Le Avventure di Cavolina: La commissione per mamma (Pt. 2/3)
Dopo poco arrivarano al punto più pericoloso: attraversare la strada che dai campi va in città. Cavolina guardò prudentemente verso il ponte alla sua destra e, non vedendo nessuna macchina, attraversò veloce tirandosi dietro Selvaggia.
Oramai erano arrivate nei pressi del paese quando, improvvisamente, da dietro un albero, saltò fuori un grosso animale: Cavolina lanciò un urlo per lo spavento e Selvaggia, ancora più impaurita, salto in bracciò alla sua padrona, cercando di arrampicarsi sulla sua testa, col risultato di farla cadere gambe all'aria.
"Selvaggia, che combini?! Non vedi chi è?" - disse Cavolina alla sua oca - "E` nonno Rospo che si diverte a farci prendere paura!"
Allora Selvaggia, sebbene ancor tutta tremante, smontò da sopra la sua padroncina e guardò sospettosamente nonno Rospo.
Nonno Rospo era un rospone nero, brutto e tutto bitorzoluto. Però non era cattivo e non aveva avuto intenzione di impaurire la bambina e la sua oca. Così, dopo aver riso per la buffa scenetta e gonfiato le gote per il divertimento, se ne andò per la sua strada, saltellando via, con un semplice "croack!" di saluto.
Finalmente Cavolina arrivò dal fruttivendolo che, riconosciutala, la salutò calorosamente. Venuto a sapere che la piccola doveva comprare una zucchina per sua mamma, cercò e le regalò la più grossa. Anche il macellaro e il panettiere la videro e, usciti dai loro negozi, la salutarono e le chiesero come mai la mamma non fosse venuta personalmente.
Cavolina rispose che la mamma aveva da fare la minestrina e per questo aveva mandato lei. I negozianti si guardarano fra loro, come contandosi, e improvvisamente il macellaro esclamò - "Ah, già! oggi è il secondo giovedì del mese e il veterinario e il suo assistente vanno a controllare gli animali della fattoria!". E tutti e tre scoppiarono a ridere.
"Certo che i grandi sono proprio strani!" - pensò Cavolina, rincamminandosi verso casa con la zucchina per mamma in mano.
Cavolina aveva fretta di tornare a casa per fare merenda ma Selvaggia, alla quale iniziavano a far male i piedi palmati, era stanca e adesso era l'oca a farsi trascinare dalla bambina.
Arrivata alla strada, Cavolina guardò prudentemente verso il ponte alla sua sinistra e, non vedendo nessuna macchina, attraversò veloce tirandosi dietro Selvaggia.
"Wrooommm!!! Squack!"
Cavolina aveva attraversato sana e salva ma, Selvaggia, era stata investita da un grosso camion proveniente da destra, e ora giaceva sull'asfalto agitandosi debolmente.
"Oh! Ochina mia! Amica Selvaggia! Cosa ti è successo!" - gridò Cavolina con gli occhioni blu già colmi di lacrime.
Ma Selvaggia non poteva rispondere perchè aveva le morbide budelline sparsa sull'affannoso petto e, non aveva la forza di muoversi, perchè la vita la stava lasciando.
Cavolina era però una bambina coraggiosa, così, prese in braccio Selvaggia e, con attenzione, staccò le sue budelline dall'asfalto. Poi corse a tutta velocità verso casa sussurando alla sua ochina di tener duro.
"Non morire Selvaggia! non morire! dobbiamo passare molte altre giornate a giocare insieme!" - le disse Cavolina piangendo.
Finalmente Cavolina arrivò alla fattoria ed entrò dentro urlando - "Mamma, mamma! aiuto! la mia ochina! la mia ochina muore!"
Dopo poco la mamma uscì dalla sua camera tutta accaldata e con la veste spiegazzata - "Che succede Cavolina? Perchè urli?"
Cavolina mostrò Selvaggia, che ormai quasi non respirava più, alla mamma.
"Cavolina! Ti avevo detto di comprare una zucchina non un'oca!" - disse la mamma.
"Ma mamma! è la mia ochina Selvaggia! E` stata investita da un camion mentre tornavamo a casa!" - rispose Cavolina piangendo.
La mamma, che voleva bene a Cavolina perché era una bambina molto ubbidiente, capì cosa era successo: prese il povero animale dalle braccia della bimba e le disse - "Ho capito, povera piccina mia! Vediamo cosa posso fare. Tu vai in camera tua e aspetta là con Pisellino fino a quando non ti chiamo. Cercherò di salvare la tua ochina!"
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