Oggi, dopo un periodo indefinito, fra i 15 e 20 anni, sono tornato dal dentista.
Avevo un piano ben chiaro in mente: farmi fare un controllo per verificare la situazione e avere un preventivo sulla spesa necessaria. Poi avrei contattato altri dentisti (*1) per sapere quale fosse il più economico e, solo allora, mi sarei fatto curare. Premetto che non ho particolari paure e che quindi, l'unico criterio che avevo in mente per decidere dove andare, era prettamente economico.
Per questo motivo mi ero fatto consigliare un dentista vicino a dove abito visto che non aveva senso andare a fare questa “ricognizione” lontano da casa.
Mi era stato consigliato un vecchio dentista ma, quando telefonai per prendere l'appuntamento, la segretaria mi chiese se mi “andava bene” una sua assistente altrimenti avrei dovuto attendere più a lungo. Visto che volevo fare un semplice controllo optai senza indugio per l'assistente.
All'ultimo momento mi ha telefonato la segretaria chiedendomi, con voce luttuosa (*2), se potevo andare un'ora prima. Anche se ero stretto con i tempi ho accettato e mi sono precipitato allo studio.
Non essendoci mai andato prima e non conoscendo l'indirizzo sono arrivato con un leggerissimo ritardo, più formale (*3) che sostanziale, in quanto ho poi dovuto comunque aspettare circa cinque minuti.
Mentre aspettavo il mio turno ho esplorato la piccola sala di attesa e il bagno. Dal corridoio proveniva, senza soluzione di continuità, un ciangottio femminile composto da almeno 4 o 5 voci.
La saletta era piena delle solite riviste mediche e vari Esprexxo. Quello che mi ha però colpito è stata la presenza di alcuni grossi volumi: il volume 5 della letteratura italiana, il primo volume di un'enciclopedia medica, il primo volume con di un'enciclopedia di personaggi illustri e forse altri ancora, non ricordo...
Ho scelto di leggere un po' del libro sui personaggi illustri: prima ho cercato Atte ma il volume arrivava solamente fino ad “Ap” così ho ripiegato su Agostino. Volevo controllare come questo dottore della chiesa spiegasse il dolore fisico nel mondo. Ricordo che aveva affrontato il problema ma non la sua soluzione. “Sfortunatamente” c'erano diverse pagine su Agostino e non sono arrivato a leggere l'informazione che mi interessava... Mi ha stupito il punto di vista fortemente cristiano (*4) dell'autore dell'articolo così ho verificato chi fosse l'editore: il volume era della Quattro Cani ma non ho visto l'autore dello specifico articolo su San Agostino...
Il bagno era comune a uomini e donne: pulito e spazioso. Oltre alla carta igienica, di modesta qualità, c'era un rotolo di carta assorbente. Comunque, visto che mi aspettavo di essere chiamato da un momento all'altro e che non avevo da adempiere alcun bisogno corporale, non ho dato uno sguardo troppo approfondito.
Sono stato chiamato: in barba alla privacy una ragazza è entrata nella saletta e ha chiamato ad alta voce il mio nome e cognome.
Attraverso un piccolo corridoio mi ha fatto entrare in uno studio piccino piccino. Ho fatto in tempo a scorgere una planimetria con l'uscite di emergenza: dal corridoio è possibile accedere ad almeno quattro piccoli studioli.
Mi sono seduto sulla poltrona e ho atteso che arrivasse la dottoressa. Sulla parete davanti a me c'era uno “strano” cartellone sui denti: al momento non ho capito bene cosa indicasse. C'erano tanti disegnini di denti più o meno spiritosi ma non ne capivo la logica. Poi ho letto le didascalie: ardente, accidente, dentino, sorridente, etc...
Finalmente è poi arrivata la dottoressa: giovane, piccoletta, molto carina, con due occhioni verdi abbaglianti. Mi ha fatto le solite domande per il questionario e poi ha iniziato l'ispezione.
Essendo bassina ha messo la poltrona quasi in posizione orizzontale e poi, armata di un raschietto ha studiato per bene ogni angolino della mia bocca. Forse la dottoressa è un po' miope perché mi scrutava a pochi centimetri di distanza.
Io ero un po' imbarazzato perché la sua faccia riempiva quasi interamente il mio campo visivo e non sapevo dove guardare: mi sembrava disdicevole guardarle gli occhi...
Inoltre temevo di asfissiarla con un'alitata: di solito non ho particolari problemi di alito pesante e, ovviamente, mi ero lavato con cura i denti prima dell'appuntamento però non avevo fatto tutte le abluzioni (con collutori, filo interdentale etc...) che mi ero proposto di fare. Il risultato è che finivo per andare in apnea perché non respiravo liberamente. A dire il vero lei aveva la sua mascherina protettiva e immagino che, oramai, le fosse capitato di trattare una buona dose di “fogne” tale da farle sopportare i tanfi meno forti.
Comunque l'ispezione va bene: per controllo mi fa anche un paio di radiografie dalle quali però non risulta nulla. Alla fine mi trova solo tre piccole carie e mi consiglia una pulizia dei denti. Ella stessa è sorpresa dalle ottime condizioni della mia bocca: anche il tartaro è pochissimo e si complimenta per come mi lavo i denti. Io taccio sul fatto che, fino a un paio di anni fa, prima che mi comprassi quello elettrico, il mio impegno con lo spazzolino era decisamente blando...
Mentre la dottoressa era nella sala accanto, in attesa delle radiografie, l'ho sentita chiacchierare con l'infermiera. A sentirla parlare in libertà mi è sembrata molto più giovane, quasi una ragazzina: parlava di un anello che aveva visto a un'infermiera in un altro studio per il quale lavorava. Era stato comprato sul negozio online di un museo newyorchese. Per un attimo ha anche parlato con un vago accento meridionale.
Poi, tornata da me, mi sorride e mi chiede se voglio fare un'otturazione.
Ricordo al lettore che il mio piano era fare solo la visita e chiedere il preventivo (per la cronaca 70€ x 3 + 75€ la pulizia dei denti).
Ma come potevo dir di no ai suoi occhioni sorridenti? Mi son detto che era un test per verificare se fosse brava e ho accettato.
Mi ha chiesto se volevo l'anestesia ma abbiamo iniziato senza e, poi, non ho avuto problemi.
Non ho avuto problemi anche perché la dottoressa mi ha distratto premendo il mio testone sul suo seno: intendiamoci, era tutto impacchettato e ben protetto, comunque una sensazione confortevole...
Io a quel punto avrei fatto volentieri anche le altre due otturazioni ma non c'era più tempo e sono stato mandato alla cassa.
Là sono stato raggiunto da un'infermiera la quale mi ha chiesto se volevo prendere l'appuntamento e pagare poi. Io ho risposto che preferivo pagare subito e prendere l'appuntamento poi (non ero infatti più sotto l'influsso ipnotico della dentista e avevo deciso di tornare al mio vecchio piano di cercare il dentista più economico...).
Allora mi ha detto che avrei dovuto attendere la segretaria. Ho notato che questa segretaria era la persona più anziana dello studio mentre le infermiere e le dentiste erano tutte giovani. Mi sono fatto l'idea che il titolare dello studio sfrutti per bene queste ragazze e che la segretaria sia il suo “sergente” di fiducia che tiene d'occhio la situazione in sua assenza. A riprova di ciò l'infermiera era autorizzata ha fissare appuntamenti ma non a riscuotere le parcelle...
In conclusione immagino che farò qualche telefonata pro forma ad altri dentisti ma sono convinto che, in barba al mio progetto iniziale, alla fine tornerò dalla mia dentista “preferita” (*5).
Nota (*1): fra quelli consigliati da parenti e amici: escludendo quindi l'infermiere rumeno che opera abusivamente in un garage!
Nota (*2): tutto lasciava supporre che il dentista fosse morto!
Nota (*3): probabilmente solo 2 o 3 minuti di ritardo ma, visto che amo arrivare con circa 10-15 minuti di anticipo, ero piuttosto irritato con me stesso.
Nota (*4): la tendenza religiosa dell'autore si capiva da piccoli particolari: ricordo ad esempio l'avverbio “sfortunatamente” accostato alla pratica di battezzarsi da adulti in uso all'epoca di Agostino.
Nota (*5): quando ero piccolo il mio dentista era un uomo e, dalla dentista successiva, ci andai una volta sola e non me la ricordo assolutamente (ricordo solo che spesi 80.000 lire per un'otturazione).
Sonetti d’amore. Giacomo da Lentini
2 ore fa
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