Ho controllato le mie note per trovare un argomento di cui scrivere.
Niente: come al solito non c'è nulla che mi ispiri. Tutti argomenti noiosi o troppo impegnativi.
Quasi quasi scrivo un post propedeutico per uno successivo più impegnativo...
Si tratta di un concetto non particolarmente complesso ma non banale da definire. Sì: è più complicata la sua forma che la sostanza.
Provo a buttare giù qualche idea: spero che, sul finire del post, sarò in grado di dare una buona definizione di quello che ho in mente. Abbiate pazienza!
Se io chiedo un'opinione a una persona questa mi risponde argomentando dal suo punto di vista.
Da cosa è dato il “punto di vista”? Sicuramente dipende da molti fattori come: età, ambiente sociale, istruzione, esperienze personali, convinzioni politiche/morali o religiose ed epoca.
Ecco è della variabile “epoca” che voglio parlare perché probabilmente è la più sottovalutata.
È la più sottovalutata perché è comune a tutte le persone (*1). Per questo spesso ci si dimentica che essa è un parametro che incide sul nostro punto di vista.
È l'uomo che confonde la durata della propria vita col sempre.
Un esempio: le persone nate dopo gli anni '70 (*2) tendono a pensare che le autovetture a benzina siano sempre esistite e sempre esisteranno. Certo: razionalmente, tutti sappiamo che non è così: prima degli anni '50 erano rare e nel 19º secolo assenti o quasi; però le conseguenze di questo ci sfuggono: ad esempio pensando a delle persone del 19º secolo ci si dimentica della difficoltà degli spostamenti, che al lavoro (*3) si andava solo a piedi o con i mezzi pubblici, che i bambini non venivano accompagnati a scuola in macchina (*4) e che, per andare in vacanza, bisognava prendere il treno (*5).
Razionalmente, riflettendo un attimo, è facile rendersi conto che qualcosa nel passato non esisteva (tipo la macchina, la scuola dell'obbligo e le vacanze) ma è molto più difficile capire che qualcosa sia destinato a sparire. È per questo che non è facile immaginarsi il futuro: i vincoli della nostra epoca ci legano al presente...
Eppure sono anni che sappiamo che il petrolio è una risorsa limitata destinata ad esaurirsi.
L'immaginarsi una scuola dell'obbligo, riservata solo ad alcuni bambini in base a dei test attitudinali, sembra una brutta trama per un romanzo di fantascienza più che una possibilità reale...
E a nessuno piace immaginarsi un futuro nel quale un impoverimento generale costringa le famiglie a dimenticarsi le vacanze estive...
Non so, forse l'esempio della macchina a benzina non è stato particolarmente felice ma spero che, seppur con difficoltà, abbia suggerito al lettore la mia idea di fondo. Provo a riassumere.
L'epoca in cui viviamo è un elemento che influenza il nostro punto di vista. È un fattore che spesso non si considera perché ne siamo tutti “vittime” alla stessa maniera. Deriva dal fatto che l'uomo tende a considerare ciò che non muta nel corso della propria vita come qualcosa che non cambi in assoluto. Questo errore influenza la nostra visione del passato ma, soprattutto, del futuro.
Tutto qui. Come detto questo post sarà propedeutico per uno successivo...
Nota (*1): Forse una possibile eccezione è quando una persona molto giovane si confronta con una molto anziana ma comunque, anche in questo caso, entrambe condividono l'adesso. Insomma l'epoca è la stessa anche se vissuta da estremi opposti...
Nota (*2): Magari per chi è nato negli USA vale dagli anni '60 o, addirittura, '50, ma non è questo il punto...
Nota (*3): Con l'esclusione di pochi ricchi privilegiati muniti di carrozza...
Nota (*4): Così come si tende a pensare che le macchine siano sempre esistite, così si dà per scontata la scuola dell'obbligo alla quale tutti i bambini devono andare: ovviamente non era così, ma è facile pensarlo!
Nota (*5): Analogamente a quanto scritto nella nota precedente, anche le vacanze al mare erano un'esclusiva di pochi: ho volontariamente scritto queste due inesattezze per sottolineare quanto sia facile confondersi!
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