Questa riduzione di libertà ha una forma particolarmente insidiosa perché spesso non viene nemmeno percepita come tale dall'opinione pubblica. A volte viene mascherata come lotta al terrorismo, a volte come lotta al crimine.
Il caso di oggi (in verità la notizia è di qualche giorno fa: vedi questo articolo del corriere.it) appartiene alla seconda categoria: la motivazione del nuovo giro di vite ha come base la difesa del diritto d'autore leso dalla pirateria informatica.
Sono d'accordo che il diritto d'autore vada difeso ma non credo che la maniera decisa da AGCOM sia quella giusta. Credo anzi che si presti a potenziali abusi che invece di tutelare il cittadino andrebbero a lederne i suoi diritti e in particolare la sua libertà di informazione.
I miei timori riguardano principalmente le modalità per l'oscuramento totale dei siti esteri. Ma procediamo con ordine, di seguito la procedura per la denuncia e successivo oscuramento di un sito così come è riportata dall'articolo del corriere.it
- Il titolare di un “contenuto” chiede al responsabile del sito di rimuovere tale link/file
- Se entro 48 ore il “contenuto” non viene rimosso il titolare può rivolgersi ad AGCOM
- Verifica della situazione da parte di AGCOM attraverso un “breve contraddittorio fra le parti”
- Se la richiesta del titolare ha esito positivo l'AGCOM ordina al sito la rimozione del “contenuto”. Se il sito è estero si passa al suo oscuramento.
Già il primo punto mi pare debole: in che maniera si deve comunicare col gestore del sito? Per email, per telefono o con una raccomandata? Se la comunicazione viene effettuata per telefono o per email che prove deve portare il titolare del “contenuto” per dimostrare che siano trascorse 48 ore? Se invece la comunicazione deve avvenire per raccomandata il margine di 48 ore è troppo breve. E poi in che lingua deve essere fatta questa comunicazione (per i siti esteri)? In italiano? In inglese? Ve lo immaginate il responsabile di un sito turco che riceve una email in italiano che chiede venga rimosso un link!?
Mi pare evidente che un primo risultato di questa normativa sarebbe quella che molti siti esteri verrebbero oscurati in Italia praticamente a loro insaputa...
Va bene, non ho letto il documento ufficiale di AGCOM e quindi farò finta che in esso tutto sia spiegato perfettamente e che l'elementare diritto dei siti esteri a essere informati dei provvedimenti eseguiti in Italia sia rispettato...
Riguardo il punto due mi pare che 48 ore sia un periodo troppo breve in particolare se si tratta di un piccolo sito gestito da una singola persona. Credo che una settimana sarebbe un periodo più congruo.
Anche il terzo punto pone molti dubbi e domande. Chi decide in ultima analisi (dopo il “breve contraddittorio”) se un sito deve essere oscurato o meno? Un funzionario dell'AGCOM o un giudice? A mio avviso, data la gravità della scelta di oscurare un sito, tale decisione dovrebbe essere affidata a un magistrato ma invece è il contrario(*1). Dov'è la trasparenza e la garanzia di imparzialità? Quali sono i criteri che questo “funzionario” AGCOM adotterà?
E poi questo “breve contraddittorio” in che forma avverrà? Teleconferenza? Scambio di email? Oppure il sito estero dovrà avere un rappresentante legale in Italia? E siamo sicuri che qualcuno informerà il gestore del sito estero che in Italia ci sarà un “breve contraddittorio” nel quale dovrà difendersi?
E se il sito che viene oscurato decide di fare ricorso a chi si deve rivolgere?
Insomma la sensazione è che i diritti dei siti esteri a difendersi non siano assolutamente tutelati e che si possa nutrire più di un dubbio sull'imparzialità del giudizio.
Ma è sull'ultimo punto che sono totalmente in disaccordo.
Sono contrario al principio che se un sito contenga del materiale illegittimo questo venga oscurato in toto.
A mio avviso bisognerebbe invece colpire chi scarica questo materiale, ovvero chi commette quello che in Italia è considerato il reato.
Perché dico questo? Perché esiste il caso, molto probabile in realtà, che un sito non contenga solo “materiale” illegittimo ma anche perfettamente legale. In questo caso, se il sito viene completamente oscurato, a me, come utente, viene tolta anche la possibilità di accedere a del materiale al quale avevo diritto. Con l'oscuramento vengono così colpiti indiscriminatamente anche gli utente onesti che non avrebbero mai scaricato il materiale “illegittimo”.
Mi si permetta un'analogia, forse non troppo accurata, per tentare di spiegare meglio il mio punto di vista: l'oscurare totalmente un sito equivale a vietare a tutti i cittadini di passeggiare in un parco per evitare che qualcuno di essi raccolga dei fiori rari. Non mi sembra sia giusto impedire a tutti l'accesso al parco: bisognerebbe punire solo chi raccoglie i fiori rari.
Il singolo individuo deve essere responsabile di quello che fa e punito se sbaglia ma non si dovrebbe limitare arbitrariamente la libertà di tutti per impedire che pochi commettano un reato.
Infine questo provvedimento è potenzialmente pericoloso perché si presta a essere facilmente abusato: tutto il potere decisionale è a discrezione di un funzionario AGCOM. In un mondo perfetto questo non sarebbe un problema ma, con un pizzico di immaginazione e non troppo cinismo, è facile ipotizzare scenari dove le libertà dei cittadini potrebbero essere fortemente compromesse. Pensiamo ad esempio a wikileaks e la relativa diffusione di dispacci più o meno imbarazzanti: cosa impedirebbe a un rappresentante del potere politico, avverso alla diffusione di tale materiale, di far pressioni su AGCOM affinché censuri tutti i siti coinvolti? Certo, poi magari AGCOM sarebbe costretta a rettificare la situazione, ma dopo quanto tempo?
L'Italia, insieme ad altri paese altamente democratici come Cina e Iran, è all'avanguardia nella censura di internet: a mio parere questo dipende dallo scarso rispetto che i legislatori hanno verso i diritti dei cittadini. Il cittadino italiano a sua volta, abituato a vedere i propri diritti calpestati, subisce sempre tutto e di più passivamente.
Nota (*1): È ovvio che la mentalità dietro questa decisione è qualcosa tipo la seguente “Anche se questo sito avesse il diritto di rimanere visibile che importa? Di siti ce ne sono così tanti, uno più o uno meno che differenza fa?”
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