Ieri sera stavo per mettermi a scrivere il post del giorno quando ho sentito un forte tuono. Per prudenza, quando c'è un temporale, scollego dalla rete tutte le mie apparecchiature elettroniche compresi, ovviamente, i computer. Quando poi non c'era più pericolo mi era anche passata la voglia di scrivere.
Comunque di argomenti ce ne sarebbero molti: la “munnezza” campana, lo stalker dell'Hunziccher, la crisi economica irlandese, le nuove rivelazioni di Wikileaks e, forse, la caccia.
Oggi però voglio tornare su un tema che mi sta particolarmente a cuore. Già in uno dei miei primissimi post ne accennai (vedi 2+2=boh?) senza però fornire esempi.
In particolare sottolineai il fatto di come, la grandissima libertà fornita dal web, non sia da tutti pienamente compresa: né dai cittadini né, tantomeno, dai politici. Il risultato è che, per ragioni varie, in Europa, e specialmente in Italia, assistiamo alla nascita di varie leggi e leggine che cercano di ridurre la libertà di questo nuovo mezzo di comunicazione.
In genere la “scusa” è la lotta al terrorismo o alla criminalità in genere (vedi, ad esempio, il decreto Pisanu che, in pratica, impediva la diffusione del wi-fi nei bar, ristoranti etc...). Credo che per lo più siano decisioni prese in buona fede da persone con scarso background informatico e ancor più scarso orizzonte di vedute. Talvolta però è impossibile non sospettarne la malizia.
Proprio in questi giorni ho letto il seguente articolo su repubblica.it nuove regole per le web-tv.
Nell'articolo si spiega che le nuove web-tv dovranno pagare una tassa d'ingresso di 500€ (sul corriere.it mi era parso di leggere 700€ ma, probabilmente, ricordo male io...).
Apparentemente niente di che, giusto?
Ma riflettiamo un attimo sul significato di questa cifra, una tantum per giunta, e poniamoci una domanda: cosa rappresenta potenzialmente, per il bilancio dello stato, questo nuovo introito?
Praticamente niente. Allora perché è stato fatto visto che, oggettivamente, limita la libertà degli individui di comunicare fra loro?
Io ci vedo una sola possibile spiegazione in questa sorta di “strana” sbarra d'ingresso, irrilevante per un'impresa ma significativa per il singolo individuo, disincentivare la nascita di nuove web-tv gestite da privati e, soprattutto, limitarne il numero (*1).
Se questo è il vero scopo della legge, ovvero solamente limitare in qualche modo la libertà di parola e la diffusione dell'idee, non mi sembra un obiettivo particolarmente lodevole.
Secondariamente questa legge, come del resto molte altre leggi italiane, considerano internet come un mare nostrum, dove è possibile legiferare senza remore, invece che un mezzo di comunicazione con evidenti elementi sovranazionali. In particolare mi chiedo cosa vieti a un italiano di creare una web-tv basata all'estero per aggirare questa legge restrittiva.
Si arriverà a negare agli italiani l'accesso a certi siti esteri, e per tanto non controllabili, che trasmettono web-tv non registrate?
Possibile: questo viene già fatto, in maniera legalmente dubbia (*2), per i siti di scommesse esteri (che ero solito frequentare tranquillamente da Olanda e Spagna) non convenzionati con AAMS (Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato).
Tale provvedimento, a mio parere, ci metterebbe alla pari con altri paesi all'avanguardia nel difendere le libertà individuali come Cina, Iran, Cuba e Nord Corea...
Singolarmente questo esempio potrebbe sembrare poco significativo ma deve essere considerato nel complesso delle varie leggi anti-internet che periodicamente saltano fuori.
Nota (*1): Per poterle tenere più facilmente d'occhio o sono io paranoico?
Nota (*2): Non sono un esperto di legge ma qualche anno fa, quando abitavo in Olanda, ricordo chiaramente una direttiva europea che, coerentemente con il libero scambio delle merci, garantiva a tutti i cittadini europei di scommettere su qualsiasi sito di scommesse dell'Unione. Semplicemente ogni sito avrebbe pagato le tasse del proprio paese: esattamente come se io mi recassi di persona in una ricevitoria a Londra e scommettessi su Liverpool-Arsenal. A chi interessa una disamina più approfondita da un punto di vista legale consiglio vivamente la lettura del seguente articolo su interlex.it che mi sembra autorevole e ben fatto.
alla prima stazione
1 ora fa
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