Inizio a scrivere questo post senza sapere se lo pubblicherò.
Per quanto non abbia particolari remore a scrivere quello che penso non sono sicuro che questo sia il momento giusto per farlo.
Da una parte, prendendo spunto dalla cronaca, sarebbe un post molto attuale; contemporaneamente però, per lo stesso motivo, gli animi dei miei lettori potrebbero essere ancora troppo eccitati per leggere con obiettività le mie parole.
Beh, scriverò il post e vedrò cosa viene fuori prima di decidere che farne...
Prima di procedere ricordo ai miei lettori due post “propedeutici” a questo: Democrazia (1/3) (dove evidenzio alcuni problemi “teorici” della democrazia) e soprattutto PDI (dove evidenzio i problemi specifici della democrazia italiana).
Ieri ci sono stati i referendum e mi è capitato di assistere a circa 5 minuti di “dibattito” politico sui risultati. Da una parte la Rosy Dindi dall'altra Ignazio Il Russo. La Dindi gongolava e interrompeva, Il Russo faceva battute insipide senza dire niente di concreto. Poi si sono messi a bisticciare parlando contemporaneamente e il livello informativo della trasmissione è passato da basso a nullo.
Mi PARE di aver capito che la Dindi dicesse che era giunto il momento che Berluska si dimettesse mentre Il Russo replicava che non c'erano alternative (o qualcosa di simile...).
Io sono rimasto allibito (*1): possibile che anche i protagonisti della politica non abbiano idea di come la democrazia dovrebbe funzionare?
Magari era nell'interesse della parte politica della Dindi suggerire le dimissioni di Berluska ma perché Il Russo non ha replicato ricordando quali siano i principi della democrazia?
Secondo me la democrazia italiana è talmente degenerata che tali principi sono ormai completamente oscurati dalle cattive consuetudini e nessuno dei due politici vedeva ciò che a me appare ovvio...
Quali sono questi principi a cui mi riferisco?
Proviamo a immaginarci di chiedere a un bambino delle elementari a cosa servono le elezioni dei sindaci e i referendum. Io credo che risponderebbe che le elezioni dei sindaci servono per scegliere i nuovi sindaci e i referendum per decidere se abolire o meno una certa legge. E il bambino avrebbe ragione!
Le elezioni locali dovrebbero servire per scegliere i rappresentanti locali mentre i referendum per abrogare specifiche leggi o parti di esse.
Invece no: secondo i due politici Dindi e Il Russo, ma secondo anche il resto della classe politica, dei giornali, delle televisioni e, temo, di gran parte degli italiani queste due elezioni equivalgono, almeno “moralmente”, alle elezioni legislative.
La logica è che gli italiani, senza alcun criterio democratico, votano alle elezioni locali/referendum come se fossero elezioni nazionali indipendentemente dai candidati o dai quesiti proposti (vedi anche il problema 4 di PDI).
Nelle elezioni locali si dovrebbe valutare se siamo contenti di come la nostra città è stata amministrata o se vogliamo cambiare. Per i referendum bisognerebbe leggere i quesiti, magari controllare direttamente le leggi a cui fanno riferimento (vedi i miei post sui referendum...), e decidere se si vogliono o meno abrogare (*2).
I politici consci di questo modo errato di votare degli italiani ne prendono atto e agiscono di conseguenza. Tutto bene allora?
No, assolutamente no. Le conseguenze di questo modo di fare è che i nostri comuni non sono amministrati efficientemente, che i referendum vengono votati indipendentemente dai quesiti e il governo al potere (quando viene “sconfitto”) viene delegittimato e quindi indebolito (riuscendo a fare ancor meno di quanto faccia di solito).
In conclusione credo che il tripudio generale, per quanto umanamente comprensibile, sia fuori luogo: che Berluska sia stato battuto è opinabile mentre sicuramente è l'ideale di democrazia a esserne uscito sconfitto.
Attenzione, dovrebbe essere chiaro da quanto scritto ma lo ribadisco, non critico chi o cosa viene votato ma il come si vota. Gli strumenti democratici in se stessi non hanno niente di sbagliato ma è il modo in cui si usano errato: usare i referendum invece delle elezioni nazionali per mandare a casa Berluska equivale a usare un martello per infilare una vite nel muro (*3)...
Sono sempre più convinto che i cattivi politici italiani siano la naturale conseguenza della mancanza di mentalità democratica degli italiani.
Nota (*1): In realtà non sono così ingenuo da non sapere come vanno le cose in Italia però, con la mia finta sorpresa, ho voluto evidenziare il difetto della cultura politica italiana.
Nota (*2): Nei miei commenti ai referendum sono poi arrivato alla conclusione che i quesiti troppo tecnici (tipo il primo sull'acqua) o quelli prettamente politici (tipo quello sul legittimo impedimento) non dovrebbero essere proposti ai cittadini: infatti il cittadino non è in grado di scegliere con cognizione di causa sui quesiti troppo tecnici mentre su quelli politici può votare alle normali elezioni legislative (vedi conclusioni di Scheda grigia e verde chiaro).
Nota (*3): FUORI TEMA: so già che se mio padre leggerà questo post, ignorando la sostanza di quanto ho scritto, mi dirà “Eh, ma Berluska avrebbe dovuto dimettersi perché bla, bla, bla...”. Il dimettersi è una scelta che Berluska avrebbe potuto fare e magari era anche legittimo aspettarsi che lo facesse. Però non l'ha fatto (come era suo diritto visto che ha il sostegno del parlamento) e la conseguenza (che a me non pare drammatica) è che gli italiani se giudicheranno il suo comportamento discutibile avranno modo di punirlo alle prossime elezioni legislative. Elezioni locali e referendum dovrebbero servire a ben altro. Il tema del post non è se Berluska debba andarsene ma su come gli strumenti democratici vengano usati erroneamente dagli italiani. FINE FUORI TEMA.
martedì 14 giugno 2011
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