parenti si era radunata in gruppetti sul selciato della chiesa. KGB era in difficoltà perché non c'erano più posti gradevolmente isolati dove avrebbe potuto rifugiarsi senza apertamente estraniarsi. Così, costretto ad aggirarsi senza meta fra la folla, KGB rivolge commenti innocui sul pericolo di pioggia e sul ritardo della sposa, saluta sconosciuti e cerca di mimetizzarsi.
Tutto sommato il mio travestimento in giacca e cravatta è abbastanza soddisfacentemente anonimo: certo la cravatta era storta e la camicia a righine (non ne avevo trovata una bianca stirata per bene!) già tutta raggrinzita. Però, oltre a dei papaveri elegantissimi, c'era anche chi era vestito in maniera ancor più informale di me. Nel complesso mi sentivo nella media bassa dell'eleganza: per me un alto successo!
Inizia a cadere qualche goccia di pioggia che subito si trasforma in temporale estivo. Mi rifugio nella chiesa fresca ed accogliente: l'atmosfera è intima e gli addobbi floreali non eccessivi.
L'aspirante marito trotta su e giù per la chiesa scambiando due parole con tutti gli ospiti e sorridendo pazientemente alle scontate battute sulla fuga all'ultima ora della sposa. Si vede che è nervoso ma comunque, forse per virtù dell'abito catarifrangente, in pieno controllo della situazione.
Finalmente, con almeno un 45 minuti di ritardo, arriva la sposa accompagnata dal padre!
Inutile dirlo, sarà la magia dell'abito bianco o magari la felicità che le illumina gli occhi, ma ella appare a tutti come la radiosa e ridente fanciulla che le fate delle favole chiamano principessa.
Personalmente trovo sempre divertente, ma anche un po' commovente, il contrasto fra la sposa felice e rilassata e il padre che l'accompagna teso e preoccupato: anche questo matrimonio non ha fatto eccezione.
Frattanto, per starmene in pace durante il rito religioso, mi ero scelto l'ultima panca disponibile. L'idea era quella di starmene seduto tranquillamente, alzandomi quando necessario e mugugnando un amen di tanto in tanto.
Invece no! Mi capita accanto una di quei due o tre signori che conoscono la funzione a memoria e che finiscono per guidare con voce stentorea il resto degli invitati. Così anche io, per non fare la figura di chi si trova in una chiesa per puro sbaglio, cerco disperatamente di borbottare qualche parola: ma la funzione è insidiosa e appena capisco chiaramente le parole da pronunciare ecco che esse cambiano...
Però, non comprendo perché queste persone, evidentemente molto religiose, non si siedono fra le prime file del gregge dei fedeli. Invece, come fossero dei pastori tedeschi, si disperdono fra la folla per controllare tutte le pecorelle. Così io, come una piccola pecorina, sentivo sul collo l'alito del cane: pur senza guardarlo, percepivo su di me la sua riprovazione, come se fossi stato l'unico a non saper cosa rispondere alle invocazioni del prete.
Insomma uno stress...
Però il parroco era molto bravo e ha fatto agli sposi un bel discorso: non so quanto questi lo seguissero realmente ma, da lontano, li ho visti annuire ubbidienti appena il sacerdote abbassava lo sguardo su di loro...
Ad allietare la cerimonia sono stati ingaggiati anche due musicisti che suonano e cantano. Gli ultimi matrimoni a cui ho assistito erano civili quindi non so quanto questa sia diventata ormai prassi comune. Comunque a me pare un'idea meravigliosa. Fra i miei peggiori ricordi di bambino ci sono le messe del sabato sera al paese della nonna. Decine di vecchiette che gareggiavano fra di loro a chi faceva l'alleluia più acuto e stonato per guadagnarsi il favore del parroco. E poi qualsiasi cosa cantassero aveva sempre lo stesso ritmo dell'alleluia: taa-ta-ta-taa! Ta-taa-ta-taa-a!
Invece con il cantante bravo la cui voce riverberava fra le mura della chiesa nessuno osa intromettersi anche se, scommetto, al cane lupo che mi faceva la guardia sarebbe piaciuto mettersi a ululare...
Infine il parroco legge i dovuti articoli del codice civile, un nugolo di testimoni si accalca per porre le proprie firme, poi la messa è finita e possiamo andarcene in pace. Io schizzo via dalla panca senza salutare il mio vicino per paura che dia un ultimo morso alla mia zampetta di ovino; fortunatamente lui riesce solo a lanciarmi un ultimo sguardo severo mentre scuote la testa...(*2)
Esco fuori dalla chiesa: ha smesso di piovere e l'aria è buona. Mentre aspetto con la maggior parte degli impazienti invitati l'uscita dei novelli sposi, scambio occasionali frasi con le occasionali conoscenze: i miei nuovi cavalli di battaglia sono il tempo che si è rimesso e il parroco simpatico.
Siccome gli sposi non si decidono a uscire sbircio all'interno della chiesa per vedere cosa sta succedendo: gli sposini e i famigliari più stretti sono affaccendati intorno all'altare. Il serio e scrupoloso fotografo li comanda tutti a bacchetta e suggerisce le varie pose per le foto: ci vorrà ancora un po'...
Dopo un tempo imprecisatamente lungo ma sopportabile finalmente escono! Pioggia di riso e bolle di sapone. Nuove foto e tanti sorrisi: passata la cerimonia siamo al giro di boa e, non solo gli sposi, ma anche gli invitati sono più rilassati. Anzi, guardandosi intorno, si inizia a riconoscere chi sono i tipi più giocherelloni: dopo essere stati buoni per tutta la messa ritengono loro dovere “addossarsi il peso” di fare baldoria. Così iniziano a confabulare tra la folla, a fare salaci battute sghignazzando e a ordire scherzi più o meno plausibili. Ne prendo mentalmente nota per evitare di esserne coinvolto.
Ridendo e scherzando si è fatta quasi l'ora di andare al ristorante. Sicuramente per me non ha più senso tornare a casa per poi ripartire poco dopo. Diligentemente mi ero stampato il percorso per giungere a destinazione ma preferisco, se possibile, seguire qualcuno che sa la strada. Scorgo una delle mie poche conoscenze oltre gli sposi e le chiedo cosa facciamo. Capisco “...casa degli sposi...”: non mi è chiaro perché e cosa ci andiamo a fare ma improvvisamente c'è una gran fretta e le macchine sgommano sullo sterrato intorno alla chiesa. Quindi non posso chiedere chiarimenti e anzi devo lanciarmi all'inseguimento: data la prudenza di KGB al volante, subito rimango distanziato. Fortunatamente conosco la strada e arrivo a destinazione senza problemi.
Qui trovo un grande amico, nonché testimone, dello sposo che mi racconta che suonavano insieme e che lui era il batterista. Un neuroncino si accende nel mio cervello e gli chiedo se era stato lui a rompere la chitarra dello sposo.
Va detto infatti che, il 75% delle volte che capito a casa dello sposo, mi viene raccontato lo stesso aneddoto: ormai posso immaginarmelo come fosse la sequenza di un film. È tardi e siamo in un garage dove il gruppo prova. Il batterista ridendo e barcollando, evidentemente non troppo lucido, si impossessa della preziosa chitarra per divertirsi a strimpellarci sopra. Il mio amico/lo sposo/il chitarrista vede cosa accade ma è troppo lontano per intervenire. Poi è un attimo e la scena passa al rallentatore: la cinghia attaccata male si slaccia e si vede la chitarra iniziare a cadere lentamente. Poi si inquadra il mio amico/lo sposo/il chitarrista che, con gli occhi sgomenti, si tuffa a terra per tentare inutilmente di afferrare l'inarrivabile chitarra. Non c'è alcun suono ma, dalla smorfia disperata della bocca, si intuisce un affranto “Noooooooooo!!!”. L'inquadratura ritorna sulla chitarra e si vedono le schegge schizzare in tutte le direzioni quando questa tocca il suolo: il silenzio del replay è interrotto da un cacofonico accordo di dolore emesso dalla chitarra. Stacco. La scena torna a velocità normale: il mio amico/lo sposo/il chitarrista è accoccolato a terra e stringe a sé singhiozzando il cadaverino della chitarra: l'amico batterista è alle sue spalle in piedi, incerto, con le mani fra i lunghi e folti boccoli biondi, guarda in alto verso il cielo mentre le sue labbra si muovono rapide a recitare una preghiera silenziosa.
O almeno io, a sentire la storia, me l'ero immaginata così...
Invece il batterista, con mio stupore, scrollando le spalle e assolutamente non dispiaciuto, mi ha detto “Eh! Figurati! Macché rotta! Si era appena scheggiata...”.
La morale è che non tutte le “disgrazie” sono ugualmente traumatiche per chi le vive!
Finalmente scopro il motivo per cui siamo passati a casa degli sposi: perverse menti ludiche vogliono preparare uno scherzo che accolga gli sposini al rientro nel loro nido. In realtà niente di particolarmente cattivo: la scala che porta all'ingresso degli sposi viene riempita di ostacoli vari. Mio malgrado mi sono quindi ritrovato coinvolto nell'organizzazione della burla: facendo buon viso a cattiva sorte KGB mette a disposizione una ventina di pigne che teneva nel bagagliaio dell'auto pronte per ogni evenienza (*3).
Inoltre un simpatico cartello, il cui testo non posso riportare perché questo blog non è marcato come “solo per adulti”, viene apposto al cancello d'ingresso.
Comunque grazie a questa deviazione ottengo l'insperato: un passaggio in auto fino al ristorante.
Ad accogliermi è un'altra grande amica degli sposi nonché testimone.
Essendo molto prudente, quando vado in macchina con altre persone, mi sento sempre a disagio perché mi sembrano troppo spericolate e distratte. Per questo salito in macchina, cercando di far finta di niente per non stuzzicare la suscettibilità della conducente, mi metto la cintura e mi afferro saldamente ad ogni appiglio per prepararmi all'impatto. Inoltre, anche se KGB è di natura silenziosa, mi metto d'impegno per essere io a chiacchierare: infatti ho una teoria seconda la quale ascoltare richiede meno impegno che parlare ed è quindi preferibile che chi guida stia zitto...
In realtà la guidatrice è relativamente prudente e, a parte un'improvvisa quanto brusca sterzata per evitare un ostacolo a mio avviso immaginario, un riccio dice lei (*4), mi porta a destinazione sano e salvo.
Il ristorante è bellissimo: si trova in cima a una collinetta circondata da un giardino curatissimo. Non solo ci sono fiori, siepi e piante aromatiche ma anche delle statue. Non le statue dei famosissimi sette nanetti ma statue di gusto moderno eppure piacevoli!
Ritrovo qualche volto già visto e scambio qualche parola. Non ho aggiornato di molto i miei argomenti: oltre al tempo “che regge” e al prete simpatico ho aggiunto solo i complimenti per il ristorante.
Anche all'interno il locale è estremamente curato con quadri moderni e belle sculture. È difficile però spiegare in poche parole cosa c'era di così piacevole nel suo arrendamento. Infatti era l'insieme dei tanti curatissimi piccoli particolari che creava una sensazione di armonia e buon gusto. Ecco, forse è questo: un locale elegante e raffinato ma al contempo accogliente e confortevole.
Ormai siamo tutti arrivati ma gli sposi ancora non si vedono. Scoprirò poi che sono andati per campi, rivi, laghi e boschi a farsi fotografare sotto la vigile guida del severissimo fotografo.
Io sono particolarmente affamato: come infatti ho spiegato nel summenzionato post, essendo a dieta, la mattina e per pranzo ho mangiato pochissimo in maniera da potermi abbuffare senza ritegno alla cena del matrimonio.
Fortunatamente i ristoratori, evidentemente pratici di questo tipo di feste, prendono l'iniziativa di servire l'aperitivo e, successivamente, un grandioso buffet di antipasti.
Di antipasti ce ne sono di tutte le specie: tutti stuzzichini buoni ma soprattutto fantasiosi (insomma non i soliti crostini). Io prendo un assaggio di tutto e non rimpiango nulla. Semmai l'unico appunto che posso fare è che gli antipasti a base di pesce non erano molto saporiti: probabilmente però è anche colpa mia perché avrei dovuto assaggiarli prima di quelli dal sapore più forte...
Arrivano gli sposi stanchi e affamati: fanno appena in tempo a gustare i pochi avanzi rimasti che veniamo fatti accomodare per la cena vera e propria. Ad allietare la serata c'è un cantante/intrattenitore molto simpatico. Si capisce che sa fare il suo lavoro: è rapido a cogliere l'umore del pubblico e ha la battuta sempre pronta. Ovviamente canta e suona (bene mi pare) ma soprattutto coinvolge gli invitati in continui brindisi, applausi agli sposi e in varie altre trovate.
I tavoli sono disposti su due sale contigue: in una di queste, a un tavolino tutto per loro, stanno i neo sposi, a un grande tavolo i parenti di lui e a un altro ancora i parenti di lei. Infine a un tavolino tondo ci sono i testimoni, il cantante/intrattenitore (durante le pause del suo show) e KGB medesimo in persona. Nell'altra sala, su vari tavoli, tutti gli altri invitati.
Il motivo per cui mi sia toccato tale onore credo dipenda dal fatto che gli sposi hanno avuto un po' di pietà per me e mi hanno messo alla stessa tavola con l'unica persona che conoscevo oltre a loro stessi: la testimone.
Poi il caso ha voluto che avessi già incontrato poco prima TUTTE queste stesse persone alla casa degli sposi e che, addirittura, mi fossi perfino trovato molto a mio agio con loro (anche se dubito che se ne siano resi conto!). Potrei perfino nominarli uno per uno se pensassi fosse il caso!
Le portate non sono particolarmente abbondanti: a ragione è dato per scontato che gli ospiti siano già satolli grazie agli antipasti. Io comunque il bis del riso lo prendo!
Al mio tavolo la conversazione è mantenuta vivace dai testimoni e anche il cantante/intrattenitore, quando presente, non ha problemi a socializzare. Posso così mangiare tranquillamente biascicando solo qualche battuta quando mi aggrada: gli altri parlano abbondantemente anche per me e il mio silenzio non dà fastidio.
L'unico imbarazzo è quando questi quattro amici scattano tutti insieme per una qualche iniziativa: loro conoscono molti degli ospiti e sicuramente i vari membri delle rispettive famiglie degli sposi. Invece io, al centro dell'attenzione insieme a loro, mi sentirei fuori posto: sconosciuto a tutti eppure sotto gli occhi di tutti. Quindi me ne rimango buono nel mio angolino, con un sorriso vacuo in faccia, cercando di mimetizzarmi con la tappezzeria (non facile in quanto assente). Almeno la mia posizione è molto strategica e riesco a seguire ogni cosa senza dovermi contorcere su me stesso per guardare...
Poi, verso le 22:30, a metà della cena il cantante/intrattenitore si scatena e chiama il temuto trenino. Tutti felici e contenti i miei compagni di tavolo balzano in piedi urlando e ridendo. Io impallidisco ma li seguo. Non ho però nessuna intenzione di diventare un vagone del trenino: il mio è solo un diversivo. Appena raggiunta l'altra sala, svelto come un ratto, mi nascondo nel bagno. Non posso vedere quello che succede ma il trambusto è così forte che senza dubbio il famigerato trenino si sta ancora snodando a tutta velocità fra i tavoli. Dopo un po' sento ripetutamente chiamare dal cantante/intrattenitore il nome dello sposo. Immagino che il peggio sia passato e, incuriosito, sgattaiolo fuori dal mio nascondiglio per andare a sbirciare cosa sta succedendo. Il trenino si è effettivamente sciolto ma adesso l'intrattenitore sta cercando di coinvolgere gli invitati nelle danze. La mia situazione è di nuovo critica. La strada per il tavolo è ostruita dagli aspiranti ballerini e rifugiarmi di nuovo rattescamente nelle fogne, pardon, nei bagni, non mi pare una soluzione decorosa. Rimango così bloccato e costretto mio malgrado a osservare il selvaggio dimenarsi che gli alquanti alticci invitati chiamano ballare. Ognuno va per conto suo e c'è chi si muove più o meno bene, ma soprattutto meno... Qualche signorina un po' più portata se la cava ma nel complesso ho la sensazione di assistere a una festa delle menadi (*5).
Finalmente la danza finisce e io posso tornare al tavolo. Vengo raggiunto dai felici ma esausti testimoni. Io ho però, per il momento, esaurito la mia socialità compresa quella di scorta per l'emergenze. Una nuova portata mi permette di riprendere fiato. Poi c'è il taglio della torta: gli inesauribili amici/testimoni hanno organizzato uno scherzetto: invece della vera torta, viene presentato agli sposi un minuscolo tortino. Il cantante/intrattenitore sta al gioco dicendo qualcosa del tipo che, dopo tutto, quel che conta non è la dimensione. Qualcuno sghignazza. Gli sposi ridono ma si vede che è il riso sofferto di chi è veramente stanco. Finalmente arriva la torta vera. Nuovamente il fotografo (*6) prende il comando e dà gli ordini per le ultime foto di rito.
Gli amici/testimoni hanno un'ultima freccia al loro arco: il taglio della cravatta. Il nome del gioco non mi è nuovo ma sospetto che si tratti di qualcosa che non mi piacerà. Chiedo lumi a un testimone e il sospetto diventa certezza. La cosa funziona così: gli amici dello sposo acquistano dei pezzetti di stoffa tagliati dalla sua cravatta e in più la sposa deve far penitenza mostrando caviglie, polpacci villosi (scherzo!), ginocchia etc. al compratore. Il dovere è dovere e a malincuore partecipo. Non è il modesto esborso che mi disturba quanto mi imbarazza dovermi presentare di fronte alla folla di semi sconosciuti che guardano ridendo. Fortunatamente non è male quanto temevo e, prima che me ne accorga, posso tornarmene nelle ombre che mi appartengono.
Ah! a un certo momento della serata, non ricordo più quando, c'è stato il consueto lancio del mazzo di fiori e, il più raro, della giarrettiera. Tutto va bene anche se con un velato sospetto che il lancio dei fiori sia stato pilotato (ma probabilmente è colpa della sindrome del calcio scommesse...). Il lancio della giarrettiera invece, a causa del tiro fiacco e maldestro dello sposo, non è molto spettacolare: la giarrettiera semplicemente atterra dolcemente sul naso del primo signore della mischia (che non era neppure particolarmente alto...). Nienti pugni, gomitate o dita negli occhi. Invero sono un po' deluso.
Comunque per me il momento più interessante della serata, che mi ha portato a una curiosa osservazione psicologica, si è svolto al mio tavolo. Come spiegato sedevo insieme a quattro amicissimi degli sposi e due di questi, E. e G., avevano suonato in un gruppo insieme al neo marito.
I due sedevano accanto, di fronte a me, e quindi potevo osservarli comodamente.
Appena il cantante ha attaccato con la prima canzone E. e G. hanno iniziato a battere le mani guardandosi intensamente negli occhi. Così intensamente che sembravano due innamorati: eppure la moglie di G. e la testimone non erano per niente impressionate o stupite. Solo io li guardavo a bocca aperta. Poi la canzoncina finisce e loro riprendono a ridere e scherzare come prima. Io mi dico che mi sono sbagliato e non ci penso più. Poi però, alla canzone successiva, di nuovo ricominciano a battere le mani e a guardarsi intensamente e così SEMPRE per il resto della serata. Lentamente capisco di cosa si tratta: i due, suonando per anni insieme, hanno costruito fra loro un tale vincolo che riescono, semplicemente guardandosi negli occhi, a indovinare il ritmo o le variazioni ad esso che il compagno ha in mente di fare. Lo sguardo che a me era sembrato d'amore era in realtà un legame musicale, la maniera di leggere la musica negli occhi dell'altro e di accordarsi senza parole. Un po' inquietante ma molto interessante.
Poi a fine serata, dopo il caffè, quando molti ospiti se ne erano andati, ho compiuto il sacrificio supremo. Ormai un po' assonnato, pedinavo la testimone in maniera che questa non si scordasse di me lasciandomi a piedi. Così, per mia imprudenza, mi sono ritrovato nella sala presidiata dal cantante/intrattenitore che ha avuto la genialata di chiamare un ballo lento. Io mi sono seduto sulla sedia più vicina alla velocità della luce: ancora una volta i ballerini mi ostruivano la fuga verso il mio tavolo e così mi toccava assistere alle danze senza essere però nascosto dal numero degli altri invitati.
La sposa mi ha notato e in un baluginare bianco mi ha messo con le spalle al muro: “Sono la sposa e tu devi ballare con me: non puoi rifiutarti. Porta sfortuna.”
Magari era un bluff ma il senso del dovere mi ha obbligato a non rischiare e cosi ho accettato. Dopo averle immediatamente pesticciato i piedi, la sposa mi ha accoppiato con la testimone che, devo dire, è stata molto paziente: non aggiungo altro per pudore...
Io ormai ero stanco e me ne sedevo in un angolo sempre sorvegliando la testimone: chi guarda i film polizieschi americani saprà infatti che i testimoni si danno spesso alla fuga, a volte senza nemmeno un buon motivo ma per semplice panico nonostante l'FBI li protegga...
A uno a uno gli invitati se ne andavano con la loro bomboniera in mano ma la testimone, dopo tutti gli scherzi perpetrati agli sposi nel corso della serata, si sentiva un po' in colpa e voleva assistere i suoi amici fino in fondo.
Già che c'ero mi sono presentato ai miei pseudo-suoceri, i genitori della sposa, che, come immaginavo, non mi avevano riconosciuto. Quando poi ho spiegato alla signora che io ero colui a cui avevano affidato una gattina (vedi Ludwig) della figliata (o si dice miciata?) della sua gatta allora mi ha riconosciuto e mi ha fatto un sacco di feste. Potenza dei felini.
Per ultimi io e la testimone, insieme agli sposi, abbiamo lasciato il ristorante aiutandoli a trasportare alcune scatole e ceste piene di ammennicoli vari.
Il viaggio di ritorno è andato bene con KGB incinghiato, ben assicurato ad ogni maniglia e pronto ad ogni impatto. Ho canticchiato per tutto il tempo per evitare che la testimone si addormentasse. Lei mi guardava male ma non protestava. Il premio per essere partiti per ultimi è che siamo arrivati subito dopo gli sposi alla loro casa. Lo sposo era ormai uno straccetto cioè sempre sgargiante e colorato ma MOLTO stanco. Guardava sconsolato le scale ricoperte di ostacoli e un po' implorava e un po' "ordinava" il nostro aiuto. La sposa non ha nemmeno trovato le energie per scendere di macchina. Insensibili a suppliche e proteste ce ne siamo andati senza aiutare. Comunque oggi ho saputo che in soli 30 minuti sono riusciti a entrare in casa...
Voglio finire questa lunga ma spero non troppo noiosa cronaca con un po' di poesia: un distico che il sommo poeta (KGB) ha lasciato sul libro degli sposi:
“Il vostro giorno più dolce e più bello
non ha bisogno né di coloranti né caramello”
Nota (*1): Diversamente dal solito non ho preso i tempi...
Nota (*2): Per cercare di scherzare non vorrei aver esagerato: in realtà il signore al mio fianco è stato tranquillissimo e non mi ha per niente infastidito. Poi ci siamo addirittura stretti le zampe in "segno di pace" e, infine, sono sicuro che avrebbe cantato benissimo!
Nota (*3): Che ci fanno le pigne nella mia auto? Servono per le emergenze ovviamente!
Nota (*4): In realtà probabilmente una semplice foglia...
Nota (*5): Da Wikipedia: le baccanti, o menadi, erano donne in preda alla frenesia estatica e invasate da Dioniso, il dio della forza vitale.
Nota (*6): Ultima precisazione necessaria: il buon fotografo non era assolutamente scorbutico e severo come l'ho descritto. Appariva tale solo perché intensamente concentrato sul suo lavoro: quando poi si rivolgeva a qualcuno era sempre professionalmente spiritoso e alla mano. E poi non "ordinava" le pose da assumere ma, grazie alla sua vasta esperienza dovuta alla lunga consuetudine con questo tipo di celebrazioni, si limitava a dare suggerimenti che gli sposi erano più che felici di seguire!
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