Ho volutamente evidenziato il verbo "piacciono" perché, credo, sia un'indicazione volutamente ambigua.
Cosa significa infatti che mi "piacciono"?
Che li ritengo storicamente importanti? che avrei voluto essere al loro posto o che mi immedesimo in loro? che li ammiro o che semplicemente mi intrigano?
Già di per sé, a causa della sua estensione temporale, è una domanda complicatissima. Per me lo è ancor di più in quanto, non essendo uno storico, ho conoscenze di storia piuttosto lacunose e a macchia di leopardo...
Comunque proverò a buttare giù qualche idea e a trarre poi le mie conclusioni.
Volendo considerare l'impatto storico direi: Gesù Cristo, Maometto e, probabilmente, Siddhartha. Però mi stuzzicano poco e, mi pare pure un po' blasfemo, anche solamente considerarli alla pari degli altri personaggi storici.
Un'ovvia scelta sarebbe Alessandro Magno. A mio avviso Alessandro è l'esempio più eclatante di cosa può riuscire a fare una persona eccezionale nata in una eccezionale posizione di potere e privilegio (figlio di Filippo di Macedonia). Eppure credo che, il gigantesco ma effimero impero da lui creato, abbia avuto un impatto storico minore, in maniera relativa ovviamente, delle conquiste di Cesare e dell'azione politica di Ottaviano Augusto. L'impero romano, che molto più dell'impero di Alessandro ha influenzato l'evoluzione dell'Europa, deve infatti la sua nascità alle conquiste di Cesare e alla forma politica che Augusto gli dette.
Annibale? Sicuramente genio militare: battè più volte i romani ma non riuscì a sconfiggere Roma.
Magari Carlo Magno: il suo Sacro Romano Impero, dopotutto, fu la spina dorsale su cui si costrui l'Europa mediovale...
Una figura, sebbene negativa, che ebbe sicuramente un grande impatto sulla storia dell'Europa, fu Attila: forse, senza di lui, l'impero romano sarebbe potuto durare qualche secolo in più o "morire" in maniera meno devastante...
Certo poi non possiamo dimenticare la filosofia greca che è una delle gambe, insieme alla religione cristiana, sulle quali il pensiero del nostro continente si è sviluppato.
Di getto direi Aristotele a causa dell'ipse dixit medioevale e non. Ripensandoci credo però che più fondamentale sia stato Socrate che, con la sua filosofia, ha dato dignità al "pensare con la propria testa" e di conseguenza ha favorito la fioritura filosofica successiva. Insomma: senza Aristotele ci sarebbe stato comunque Platone, ma senza Socrate...
Certo anche Pitagora è molto importante: mi chiedo se la matematica avrebbe potuto avere lo sviluppo che ha poi avuto se egli non avesse elevato il numero al mezzo con cui la divinità si esprime.
E fra coloro che mi intrigano? L'imperatore Giuliano (360-363) detto l'Apostata: brillante condottiero, fece salsicce (metaforicamente) degli alemanni, attivissimo scrittore/filosofo non stava mai fermo ed era sempre impegnato in qualche impresa. Nonostante l'educazione cristiana avuta nell'infanzia preferì ritornare al culto degli dei e questo, ovviamente, la storiografia cristiana non glielo ha mai perdonato. Anche in questo caso mi chiedo cosa sarebbe successo all'impero se egli fosse vissuto più a lungo invece di morire prematuramente in una scaramuccia con i sassanidi...
Poi aggiungerei a questa lista Stilicone: l'ultimo generale dell'impero romano di occidente degno di questo nome (beh, in realtà, circa 50 anni dopo, ci fu Ezio ma allora la situazione dell'impero, credo, era oramai non salvabile). Oltretutto Stilicone sconfisse e sterminò i goti di Radagasio dalle mie parti: mentre cioè assediavano Fiesole. Sfortunatamente l'imperatore dell'epoca, Onorio, era un debole senza alcuna visione politica e, per invidia o paura, non trovò di meglio che fare arrestare Stilicone. Probabilmente Stilicone sarebbe stato in grado di sollevare l'esercito per proteggere la propria vita e, magari, prendere il potere in prima persona. Eppure, mi piace pensare, esitò a farlo per non provocare una guerra civile. Fu una scelta sbagliata ma che, nondimeno, apprezzo.
Infine una donna, la mia eroina, l'imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano. Considerata bellissima (e spietata ovviamente!) dai contemporanei in gioventù fu attrice (occupazione considerata di pochissimo superiore al meretricio) ed ebbe innumerevoli amanti. Poi conobbe Giustiniano (quello del codice), ancora non imperatore, che dovette aspettare di salire al potere prima di poterla sposare. Fosse stata solo bella e dissoluta non mi avrebbe colpito, però, una volta al potere, dimostrò, con numerose iniziative, la sua intelligenza. Anche Giustiniano la tenne sempre in altissima considerazione e divise con lei il potere. Non le ho reso giustizia: per chi è interessato a una sua vivida descrizione, consiglio la lettura del capitolo a lei dedicato nella "Declino e caduta dell'Impero Romano" del Gibbon.
Quindi chi scelgo fra tutti questi personaggi?
Escludo subito i tre uomini di religione, in quanto mi pare irriverente e, perfino troppo facile, prenderli in considerazione per questo gioco.
Riparto quindi dalla domanda iniziale che chiedeva di scegliere tre personaggi che mi "piacciono" senza altre particolari indicazioni. Quindi a me chi "piace"?
Dopo una lunga riflessione, forse per affinità, sicuramente per simpatia, opto per i brutti.
Allora i miei nominati, ovvero le scelte che accendo, sono:
- Attila: considerato dai contemporanei, forse ingiustamente, una specie di demone (comunque descritto come basso e con la testa grande)
- Socrate: brutto, basso e trasandato nel vestire.
- Giuliano l'Apostata: basso, dall'aspetto scimmiesco e pelosissimo.
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