Stamani era prevista una scampagnata col gruppo di fotografia. Alle 7:30 mi sono alzato e mi sono detto "Se è brutto tempo ritorno a letto". Fortunatamente il cielo era azzurro e prometteva di essere una frizzante giornata primaverile come ieri.
Così me ne sono tornato a letto.
Ora, circa tre ore dopo, sono roso dai sensi di colpa per aver scansato una delle mie poche attività sociali... E per cosa poi? Per rimanere a letto a dormicchiare? Come se non fosse risaputo che "chi dorme non piglia pesci"...
Voglio quindi adesso giustificare, agli occhi del mondo e di me stesso, che la mia dormita non è stata vana ma estremamente proficua.
Diversamente da ieri notte ho dormito bene. Nel mio caso "dormire bene" significa svegliarsi spesso ma riaddormentarsi subito. Nei brevi periodi di veglia ho preso mentalmente nota di cosa stavo sognando. In genere se il contenuto emotivo del sogno è troppo forte rischio di svegliarmi completamente e di passare poi un paio di ore insonne. Ma stanotte, come ho scritto, non è andata così...
Primo frammento: questo sogno ha una peculiarità imbarazzante. Sarebbe facile ometterla dato che non incide minimamente sullo svolgimento del sogno ma, data la mia testarda e controproducente onestà, ho deciso di riferirla comunque.
Sono tornato alla mia abitazione: un moderno condominio extra lusso che sembra un albergo a 7 stelle. L'ascensore si apre direttamente nell'appartamento. Per la precisione nella cucina (in effetti l'appartamento, per materiali e rifiniture, è lussuosissimo ma l'architetto che lo ha progettato poteva fare di meglio...).
Subito mi rendo conto che c'è qualcosa che non va.
L'appartamento ha pianta rettangolare con la cucina/ingresso in un angolo e un corridoio che lo divide a metà per la sua lunghezza. Su ogni lato del corridoio ci sono 5-6 stanze quasi simmetriche. L'unica differenza è che solo quelle su un lato del corridoio danno all'esterno e hanno ampie vetrate.
Percepisco che qualcosa non va perchè sento una corrente d'aria. Le finestre invece dovrebbero essere tutte chiuse e sigillate, con allarmi e incantesimi, per tenere i mostri all'esterno dell'abitazione.
Estraggo la mia arma, una specie di pistola laser che spara un bel raggio verde, e, con prudenza, vado a verificare la situazione stanza per stanza.
Le prime due stanze sono a posto, con gli incantesimi intatti, ma quella centrale ha la finestra spalancata. Subito una entità malvagia mi assale. Si tratta di un fantasma nero, un ammasso confuso di oscurità con sembianze umanoidi e con parti semisolide (faccia, artigli, zampe) estremamente fluide. Comunque, non mi scompongo più di tanto, e, con un colpo di laser, distruggo la creatura.
Inizia una lunga battaglia con queste creature che arrivano da tutte le parti. Mantengo la calma e inizio a sparare. Rifletto che non posso sparare più di 9 colpi consecutivi altrimenti il laser si surriscalda quindi, ogni 5 colpi, cambio mano (!). Poi, siccome con la sinistra la mia mira è peggiore, decido di sparare 3 colpi con la sinistra e 5 con la destra.
Poi non ricordo altro...
E la caratteristica imbarazzante? Beh, in questo sogno il protagonista (almeno inizialmente) non ero io ma una donna! Spesso mi capita di non essere me stesso nei sogni (magari sono visti dall'esterno come al cinema) molto più raramente di essere una donna. A volte comunque sono stato anche animali, cartoni animati e addirittura, una volta, un bambolotto di plastica rotto.
Secondo frammento: sono in macchina col babbo e lo zio. Il babbo è alla guida della sua macchina col permesso per invalidi. Vogliamo andare da qualche parte in centro ma la strada per accedervi è bloccata da una lunga fila.
Una vigilessa controlla i vari permessi: la sento alle nostre spalle, tranquilla ma impassibile, rimandare indietro una macchina non in regola.
Nel frattempo il babbo, impaziente, è uscito dalla macchina e cerca di sbirciare cosa blocca il flusso delle macchine.
La vigilessa si gira e vedendolo fuori dalla macchina gli fa una terribile partaccia dicendogli che deve rimanere in macchina.
Il babbo rientra in macchina e, in qualche modo, la vigilessa si siede sul posto accanto al conducente. Io ero sempre stato sul sedile posteriore e lo zio mi viene "teleportato" accanto...
La vigilessa continua la sua ramanzina. Mi accorgo che il babbo sta per risponderle qualcosa. Anche la vigilessa se ne accorge e subito dice "che il giudice tanto le darebbe ragione".
A questo punto intervengo io e mi impegno a cercare di ammansirla. Non ricordo le mie parole esatte se non che, fra altre cose, le dico di essere tollerante a causa dell'età di mio padre. La vigilessa mi risponde "anche io ho quell'eta!" (ovviamente non è vero altrimenti sarebbe stata in pensione da almeno 15 anni!) e io ribatto "ma lei ne dimostra 25" (in realtà sembrava più sui 35-40).
Comunque alla fine la calmo e, per farci perdonare, l'accompagniamo in centro a un ristorante dove voleva andare. Troviamo il ristorante: lei lo riconosce ma dice che le pareva avesse un nome diverso. Anche io lo riconosco perchè lo sogno spesso: è un ristorante, piuttosto vasto, che ha due entrate su strade diverse, con tanti tavolini quadrati sempre pieni di gente. Ha la particolarità di cambiare nome in base al giorno della settimana. In alcuni giorni la pizza è buona e poco costosa, in altri no. Quel giorno, controllo il nome, si chiama "L'Asello". Nel sogno o in dormiveglia mi diverto a ripetermi: "L'asello del lavello". Ho controllato su internet per vedere cosa sia e se esiste realmente qualcosa con questo nome: beh, esiste e si tratta di un piccolo animaletto, un minuscolo granchio che si è adattato a vivere lontano dall'acqua e che si trova facilmente nelle cantine, nei luoghi umidi ed anche all'esterno, sotto mattoni, sassi o tronchi di legno. Quindi magari anche nei lavelli(!). Se cercate la foto sicuramente lo riconoscerete.
Poi non ricordo altro...
Terzo Frammento:
Sono in California con un mio amico (che nella realtà non vedo da venti anni). Siamo inseguiti da una gang di colore che ci vuole uccidere. Non so perchè. Per qualche motivo siamo finiti nella casa d'infanzia del capo della gang. Con mia sorpresa non proviene da un ghetto ma anzi la casa è una villa lussuosissima piena di stanze.
Comunque scappiamo per questa enorme villa attraversando le sue molteplici stanze. Infine arriviamo alla vecchia cameretta del capo della gang. Gli scaffali sono ricolmi di libri, giochi e altri oggetti per ragazzini ma su uno dei ripiani trovo un revolver. Ce ne sono molti altri ma sono giocattoli: li consegno al mio amico per farlo sentire più sicuro mentre io tengo il revolver...
A questo punto sono pronto ad affrontare i nostri inseguitori: il mio amico si nasconde dietro un divano mentre io mi apposto in una buona posizione. Alla fine gli inseguitori risultano essere solo due: il capo della gang e un suo scagnozzo. Elimino facilmente entrambi. Con circospezione torno sui miei passi per vedere se ci sono altri nemici. Nella sala principale trovo quattro persone sedute a un tavolo che giocano a carte. Non credo cha abbiano niente a che fare con la gang: sono sorpresi di vedermi e non sono nemmeno di colore. Comunque io, prudentemente, elimino anche questi...
Non ricordo altro...
Quarto frammento: devo averlo sognato poco dopo il precedente perchè sono sempre nella stessa villa e sono accompagnato dal solito amico. Questa volta ho in mano un piccolo martello da guerra (finto) di legno. Nella maniera tipica dei sogni ho la certezza che se mi esercito, anche brevemente, con esso diventerò fortissimo, oppure, non sono più sicuro di cosa credevo nel sogno, avrei trovato/ricevuto una versione magica super potente di esso. Comunque sia, il risultato sarebbe stato, che avrei avuto a disposizione un martello con un peso/forza di diversi quintali che avrei potuto usare senza difficoltà.
Quindi vago per la casa tranquillamente mulinando il martello di legno per l'aria.
Improvvisamente mi accorgo che il martello presenta due o tre fori di tarlo a una estremità. Mi pare di intravedere qualcosa attraverso i piccoli fori così ci verso poche gocce di veleno. Subito iniziano a scaturire fuori dal martello innumerevoli "tarli". Corro su una terrazza vicina in maniera che non infestino altri oggetti della casa. Sul terrazzo getto a terra il martello dal quale continuano a uscire, a centinaia, queste bestioline. Non sono tutte uguali ma mi rendo conto che appartengono comunque alla stessa specie. Alcune sono grandi come chicchi di riso e hanno piccole ali, altre sono dieci volte più grosse, gonfie come zecche piene di sangue. In un attimo il ciclo vitale di questa specie mi è chiaro: le bestioline con le ali sono giovani che stanno per uscire dal martello e volare alla ricerca di nuovi legni da infestare. Una volta che hanno trovato una nuova "casa" iniziano a scavarsi dei tunnel all'interno. Poi crescono di dimensioni, diventando simili a zecche, e depositano uova dalle quali usciranno le bestioline con le ali.
Non ricordo altro...
alla prima stazione
1 ora fa
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