Stanotte ho dormito malissimo e stamani è una bellissima giornata: sicuramente stare un po' fuori all'aria aperta, a fare qualche lavoretto in giardino, mi farebbe bene.
Quindi ho deciso di starmene chiuso in casa a postare qualcosa sul mio blog che, peraltro, non mi piace.
Fra le varie cose a cui ho pensato durante la mia insonnia notturna mi ha fatto molto preoccupare la considerazione che devo stare molto attento a quello che scrivo per evitare problemi legali.
In Europa, nell'ultimo decennio circa, si sta assistendo a una graduale riduzione delle libertà individuali. Certo, piccole cose: un sito censurato qua, una leggina per sorvegliare internet là, raggi-X sui passeggeri agli aeroporti e cose del genere.
Gli illuminati politici europei non sembrano rendersi conto che la libertà dell'individuo non è separabile dalla possibilità che questa stessa libertà venga usata per azioni illecite. Ad esempio la libertà di movimento delle persone implica che esse, a volte, vadano dove non dovrebbero. In questi casi semplicemente i colpevoli vengono puniti (o almeno ci si prova!).
Però, specialmente con le nuove tecnologie, invece di sforzarsi di punire chi sbaglia, cosa in certi casi effettivamente non semplice, si è pensato bene di dare delle "limatine" alle libertà in maniera da negare in partenza la possibilità di abusarne.
Non è un caso che internet sia il campo dove i legislatori si ingegnano maggiormente a porre paletti e legacci. Infatti i fruitori stessi di queste libertà ancora non si rendono bene conto di cosa significhi la loro limitazione. Ben diversa sarebbe la reazione popolare se una nuova legge imponesse, ad esempio, di fotocopiare e archiviare tutte le lettere e le cartoline spedite per posta!
Ovviamente l'Italia è leader in Europa nel mettere paletti. A favorire questa tendenza sono l'innata propensione alla burocrazia più contorta è il concetto di democrazia dove il singolo individuo è visto non come l'origine, seppur indiretta, del potere (e quindi, a rigor di logica, degno di rispetto) ma come un servo della gleba che deve limitarsi a ringraziare se viene solo frustato e non bastonato.
Anche i blog rientrano in questa tendenza generale. Non ne sono sicuro ma credo che, per evitare che questo strumento venga usato per diffamare, sia stata fatta una legge che obbliga a rettificare entro 48 ore qualsiasi inesattezza presente in un blog. Pena una multa piuttosto severa: insomma un qualsiasi blog viene equiparato a un giornale cartaceo.
Ora non ho seguito bene questa vicenda (magari la legge è stata cambiata, abrogata, decaduta o deceduta) però mi pare che, equiparare un blog di un ragazzino a www.repubblica.it, sia un po' troppo, non dico draconiano, ma severo sì. Sicuramente un po' intimidatorio.
Comunque, per evitare problemi, cercherò di non fare nomi (e cognomi) di persone, animali o politici.
Inoltre ricordo che tutto quello che scrivo è una mia opinione personale e, come tale, sono il primo a essere consapevole di quanto essa possa esser fallace, imprecisa o incompleta.
Per motivi "stilistici" non inizierò ogni frase con un "Credo che..." o "Penso che..." ma ribadisco che tutte le mie affermazioni restano comunque delle mie opinioni personali espresse in buona fede.
Non fatevi ingannare da ciò che scriverò: qualsiasi affermazione diretta sarà solamente una supposizione ipotetica. Ogni indicativo sarà un condizionale o, al peggio, un congiuntivo usato erroneamente.
Se scrivo "Piero mangia la mela" intendo dire che "Una persona che assomiglia a Piero, pare, ma non ne sono sicuro, mangiare, ma forse le sta solamente parlando, un frutto, un oggetto, più o meno sferico ma che potrebbe anche essere un parallelepipedo, che ricorda una mela ma che potrebbe anche essere un cellulare".
Per tutte queste ragioni eviterò di scrivere affermazioni compromettenti o troppo forti come, ad esempio, che 2+2=4.
Non vorrei infatti che il 4 mi denunciasse per diffamazione sostenendo di essere uguale a 3+1...
alla prima stazione
1 ora fa
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