Quando ho qualche problema o dubbio, mi piace chiedere consiglio.
Per prima cosa apprezzo il consiglio in sè, in quanto, rispetto e valuto molto utile, l'esperienza altrui e i punti di vista diversi dal mio. Inoltre, l'operazione stessa della richiesta di consiglio, che il 99% delle volte effettuo via email, è fondamentale per chiarirmi le idee: nella email infatti, cerco di riassumere obiettivamente la situazione e, le alternative che ho considerato, con i loro pro e contro. In pratica, scrivendo, riesco a prendere le distanze dal problema quel tanto che basta per valutare razionalmente, io per primo, le varie possibilità.
Chiedo consiglio ma non seguo ciecamente ciò che mi viene detto! Però considero quanto mi viene consigliato: nei casi in cui sono più incerto, la mia decisione finale, può essere notevolmente influenzata da quanto consigliato.
Ricordo che rimasi molto sorpreso quando, al tempo in cui lavoravo in Pisdat, uno dei dirigenti mi disse che apprezzava particolarmente il fatto che io chiedessi consigli (informatici) a tutti i miei colleghi. Boh, a me pare logico chiedere l'opinione di chi è più esperto di me ma, evidentemente, per qualche motivo, altre persone possono essere ritrose a farlo...
La mia unica regola è, una volta considerati i vari consigli, di decidere di fare solo quello che IO credo sia la scelta migliore: questo perché voglio essere totalmente responsabile delle mie azioni. A volte, magari quando sono più incerto, sarei tentato di fare quanto mi viene consigliato, invece di quanto ritengo sia giusto fare, in maniera che, se poi le cose vanno male, poter dare la "colpa" al mio consigliere! Però no: alla fine faccio solo quello che io credo sia corretto. Non mi ha mai sfiorato l'idea di incolpare, per le mie inevitabili scelte errate, qualcun'altro all'infuori di me.
In genere, in base al problema che devo affrontare, mi rivolgo a diverse persone. Uno dei miei consiglieri più fidati è la mia cugina "olandese" (perché lavora e vive, più o meno, in Olanda). Principalmente perché ha la pazienza per leggere le mie lunghe (prolisse e logorroiche, in verità...) emails, di rifletterci sopra, e di darmi infine un'opinione che si basa su un punto di vista molto diverso dal mio. Inoltre, mi conosce abbastanza bene, da saper aggiungere la giusta dose di ottimismo realistico in maniera da controbilanciare le mie ipotesi più nefaste. Insomma, indipendentemente dal suo consiglio effettivo, alla fine, mi sento comunque (in genere almeno!) un po' rincuorato...
Il suo problema principale è che, vivendo lontano, quasi mai, ha una conoscenza diretta delle problematiche che le presento. La conseguenza è che il suo consiglio si basa sui fatti così come io glieli presento. Questo mi lascia una notevole possibilità di influenzare indirettamente le sue valutazioni e, quindi, il suo consiglio finale.
Di solito riesco a mantenere una razionalità tale da darle delle informazioni accurate e obiettive ma, alcuni anni fa, quando ero nel pieno di una crisi sentimentale, la situazione mi sfuggì di mano. Il mio inconscio, sempre molto protettivo nei miei confronti, fece si che la mia rappresentazione dei fatti fosse tale che, alla fine, ella mi dicesse/scrivesse quello che io volevo sentirmi dire.
Preferisco non dilungarmi su questa faccenda: basti dire che i suoi consigli, da me sordidamente influenzati, furono tragici ed ebbero esiti fantozziani...
Finalmente, durante le mie recenti vacanze olandesi, si è pienamente rifatta e mi ha dato, in assoluto, il suo miglior consiglio: grazie a lei ho infatti completamente risolto un problema di irregolarità intestinale che mi affliggeva da molti mesi (stranamente perché, in questo "campo", ero sempre stato un orologino...). Mi ha infatti consigliato un prodotto naturale con cui fare colazione e che funziona, almeno per me, al 100%. Non voglio fare pubblicità, quindi, dico soltanto che, il prodotto, si trova in ogni supermercato perché è fatto dall'azienda leader nel settore, la Chellogs, e ha il 27% di fibre naturali...
L'unico problema è che, queste fibre, sono piuttosto insipide (ella le chiama il "cartoncino"); io ho risolto aggiungendo, oltre al latte e allo zucchero, una buona dose di polvere di cioccolata solubile...
alla prima stazione
1 ora fa
Nessun commento:
Posta un commento