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martedì 21 giugno 2011

Intuizione disordinata

Ho dei problemi alla macchina. Probabilmente dipendono da un relè ossidato che blocca l'accensione. Non lo scrivo in quanto esperto di auto ma soltanto perché è scritto su una raccomandata speditami dalla casa produttrice un paio di mesi fa!
Nella lettera mi si invitava a portare la macchina a un centro assistenza per cambiare gratuitamente il relè difettoso.
Ovviamente, fino a quando non ho avuto problemi, ho ignorato questa raccomandazione ma, nelle ultime settimane, sono rimasto per ben tre volte con la macchina ferma... (*1)

Ma non è di questo che volevo parlare. Negli ultimi giorni ho controllato quasi quotidianamente che la macchina si avviasse. Ieri sera però non riusciva a trovare la chiave della macchina.
Mi ricordavo di averla vista ben in evidenza da qualche parte ma non esattamente dove.
Ho cercato nel seguente ordine: al tavolo del telefono, in camera, in bagno, in cucina, di nuovo in camera, di nuovo al telefono, in sala, sul tavolo in giardino, in macchina, nella sala giù e nelle tasche dei miei pantaloni.
Niente: dopo mezz'ora di inutili ricerche mi sono scocciato e ho lasciato perdere.
Mi hanno anche detto: “Ma tanto di chiavi non ne hai due? Usa l'altra...”.
In effetti di chiavi ne ho due ma non so dove si trovino: cioè di solito una chiave di riserva stava in cucina ma quando sono andato a cercarci la chiave principale non ho visto neanche l'altra...
Temevo quindi che la chiave di “riserva” fosse rimasta in qualche giaccone invernale o, peggio, caduta dietro a un mobile...

Quindi la situazione ieri sera era questa: so che a casa ho due chiavi della macchina ma non conosco la collocazione di nessuna delle due.
Sembrerebbe una situazione paradossale, quasi incredibile, eppure chi mi conosce sa che sono MOLTO disordinato (vedi Caos ordinato).
Durante la notte ho riflettuto a lungo su questa questione: non tanto cercando di ricordare dove avevo visto la chiave quanto sui meriti dell'ordine.

Mi chiedevo se e perché l'ordine fosse superiore alla confusione.
La risposta ovvia, data la mia recente disavventura, è che nell'ordine è più difficile smarrire gli oggetti. Quando ogni cosa ha un suo posto ben definito, e non c'è niente lasciato dove non dovrebbe stare, è facile trovare ogni cosa.
Ad esempio io la chiave della macchina la lascio in genere in 3-5 posti diversi e, quando la devo utilizzare, li devo controllare tutti. Se non la trovo allargo le ricerche ad altri luoghi e poi, di nuovo, ricerco “meglio” dove ho già cercato. Ho scritto “meglio” perché la ricerca non è mai banale: la mia scrivania ad esempio è ricoperta da un triplice strato di oggetti vari e la chiave potrebbe facilmente scivolare sotto uno di essi invece di rimanere in “superficie”.
Detto questo sembrerebbe che ci sia poco da aggiungere alla mia domanda: l'ordine è molto superiore alla confusione. Punto. Tutto qui?

In realtà il disordine presenta un piccolo vantaggio: richiede meno energia dell'ordine per essere mantenuto. È un problema di semplice entropia: l'universo non tende a tenere tutti gli oggetti ben organizzati e al loro posto...

Ma è poi vero che nella confusione è difficile ritrovare gli oggetti cercati? In realtà io il 99% delle volte non ho nessun problema. Spesso l'origine delle difficoltà è dovuto a un estraneo che sposta gli oggetti a mia insaputa...

Insomma se prendiamo per buona la mia affermazione che, a meno di cause esterne (*2), riesco sempre a trovare gli oggetti nel mio disordine allora qual è la differenza fra ordine e confusione?

È qui che volevo arrivare. Penso che la differenza fra ordine e confusione sia solo estetica. C'è chi è attratto dalla regolarità e dalle linee dritte sgombre e senza orpelli, chi dalle linee curve e irregolari piene di ghirigori.
C'è chi ama le chiese romaniche e chi preferisce le gotiche con tutti i loro archi.
Mi si potrebbe obbiettare, anzi dovete farlo (!), che in realtà anche le chiese gotiche seguono un ordine ben preciso, la loro presunta irregolarità è solo apparente, esteriore...

Ed è questo il secondo passaggio della mia intuizione: chi ci dice che anche nella confusione non ci sia un ordine nascosto? Una regolarità più complessa non banale, sottile e segreta?

Ecco la mia teoria notturna è proprio questa: la persona disordinata ama la complessità, la struttura nascosta delle cose, le relazioni interne e segrete fra le parti. È un diverso approccio al mondo: non un tentativo di dominare la realtà adattandola a noi semplificandola, quanto invece l'abbracciarla nella sua complessità fondendosi con essa. Non osservare la realtà dall'esterno, come tramite un microscopio (o un telescopio!), ma dall'interno.

La conclusione di questa mia strana divagazione è che la differenza fra ordine e caos è molto meno netta di quanto possa sembrare in un primo momento. Se si ammette che un ordine più complesso è nascosto nel caos allora si tratta di una differenza estetica più che sostanziale (*3).

Nota (*1): Sì, la scorsa settimana mi sono deciso a fissare un appuntamento al centro assistenza ma, prima del 22/6, non c'era posto...
Nota (*2): È il pericolo che un estraneo metta un oggetto fuori posto. Tale pericolo lo corre anche la persona che tiene tutto in perfetto ordine: si tratta insomma di un fattore trascurabile perché presente in entrambi gli scenari.
Nota (*3): Stamani la prima cosa che ho fatto è mettermi a cercare per bene la chiave della macchina. Quasi subito ho cercato in cucina e qui, proprio dove avrebbe dovuto essere, sotto una grattugia, un block notes e una montagna di sacchetti di plastica ripiegati, ho ritrovato la chiave di riserva! Poi sono andato ad accendere la macchina e, appena tornato in casa, ho visto su un piattino sul tavolo della sala l'altra chiave: inutile fare nomi ma ovviamente non ero stato io a metterla in quel posto improbabile e senza logica!

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