Fra pochi giorni ci sono i referendum e oggi voglio quindi concludere rapidamente la mia serie di post sull'argomento (vedi Scheda Rossa e Scheda Gialla).
La scheda grigia contiene il quesito sul nucleare. Il testo in sé è piuttosto semplice: chiede che venga abrogato la lettera 'd' del comma 1, articolo 7 della legge 133 del 2008 che converte il decreto legge 112 del 2008.
Semmai è da notare che qui, al contrario di quanto venga fatto per la scheda rossa, viene specificato che la parte che si vuole abrogare è presente solo nella legge ma non nel decreto legge.
Il testo della lettera 'd' del comma è chiaro e lineare. Uno degli obiettivi per la strategia energetica nazionale è la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”.
Quindi abrogando questa parte del comma si evita che vengano costruite centrali nucleari in Italia.
Ecco questi sono i referendum che mi piacciono: semplici e chiari.
La mia opinione riguardo l'opportunità di nuove centrali in Italia l'ho già espressa in Simulazioni nucleari e non sto quindi a ripetermi.
Passo quindi subito al quarto e ultimo quesito, la scheda verde, sul legittimo impedimento.
Anche qui il testo del quesito è molto chiaro: viene semplicemente chiesto se si vogliono abrogare i commi 1, 2, 3, 5 e 6 dell'articolo 1 nonché l'intero articolo 2 della legge 51 del 2010.
Ora considerato che la legge è composta da questi due soli articoli non si poteva eliminare anche il comma 4 e abrogarla in toto? Vabbè...
I vari commi dell'articolo 1 mi sembrano piuttosto comprensibili nonostante occasionali riferimenti ad altre leggi.
In pratica io ho capito che: il capo del governo e i suoi ministri possono esimersi dal presentarsi ai processi per la durata del loro mandato. Questo ritardo che viene introdotto nel processo non vale per la decorrenza dei termini (questo lo dice il comma 5).
Anche se non seguo molto la politica so che questa è considerata una delle leggi che Berluska si è “fatto” per proteggersi dai processi. Però dal testo mi pare chiaro che i processi siano solo rimandati perché il comma 5 dice:
“Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio, secondo quanto previsto dell'articolo 159, primo comma, numero 3), del codice penale, e si applica il terzo comma del medesimo articolo 159 del codice penale.”
Per verificare che non ci fossero scappatoie nascoste sono andato a cercare questa legge 159 del codice penale:
“Articolo 159. Sospensione del corso della prescrizione.
Il corso della prescrizione rimane sospeso nei casi di autorizzazione a procedere, o di questione deferita ad altro giudizio, e in ogni caso in cui la sospensione del procedimento penale o dei termini di custodia cautelare è imposta da una particolare disposizione di legge (1).
La sospensione del corso della prescrizione, nei casi di autorizzazione a procedere di cui al primo comma, si verifica dal momento in cui il pubblico ministero effettua la relativa richiesta.
La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. In caso di autorizzazione a procedere, il corso della prescrizione riprende dal giorno in cui l’autorità competente accoglie la richiesta.”
Bo, io inghippi non ce ne vedo. Magari saranno dei tecnicismi estremamente ben nascosti...
Adesso alcune considerazioni personali su questo quesito (chi non vuole conoscere la mia opinione, o teme di esserne influenzato, smetta di leggere adesso!).
Credo che questo quesito vada contro la logica dei referendum. Provo a spiegarmi meglio. Questo quesito è prettamente politico: la parte politica contraria al governo in carica crede che sia sbagliato mentre la parte politica al governo ritiene che sia legittimo.
Per come la vedo io, quando l'attuale opposizione andrà al governo, potrà cambiare la legge come meglio preferisce.
In altre parole i cittadini possono esprimersi indirettamente sull'opportunità di questa legge semplicemente andando a votare per le normali elezioni legislative.
A mio avviso i cittadini dovrebbero essere chiamati a votare solo su problematiche che attraversino trasversalmente lo schieramento politico (come appunto per il nucleare e l'acqua) perché in quei casi l'elettore non avrebbe un partito ben preciso da votare per far sentire la propria opinione (come invece sarebbe il caso per il legittimo impedimento).
Conclusioni: quello che probabilmente farò io. Voterò “sì” al secondo quesito sull'acqua e al terzo sul nucleare. Non ritirerò la scheda per il quarto quesito (sì: è pienamente legittimo farlo anche se gli addetti al seggio potrebbero essere un po' sorpresi in quanto non è una scelta molto comune) perché ritengo che non si debba votare su di esso. Riguardo il primo quesito (la scheda rossa ovvero il primo referendum sull'acqua) non so cosa fare: o mi fido dei promotori del referendum, che dicono che sia necessario votare “sì” anche a questo quesito per mantenere l'acqua pubblica, oppure seguo il mio istinto e non ritiro nemmeno questa scheda (*1).
Nota (*1): Il problema del referendum è che se questo non raggiunge il quorum del 50% allora, indipendentemente dalla percentuale dei “sì”, è ritenuto nullo. In questo caso specifico io sarei per votare “no” ma se faccio così equivarrebbe a un “sì” (perché immagino che chi va a votare per semplicità voti una sfilza di “sì”). Insomma un casino! Basterebbe che si levasse il quorum (o che lo si abbassasse notevolmente) per evitare questo problema. Ma perché nessuno propone di farlo?
mercoledì 8 giugno 2011
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Grazie per le delucidazioni: a questi referendum vado preparata assai.
RispondiEliminaCiao Brigitte,
RispondiEliminaIn realtà non ho fatto altro che cercare gli articoli delle leggi che si vogliono abrogare per verificarne il contenuto. Poi il resto sono mie opinioni personali...
Comunque mi fa piacere che tu li abbia apprezzati!