Come sapete non seguo più neppure la cronaca italiana, se non Osho e il Lercio, però nei ghiribizzi che seguo ho trovato un paio di articoli sulle madri surrogato o sugli uteri in affitto. In questa maniera "perdo" molti spunti della cronaca italiana che però poi, a volte, mi arrivano da altre fonti...
Per esempio ho capito che in Italia era riesplosa la questione sulle madrisurrogato da due ghiribizzi che seguo: prima sul Blog di Andrea nel pezzo Maternità surrogata e qualche giorno fa su Un uomo in cammino nel pezzo Cicogna 2.0.
Più o meno ho commentato entrambi i pezzi con lo stesso giudizio: sì utero in affitto se gratuito, no a pagamento.
Detto così, senza giustificazioni, il mio parere è opinabile come tanti altri: per questo mi prudevano le dita per la voglia di spiegarmi meglio. Ricordavo però di averne già scritto e quindi ho preferito andare a rileggere cosa avevo pubblicato. Mi sono reso conto che assomiglio a chatGPT: il pezzo che avevo in mente sembra il risultato che si ottiene premendo “Regenerate Response”!
Infatti avrei riscritto qualcosa di molto simile a quanto già scrissi in Mi ripeto dell’aprile 2019 che a sua volta riprende il pezzo Libertà vs necessità del luglio 2018 in cui propongo un bel concetto spiegato dal professor Sandel al corso sulla filosofia della giustizia e morale. Da notare che entrambi i pezzi hanno il marcatore “Wow”.
Voglio però aggiungere un piccolo “bonus” per dare a questo pezzo qualcosa che i due vecchi pezzi citati non hanno. Propongo quindi il seguente frammento della tragedia “Andros ed Euginea” Scena II, Atto IV del febbraio 2015 (e per la cronaca ho seguito il corso di Sandel nel 2016):
«Andros – Spourgita!
Spourgita – Signore? ...Andros? Sei tu Andros? Sei tornato dall'oltretomba?!
Andros – Non dall'ade ma dal buio ventre della terra sono rinato alla luce e all'aria. Dimmi, piccola Spourgita, parla e non temere: quali peripezie ti hanno condotta fin qui?
Spourgita – L'infausto giorno in cui la rovina si abbatté su tanti innocenti, le colombe della candida Afrodite non furono più fortunate: gli sciti invasori profanarono il tempio, mutilarono la sua buona sacerdotessa, ci denudarono strappandoci il medaglione d'opale e, in pastoie, ci condussero via. Ricco bottino fummo considerate le serve della Dea doviziosa. L'indomani sul ponte della nave, a una a una, fummo all'asta spartite fra i luogotenenti del re. Ma durante il viaggio, scontri e sventure decimarono gli uomini e, più volte, cambiarono il padrone mio. Adesso appartengo a un anziano vedovo che mi tratta quasi come una figlia...
Andros – Nella nostra patria non è però consuetudine che i figli siano nipoti dei padri...
Spourgita – [arrossendo] È vero, acuti nonostante l'oscurità sono i tuoi occhi: porto nel grembo il figlio del mio padrone, ma egli mi è benigno e non abusa del suo potere...
Andros – Animo Spourgita, non temere: posso liberarti e condurti fuori da questo accampamento...
Spourgita – No, Andros! Che farei da sola in queste lande desolate? E se fossi ricatturata, e subito lo sarei, la punizione sarebbe terribile: gli sciti sono severi e accecano i loro schiavi ribelli! Invece il mio padrone mi protegge, mi nutre e farà lo stesso per suo figlio... magari un giorno mi sposerà...
Andros – Quindi preferisci la sicurezza della schiavitù alle incertezze della libertà?
Spourgita – Unica speranza dell'inerme capriolo braccato dai lupi affamati è la fuga precipitosa, e io troppo diversa non sono: la necessità è avara di scelte...»
Conclusione: chi adesso volesse approfondire le mie argomentazioni sul perché ho scritto “sì utero in affitto se gratuito, no a pagamento” ha tutto il materiale necessario. La necessità è avara di scelte...
venerdì 31 marzo 2023
giovedì 30 marzo 2023
Kennedy, orbi e dementi...
Pezzo su “Il secolo breve” oggi.
A dire il vero non ho in mente niente di particolare ma sono sicuro di avere annotato qualcosa di interessante.
Ecco qua! A pagina 287 Hobsbwam, in un capitolo dove ripercorre a grandi linee la guerra fredda, definisce Kennedy come “il più sopravvalutato dei presidenti americani”.
Lasciando perdere battute sull’attuale, visto che considerarlo “normale” è già una esagerazione, stavolta non mi trovo comunque d’accordo con Hobsbwam: sicuramente in un qualche capitolo successivo ci tornerà su e argomenterà il suo giudizio, ma il mio punto è un altro.
Secondo me il giudizio non può prescindere dal suo assassinio e dalle relative motivazioni di questo che sono tuttora ignote: fintanto che non sapremo chi e perché ha ucciso Kennedy non è possibile giudicarlo pienamente. Per quel che ne sappiamo potrebbe essere stato assassinato da qualche potere misterioso perché aveva in mente un’innovativa riforma economica che avrebbe penalizzato i grandi gruppi industriali a favore invece della popolazione più bisognosa: in tal caso il mio giudizio su di lui sarebbe sicuramente molto positivo. Oppure potrebbe essere stata la mafia per una sordida vicenda di denaro sporco e voti comprati: e in tal caso sarei decisamente d’accordo con Hobsbwam.
Ma fino a quando non sapremo perché è stato assassinato qualsiasi giudizio su di lui sarà parziale e incompleto. Hobsbwam potrà anche facilmente convincermi che nei suoi anni di presidenza prese molte decisioni rischiose e anche sbagliate ma dopo di questo rimane un grosso punto interrogativo che non permette, secondo me, di trarre conclusioni definitive.
A pagina 288-289 invece c’è un concetto più ampio in cui io vedo un analogia col presente ma anche profonde e significative differenze.
Hobsbwam spiega che nel 1965 (fino al 1975) gli USA si imbarcarono nella guerra del Vietnam che, secondo Hobsbwam, aveva poco senso e la sconfitta era prevista e prevedibile. Secondo l’autore sia i paesi alleati degli USA che quelli neutrali e perfino l’URSS avevano avvisato gli USA che era una pessima idea attaccare il Vietnam. La cosa interessante è che nessun alleato europeo (né tantomeno si pensò minimamente a usare la NATO come strumento di offesa!) mandò truppe per aiutare, anche solo simbolicamente, gli USA.
La guerra causò fra i 2,5 e i 3,5 milioni di morti, soprattutto fra i civili nord vietnamiti, e 58.000 morti nell’esercito americano. Il costo diretto della guerra fu di circa 170 miliardi di dollari ma, considerando i costi indiretti (come quelli per l’assistenza ai veterani), si passa a circa 1 trilione (*1).
Insomma, apparentemente la guerra del Vietnam fu un errore di calcolo clamoroso dovuto a “incomprensione, confusione e paranoia”.
Ovviamente il parallelo che vi vedo è la guerra in Ucraina: anch’esso un errore di calcolo clamoroso degli USA secondo me dovuto a incompetenza, presunzione (sopravvalutazione delle proprie forze militari) e pressioni delle lobbi dell’apparato militare industriale.
La differenza fondamentale e ancora più evidente è il comportamento degli alleati europei che hanno accettato di gettarsi anima e corpo in una guerra in cui non hanno niente da guadagnarci e tutto da rimetterci. Se l’orbo guida i ciechi chi sono coloro che seguono un demente? Ecco: ci siamo capiti...
Analogamente, nel 1973, nella guerra dello Yom Kippur i paesi europei si rifiutarono persino di permettere il transito degli aerei americani accorsi in aiuto di Israele per non alienarsi i paesi arabi fornitori di petrolio.
Di nuovo l’analogia con la guerra in Ucraina è evidente: i politici europei, come tanti ebeti incoscienti, non hanno esitato ad alienarsi i favori del loro più importante fornitore di energia a basso costo, cioè la Russia.
Da questo confronto emerge come dalla politica relativamente indipendente dell’Europa, che negli anni ‘60 e ‘70 cercava di tutelare i propri interessi, si sia passati a una totale acquiescenza verso i capricci demenziali e senili dell’alleato padrone.
La comparazione fra passato e presente mi permette inoltre di suggerire la mia personale ipotesi complottistica sull’assassinio di Kennedy.
In verità è molto semplice e ovvia: chi ci guadagna oggi dalla guerra in Ucraina? L’apparato militare industriale statunitense che si sta ingoiando gli “aiuti” a Kiev come fossero noccioline!
E chi ci guadagnò dalla guerra nel Vietnam? Di nuovo la risposta è l’apparato militare industriale statunitense.
Mi pare quindi plausibile ipotizzare che Kennedy subì la pressione da parte di tali poteri economici per scatenare una guerra sostanzialmente inutile e perdente ma che si rifiutò. Il vice presidente era forse più malleabile in questo senso e fu infatti lui a portare nel 1964 al coinvolgimento diretto degli USA in Vietnam. Insomma Kennedy, in questa mia teoria, fu ucciso per mille e duecento miliardi (non milioni!) di ragioni in dollari (tenendo presente l’adeguamento per l’inflazione!).
Non che ne sentissi particolarmente bisogno ma anche Hobsbwam mi conferma che il cambio di indirizzo politico/economico/sociale in occidente si ebbe con Reagan e la Thatcher e portò all’abbandono di politiche socialdemocratiche in favore del liberismo adesso imperante.
Vabbè vi cito l’autore altrimenti pensate che sia io a interpretarlo come fa comodo a me (!): «Era finito un lungo periodo di governi centristi e moderatamente socialdemocratici, mentre le politiche economiche e sociali dell’Età dell’oro sembravano fallire. In diversi paesi verso il 1980 salirono al potere governi ideologicamente di destra, impegnati in un programma di laissez-faire che favoriva un estremo egoismo economico. Fra questi i più importanti erano il governo di Raegan e quello della decisa e temibile signora Thatcher in Gran Bretagna (1979-90)» (*2).
Beh, poi ci sarebbero altri passaggi ancora più espliciti sulla guerra dichiarata da Raegan non solo al comunismo ma anche al liberalismo sociale e a qualsiasi interferenza dello stato nelle iniziative economiche dei privati (insomma il liberismo di cui ciancio sempre).
Conclusione: chiudo qui ma ci sarebbe ancora da scrivere: questo libro di Hobsbwam si sta rivelando decisamente più interessante di quanto avessi sospettato!
Nota (*1): cifre al valore del dollaro dell’epoca senza l’adeguamento per l’inflazione: per sapere a quanto corrisponde la spesa in dollari al valore attuale si deve moltiplicare per 8…
Nota (*2): tratto da “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbwam, (E.) BURexploit, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 293.
A dire il vero non ho in mente niente di particolare ma sono sicuro di avere annotato qualcosa di interessante.
Ecco qua! A pagina 287 Hobsbwam, in un capitolo dove ripercorre a grandi linee la guerra fredda, definisce Kennedy come “il più sopravvalutato dei presidenti americani”.
Lasciando perdere battute sull’attuale, visto che considerarlo “normale” è già una esagerazione, stavolta non mi trovo comunque d’accordo con Hobsbwam: sicuramente in un qualche capitolo successivo ci tornerà su e argomenterà il suo giudizio, ma il mio punto è un altro.
Secondo me il giudizio non può prescindere dal suo assassinio e dalle relative motivazioni di questo che sono tuttora ignote: fintanto che non sapremo chi e perché ha ucciso Kennedy non è possibile giudicarlo pienamente. Per quel che ne sappiamo potrebbe essere stato assassinato da qualche potere misterioso perché aveva in mente un’innovativa riforma economica che avrebbe penalizzato i grandi gruppi industriali a favore invece della popolazione più bisognosa: in tal caso il mio giudizio su di lui sarebbe sicuramente molto positivo. Oppure potrebbe essere stata la mafia per una sordida vicenda di denaro sporco e voti comprati: e in tal caso sarei decisamente d’accordo con Hobsbwam.
Ma fino a quando non sapremo perché è stato assassinato qualsiasi giudizio su di lui sarà parziale e incompleto. Hobsbwam potrà anche facilmente convincermi che nei suoi anni di presidenza prese molte decisioni rischiose e anche sbagliate ma dopo di questo rimane un grosso punto interrogativo che non permette, secondo me, di trarre conclusioni definitive.
A pagina 288-289 invece c’è un concetto più ampio in cui io vedo un analogia col presente ma anche profonde e significative differenze.
Hobsbwam spiega che nel 1965 (fino al 1975) gli USA si imbarcarono nella guerra del Vietnam che, secondo Hobsbwam, aveva poco senso e la sconfitta era prevista e prevedibile. Secondo l’autore sia i paesi alleati degli USA che quelli neutrali e perfino l’URSS avevano avvisato gli USA che era una pessima idea attaccare il Vietnam. La cosa interessante è che nessun alleato europeo (né tantomeno si pensò minimamente a usare la NATO come strumento di offesa!) mandò truppe per aiutare, anche solo simbolicamente, gli USA.
La guerra causò fra i 2,5 e i 3,5 milioni di morti, soprattutto fra i civili nord vietnamiti, e 58.000 morti nell’esercito americano. Il costo diretto della guerra fu di circa 170 miliardi di dollari ma, considerando i costi indiretti (come quelli per l’assistenza ai veterani), si passa a circa 1 trilione (*1).
Insomma, apparentemente la guerra del Vietnam fu un errore di calcolo clamoroso dovuto a “incomprensione, confusione e paranoia”.
Ovviamente il parallelo che vi vedo è la guerra in Ucraina: anch’esso un errore di calcolo clamoroso degli USA secondo me dovuto a incompetenza, presunzione (sopravvalutazione delle proprie forze militari) e pressioni delle lobbi dell’apparato militare industriale.
La differenza fondamentale e ancora più evidente è il comportamento degli alleati europei che hanno accettato di gettarsi anima e corpo in una guerra in cui non hanno niente da guadagnarci e tutto da rimetterci. Se l’orbo guida i ciechi chi sono coloro che seguono un demente? Ecco: ci siamo capiti...
Analogamente, nel 1973, nella guerra dello Yom Kippur i paesi europei si rifiutarono persino di permettere il transito degli aerei americani accorsi in aiuto di Israele per non alienarsi i paesi arabi fornitori di petrolio.
Di nuovo l’analogia con la guerra in Ucraina è evidente: i politici europei, come tanti ebeti incoscienti, non hanno esitato ad alienarsi i favori del loro più importante fornitore di energia a basso costo, cioè la Russia.
Da questo confronto emerge come dalla politica relativamente indipendente dell’Europa, che negli anni ‘60 e ‘70 cercava di tutelare i propri interessi, si sia passati a una totale acquiescenza verso i capricci demenziali e senili dell’alleato padrone.
La comparazione fra passato e presente mi permette inoltre di suggerire la mia personale ipotesi complottistica sull’assassinio di Kennedy.
In verità è molto semplice e ovvia: chi ci guadagna oggi dalla guerra in Ucraina? L’apparato militare industriale statunitense che si sta ingoiando gli “aiuti” a Kiev come fossero noccioline!
E chi ci guadagnò dalla guerra nel Vietnam? Di nuovo la risposta è l’apparato militare industriale statunitense.
Mi pare quindi plausibile ipotizzare che Kennedy subì la pressione da parte di tali poteri economici per scatenare una guerra sostanzialmente inutile e perdente ma che si rifiutò. Il vice presidente era forse più malleabile in questo senso e fu infatti lui a portare nel 1964 al coinvolgimento diretto degli USA in Vietnam. Insomma Kennedy, in questa mia teoria, fu ucciso per mille e duecento miliardi (non milioni!) di ragioni in dollari (tenendo presente l’adeguamento per l’inflazione!).
Non che ne sentissi particolarmente bisogno ma anche Hobsbwam mi conferma che il cambio di indirizzo politico/economico/sociale in occidente si ebbe con Reagan e la Thatcher e portò all’abbandono di politiche socialdemocratiche in favore del liberismo adesso imperante.
Vabbè vi cito l’autore altrimenti pensate che sia io a interpretarlo come fa comodo a me (!): «Era finito un lungo periodo di governi centristi e moderatamente socialdemocratici, mentre le politiche economiche e sociali dell’Età dell’oro sembravano fallire. In diversi paesi verso il 1980 salirono al potere governi ideologicamente di destra, impegnati in un programma di laissez-faire che favoriva un estremo egoismo economico. Fra questi i più importanti erano il governo di Raegan e quello della decisa e temibile signora Thatcher in Gran Bretagna (1979-90)» (*2).
Beh, poi ci sarebbero altri passaggi ancora più espliciti sulla guerra dichiarata da Raegan non solo al comunismo ma anche al liberalismo sociale e a qualsiasi interferenza dello stato nelle iniziative economiche dei privati (insomma il liberismo di cui ciancio sempre).
Conclusione: chiudo qui ma ci sarebbe ancora da scrivere: questo libro di Hobsbwam si sta rivelando decisamente più interessante di quanto avessi sospettato!
Nota (*1): cifre al valore del dollaro dell’epoca senza l’adeguamento per l’inflazione: per sapere a quanto corrisponde la spesa in dollari al valore attuale si deve moltiplicare per 8…
Nota (*2): tratto da “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbwam, (E.) BURexploit, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 293.
mercoledì 29 marzo 2023
Illusione del vaccino placebo
Una sorprendente dimostrazione pratica di un’illusione statistica ottenuta con una semplicissima manipolazione dei dati che agli occhi di un esperto (anche a me!) passerebbe senza dubbio inosservata.
Supponete di avere un “vaccino” che però in realtà è solo un placebo, ovvero non cambia assolutamente la mortalità della malattia alla quale è dedicato.
Supponete poi di avere due popolazioni: quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati. In entrambi i casi per ogni data settimana la mortalità è la stessa nei due gruppi perché il vaccino è per ipotesi un placebo. Cioè numero di morti vaccinati / totale vaccinati sarà uguale a numero morti non vaccinati / totale non vaccinati.
Se però sfalsiamo il numero di morti di una settimana si ottiene che la mortalità per i non vaccinati appare molto più piccola di quella dei non vaccinati che invece avrà un picco (illusorio) proprio quando aumenta di molto il numero dei vaccinati…
Per i dettagli e, soprattutto, il grafico impressionante rimando a questo video del professore di statistica Fenton: Placebo vaccine illusion demonstrated in Excel
Matrimonio - 30/3/2023
Non ricordo più dove ma qualche giorno fa ho sentito un’osservazione molto saggia che voglio condividere.
Come sappiamo (io lo scrissi il 24 febbraio 2021 in Altra lettura della crisi Russia-Ucraina-NATO) gli USA, scatenando la guerra in Ucraina, hanno spinto la Russia fra le braccia della Cina.
L’osservazione è questa: «I matrimoni d’interesse possono funzionare.»
In altre parole Russia e Cina non si amano: la Russia avrebbe di gran lungo preferito fare blocco insieme all’Europa occidentale e la Cina probabilmente non si fida più di tanto (e questo è reciproco). Ma Capitan Babbeo li ha spinti insieme…
Eppure questa unione forzata potrebbe funzionare per entrambi i paesi: è successo molto spesso in passato e niente vieta che accada in futuro.
Un’osservazione apparentemente semplice ma in verità molto profonda.
Purgatorio - 30/3/3023
Nel mio giorno di malattia di quest’anno ascoltai numerosissimi video fra cui molti di Barbero. In uno di questi descriveva alcuni errori storici comuni: uno di questi è la paura del giudizio universale nell’anno mille (e decenni successivi). Apparentemente non è vero che ci fosse questo terrore.
Siccome è qualcosa che ho imparato da giovane (al liceo) faccio fatica ad abituarmi all’idea che la paura del mille sia un’invenzione successiva...
Ripensando al pezzo Confessione indulgente mi sono reso conto che il sistema delle indulgenze può funzionare solo se non si crede che il giudizio universale sia imminente.
Come vendere per esempio 6000 anni di remissione di pena nel purgatorio se il giudizio universale avverrà in pochi anni?
Onestamente non ho mai letto niente al riguardo ma nel giorno del giudizio universale mi pare evidente che chi è in purgatorio comunque ne uscirà senza aspettare di scontare la propria “pena” in esso.
Quindi le indulgenze non solo devono seguire all’idea di Purgatorio ma l’idea di Purgatorio è incompatibile con quella di giudizio universale imminente.
Da questo punto di vista però questa relazione non aggiunge molto alla questione della fine del mondo nel 1000 perché l’idea del purgatorio (almeno secondo chatGPT!) si concretizza nel XII secolo. Se ciò fosse avvenuto nell’XI secolo (o prima) avrebbe confermato l’affermazione di Barbero…
Sunniti e sciiti - 30/3/2023
Mi sembra di averne già scritto ma vale la pena ribadirlo: la pace fra Arabia Saudita e Iran è un successo diplomatico gigantesco!
Incredibile la velocità con cui l’Arabia Saudita abbia fatto marameo agli USA. Io vi vedo la conferma di una mia teoria: la monarchia è più legata agli interessi del proprio paese di una generica classe politica “democratica” molto più facilmente corrompibile.
Mi chiedo cosa stiano pensando in Israele…
Sì, ho verificato: ne avevo già scritto due settimane fa in Sic transit...
MenteGPTcatti - 1/4/2023
Stamani:
Non ho neppure bisogno di sentire le motivazioni: suppongo che semplicemente ci siano state pressioni da parte di Google. Sarebbe interessante sapere cosa è successo a chatBing o come si chiama, ovvero la versione modificata di chatGPT accessibile da Bing...
Supponete di avere un “vaccino” che però in realtà è solo un placebo, ovvero non cambia assolutamente la mortalità della malattia alla quale è dedicato.
Supponete poi di avere due popolazioni: quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati. In entrambi i casi per ogni data settimana la mortalità è la stessa nei due gruppi perché il vaccino è per ipotesi un placebo. Cioè numero di morti vaccinati / totale vaccinati sarà uguale a numero morti non vaccinati / totale non vaccinati.
Se però sfalsiamo il numero di morti di una settimana si ottiene che la mortalità per i non vaccinati appare molto più piccola di quella dei non vaccinati che invece avrà un picco (illusorio) proprio quando aumenta di molto il numero dei vaccinati…
Per i dettagli e, soprattutto, il grafico impressionante rimando a questo video del professore di statistica Fenton: Placebo vaccine illusion demonstrated in Excel
Matrimonio - 30/3/2023
Non ricordo più dove ma qualche giorno fa ho sentito un’osservazione molto saggia che voglio condividere.
Come sappiamo (io lo scrissi il 24 febbraio 2021 in Altra lettura della crisi Russia-Ucraina-NATO) gli USA, scatenando la guerra in Ucraina, hanno spinto la Russia fra le braccia della Cina.
L’osservazione è questa: «I matrimoni d’interesse possono funzionare.»
In altre parole Russia e Cina non si amano: la Russia avrebbe di gran lungo preferito fare blocco insieme all’Europa occidentale e la Cina probabilmente non si fida più di tanto (e questo è reciproco). Ma Capitan Babbeo li ha spinti insieme…
Eppure questa unione forzata potrebbe funzionare per entrambi i paesi: è successo molto spesso in passato e niente vieta che accada in futuro.
Un’osservazione apparentemente semplice ma in verità molto profonda.
Purgatorio - 30/3/3023
Nel mio giorno di malattia di quest’anno ascoltai numerosissimi video fra cui molti di Barbero. In uno di questi descriveva alcuni errori storici comuni: uno di questi è la paura del giudizio universale nell’anno mille (e decenni successivi). Apparentemente non è vero che ci fosse questo terrore.
Siccome è qualcosa che ho imparato da giovane (al liceo) faccio fatica ad abituarmi all’idea che la paura del mille sia un’invenzione successiva...
Ripensando al pezzo Confessione indulgente mi sono reso conto che il sistema delle indulgenze può funzionare solo se non si crede che il giudizio universale sia imminente.
Come vendere per esempio 6000 anni di remissione di pena nel purgatorio se il giudizio universale avverrà in pochi anni?
Onestamente non ho mai letto niente al riguardo ma nel giorno del giudizio universale mi pare evidente che chi è in purgatorio comunque ne uscirà senza aspettare di scontare la propria “pena” in esso.
Quindi le indulgenze non solo devono seguire all’idea di Purgatorio ma l’idea di Purgatorio è incompatibile con quella di giudizio universale imminente.
Da questo punto di vista però questa relazione non aggiunge molto alla questione della fine del mondo nel 1000 perché l’idea del purgatorio (almeno secondo chatGPT!) si concretizza nel XII secolo. Se ciò fosse avvenuto nell’XI secolo (o prima) avrebbe confermato l’affermazione di Barbero…
Sunniti e sciiti - 30/3/2023
Mi sembra di averne già scritto ma vale la pena ribadirlo: la pace fra Arabia Saudita e Iran è un successo diplomatico gigantesco!
Incredibile la velocità con cui l’Arabia Saudita abbia fatto marameo agli USA. Io vi vedo la conferma di una mia teoria: la monarchia è più legata agli interessi del proprio paese di una generica classe politica “democratica” molto più facilmente corrompibile.
Mi chiedo cosa stiano pensando in Israele…
Sì, ho verificato: ne avevo già scritto due settimane fa in Sic transit...
MenteGPTcatti - 1/4/2023
Stamani:
Non ho neppure bisogno di sentire le motivazioni: suppongo che semplicemente ci siano state pressioni da parte di Google. Sarebbe interessante sapere cosa è successo a chatBing o come si chiama, ovvero la versione modificata di chatGPT accessibile da Bing...
Confessione indulgente
Pezzo anomalo oggi.
Da una parte voglio mostrare il mio modo di ragionare su una questione per me nuova; da un’altra invece come interagisco con chatGPT e che logica seguo per porgli le mie domande; infine anche la questione stessa a cui tutto questo gira intorno è, mi pare, interessante di per sé.
Tutto parte dal mio corto La confessione di KGB che per motivi che non sto a spiegare ho inoltrato a un mio amico per sapere cosa ne pensasse.
La sua risposta è stata “criptica”:
«Eh Eh... sono d'accordo.
Ma se fosse richiesto un atto concreto e un vero sacrificio per espiare, non si pentirebbe nessuno.
Meditate gente. meditate.»
Mi sono quindi divertito a elaborare la sua risposta e a mia volta gli ho scritto:
«è una buona osservazione la tua. In pratica suggerisci che la Chiesa VOLUTAMENTE ha ridotto la confessione a un formalismo per poterla convertire più facilmente in potere. Un po' come per le indulgenze: espiazione trasformata in pagamento.
Sarebbe interessante sapere se nella storia della Chiesa, nel cristianesimo antico ma anche in quello medioevale (dopo papa Gregorio per capirci) la confessione fosse diversa e si sia trasformata in questa farsa burocratica solo, appunto, con la nascita delle indulgenze con le quali è evidentemente sinergica. Mi è venuto a mente adesso che nel cristianesimo antico la confessione era pubblica: quindi sicuramente un'evoluzione c'è stata...
Investigherò un po'...»
Fino a pochi mesi fa avrei a questo punto cercato degli articoli su Google, magari partendo dalle informazioni di Wikipedia. Un compito ingrato perché la mia ipotesi, come si può intuire dalla mia epistola, è già piuttosto definita e sarei interessato solo a conferme o smentite che normalmente sarebbero sommerse e nascoste da numerose altre informazioni per me non interessanti.
Adesso invece c’è chatGPT a cui posso chiedere direttamente le informazioni che mi interessano ricevendo, in genere, risposte chiare (anche se non sempre esattissime!).
Ho notato che se chiedo a chatGPT qualcosa come “È vero che XXX?” di solito mi risponde in maniera condiscendente “Sì è vero ma, tieni presente, ci sono anche questi altri fattori ELENCO” e a questo punto mi rimane il dubbio di quale sia effettivamente l’importanza di quanto ho affermato relativamente agli altri elementi.
Per questo credo che sia più utile non porre direttamente la questione ma verificare se le premesse che portano a essa sono confermate oppure no.
Ho quindi iniziato chiedendogli: «[KGB] Mi riassumi l'evoluzione del sacramento della Confessione nel cristianesimo antico, nel basso medioevo, nell'alto medioevo e nel rinascimento?»
Ora non voglio ricopiare tutte le risposte di chatGPT altrimenti viene un pezzo lunghissimo!
In pratica mi risponde che c’è stata un’evoluzione notevole e che le indulgenze iniziano ad apparire nel basso medioevo (*1).
Adesso voglio cercare di capire se c’è grossomodo una correlazione fra confessione formale/burocratica e indulgenze. Con indulgenze (remissione della pena temporale) avevo in mente solo quelle in cambio di denaro ma poi, conversando con chatGPT, emerge che inizialmente erano in cambio di penitenze.
Poi non resisto e vado dritto al punto chiedendogli: «[KGB] Secondo te è plausibile che la confessione fu resa obbligatoria dalla Chiesa per poter aumentare la propria influenza e autorità sulla popolazione?»
E, come previsto mi ha risposto “sì, è un fattore ma anche no perché c’è una pluralità di elementi bla bla bla…”
Allora ho dovuto fare un passo indietro con l’idea di capire l’evoluzione della confessione durante i diversi periodi: «[KGB] In cosa consisteva la liturgia della confessione nelle varie epoche? (cristianesimo antico, alto medioevo, basso medioevo e rinascimento)»
E chatGPT mi risponde qualcosa di simile alla mia prima domanda (che in effetti è simile se non identica) e, come mi aspettavo, appare evidente che il momento critico avviene fra il basso medioevo e il rinascimento.
Chiedo quindi più precisamente: «[KGB] Mi puoi fornire notizie sulla diversità delle penitenze fra basso medioevo e rinascimento?». Perché alla fine mi rendo conto che quello che conta dal punto di vista della mia ipotesi è la penitenza: quando questa diviene meno concreta ma più formale devono assurgere le indulgenze: cioè il perdono deve divenire facile ma, in cambio, si inizia a trafficare con la remissione del peccato. Dal punto di vista della mia teoria il parapotere religioso inizia a convertire la propria autorità sui fedeli in denaro.
La risposta di chatGPT è come al solito molto articolata ma la parola chiave “indulgenza” appare in corrispondenza del rinascimento.
A questo punto mi viene in mente qualcosa che avevo letto chissà dove e chissà quando: come facciamo ad avere tutte queste informazioni su penitenze e confessione? Semplicemente perché esistevano dei libri chiamati penitenziari dove, a beneficio dei sacerdoti, erano elencati tutta una serie di peccati con relative penitenze. Così gli chiedo: «[KGB] Quando nacquero i primi penitenziari? (intendo i libri, non le prigioni!)»
ChatGPT mi risponde dal VI secolo (che corrisponde più o meno all’epoca di Gregorio Magno che avevo menzionato al mio amico) in poi.
Ritorno poi al filone principale: «[KGB] Quando nacque la pratica delle indulgenze?»
ChatGPT mi risponde che l’usanza è antica ma nella forma comunemente intesa si ha dal XII secolo e progressivamente a crescere fino al XVI con addirittura la vendita (che porterà alla Riforma protestante).
Chiedo quindi: «[KGB] Quando nasce l'associazione fra indulgenza e donazione in denaro?»
E qui mi risponde che le indulgenze si iniziano a comprare dal XIII secolo e progressivamente la pratica si diffonde sempre di più.
Vedo quindi di stimare quanto la penitenza (e quindi la confessione) diventi formale in questi secoli critici: «[KGB] Sai indicarmi le principali variazioni nelle penitenze dei penitenziali del XIII, XIV, XV e XVI secolo?»
Per una volta presento direttamente la risposta ricevuta: «[chatGPT] Ci sono alcune variazioni significative nelle penitenze elencate nei penitenziali durante il XIII, XIV, XV e XVI secolo. Di seguito ne riporto alcune:
Mi sembra chiaro che il passaggio al formalismo della penitenza (semplice preghiera) si ha nel XIV secolo con penitenze concrete evidentemente solo per i peccati più gravi (mentre ancora nel XIII il perdono veniva fatto “sudare”).
Chiedo quindi per essere sicuro: «[KGB] Quando è che le indulgenze consistenti in donativi alla Chiesa divennero più frequenti di quelle legate a penitenze di altro genere?».
E chatGPT mi conferma che tale passaggio si ha nel XIV secolo, ovvero il secolo che avevo individuato come quello del passaggio al formalismo (penitenza in preghiere) della confessione.
Qui ringrazio e saluto ma poi mi viene in mente che le indulgenze devono essere legate al concetto di purgatorio: ovvero ci deve essere un posto dove scontare una pena temporanea (e non eterna come all’inferno) affinché le indulgenze abbiano senso. La cosa non c’entra direttamente con la mia ipotesi che lega insieme confessione formale a indulgenze (che come abbiamo visto si può fare risalire al XIV secolo e da lì in crescendo nel XV fino all’inizio del XVI secolo quando poi, dopo la riforma di Lutero, ci fu la controriforma sancita dal concilio di Trento 1545-1563, in più sessioni) ma mi incuriosiva l’idea di un protomito che giustifichi da un punto di vista religioso le indulgenze.
Per farla breve (ho fatto due o tre domande sull’argomento) l’idea base di un luogo di espiazione risale già ai primi secoli del cristianesimo ma il concetto prende corpo (diventa un protomito forte) a partire dal XII secolo o, più probabilmente dal XIII. E infatti è nel XIII secolo che si diffondono le indulgenze anche se, inizialmente, ancora venivano fatte “sudare” con penitenze vere e proprie.
In definitiva io credo che la maniera migliore per utilizzare chatGPT non sia quella di porgli una domanda diretta: da una parte tende a non compromettersi con risposte nette (soprattutto se la domanda è complessa) e da un’altra potrebbero esserci errori anche significativi.
Se invece si verifica che le premesse che portano alla nostra conclusione sono corrette si ottiene indirettamente la conferma della nostra ipotesi e contemporaneamente diventano meno significativi eventuali errori di chatGPT visto che il singolo errore specifico non influenza troppo i concetti generali.
Anche se si tratta di fenomeni progressivi, senza quindi date precise, mi sembra di aver trovato conferma che quando la confessione diviene una formalità (la penitenza si riduce a qualche preghiera) le indulgenze acquistano maggiore importanza e, soprattutto, iniziano a essere comprate in denaro: ovvero nel XIV secolo.
Conclusione: non so se mettere il marcatore “Peso” a questo pezzo…. ba, mi sa di sì: il mio modo di ragionare probabilmente interessa solo me; la maniera di interrogare chatGPT non è ancora ben definita e la relazione fra formalismo della confessione e diffusione delle indulgenze in cambio di denaro è forse un po’ troppo sottile e astratta per il lettore medio (ma a me interessa moltissimo perché, nella mia teoria dell’Epitome, equivale a un’interessante conversione di forza di un parapotere).
Nota (*1): che lui chiama “alto”: vedi il corto Basso o alto?...
Da una parte voglio mostrare il mio modo di ragionare su una questione per me nuova; da un’altra invece come interagisco con chatGPT e che logica seguo per porgli le mie domande; infine anche la questione stessa a cui tutto questo gira intorno è, mi pare, interessante di per sé.
Tutto parte dal mio corto La confessione di KGB che per motivi che non sto a spiegare ho inoltrato a un mio amico per sapere cosa ne pensasse.
La sua risposta è stata “criptica”:
«Eh Eh... sono d'accordo.
Ma se fosse richiesto un atto concreto e un vero sacrificio per espiare, non si pentirebbe nessuno.
Meditate gente. meditate.»
Mi sono quindi divertito a elaborare la sua risposta e a mia volta gli ho scritto:
«è una buona osservazione la tua. In pratica suggerisci che la Chiesa VOLUTAMENTE ha ridotto la confessione a un formalismo per poterla convertire più facilmente in potere. Un po' come per le indulgenze: espiazione trasformata in pagamento.
Sarebbe interessante sapere se nella storia della Chiesa, nel cristianesimo antico ma anche in quello medioevale (dopo papa Gregorio per capirci) la confessione fosse diversa e si sia trasformata in questa farsa burocratica solo, appunto, con la nascita delle indulgenze con le quali è evidentemente sinergica. Mi è venuto a mente adesso che nel cristianesimo antico la confessione era pubblica: quindi sicuramente un'evoluzione c'è stata...
Investigherò un po'...»
Fino a pochi mesi fa avrei a questo punto cercato degli articoli su Google, magari partendo dalle informazioni di Wikipedia. Un compito ingrato perché la mia ipotesi, come si può intuire dalla mia epistola, è già piuttosto definita e sarei interessato solo a conferme o smentite che normalmente sarebbero sommerse e nascoste da numerose altre informazioni per me non interessanti.
Adesso invece c’è chatGPT a cui posso chiedere direttamente le informazioni che mi interessano ricevendo, in genere, risposte chiare (anche se non sempre esattissime!).
Ho notato che se chiedo a chatGPT qualcosa come “È vero che XXX?” di solito mi risponde in maniera condiscendente “Sì è vero ma, tieni presente, ci sono anche questi altri fattori ELENCO” e a questo punto mi rimane il dubbio di quale sia effettivamente l’importanza di quanto ho affermato relativamente agli altri elementi.
Per questo credo che sia più utile non porre direttamente la questione ma verificare se le premesse che portano a essa sono confermate oppure no.
Ho quindi iniziato chiedendogli: «[KGB] Mi riassumi l'evoluzione del sacramento della Confessione nel cristianesimo antico, nel basso medioevo, nell'alto medioevo e nel rinascimento?»
Ora non voglio ricopiare tutte le risposte di chatGPT altrimenti viene un pezzo lunghissimo!
In pratica mi risponde che c’è stata un’evoluzione notevole e che le indulgenze iniziano ad apparire nel basso medioevo (*1).
Adesso voglio cercare di capire se c’è grossomodo una correlazione fra confessione formale/burocratica e indulgenze. Con indulgenze (remissione della pena temporale) avevo in mente solo quelle in cambio di denaro ma poi, conversando con chatGPT, emerge che inizialmente erano in cambio di penitenze.
Poi non resisto e vado dritto al punto chiedendogli: «[KGB] Secondo te è plausibile che la confessione fu resa obbligatoria dalla Chiesa per poter aumentare la propria influenza e autorità sulla popolazione?»
E, come previsto mi ha risposto “sì, è un fattore ma anche no perché c’è una pluralità di elementi bla bla bla…”
Allora ho dovuto fare un passo indietro con l’idea di capire l’evoluzione della confessione durante i diversi periodi: «[KGB] In cosa consisteva la liturgia della confessione nelle varie epoche? (cristianesimo antico, alto medioevo, basso medioevo e rinascimento)»
E chatGPT mi risponde qualcosa di simile alla mia prima domanda (che in effetti è simile se non identica) e, come mi aspettavo, appare evidente che il momento critico avviene fra il basso medioevo e il rinascimento.
Chiedo quindi più precisamente: «[KGB] Mi puoi fornire notizie sulla diversità delle penitenze fra basso medioevo e rinascimento?». Perché alla fine mi rendo conto che quello che conta dal punto di vista della mia ipotesi è la penitenza: quando questa diviene meno concreta ma più formale devono assurgere le indulgenze: cioè il perdono deve divenire facile ma, in cambio, si inizia a trafficare con la remissione del peccato. Dal punto di vista della mia teoria il parapotere religioso inizia a convertire la propria autorità sui fedeli in denaro.
La risposta di chatGPT è come al solito molto articolata ma la parola chiave “indulgenza” appare in corrispondenza del rinascimento.
A questo punto mi viene in mente qualcosa che avevo letto chissà dove e chissà quando: come facciamo ad avere tutte queste informazioni su penitenze e confessione? Semplicemente perché esistevano dei libri chiamati penitenziari dove, a beneficio dei sacerdoti, erano elencati tutta una serie di peccati con relative penitenze. Così gli chiedo: «[KGB] Quando nacquero i primi penitenziari? (intendo i libri, non le prigioni!)»
ChatGPT mi risponde dal VI secolo (che corrisponde più o meno all’epoca di Gregorio Magno che avevo menzionato al mio amico) in poi.
Ritorno poi al filone principale: «[KGB] Quando nacque la pratica delle indulgenze?»
ChatGPT mi risponde che l’usanza è antica ma nella forma comunemente intesa si ha dal XII secolo e progressivamente a crescere fino al XVI con addirittura la vendita (che porterà alla Riforma protestante).
Chiedo quindi: «[KGB] Quando nasce l'associazione fra indulgenza e donazione in denaro?»
E qui mi risponde che le indulgenze si iniziano a comprare dal XIII secolo e progressivamente la pratica si diffonde sempre di più.
Vedo quindi di stimare quanto la penitenza (e quindi la confessione) diventi formale in questi secoli critici: «[KGB] Sai indicarmi le principali variazioni nelle penitenze dei penitenziali del XIII, XIV, XV e XVI secolo?»
Per una volta presento direttamente la risposta ricevuta: «[chatGPT] Ci sono alcune variazioni significative nelle penitenze elencate nei penitenziali durante il XIII, XIV, XV e XVI secolo. Di seguito ne riporto alcune:
- XIII secolo: i penitenziali di questo periodo spesso elencavano penitenze severe, come il digiuno prolungato, la flagellazione e la pellegrinaggio. Tuttavia, spesso si prescrivevano penitenze specifiche in base al tipo di peccato commesso. Ad esempio, un penitente che aveva commesso un peccato di lussuria avrebbe potuto essere invitato a fare un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, mentre uno che aveva commesso un peccato di rapina avrebbe potuto essere invitato a restituire il bottino.
- XIV secolo: in questo periodo, alcune delle penitenze più severe, come la flagellazione, divennero meno comuni. Tuttavia, le penitenze spesso erano ancora specifiche per il tipo di peccato commesso e comprendevano atti di devozione, come la recita di preghiere o la visita di chiese. Le penitenze potevano essere anche calibrate in base alla gravità del peccato.
- XV secolo: in questo periodo, le penitenze specifiche per il tipo di peccato commesso divennero meno comuni e furono sostituite da penitenze generali, come la recita di preghiere e il digiuno. Inoltre, in alcuni casi, si concedevano indulgenze per le penitenze eseguite.
- XVI secolo: in questo periodo, le penitenze erano spesso calibrate in base alla gravità del peccato, ma erano meno specifiche rispetto al tipo di peccato commesso. Le penitenze erano spesso meno severe di quelle elencate nei penitenziali precedenti e spesso consistevano in atti di devozione, come la recita di preghiere e la partecipazione alla messa. Inoltre, in questo periodo, la pratica delle indulgenze divenne più diffusa e fu spesso associata alle penitenze.
Mi sembra chiaro che il passaggio al formalismo della penitenza (semplice preghiera) si ha nel XIV secolo con penitenze concrete evidentemente solo per i peccati più gravi (mentre ancora nel XIII il perdono veniva fatto “sudare”).
Chiedo quindi per essere sicuro: «[KGB] Quando è che le indulgenze consistenti in donativi alla Chiesa divennero più frequenti di quelle legate a penitenze di altro genere?».
E chatGPT mi conferma che tale passaggio si ha nel XIV secolo, ovvero il secolo che avevo individuato come quello del passaggio al formalismo (penitenza in preghiere) della confessione.
Qui ringrazio e saluto ma poi mi viene in mente che le indulgenze devono essere legate al concetto di purgatorio: ovvero ci deve essere un posto dove scontare una pena temporanea (e non eterna come all’inferno) affinché le indulgenze abbiano senso. La cosa non c’entra direttamente con la mia ipotesi che lega insieme confessione formale a indulgenze (che come abbiamo visto si può fare risalire al XIV secolo e da lì in crescendo nel XV fino all’inizio del XVI secolo quando poi, dopo la riforma di Lutero, ci fu la controriforma sancita dal concilio di Trento 1545-1563, in più sessioni) ma mi incuriosiva l’idea di un protomito che giustifichi da un punto di vista religioso le indulgenze.
Per farla breve (ho fatto due o tre domande sull’argomento) l’idea base di un luogo di espiazione risale già ai primi secoli del cristianesimo ma il concetto prende corpo (diventa un protomito forte) a partire dal XII secolo o, più probabilmente dal XIII. E infatti è nel XIII secolo che si diffondono le indulgenze anche se, inizialmente, ancora venivano fatte “sudare” con penitenze vere e proprie.
In definitiva io credo che la maniera migliore per utilizzare chatGPT non sia quella di porgli una domanda diretta: da una parte tende a non compromettersi con risposte nette (soprattutto se la domanda è complessa) e da un’altra potrebbero esserci errori anche significativi.
Se invece si verifica che le premesse che portano alla nostra conclusione sono corrette si ottiene indirettamente la conferma della nostra ipotesi e contemporaneamente diventano meno significativi eventuali errori di chatGPT visto che il singolo errore specifico non influenza troppo i concetti generali.
Anche se si tratta di fenomeni progressivi, senza quindi date precise, mi sembra di aver trovato conferma che quando la confessione diviene una formalità (la penitenza si riduce a qualche preghiera) le indulgenze acquistano maggiore importanza e, soprattutto, iniziano a essere comprate in denaro: ovvero nel XIV secolo.
Conclusione: non so se mettere il marcatore “Peso” a questo pezzo…. ba, mi sa di sì: il mio modo di ragionare probabilmente interessa solo me; la maniera di interrogare chatGPT non è ancora ben definita e la relazione fra formalismo della confessione e diffusione delle indulgenze in cambio di denaro è forse un po’ troppo sottile e astratta per il lettore medio (ma a me interessa moltissimo perché, nella mia teoria dell’Epitome, equivale a un’interessante conversione di forza di un parapotere).
Nota (*1): che lui chiama “alto”: vedi il corto Basso o alto?...
martedì 28 marzo 2023
La confessione di KGB
Evidentemente Josè Rizal mi è rimasto in mente…
Mentre scrivevo il pezzo sui “sassolini” (che dovrebbe apparire il 29 marzo) ho avuto una buona intuizione. Rizal si schiera contro il sacramento della Confessione e suggerisce invece una personale espiazione del crimine fatto.
In realtà io credo che il perdono di chi è sinceramente pentito sia moralmente corretto. La parola chiave è però “sinceramente”. Se si è realmente pentiti di quanto fatto dovrebbe essere conseguente voler anche cercare di rimediare, per quanto possibile, al nostro errore.
La Chiesa avrebbe dovuto insistere su questo punto: se il pentimento è sincero allora il tentativo di redimersi dovrebbe essere conseguente e spontaneo. Al contrario la Confessione si è trasformata in un formalismo: una specie di timbro burocratico che perdona le colpe confessate ma che basta in se stesso, che non richiede niente altro.
In pratica la Chiesa non si preoccupa della sincerità: "ci pensa Dio se il pentimento non è sincero, non è un problema nostro". Invece a me sembra che il sacerdote, all’atto di assegnare la penitenza, dovrebbe dire qualcosa del tipo: “Fai quello che il cuore ti dice di fare per dimostrare il tuo pentimento” invece che far distrattamente ripetere più volte le stesse preghiere (*1).
Nota (*1): il sacerdote deve infatti stare attento a non dare penitenze che non possono essere eseguite perché altrimenti la confessione non sarebbe valida, cioè il peccato non sarebbe perdonato (credo).
Asmongold ISTP - 28/3/2023
Mi sono convinto che Asmongold non è un INTP (v. Insonnia MBTI) ma un ISTP. La sua caratteristica saliente è la velocità con cui analizza (logicamente) quanto affermato nel video che sta guardando o che magari ha letto nella chat e immediatamente emette il suo verdetto o comunque fa osservazioni non banali al riguardo.
Questa caratteristica gliela fornisce la funzione secondaria Se degli ISTP mentre gli INTP hanno Si (che funziona diversamente) e come funzione terziaria.
Un INTP prende in considerazione troppe possibilità (Ne) per poter emettere un giudizio (sensato) con la velocità di Asmongold.
Il suo disordine (molto INTP) poi può dipendere semplicemente da P invece che J.
Come detto questi siti in linea con le valutazioni psicologiche votate dagli utenti non sono di per sé molto affidabili e poi hanno un sensibile bias verso il tipo INTP…
Dubbio traduzione Rawls - 28/3/2023
Oggi ho letto una mezza pagina di Rawls senza capirci niente. Mi ero però accorto che la parola chiave era “esternalità economica”. Un’esternalità è un effetto collaterale, positivo o negativo, dato dalla produzione di un prodotto che non ricade sul suo costo finale.
La miniera cinese che opera distruggendo l’ambiente circostante può tenere bassi i costi di produzione perché non deve risarcire i danni che procura.
Sapendo questo, a posteriori, capisco che Rawls voleva semplicemente affermare che la politica deve tenere conto di queste esternalità per annullarle quando necessario: un concetto complessivamente banale.
Eppure ancora adesso, rileggendo la mia copia in italiano, ci si capisce poco o nulla: tradurre i testi di filosofia non deve essere semplice ma in questo caso sono piuttosto sicuro che il traduttore avrebbe potuto fare meglio. Non so: ho come la sensazione che non sapesse cosa significa esternalità e che quindi lui per primo non è riuscito a comprendere il senso delle parole di Rawls.
Basso o alto? - 28/3/2023
In una precedente domanda (sull’evoluzione del sacramento della confessione!) che avevo fatto a chatGPT mi ero insospettito notando che, nella sua spiegazione cronologica, aveva anteposto il basso medioevo all’alto. Quindi ho voluto indagare e abbiamo avuto il seguente “dialogo”:
Quello che scrive chatGPT va decisamente preso con le molle!
Squadra di serie C - 29/3/2023
Da qualche giorno riflettevo sulla qualità della squadra di Capitan Babbeo.
Tradizionalmente si dice sempre che i collaboratori del presidente sono del massimo livello e compensano le sue eventuali deficienze.
Questo è probabilmente vero per un presidente “normale” ma nel caso di Biden dubito che le sue scelte siano all’altezza e, del resto, i collaboratori suggeriti dal partito che qualità avranno se non quella di essere ben voluti e malleabili ai suggerimenti delle lobbi?
Poi, ovviamente, io non conosco i membri della sua squadra se non la vice presidente e la portavoce alla Casa Bianca (o addetta alla stampa: non so quale sia il suo titolo ufficiale) e sono entrambe raccapriccianti: ma degli altri non posso dire niente.
Casualmente oggi mi sono imbattuto proprio in un video di una fonte che seguo sull’argomento: The Banality of Biden’s Advisers - Ray McGovern dal canale Judge Napolitano – Judging Freedom
Per quel che vale l’intervistato (che non so chi sia) conferma le mie sensazioni e il suo giudizio più ricorrente sui vari componenti della squadra presidenziale è “dumb”, cioè “tonti”...
Mentre scrivevo il pezzo sui “sassolini” (che dovrebbe apparire il 29 marzo) ho avuto una buona intuizione. Rizal si schiera contro il sacramento della Confessione e suggerisce invece una personale espiazione del crimine fatto.
In realtà io credo che il perdono di chi è sinceramente pentito sia moralmente corretto. La parola chiave è però “sinceramente”. Se si è realmente pentiti di quanto fatto dovrebbe essere conseguente voler anche cercare di rimediare, per quanto possibile, al nostro errore.
La Chiesa avrebbe dovuto insistere su questo punto: se il pentimento è sincero allora il tentativo di redimersi dovrebbe essere conseguente e spontaneo. Al contrario la Confessione si è trasformata in un formalismo: una specie di timbro burocratico che perdona le colpe confessate ma che basta in se stesso, che non richiede niente altro.
In pratica la Chiesa non si preoccupa della sincerità: "ci pensa Dio se il pentimento non è sincero, non è un problema nostro". Invece a me sembra che il sacerdote, all’atto di assegnare la penitenza, dovrebbe dire qualcosa del tipo: “Fai quello che il cuore ti dice di fare per dimostrare il tuo pentimento” invece che far distrattamente ripetere più volte le stesse preghiere (*1).
Nota (*1): il sacerdote deve infatti stare attento a non dare penitenze che non possono essere eseguite perché altrimenti la confessione non sarebbe valida, cioè il peccato non sarebbe perdonato (credo).
Asmongold ISTP - 28/3/2023
Mi sono convinto che Asmongold non è un INTP (v. Insonnia MBTI) ma un ISTP. La sua caratteristica saliente è la velocità con cui analizza (logicamente) quanto affermato nel video che sta guardando o che magari ha letto nella chat e immediatamente emette il suo verdetto o comunque fa osservazioni non banali al riguardo.
Questa caratteristica gliela fornisce la funzione secondaria Se degli ISTP mentre gli INTP hanno Si (che funziona diversamente) e come funzione terziaria.
Un INTP prende in considerazione troppe possibilità (Ne) per poter emettere un giudizio (sensato) con la velocità di Asmongold.
Il suo disordine (molto INTP) poi può dipendere semplicemente da P invece che J.
Come detto questi siti in linea con le valutazioni psicologiche votate dagli utenti non sono di per sé molto affidabili e poi hanno un sensibile bias verso il tipo INTP…
Dubbio traduzione Rawls - 28/3/2023
Oggi ho letto una mezza pagina di Rawls senza capirci niente. Mi ero però accorto che la parola chiave era “esternalità economica”. Un’esternalità è un effetto collaterale, positivo o negativo, dato dalla produzione di un prodotto che non ricade sul suo costo finale.
La miniera cinese che opera distruggendo l’ambiente circostante può tenere bassi i costi di produzione perché non deve risarcire i danni che procura.
Sapendo questo, a posteriori, capisco che Rawls voleva semplicemente affermare che la politica deve tenere conto di queste esternalità per annullarle quando necessario: un concetto complessivamente banale.
Eppure ancora adesso, rileggendo la mia copia in italiano, ci si capisce poco o nulla: tradurre i testi di filosofia non deve essere semplice ma in questo caso sono piuttosto sicuro che il traduttore avrebbe potuto fare meglio. Non so: ho come la sensazione che non sapesse cosa significa esternalità e che quindi lui per primo non è riuscito a comprendere il senso delle parole di Rawls.
Basso o alto? - 28/3/2023
In una precedente domanda (sull’evoluzione del sacramento della confessione!) che avevo fatto a chatGPT mi ero insospettito notando che, nella sua spiegazione cronologica, aveva anteposto il basso medioevo all’alto. Quindi ho voluto indagare e abbiamo avuto il seguente “dialogo”:
Quello che scrive chatGPT va decisamente preso con le molle!
Squadra di serie C - 29/3/2023
Da qualche giorno riflettevo sulla qualità della squadra di Capitan Babbeo.
Tradizionalmente si dice sempre che i collaboratori del presidente sono del massimo livello e compensano le sue eventuali deficienze.
Questo è probabilmente vero per un presidente “normale” ma nel caso di Biden dubito che le sue scelte siano all’altezza e, del resto, i collaboratori suggeriti dal partito che qualità avranno se non quella di essere ben voluti e malleabili ai suggerimenti delle lobbi?
Poi, ovviamente, io non conosco i membri della sua squadra se non la vice presidente e la portavoce alla Casa Bianca (o addetta alla stampa: non so quale sia il suo titolo ufficiale) e sono entrambe raccapriccianti: ma degli altri non posso dire niente.
Casualmente oggi mi sono imbattuto proprio in un video di una fonte che seguo sull’argomento: The Banality of Biden’s Advisers - Ray McGovern dal canale Judge Napolitano – Judging Freedom
Per quel che vale l’intervistato (che non so chi sia) conferma le mie sensazioni e il suo giudizio più ricorrente sui vari componenti della squadra presidenziale è “dumb”, cioè “tonti”...
Insonnia MBTI
Insonnia!
Sono le 5:00 ma è da due ore e mezza che sono sveglio, ho anche letto mezz’ora di “Mendicanti di Spagna”: però la noia assomiglia alla sonnolenza ma non lo è…
Comunque, finalmente, verso pagina 100, al capitolo 9, nasce la trama! Le precedenti cento pagine sono servite a creare l’ambientazione e a spiegare la personalità della protagonista. Secondo me un bravo scrittore sarebbe riuscito a fare tutto insieme: l’intreccio si sarebbe dovuto sviluppare fin dall’inizio insieme ad ambientazione e personalità dei personaggi.
C’è anche un abbozzo di storia rosa che spero rimanga di sfondo e di un rapporto fra sorelle gemelle mal riuscito, potenzialmente interessante, ma al momento completamente sterile. L’idea di fondo non mi torna e ancor meno quella dell’intreccio che nasce adesso. Comunque vedremo.
Sempre in questo capitolo, di un nuovo personaggio, l’autrice scrive: «[…] uno sgualcito abito marrone che non era né dozzinale né costoso [...]»
Il “né dozzinale né costoso” mi ha colpito. Ho dovuto fermarmi un attimo per ricordarmi dove aveva già usato un’espressione simile: dopo un secondo mi sono ricordato che l’aveva fatto nel primo capitolo per descrivere un personaggio secondario, la mamma della protagonista. Anche allora infatti la frase mi era rimasta impressa. Come mai?
Ci ho pensato adesso: credo che dipenda dal fatto che si tratta di una descrizione soggettiva. Se si dice “abito costoso” si intende un abito firmato o magari fatto su misura da un sarto; analogamente un “abito dozzinale” è quello che si compra al mercato o in un grande magazzino economico. Ma tutto ciò che è nel mezzo è soggettivo. Per esempio, per un italiano un maglione da 300€ (che io non comprerei mai!) è magari qualcosa di intermedio, un bel regalo di Natale; ma per un etiope è un abito estremamente costoso. Ma anche senza scomodare diverse nazionalità, già fra italiani con redditi diversi, il maglione da 300€ può essere giudicato altrettanto diversamente…
Quindi l’autrice non è una INTP. Ho scoperto che, per quel che valgono (poco!), in Rete si trova il profilo supposto anche di personaggi marginalmente noti. Vedi poi.
Vediamo cosa dicono di Nancy Kress… ah! ah! lei non c’è… in compenso ho scoperto che è morta nell’estate del 2021 per un collasso (*1)…
Mi stupisce non trovare niente su di lei (evidentemente questa sua trilogia è meno di successo di quanto pensassi/sperassi!) perché invece, ieri sera, ho trovato ipotesi su altri due personaggi.
Il primo è un tubista che si chiama Asmongold che in realtà, nell’ambiente, ho scoperto essere piuttosto famoso.
Da tempo pensavo di scriverci un pezzo: trovo infatti affascinante come riesca a dire quello che pensa, contraddicendo spesso molti dei suoi seguaci, senza però allontanarli da sé. Come ho scritto altrove, una delle molte ragioni per cui ho pochi lettori è che ho preso posizione sia politicamente che su molte altre problematiche spinose (gestione pandemia, guerra in Ucraina tanto per ricordare le più recenti). Quando parlo male del M5S, del PD, della Lega, di Forza Italia o di Fratelli d’Italia automaticamente mi alieno le simpatie dei loro sostenitori (e così per i pro-vax e gli anti Putin): chiaro che mi rimane poco!
Probabilmente il segreto di Asmongold è un non segreto: il fatto è che lui parla, in genere, di giochi. Affermare che i druidi sono una cattiva classe in WoW è probabilmente meno divisivo che dire che il PD non è un partito di sinistra…
Ma, insomma, forse un giorno ci scriverò un pezzo a parte.
Comunque su Asmongold ho trovato la sua pagina su Personality-Database.com!
Lo danno come INTP con 101 voti su 227, seguito da ISTP con 85 voti (la terza ipotesi è ENTP con 14 voti ma lui è abbastanza evidentemente un I).
Onestamente non so cosa pensare: sicuramente ha delle caratteristiche tipiche di un INTP e che non so se sono condivise anche dagli ISTP; contemporaneamente però ha una velocità di pensiero associata alla parlantina che non credo sia tipica degli INTP (che probabilmente ha portato qualcuno a pensare che fosse un ENTP) e non ho idea se appartenga agli ISTP.
La mia sensazione è che sia una caratteristica unica del personaggio e che esuli dai normali profili MBTI: quindi ci sta che sia effettivamente un INTP.
Da una parte tendono a piacerci le persone che ci sono più simili (e infatti a me piacciono gli INTP) dall’altra credo ci sia, almeno in queste valutazioni in linea, una certa tendenza a sovrastimare gli INTP. Questa tipologia è per sua natura la più interessata alle tipologie MBTI e quindi, suppongo, partecipa più spesso a queste votazioni tendendo a riconoscere nei vari personaggi le proprie caratteristiche: da qui il bias…
Sempre ieri sera, senza alcuna speranza di trovarne menzione, ho cercato anche Filmento (v. Libri a marzo) e invece stranamente l’ho trovata: Filmento su Peronality-Index.com!
Anche lui è dato come INTP e onestamente questo lo trovo molto credibile. Me ne sono reso conto ragionando su cosa più mi piacesse delle sue analisi dei diversi film. In pratica lui riesce a tradurre razionalmente la reazione degli spettatori alle varie caratteristiche della trama o dei personaggi. Per chi ha un Fe debole è affascinante: è lo stesso motivo per cui gli INTP sono attratti dalle tipologie MBTI: danno l’impressione di riuscire a controllare e comprendere la complessità delle diverse personalità e i loro comportamenti cosa che per gli INTP è particolarmente difficile (Fe inferiore) ma da cui sono contemporaneamente affascinati.
Conclusione: ancora non ho sonno ma provo a tornare a letto. Metterò poi il marcatore “Peso” a questo pezzo: lo pubblicherò perché non amo buttare via niente di ciò che scrivo ma dubito che le mie disquisizioni insonni su personaggi più o meno famosi e tipologie MBTI possano interessare qualcuno. Lettore avvisato è mezzo salvato.
PS: già che ci sono aggiungo, dato che è in argomento, che ieri ho letto su Quora che gli INTP sono i più soggetti alla depressione a causa della percezione della stupidità nel mondo e loro relativa impotenza a migliorarlo. Mi sembra plausibile.
Nota (*1): sarà stata vaccinata? Divago, lo so: non riesco a dormire ma sono stanco...
Sono le 5:00 ma è da due ore e mezza che sono sveglio, ho anche letto mezz’ora di “Mendicanti di Spagna”: però la noia assomiglia alla sonnolenza ma non lo è…
Comunque, finalmente, verso pagina 100, al capitolo 9, nasce la trama! Le precedenti cento pagine sono servite a creare l’ambientazione e a spiegare la personalità della protagonista. Secondo me un bravo scrittore sarebbe riuscito a fare tutto insieme: l’intreccio si sarebbe dovuto sviluppare fin dall’inizio insieme ad ambientazione e personalità dei personaggi.
C’è anche un abbozzo di storia rosa che spero rimanga di sfondo e di un rapporto fra sorelle gemelle mal riuscito, potenzialmente interessante, ma al momento completamente sterile. L’idea di fondo non mi torna e ancor meno quella dell’intreccio che nasce adesso. Comunque vedremo.
Sempre in questo capitolo, di un nuovo personaggio, l’autrice scrive: «[…] uno sgualcito abito marrone che non era né dozzinale né costoso [...]»
Il “né dozzinale né costoso” mi ha colpito. Ho dovuto fermarmi un attimo per ricordarmi dove aveva già usato un’espressione simile: dopo un secondo mi sono ricordato che l’aveva fatto nel primo capitolo per descrivere un personaggio secondario, la mamma della protagonista. Anche allora infatti la frase mi era rimasta impressa. Come mai?
Ci ho pensato adesso: credo che dipenda dal fatto che si tratta di una descrizione soggettiva. Se si dice “abito costoso” si intende un abito firmato o magari fatto su misura da un sarto; analogamente un “abito dozzinale” è quello che si compra al mercato o in un grande magazzino economico. Ma tutto ciò che è nel mezzo è soggettivo. Per esempio, per un italiano un maglione da 300€ (che io non comprerei mai!) è magari qualcosa di intermedio, un bel regalo di Natale; ma per un etiope è un abito estremamente costoso. Ma anche senza scomodare diverse nazionalità, già fra italiani con redditi diversi, il maglione da 300€ può essere giudicato altrettanto diversamente…
Quindi l’autrice non è una INTP. Ho scoperto che, per quel che valgono (poco!), in Rete si trova il profilo supposto anche di personaggi marginalmente noti. Vedi poi.
Vediamo cosa dicono di Nancy Kress… ah! ah! lei non c’è… in compenso ho scoperto che è morta nell’estate del 2021 per un collasso (*1)…
Mi stupisce non trovare niente su di lei (evidentemente questa sua trilogia è meno di successo di quanto pensassi/sperassi!) perché invece, ieri sera, ho trovato ipotesi su altri due personaggi.
Il primo è un tubista che si chiama Asmongold che in realtà, nell’ambiente, ho scoperto essere piuttosto famoso.
Da tempo pensavo di scriverci un pezzo: trovo infatti affascinante come riesca a dire quello che pensa, contraddicendo spesso molti dei suoi seguaci, senza però allontanarli da sé. Come ho scritto altrove, una delle molte ragioni per cui ho pochi lettori è che ho preso posizione sia politicamente che su molte altre problematiche spinose (gestione pandemia, guerra in Ucraina tanto per ricordare le più recenti). Quando parlo male del M5S, del PD, della Lega, di Forza Italia o di Fratelli d’Italia automaticamente mi alieno le simpatie dei loro sostenitori (e così per i pro-vax e gli anti Putin): chiaro che mi rimane poco!
Probabilmente il segreto di Asmongold è un non segreto: il fatto è che lui parla, in genere, di giochi. Affermare che i druidi sono una cattiva classe in WoW è probabilmente meno divisivo che dire che il PD non è un partito di sinistra…
Ma, insomma, forse un giorno ci scriverò un pezzo a parte.
Comunque su Asmongold ho trovato la sua pagina su Personality-Database.com!
Lo danno come INTP con 101 voti su 227, seguito da ISTP con 85 voti (la terza ipotesi è ENTP con 14 voti ma lui è abbastanza evidentemente un I).
Onestamente non so cosa pensare: sicuramente ha delle caratteristiche tipiche di un INTP e che non so se sono condivise anche dagli ISTP; contemporaneamente però ha una velocità di pensiero associata alla parlantina che non credo sia tipica degli INTP (che probabilmente ha portato qualcuno a pensare che fosse un ENTP) e non ho idea se appartenga agli ISTP.
La mia sensazione è che sia una caratteristica unica del personaggio e che esuli dai normali profili MBTI: quindi ci sta che sia effettivamente un INTP.
Da una parte tendono a piacerci le persone che ci sono più simili (e infatti a me piacciono gli INTP) dall’altra credo ci sia, almeno in queste valutazioni in linea, una certa tendenza a sovrastimare gli INTP. Questa tipologia è per sua natura la più interessata alle tipologie MBTI e quindi, suppongo, partecipa più spesso a queste votazioni tendendo a riconoscere nei vari personaggi le proprie caratteristiche: da qui il bias…
Sempre ieri sera, senza alcuna speranza di trovarne menzione, ho cercato anche Filmento (v. Libri a marzo) e invece stranamente l’ho trovata: Filmento su Peronality-Index.com!
Anche lui è dato come INTP e onestamente questo lo trovo molto credibile. Me ne sono reso conto ragionando su cosa più mi piacesse delle sue analisi dei diversi film. In pratica lui riesce a tradurre razionalmente la reazione degli spettatori alle varie caratteristiche della trama o dei personaggi. Per chi ha un Fe debole è affascinante: è lo stesso motivo per cui gli INTP sono attratti dalle tipologie MBTI: danno l’impressione di riuscire a controllare e comprendere la complessità delle diverse personalità e i loro comportamenti cosa che per gli INTP è particolarmente difficile (Fe inferiore) ma da cui sono contemporaneamente affascinati.
Conclusione: ancora non ho sonno ma provo a tornare a letto. Metterò poi il marcatore “Peso” a questo pezzo: lo pubblicherò perché non amo buttare via niente di ciò che scrivo ma dubito che le mie disquisizioni insonni su personaggi più o meno famosi e tipologie MBTI possano interessare qualcuno. Lettore avvisato è mezzo salvato.
PS: già che ci sono aggiungo, dato che è in argomento, che ieri ho letto su Quora che gli INTP sono i più soggetti alla depressione a causa della percezione della stupidità nel mondo e loro relativa impotenza a migliorarlo. Mi sembra plausibile.
Nota (*1): sarà stata vaccinata? Divago, lo so: non riesco a dormire ma sono stanco...
lunedì 27 marzo 2023
Cattiva fede
Pochi giorni fa ho scritto il pezzo Aborti il cui scopo era semplicemente quello di dare un’idea della quantità di notizie in cui mi imbatto su problemi relativi ai vaccini mRNA e, conseguentemente, di quante neppure faccio menzione.
Più recentemente, neppure me ne ricordavo dato che ormai è dall’estate 2022 che il problema è emerso in tutta la sua gravità, ho scritto il pezzo Mortalità in eccesso in cui propongo e commento un video del Dr. Campbell che a sua volta presenta una ricerca che mostra una correlazione fra vaccinazione mRNA e mortalità in eccesso a distanza di un anno.
Oggi sono costretto di nuovo a tornare sull’argomento coronavirus/vaccini mRNA da un altro punto di vista: che cosa sapevano le autorità all’inizio del 2021 quando sono incominciate le campagne vaccinali a tappeto su (quasi) tutta la popolazione?
Io che sono un ingenuo, almeno prima del 2022, ero comunque convinto che questi vaccini fossero stati testati con un minimo di accuratezza e che, almeno per il brevissimo termine, fossero considerati sicuri. Immaginavo poi i nostri politici raggirati dalle case farmaceutiche in maniera da non considerare trattamenti alternativi ma che, in buona fede (sebbene con stupida ingenuità), credessero che i vaccini avrebbero effettivamente sconfitto la pandemia.
Nel 2022 però sono usciti i video, alcuni rubati altri di denuncia, che dimostravano la corruzione morale all’interno della FDA (ed evidentemente degli istituti analoghi nel resto dell’occidente) e di come le case farmaceutiche avessero chiuso non un occhio ma entrambi quando avevano verificato la sicurezza dei loro prodotti.
Insomma, dopo il 2021, la mia valutazione delle case farmaceutiche subisce un’evoluzione in negativo: probabilmente grazie allo scudo giuridico che gli era stata inopinatamente concesso (nella UE grazie alla Baronessa Tedesca) esse hanno agito senza scrupoli, immettendo sul mercato un prodotto potenzialmente pericoloso, allo scopo di massimizzare il proprio profitto multimiliardario.
Ciò che invece dal 2021 al 2022 non era cambiata era la mia valutazione del mondo politica: la scelta di supportare totalmente e acriticamente i vaccini sperimentali mRNA era dovuta a scarse capacità e insipienza scientifica. Supponevo poi che la politica, avendo investito la propria faccia, nell’imporre assurdamente i vaccini sperimentali a tutta la popolazione (bambini compresi!!!) facesse poi di tutto per non perderla. Ma anche qui ci vedevo la solita psicologia politica di non ammettere mai e poi mai di aver sbagliato una valutazione anche se presa in buona fede: comunque credevo nella buone fede iniziale…
Ebbene la novità di questi giorni è che, a gennaio 2021, non solo la Pfizer (*1) sapeva, ma anche il mondo politico sapeva benissimo i rischi connessi al vaccino mRNA.
La prova è questo documento: Nonclinical Evaluation Report: BNT162b2 [mRNA] COVID-19 vaccine (COMIRNATYTM) del gennaio 2021, scritto da un istituto australiano per il relativo governo, basato sui dati forniti dalla Pfizer sul suo vaccino sperimentale mRNA.
È assolutamente certo che documenti analoghi fossero disponibili a tutti i governi occidentali (*2): intendo gli USA, il Regno Unito, la UE etc.
E cosa si dice in questo PDF di 58 pagine?
Mi spiace ma non ho voglia di entrare nei dettagli: chi è interessato può vedere per esempio il video Professor Clancy responds to TGA document dove il Dr. Campbell ne discute con il Prof. Clancy il quale, oltre a essere un ricercatore specializzato in immunologia, ha anche scritto in passato numerosi documenti dello stesso genere.
Il punto è che in questo documento non si trova un SINGOLO punto che mette dubbi sulla sicurezza di questi vaccini ma forse essi sono addirittura una decina! Già un singolo punto di dubbio sarebbe stato sufficiente per rimandare l’approvazione del nuovo farmaco e svolgere ulteriori approfondimenti: invece di uno ce ne sono dieci e allora, contrariamente a ogni buon senso, si approva il farmaco e lo si raccomanda (con le buone e soprattutto con le cattive) anche a giovani e bambini che non ne hanno alcun bisogno.
In molti casi poi si gioca su un dettaglio a cui io non avevo mai dato la minima importanza (anche se conoscevo le numerose polemiche al riguardo): si considera questo farmaco innovativo, basato su tecnologia mRNA mai sperimentata prima sull'uomo, un vaccino. Considerandolo tale si sono evitati numerosi controlli che normalmente devono venire eseguiri sui nuovi farmaci ma non per i vaccini: per esempio non c’è stato bisogno di effettuare studi per verificare cosa succede alle micro “bolle” di grasso che contengono i filamenti mRNA né si è verificato se queste non siano dannose. Siccome il farmaco è considerato un vaccino, nel relativo protocollo non c’era bisogno di controllarlo. E così in molti altri casi!
Come detto le “bandiere rosse”, quelle che segnalavano potenziali pericoli e che gridavano di fare ulteriori ricerche, sono numerose. Una di queste è su dove finiscono le bolle di grasso contenente l’mRNA: ci era stato detto che, ovviamente, rimanevano nella spalla dell’iniezione (*3) e che quindi solo qui venissero prodotti gli antigeni, cioè la proteina spike (che poi si è scoperto essere tossica di per sé). Invece no: il grosso rimane ovviamente nel luogo di iniezione ma in realtà tracce anche consistenti di questa sostanza si trovano poi in ogni parte del corpo con la conseguenza che gli antigeni vengono prodotti potenzialmente da ogni cellula.
In particolare si ritrovano nel fegato, nelle ovaie e in un terzo luogo che non ricordo più. Il professor Clancy ha fatto notare che gli ovuli potrebbero così venire danneggiati rendendo più difficoltose le gravidanze: lo sottolineo per ricollegarmi al pezzo Aborti dove avevo scritto «Che dire? L’impennata sembra incredibile? Magari c’è qualche spiegazione per l’aumento degli aborti?
Possibilissimo… non ne ho idea…
Però la stessa impennata “incredibile” c’era per le miocarditi: e ormai dozzine di ricerche hanno dimostrato la relazione fra vaccino mRNA e miocarditi/pericarditi.»
Appunto…
Ah! dimenticavo! Il documento reso disponibile attraverso una causa legale è comunque pesantemente censurato: vengono quindi i brividi a pensare cosa ci stia tuttora venendo tenuto nascosto...
Conclusione: vabbè, siccome ho la tendenza a divagare, voglio risottolineare bene il punto di questo pezzo: la classe politica occidentale (*2) era pienamente consapevole dei potenziali rischi di questo vaccino sperimentale ma ciò nonostante lo ha reso praticamente obbligatorio per tutta la popolazione compresi, addirittura, i bambini (*4). La gestione della pandemia ci dà il valore della nostra classe politica (occidentale): totali incapaci e pure in malafede (*2).
Nota (*1): il documento in questione riguarda specificamente il vaccino Pfizer ma di sicuro qualcosa di analogo è vero anche per i produttori degli altri vaccini mRNA.
Nota (*2): solo riguardo al nostro buon Speranza non nutro dubbi sulla sua buona fede dovuta alla congenita ingenuità infantile.
Nota (*3): il Dr. Campbell aveva ipotizzato che in rari casi (circa 1 su 5000) l’iniezione potesse essere eseguita per errore in vena visto che la tecnica normale della vaccinazione nella spalla non prevede il controllo dell’aspirazione.
Nota (*4): io, nel mio momento di massima fiducia in questi vaccini a maggio 2021 considerando il rapporto beneficio/rischio (era appena arrivata la delta né si sapeva delle miocarditi), come scrissi li avrei consigliati solo ai maggiori di 50 anni (ora come ora, con quello che so, non li consiglio neppure a chi ha più di 100 anni!). Somministrare a dei bambini un farmaco che non gli serviva a niente e che, se erano fortunati non gli avrebbe fatto male, è stato un vero e proprio crimine. Anzi un crimine è stato somministrare questo farmaco a chi aveva meno di 75 anni: ma darlo ai bambini è stato da reprobi.
Più recentemente, neppure me ne ricordavo dato che ormai è dall’estate 2022 che il problema è emerso in tutta la sua gravità, ho scritto il pezzo Mortalità in eccesso in cui propongo e commento un video del Dr. Campbell che a sua volta presenta una ricerca che mostra una correlazione fra vaccinazione mRNA e mortalità in eccesso a distanza di un anno.
Oggi sono costretto di nuovo a tornare sull’argomento coronavirus/vaccini mRNA da un altro punto di vista: che cosa sapevano le autorità all’inizio del 2021 quando sono incominciate le campagne vaccinali a tappeto su (quasi) tutta la popolazione?
Io che sono un ingenuo, almeno prima del 2022, ero comunque convinto che questi vaccini fossero stati testati con un minimo di accuratezza e che, almeno per il brevissimo termine, fossero considerati sicuri. Immaginavo poi i nostri politici raggirati dalle case farmaceutiche in maniera da non considerare trattamenti alternativi ma che, in buona fede (sebbene con stupida ingenuità), credessero che i vaccini avrebbero effettivamente sconfitto la pandemia.
Nel 2022 però sono usciti i video, alcuni rubati altri di denuncia, che dimostravano la corruzione morale all’interno della FDA (ed evidentemente degli istituti analoghi nel resto dell’occidente) e di come le case farmaceutiche avessero chiuso non un occhio ma entrambi quando avevano verificato la sicurezza dei loro prodotti.
Insomma, dopo il 2021, la mia valutazione delle case farmaceutiche subisce un’evoluzione in negativo: probabilmente grazie allo scudo giuridico che gli era stata inopinatamente concesso (nella UE grazie alla Baronessa Tedesca) esse hanno agito senza scrupoli, immettendo sul mercato un prodotto potenzialmente pericoloso, allo scopo di massimizzare il proprio profitto multimiliardario.
Ciò che invece dal 2021 al 2022 non era cambiata era la mia valutazione del mondo politica: la scelta di supportare totalmente e acriticamente i vaccini sperimentali mRNA era dovuta a scarse capacità e insipienza scientifica. Supponevo poi che la politica, avendo investito la propria faccia, nell’imporre assurdamente i vaccini sperimentali a tutta la popolazione (bambini compresi!!!) facesse poi di tutto per non perderla. Ma anche qui ci vedevo la solita psicologia politica di non ammettere mai e poi mai di aver sbagliato una valutazione anche se presa in buona fede: comunque credevo nella buone fede iniziale…
Ebbene la novità di questi giorni è che, a gennaio 2021, non solo la Pfizer (*1) sapeva, ma anche il mondo politico sapeva benissimo i rischi connessi al vaccino mRNA.
La prova è questo documento: Nonclinical Evaluation Report: BNT162b2 [mRNA] COVID-19 vaccine (COMIRNATYTM) del gennaio 2021, scritto da un istituto australiano per il relativo governo, basato sui dati forniti dalla Pfizer sul suo vaccino sperimentale mRNA.
È assolutamente certo che documenti analoghi fossero disponibili a tutti i governi occidentali (*2): intendo gli USA, il Regno Unito, la UE etc.
E cosa si dice in questo PDF di 58 pagine?
Mi spiace ma non ho voglia di entrare nei dettagli: chi è interessato può vedere per esempio il video Professor Clancy responds to TGA document dove il Dr. Campbell ne discute con il Prof. Clancy il quale, oltre a essere un ricercatore specializzato in immunologia, ha anche scritto in passato numerosi documenti dello stesso genere.
Il punto è che in questo documento non si trova un SINGOLO punto che mette dubbi sulla sicurezza di questi vaccini ma forse essi sono addirittura una decina! Già un singolo punto di dubbio sarebbe stato sufficiente per rimandare l’approvazione del nuovo farmaco e svolgere ulteriori approfondimenti: invece di uno ce ne sono dieci e allora, contrariamente a ogni buon senso, si approva il farmaco e lo si raccomanda (con le buone e soprattutto con le cattive) anche a giovani e bambini che non ne hanno alcun bisogno.
In molti casi poi si gioca su un dettaglio a cui io non avevo mai dato la minima importanza (anche se conoscevo le numerose polemiche al riguardo): si considera questo farmaco innovativo, basato su tecnologia mRNA mai sperimentata prima sull'uomo, un vaccino. Considerandolo tale si sono evitati numerosi controlli che normalmente devono venire eseguiri sui nuovi farmaci ma non per i vaccini: per esempio non c’è stato bisogno di effettuare studi per verificare cosa succede alle micro “bolle” di grasso che contengono i filamenti mRNA né si è verificato se queste non siano dannose. Siccome il farmaco è considerato un vaccino, nel relativo protocollo non c’era bisogno di controllarlo. E così in molti altri casi!
Come detto le “bandiere rosse”, quelle che segnalavano potenziali pericoli e che gridavano di fare ulteriori ricerche, sono numerose. Una di queste è su dove finiscono le bolle di grasso contenente l’mRNA: ci era stato detto che, ovviamente, rimanevano nella spalla dell’iniezione (*3) e che quindi solo qui venissero prodotti gli antigeni, cioè la proteina spike (che poi si è scoperto essere tossica di per sé). Invece no: il grosso rimane ovviamente nel luogo di iniezione ma in realtà tracce anche consistenti di questa sostanza si trovano poi in ogni parte del corpo con la conseguenza che gli antigeni vengono prodotti potenzialmente da ogni cellula.
In particolare si ritrovano nel fegato, nelle ovaie e in un terzo luogo che non ricordo più. Il professor Clancy ha fatto notare che gli ovuli potrebbero così venire danneggiati rendendo più difficoltose le gravidanze: lo sottolineo per ricollegarmi al pezzo Aborti dove avevo scritto «Che dire? L’impennata sembra incredibile? Magari c’è qualche spiegazione per l’aumento degli aborti?
Possibilissimo… non ne ho idea…
Però la stessa impennata “incredibile” c’era per le miocarditi: e ormai dozzine di ricerche hanno dimostrato la relazione fra vaccino mRNA e miocarditi/pericarditi.»
Appunto…
Ah! dimenticavo! Il documento reso disponibile attraverso una causa legale è comunque pesantemente censurato: vengono quindi i brividi a pensare cosa ci stia tuttora venendo tenuto nascosto...
Conclusione: vabbè, siccome ho la tendenza a divagare, voglio risottolineare bene il punto di questo pezzo: la classe politica occidentale (*2) era pienamente consapevole dei potenziali rischi di questo vaccino sperimentale ma ciò nonostante lo ha reso praticamente obbligatorio per tutta la popolazione compresi, addirittura, i bambini (*4). La gestione della pandemia ci dà il valore della nostra classe politica (occidentale): totali incapaci e pure in malafede (*2).
Nota (*1): il documento in questione riguarda specificamente il vaccino Pfizer ma di sicuro qualcosa di analogo è vero anche per i produttori degli altri vaccini mRNA.
Nota (*2): solo riguardo al nostro buon Speranza non nutro dubbi sulla sua buona fede dovuta alla congenita ingenuità infantile.
Nota (*3): il Dr. Campbell aveva ipotizzato che in rari casi (circa 1 su 5000) l’iniezione potesse essere eseguita per errore in vena visto che la tecnica normale della vaccinazione nella spalla non prevede il controllo dell’aspirazione.
Nota (*4): io, nel mio momento di massima fiducia in questi vaccini a maggio 2021 considerando il rapporto beneficio/rischio (era appena arrivata la delta né si sapeva delle miocarditi), come scrissi li avrei consigliati solo ai maggiori di 50 anni (ora come ora, con quello che so, non li consiglio neppure a chi ha più di 100 anni!). Somministrare a dei bambini un farmaco che non gli serviva a niente e che, se erano fortunati non gli avrebbe fatto male, è stato un vero e proprio crimine. Anzi un crimine è stato somministrare questo farmaco a chi aveva meno di 75 anni: ma darlo ai bambini è stato da reprobi.
domenica 26 marzo 2023
Niente forse: è no.
Ormai diverse settimane fa ho finito di leggere “Forse che sì, forse che no” di D’Annunzio.
Il libro, se se ne apprezzano i lirismi, è leggibile: si capisce subito che l’autore è un poeta che si diverte a scrivere un romanzo.
Questo per me è il pregio e il difetto: l’inizio mi era decisamente piaciuto perché descrive delle emozioni forti con le quali anch’io, uno scarsamente sensibile INTP, riesco a relazionarmi. Le mie aspettative erano quindi cresciute troppo e il resto del libro mi ha annoiato dato che le diverse sfumature di emozioni seguenti erano per me troppo sottili e, spesso, cozzavano con la logica. Ora non voglio entrare nei particolari ma Isa, la protagonista, verso metà libro sembra essere fredda e calcolatrice ma invece da quel momento in poi diventa di tutto e di più. Non so, magari D’Annunzio è stato abilissimo, nel seguire e dipingere i sottili mutamenti delle sue emozioni ma, se così fosse, io non sono riuscito a stargli dietro nel comprenderle. E così anche per Vania. Forse solo Paolo, in cui sospetto l’autore un po’ si riconosca, ha una certa stolida e insensibile coerenza.
Le mie previsioni (v. Forse forse) sul finale non sono state rispettate ma l’autore non mi ha piacevolmente sorpreso: semplicemente una protagonista ha iniziato a comportarsi in maniera illogica o comunque non consequenziale a come aveva agito fino a quel momento (*1).
SCIUPATRAMA:
Vania non riesce a conquistare l’amore di Paolo, deperisce e poi si suicida. Questo ci poteva anche stare. Prima di farlo però denuncia a Paolo l’amore incestuoso fra Isa e Aldo.
Contemporaneamente quindi Paolo molla Isa che inutilmente cerca di spiegargli che fra lei e Aldo non c’era stato niente.
E, qui mi torna poco, Isa impazzisce (di Aldo si sa solo che si è ammalato ma non la sua sorte finale). Paolo vorrebbe confortarla ma, anche su suggerimento del medico curante, evita di rivederla. Paolo decide quindi di tentare la sorte e di attraversare in volo il Tirreno per raggiungere dalla Toscana la Sardegna: è convinto che il suo fato si compirà e che raggiungerà il defunto amico Mario a cui, secondo un fachiro indiano, il suo destino era legato. Invece, con sua stessa sorpresa, il motore dell’aereo non cede e riesce ad atterrare in Sardegna. Contemporaneamente si è liberato anche dei vincoli che lo legavano a Isa, si è come purificato ed è pronto a voltare pagina.
FINE SCIUPATRAMA.
Personalmente la pazzia di Isa e la malattia di Aldo fanno pensare troppo a una punizione divina del loro peccato mentre Mario, che in fin dei conti non ne sapeva niente, viene perdonato e può proseguire la sua vita. Non so, per i miei gusti, qui c’è puzzo di Provvidenza e/o moralismo. Non mi piace poi come Paolo si getti tutto alle spalle, come sembri tutto sommato ben felice di non dover tentare di aiutare Isa (che è caduta nelle grinfie del padre e della matrigna). Tutto il suo turbamento, si capisce, era apparente: è una persona superficiale ed egoista...
Alla fine il romanzo non ha nessun messaggio significativo: anche l’unico protagonista che sopravvive non ha subito un’evoluzione, non ha capito i suoi errori, è semplicemente rimasto lo stesso di prima ma ha svoltato pagina e superato il proprio turbamento per il destino della sua ex amata.
Ah! la frase “forse che sì, forse che no” viene ripetuta un paio di volte dai personaggi ma senza prendere un significato particolarmente profondo: o almeno non l’ho notato io!
Conclusione: con i romanzi di D’Annunzio credo di aver chiuso: mi pare di avere il “Piacere”, quindi forse potrei leggere quello ma non ne sono molto invogliato. Più probabile che dia un’occhiata a qualche sua poesia anche se, qui per limiti miei personali, difficilmente sarò in grado di apprezzarle….
Nota (*1): Mi sa che D’Annunzio era tutto F e poca T: fatemi controllare al volo cosa ne pensano in rete. Nì/sì: lo danno come ESFP…
Il libro, se se ne apprezzano i lirismi, è leggibile: si capisce subito che l’autore è un poeta che si diverte a scrivere un romanzo.
Questo per me è il pregio e il difetto: l’inizio mi era decisamente piaciuto perché descrive delle emozioni forti con le quali anch’io, uno scarsamente sensibile INTP, riesco a relazionarmi. Le mie aspettative erano quindi cresciute troppo e il resto del libro mi ha annoiato dato che le diverse sfumature di emozioni seguenti erano per me troppo sottili e, spesso, cozzavano con la logica. Ora non voglio entrare nei particolari ma Isa, la protagonista, verso metà libro sembra essere fredda e calcolatrice ma invece da quel momento in poi diventa di tutto e di più. Non so, magari D’Annunzio è stato abilissimo, nel seguire e dipingere i sottili mutamenti delle sue emozioni ma, se così fosse, io non sono riuscito a stargli dietro nel comprenderle. E così anche per Vania. Forse solo Paolo, in cui sospetto l’autore un po’ si riconosca, ha una certa stolida e insensibile coerenza.
Le mie previsioni (v. Forse forse) sul finale non sono state rispettate ma l’autore non mi ha piacevolmente sorpreso: semplicemente una protagonista ha iniziato a comportarsi in maniera illogica o comunque non consequenziale a come aveva agito fino a quel momento (*1).
SCIUPATRAMA:
Vania non riesce a conquistare l’amore di Paolo, deperisce e poi si suicida. Questo ci poteva anche stare. Prima di farlo però denuncia a Paolo l’amore incestuoso fra Isa e Aldo.
Contemporaneamente quindi Paolo molla Isa che inutilmente cerca di spiegargli che fra lei e Aldo non c’era stato niente.
E, qui mi torna poco, Isa impazzisce (di Aldo si sa solo che si è ammalato ma non la sua sorte finale). Paolo vorrebbe confortarla ma, anche su suggerimento del medico curante, evita di rivederla. Paolo decide quindi di tentare la sorte e di attraversare in volo il Tirreno per raggiungere dalla Toscana la Sardegna: è convinto che il suo fato si compirà e che raggiungerà il defunto amico Mario a cui, secondo un fachiro indiano, il suo destino era legato. Invece, con sua stessa sorpresa, il motore dell’aereo non cede e riesce ad atterrare in Sardegna. Contemporaneamente si è liberato anche dei vincoli che lo legavano a Isa, si è come purificato ed è pronto a voltare pagina.
FINE SCIUPATRAMA.
Personalmente la pazzia di Isa e la malattia di Aldo fanno pensare troppo a una punizione divina del loro peccato mentre Mario, che in fin dei conti non ne sapeva niente, viene perdonato e può proseguire la sua vita. Non so, per i miei gusti, qui c’è puzzo di Provvidenza e/o moralismo. Non mi piace poi come Paolo si getti tutto alle spalle, come sembri tutto sommato ben felice di non dover tentare di aiutare Isa (che è caduta nelle grinfie del padre e della matrigna). Tutto il suo turbamento, si capisce, era apparente: è una persona superficiale ed egoista...
Alla fine il romanzo non ha nessun messaggio significativo: anche l’unico protagonista che sopravvive non ha subito un’evoluzione, non ha capito i suoi errori, è semplicemente rimasto lo stesso di prima ma ha svoltato pagina e superato il proprio turbamento per il destino della sua ex amata.
Ah! la frase “forse che sì, forse che no” viene ripetuta un paio di volte dai personaggi ma senza prendere un significato particolarmente profondo: o almeno non l’ho notato io!
Conclusione: con i romanzi di D’Annunzio credo di aver chiuso: mi pare di avere il “Piacere”, quindi forse potrei leggere quello ma non ne sono molto invogliato. Più probabile che dia un’occhiata a qualche sua poesia anche se, qui per limiti miei personali, difficilmente sarò in grado di apprezzarle….
Nota (*1): Mi sa che D’Annunzio era tutto F e poca T: fatemi controllare al volo cosa ne pensano in rete. Nì/sì: lo danno come ESFP…
sabato 25 marzo 2023
Come non investire le vostre zanne di tricheco
Ieri leggevo un esperto di geopolitica che seguo (v. anche Mani sporche): aveva scritto un articolo (QUESTO) molto interessante sulla nascita del commercio sul suo canale Telegram.
Io però ne avevo ricevuto una strana sensazione, come se qualcosa non mi tornasse: mi ero infatti reso conto che parlare di “commercio” riferendosi ai primissimi scambi umani mi sembrava essere fuorviante. Scrivo “sembra” perché magari a livello tecnico è correttissimo parlare comunque di “commercio”, non so…
Il fatto è che vi è una profonda differenza fra lo scambio del baratto, dove le parti ricercano l’utile reciproco per la propria sopravvivenza, e il commercio dove almeno una parte è interessata al profitto e non alla propria sopravvivenza immediata.
Soprattutto in una società primitiva, che lotta per la propria stessa esistenza, mi sembra strano parlare di commercio…
Ma niente: la mia era una sensazione estemporanea nata dalla lettura dell’articolo: mi sembrava interessante sottolinearla (gli ho lasciato un commento ma ancora non mi ha risposto: in genere lo fa il 50% delle volte) ma io stesso non riuscivo a definirla meglio.
Stanotte sono stato di nuovo (*1) tormentato da un dormiveglia in cui continuamente ritornavo sullo stesso pensiero: la sopravvivenza delle colonie medioevali norvegesi della Groenlandia di cui avevo letto al mattino (in “Collasso” di Diamond).
Stavolta questa parziale insonnia è stata più produttiva (*1) perché mi ha permesso di ricollegare a qualcosa di più concreto la strana sensazione sul commercio di cui ho scritto poc'anzi.
Senza voler scendere nei dettagli le colonie in Groenlandia, in pratica due piccoli villaggi con fattorie intorno, avevano numerosi e gravi problemi: primo fra tutti il clima ostile per il freddo, la scarsità di alberi, fenomeni di erosione del suolo (in pratica il suolo fertile e coltivabile, per varie ragioni, tendeva a scomparire portato via dall’acqua e dal vento), la grande distanza dalla madrepatria e, in seguito, il sopraggiungere della popolazione ostile degli inuit.
Eppure, nonostante tutte queste difficoltà, le colonie sopravvissero per almeno cinque secoli mantenendo i contatti col resto dell’Europa. Intorno al 1000 la popolazione si convertì al cristianesimo e dall’Europa venne mandato il primo vescovo della Groenlandia: furono costruite una decina di chiese e una piccola, ma non troppo, cattedrale nell’insediamento più grande.
Chiaramente le risorse necessarie per le chiese furono notevoli e, probabilmente, assorbirono la maggior parte dei proventi dell’unico prodotto a cui l’Europa era interessata: le zanne di tricheco (ed eventualmente pelli d’orso bianco). Addirittura abbiamo la ricevuta di quanto donato (in zanne di tricheco convertite poi in argento) dalla Groenlandia per una crociata (non ricordo quale) in Terra Santa!
Diamond spiega anche come la popolazione locale si sentisse europea, addirittura seguendone la moda nel vestire oppure specifiche usanze nei funerali. Questo anche perché i vescovi non erano locali ma venivano tutti dalla Norvegia dove avevano studiato.
Ma veniamo al punto: per la propria sopravvivenza le colonie in Groenlandia necessitavano di prodotti difficilissimi o impossibili da procurarsi sul posto: forse il più importante era il ferro necessario non solo per le armi ma anche per costruire strumenti utili ad aumentare la produttività del lavoro.
Il “commercio” della Groenlandia avrebbe quindi dovuto essere di natura mista: da una parte i mercanti norvegesi chiaramente ricercavano il profitto rappresentato dalle zanne di tricheco ma i coloni avrebbero dovuto cercare in cambio merce utile direttamente alla propria sopravvivenza e non candelabri in bronzo o campane per le chiese!
È evidente che le colonie, almeno nel periodo in cui si susseguirono sei o sette vescovi (non ricordo esattamente quanti e quando), dovettero passare un periodo di relativa prosperità con un surplus notevole trasformato però in “chiese”. Questo perché il vescovo, di cultura europea, percepiva già il commercio nella sua essenza moderna (denaro per oggetti) e non nella sua natura primitiva di scambio necessario alla sopravvivenza.
Mi chiedo se, durante il secolo (o giù di lì) di maggiore benessere, le risorse fossero state allocate alla realizzazione di una terza colonia, magari più a sud, più vicina quindi alle fonti di legna e con un clima (relativamente!) più caldo, allora forse la storia della Groenlandia sarebbe potuta essere diversa. Io credo di sì: legno significa possibilità di costruire navi (e non rimanere isolati) e di estrarre e lavorare il ferro…
Invece quando la temperatura raffreddò sensibilmente le colonie groenlandesi rimasero isolate e furono incapaci di produrre cibo sufficiente col risultato che la popolazione morì di stenti.
Secondo me quindi fu la cultura dei vescovi, inadeguata per l’ambiente, e che soprattutto vedeva il commercio non strettamente legato alla sopravvivenza, che provocò la fine della colonizzazione norvegese della Groenlandia.
Conclusione: ancora non sono arrivato a leggere le conclusioni di Diamond, vedremo!
Nota (*1): Mi era accaduto qualcosa di questo genere qualche notte fa ma all’epoca ero rimasto “bloccato” su pensieri più improduttivi incentrati su un libro di fantascienza che sto leggendo...
Io però ne avevo ricevuto una strana sensazione, come se qualcosa non mi tornasse: mi ero infatti reso conto che parlare di “commercio” riferendosi ai primissimi scambi umani mi sembrava essere fuorviante. Scrivo “sembra” perché magari a livello tecnico è correttissimo parlare comunque di “commercio”, non so…
Il fatto è che vi è una profonda differenza fra lo scambio del baratto, dove le parti ricercano l’utile reciproco per la propria sopravvivenza, e il commercio dove almeno una parte è interessata al profitto e non alla propria sopravvivenza immediata.
Soprattutto in una società primitiva, che lotta per la propria stessa esistenza, mi sembra strano parlare di commercio…
Ma niente: la mia era una sensazione estemporanea nata dalla lettura dell’articolo: mi sembrava interessante sottolinearla (gli ho lasciato un commento ma ancora non mi ha risposto: in genere lo fa il 50% delle volte) ma io stesso non riuscivo a definirla meglio.
Stanotte sono stato di nuovo (*1) tormentato da un dormiveglia in cui continuamente ritornavo sullo stesso pensiero: la sopravvivenza delle colonie medioevali norvegesi della Groenlandia di cui avevo letto al mattino (in “Collasso” di Diamond).
Stavolta questa parziale insonnia è stata più produttiva (*1) perché mi ha permesso di ricollegare a qualcosa di più concreto la strana sensazione sul commercio di cui ho scritto poc'anzi.
Senza voler scendere nei dettagli le colonie in Groenlandia, in pratica due piccoli villaggi con fattorie intorno, avevano numerosi e gravi problemi: primo fra tutti il clima ostile per il freddo, la scarsità di alberi, fenomeni di erosione del suolo (in pratica il suolo fertile e coltivabile, per varie ragioni, tendeva a scomparire portato via dall’acqua e dal vento), la grande distanza dalla madrepatria e, in seguito, il sopraggiungere della popolazione ostile degli inuit.
Eppure, nonostante tutte queste difficoltà, le colonie sopravvissero per almeno cinque secoli mantenendo i contatti col resto dell’Europa. Intorno al 1000 la popolazione si convertì al cristianesimo e dall’Europa venne mandato il primo vescovo della Groenlandia: furono costruite una decina di chiese e una piccola, ma non troppo, cattedrale nell’insediamento più grande.
Chiaramente le risorse necessarie per le chiese furono notevoli e, probabilmente, assorbirono la maggior parte dei proventi dell’unico prodotto a cui l’Europa era interessata: le zanne di tricheco (ed eventualmente pelli d’orso bianco). Addirittura abbiamo la ricevuta di quanto donato (in zanne di tricheco convertite poi in argento) dalla Groenlandia per una crociata (non ricordo quale) in Terra Santa!
Diamond spiega anche come la popolazione locale si sentisse europea, addirittura seguendone la moda nel vestire oppure specifiche usanze nei funerali. Questo anche perché i vescovi non erano locali ma venivano tutti dalla Norvegia dove avevano studiato.
Ma veniamo al punto: per la propria sopravvivenza le colonie in Groenlandia necessitavano di prodotti difficilissimi o impossibili da procurarsi sul posto: forse il più importante era il ferro necessario non solo per le armi ma anche per costruire strumenti utili ad aumentare la produttività del lavoro.
Il “commercio” della Groenlandia avrebbe quindi dovuto essere di natura mista: da una parte i mercanti norvegesi chiaramente ricercavano il profitto rappresentato dalle zanne di tricheco ma i coloni avrebbero dovuto cercare in cambio merce utile direttamente alla propria sopravvivenza e non candelabri in bronzo o campane per le chiese!
È evidente che le colonie, almeno nel periodo in cui si susseguirono sei o sette vescovi (non ricordo esattamente quanti e quando), dovettero passare un periodo di relativa prosperità con un surplus notevole trasformato però in “chiese”. Questo perché il vescovo, di cultura europea, percepiva già il commercio nella sua essenza moderna (denaro per oggetti) e non nella sua natura primitiva di scambio necessario alla sopravvivenza.
Mi chiedo se, durante il secolo (o giù di lì) di maggiore benessere, le risorse fossero state allocate alla realizzazione di una terza colonia, magari più a sud, più vicina quindi alle fonti di legna e con un clima (relativamente!) più caldo, allora forse la storia della Groenlandia sarebbe potuta essere diversa. Io credo di sì: legno significa possibilità di costruire navi (e non rimanere isolati) e di estrarre e lavorare il ferro…
Invece quando la temperatura raffreddò sensibilmente le colonie groenlandesi rimasero isolate e furono incapaci di produrre cibo sufficiente col risultato che la popolazione morì di stenti.
Secondo me quindi fu la cultura dei vescovi, inadeguata per l’ambiente, e che soprattutto vedeva il commercio non strettamente legato alla sopravvivenza, che provocò la fine della colonizzazione norvegese della Groenlandia.
Conclusione: ancora non sono arrivato a leggere le conclusioni di Diamond, vedremo!
Nota (*1): Mi era accaduto qualcosa di questo genere qualche notte fa ma all’epoca ero rimasto “bloccato” su pensieri più improduttivi incentrati su un libro di fantascienza che sto leggendo...
venerdì 24 marzo 2023
Il buon Madison
Stamani, leggendo “The framers’ coup” di Klarman, ero particolarmente entusiasta di una mia intuizione. Adesso, nel pomeriggio, sono un po’ più scettico: era un’intuizione banale, normale o difficile?
Provo quindi a raccontare al lettore l’evoluzione temporale di ragionamenti e intuizioni.
Qualche mese fa leggevo le ultime pagine sulla ratifica della costituzione americana e scrissi il pezzo Cavolina del Nord: la Carolina del Nord (beh, anche il Rhode Island) infatti ratificò la costituzione dopo che questa era entrata in vigore e Washington già eletto primo presidente degli USA.
In particolare evidenziai questa mia considerazione: «Detto questo penso che il voto negativo della Carolina del Nord fu comunque utile per un altro motivo. Molti stati avevano ratificato la costituzione allegandovi “suggerimenti” su varie deficienze soprattutto di natura democratica. Queste “difficoltà” avrebbero dovuto essere risolte dalla prima legislatura con opportune integrazioni (la carta dei diritti, “Bill of rights”). Ecco: credo che l’atteggiamento di attesa alla finestra della Carolina del Nord dovette essere un forte incentivo per realizzare concretamente le modifiche promesse. Altrimenti gli USA si sarebbero trovati senza un “pezzo” e che sarebbe stato difficoltoso da gestire: trovo difficile ipotizzare una guerra di conquista (sebbene fosse stata velatamente minacciata) ma la Carolina del Nord isolata e da sola avrebbe potuto tornare nell’orbita del Regno Unito; insomma sarebbe stata un grosso problema.»
Da qualche giorno sto leggendo proprio l’ultima parte del libro sugli emendamenti alla costituzione (“Bill of rights”) ed ero curioso di scoprire se avrei trovato conferma alla teoria sullodata.
Il capitolo in questiona non anticipa niente ma si concentra su Madison, il principale artefice della costituzione. Inizialmente Madison è contrario a qualsiasi emendamento: la costituzione americana infatti enumera i poteri delle istituzioni che, di conseguenza, non se ne possono arrogare altri. Se, per esempio, il governo non ha il potere di legiferare sulla libertà di culto allora a che pro proteggerla con uno specifico emendamento?
Personalmente non sono d’accordo con Madison: lui ragiona nell’ottica che tutto vada bene e che le istituzioni non degenerino, io invece lo do per scontato. Ecco allora che per me non sono utili ma indispensabili delle protezioni esplicite alle libertà individuali.
La cosa interessante è che Madison non è ottuso e, CREDO (*1), nel giro di un anno prima si convince che sarebbero inutili ma non dannose e, infine, diventa addirittura il loro principale propugnatore.
Al contrario nella prima legislatura, i parlamentari anti federalisti (che vorrebbero gli emendamenti), sono una sparuta minoranza (a occhio circa il 15% forse meno). Parecchi esponenti federalisti invece fanno la voce grossa e dichiarano inutili gli emendamenti con argomentazioni, a mio parere, deboli e arroganti.
L’arroganza di chi ha vinto e sa di avere la forza per imporre la propria volontà; oltretutto dimenticando le promesse fatte in sede di ratifica.
Diceva Aristotele (molto parafrasato!) che è più difficile gestire la pace che vincere la guerra. Non so: forse subentra un meccanismo psicologico che convince chi vince di avere totalmente ragione: e se si ha totalmente ragione non si cerca il compromesso con la minoranza che, di conseguenza, ha completamente torto.
Ma fortunatamente gli USA avevano Madison!
Madison come consigliere di Washington gli scrive il discorso di insediamento dove, appunto, ricorda l’utilità degli emendamenti che non vadano a stravolgere la costituzione.
Lo stesso Madison riesce se non a scrivere almeno a indirizzare fortemente la replica del Congresso dove, ovviamente, fa rispondere che il presidente “ha proprio ragione”!
Le argomentazione di Madison sono tre.
1. una carta dei diritti placherebbe le preoccupazioni della popolazione e dell’opposizione anti federalista.
2. la carta dei diritti comunque non comporta pericoli e, al contrario, potrebbe aggiungere qualcosa.
3. ma soprattutto «[…] una ragione “ancora più forte” per il Congresso di proporre emendamenti, secondo Madison, era di indurre gli stati rimasti fuori, la Carolina del Nord e il Rhode Island, a ratificare la Costituzione e unirsi all’unione. Madison pensava che “è desiderabile, sia da parte nostra che loro, che la riunione avvenga il prima possibile”.» (*2)
Per me è stata una sorpresa perché fino a questo momento non c’era stato il minimo accenno alla questione.
Per capire meglio il mio stupore è forse utile riportare i miei commenti a margine nelle pagine precedenti…
«[KGB] Il fatto che Carolina del Nord alla finestra non sembra impattare su emendamenti» (pag. 569)
«Argomento debole questo della prova» (pag. 569; alcuni federalisti dicevano di considerare emendamenti solo dopo alcuni anni di “prova” della costituzione)
«[KGB] Quante cazzate dicono anche le persone intelligenti! Ma lo sono realmente? Probabilmente no: istruite sì, ricche sì ma senza la necessaria flessibilità intellettuale...» (pag. 570)
«[KGB] La posizione di Madison è di gran lunga quella più strategica e saggia...» (pag. 570; Madison voleva cercare un compromesso anche per rassicurare le opposizioni)
«Anche George Washington, da vero leader, ha il buon senso dato dalla comprensione della natura umana» (pag. 572; Washington era infatti d’accordo con Madison)
«[KGB] Come dice Aristotele è più difficile gestire la pace che vincere la guerra. L’arroganza dei vincitori è sconcertante: come confondono il fattibile col giusto...» (pag. 572)
E finalmente, a pagina 573: «[KGB] Io e Madison, stesso ragionamento!!»
Quindi che dire? La mia intuizione di inizio febbraio era banale, normale o buona?
A me adesso sembra ovvia: ma perché i federalisti dell’epoca non sembravano neppure prenderla in considerazione e ci volle invece l’acume politico di Madison per convincerli del contrario?
Certo io sono aiutato da una prospettiva privilegiata, con tutte le informazioni rilevanti ben chiare in mente… contemporaneamente io ci ho dedicato solo una frazione infinitesimale del mio tempo mentre i vari congressisti ci avranno pensato e discusso insieme per giorni e giorni…
Conclusione: aggiungo che per motivi di climax ho invertito il punto 2 con il 3 e che sbirciando il resto del testo (che ancora non ho letto) vedo già che Madison ripete anche il mio ragionamento sulla maggior sicurezza degli emendamenti. Anzi, cito: «Unlike the position he had taken in some of his earlier writings and speeches on the topic, Madison now conceded that “the abuse of the powers of the general government may be guarded against in a more secure manner [i.e., a bill of rights] than is now done, while no one advantage, arising from the exercise of that power, shall be damaged or endangered by it.» (*3)
Nota (*1): una delle poche pecche di questo libro è che riporta raramente le date e per chi non è esperto del periodo è facile confondere tutto insieme!
Nota (*2): mia traduzione al volo di “The Framers’ coup” di Klarman, (E.) Oxford Uniersity Press, 2016, pag. 573.
Nota (*1): ibidem, pag. 574.
Provo quindi a raccontare al lettore l’evoluzione temporale di ragionamenti e intuizioni.
Qualche mese fa leggevo le ultime pagine sulla ratifica della costituzione americana e scrissi il pezzo Cavolina del Nord: la Carolina del Nord (beh, anche il Rhode Island) infatti ratificò la costituzione dopo che questa era entrata in vigore e Washington già eletto primo presidente degli USA.
In particolare evidenziai questa mia considerazione: «Detto questo penso che il voto negativo della Carolina del Nord fu comunque utile per un altro motivo. Molti stati avevano ratificato la costituzione allegandovi “suggerimenti” su varie deficienze soprattutto di natura democratica. Queste “difficoltà” avrebbero dovuto essere risolte dalla prima legislatura con opportune integrazioni (la carta dei diritti, “Bill of rights”). Ecco: credo che l’atteggiamento di attesa alla finestra della Carolina del Nord dovette essere un forte incentivo per realizzare concretamente le modifiche promesse. Altrimenti gli USA si sarebbero trovati senza un “pezzo” e che sarebbe stato difficoltoso da gestire: trovo difficile ipotizzare una guerra di conquista (sebbene fosse stata velatamente minacciata) ma la Carolina del Nord isolata e da sola avrebbe potuto tornare nell’orbita del Regno Unito; insomma sarebbe stata un grosso problema.»
Da qualche giorno sto leggendo proprio l’ultima parte del libro sugli emendamenti alla costituzione (“Bill of rights”) ed ero curioso di scoprire se avrei trovato conferma alla teoria sullodata.
Il capitolo in questiona non anticipa niente ma si concentra su Madison, il principale artefice della costituzione. Inizialmente Madison è contrario a qualsiasi emendamento: la costituzione americana infatti enumera i poteri delle istituzioni che, di conseguenza, non se ne possono arrogare altri. Se, per esempio, il governo non ha il potere di legiferare sulla libertà di culto allora a che pro proteggerla con uno specifico emendamento?
Personalmente non sono d’accordo con Madison: lui ragiona nell’ottica che tutto vada bene e che le istituzioni non degenerino, io invece lo do per scontato. Ecco allora che per me non sono utili ma indispensabili delle protezioni esplicite alle libertà individuali.
La cosa interessante è che Madison non è ottuso e, CREDO (*1), nel giro di un anno prima si convince che sarebbero inutili ma non dannose e, infine, diventa addirittura il loro principale propugnatore.
Al contrario nella prima legislatura, i parlamentari anti federalisti (che vorrebbero gli emendamenti), sono una sparuta minoranza (a occhio circa il 15% forse meno). Parecchi esponenti federalisti invece fanno la voce grossa e dichiarano inutili gli emendamenti con argomentazioni, a mio parere, deboli e arroganti.
L’arroganza di chi ha vinto e sa di avere la forza per imporre la propria volontà; oltretutto dimenticando le promesse fatte in sede di ratifica.
Diceva Aristotele (molto parafrasato!) che è più difficile gestire la pace che vincere la guerra. Non so: forse subentra un meccanismo psicologico che convince chi vince di avere totalmente ragione: e se si ha totalmente ragione non si cerca il compromesso con la minoranza che, di conseguenza, ha completamente torto.
Ma fortunatamente gli USA avevano Madison!
Madison come consigliere di Washington gli scrive il discorso di insediamento dove, appunto, ricorda l’utilità degli emendamenti che non vadano a stravolgere la costituzione.
Lo stesso Madison riesce se non a scrivere almeno a indirizzare fortemente la replica del Congresso dove, ovviamente, fa rispondere che il presidente “ha proprio ragione”!
Le argomentazione di Madison sono tre.
1. una carta dei diritti placherebbe le preoccupazioni della popolazione e dell’opposizione anti federalista.
2. la carta dei diritti comunque non comporta pericoli e, al contrario, potrebbe aggiungere qualcosa.
3. ma soprattutto «[…] una ragione “ancora più forte” per il Congresso di proporre emendamenti, secondo Madison, era di indurre gli stati rimasti fuori, la Carolina del Nord e il Rhode Island, a ratificare la Costituzione e unirsi all’unione. Madison pensava che “è desiderabile, sia da parte nostra che loro, che la riunione avvenga il prima possibile”.» (*2)
Per me è stata una sorpresa perché fino a questo momento non c’era stato il minimo accenno alla questione.
Per capire meglio il mio stupore è forse utile riportare i miei commenti a margine nelle pagine precedenti…
«[KGB] Il fatto che Carolina del Nord alla finestra non sembra impattare su emendamenti» (pag. 569)
«Argomento debole questo della prova» (pag. 569; alcuni federalisti dicevano di considerare emendamenti solo dopo alcuni anni di “prova” della costituzione)
«[KGB] Quante cazzate dicono anche le persone intelligenti! Ma lo sono realmente? Probabilmente no: istruite sì, ricche sì ma senza la necessaria flessibilità intellettuale...» (pag. 570)
«[KGB] La posizione di Madison è di gran lunga quella più strategica e saggia...» (pag. 570; Madison voleva cercare un compromesso anche per rassicurare le opposizioni)
«Anche George Washington, da vero leader, ha il buon senso dato dalla comprensione della natura umana» (pag. 572; Washington era infatti d’accordo con Madison)
«[KGB] Come dice Aristotele è più difficile gestire la pace che vincere la guerra. L’arroganza dei vincitori è sconcertante: come confondono il fattibile col giusto...» (pag. 572)
E finalmente, a pagina 573: «[KGB] Io e Madison, stesso ragionamento!!»
Quindi che dire? La mia intuizione di inizio febbraio era banale, normale o buona?
A me adesso sembra ovvia: ma perché i federalisti dell’epoca non sembravano neppure prenderla in considerazione e ci volle invece l’acume politico di Madison per convincerli del contrario?
Certo io sono aiutato da una prospettiva privilegiata, con tutte le informazioni rilevanti ben chiare in mente… contemporaneamente io ci ho dedicato solo una frazione infinitesimale del mio tempo mentre i vari congressisti ci avranno pensato e discusso insieme per giorni e giorni…
Conclusione: aggiungo che per motivi di climax ho invertito il punto 2 con il 3 e che sbirciando il resto del testo (che ancora non ho letto) vedo già che Madison ripete anche il mio ragionamento sulla maggior sicurezza degli emendamenti. Anzi, cito: «Unlike the position he had taken in some of his earlier writings and speeches on the topic, Madison now conceded that “the abuse of the powers of the general government may be guarded against in a more secure manner [i.e., a bill of rights] than is now done, while no one advantage, arising from the exercise of that power, shall be damaged or endangered by it.» (*3)
Nota (*1): una delle poche pecche di questo libro è che riporta raramente le date e per chi non è esperto del periodo è facile confondere tutto insieme!
Nota (*2): mia traduzione al volo di “The Framers’ coup” di Klarman, (E.) Oxford Uniersity Press, 2016, pag. 573.
Nota (*1): ibidem, pag. 574.
giovedì 23 marzo 2023
Novità musicali 18
Da quando non suono più la chitarra (sigh!) esploro anche meno nuova musica e ascolto più spesso le mie collezioni su Youtube e Spotify (v. su Spotify e Youtube Lista 1, 2, 3 e 4). Comunque nel corso dei mesi ho aggiunto molti brani alla mia speciale raccolta di “attesa” e qualche giorno fa mi sono deciso a riascoltarmela tutta per selezionare la musica da aggiungere alle raccolte “ufficiali”.
Siccome era tanto tempo che non selezionavo niente ho fatto due passaggi col risultato di selezionare ben 32 nuovi pezzi invece della solita ventina!
Un problema addizionale è che dopo l'ultimo aggiornamento del mio linux non ho potuto installare il mio fido lettore musicale Clementine, non più aggiornato dal 2016!
Questo mi ha demotivato a cercare le informazioni dei vari gruppi e inserirli nella relativa base dati: anche solo verificare se un gruppo lo conoscevo già non è banale.
La conseguenza è che non potrò divertirmi a fare tutte le diverse categorie come ero solito in passato. Soprattutto mi secca non sapere quali sono i brani di gruppi italiani però davvero non mi va di impazzirci.
L’idea è quindi quella di presentare i tre brani che più mi sono piaciuti e poi qualche menzione più o meno speciale…
I brani con 5 stelline fra cui sceglierò i miei 3 preferiti sono 7. 6 appartengono a gruppi che conosco mentre uno deve essere degli anni ‘60! Sì, ho verificato è del 1965: questo lo metterò come migliore dei classici! Un altro brano invece è “The heart asks pleasure first” di Nyman (1993) che ovviamente già conoscevo.
I rimanenti gruppi noti sono gli Hällas (con due brani!), Bloodbound, Numenor e Nachtblut.
Gli Hällas sono svedesi, Bloodbound e Nachtblut tedeschi mentre Numenor (mi pare) spagnoli… no! ho controllato e sono serbi!
Allora, dopo un ulteriore ascolto, ecco il TERZO brano:
Alles nur geklaut – Nachblut (2009)
Non capisco cosa dicono ma il brano è potente e, mi sembra, divertente…
Al SECONDO posto:
Star Rider – Hällas (2018)
Un progressive rock che mette i brividi: ma ho notato che avevano già “vinto” la passata selezione: v. Novità musicali 17…
Al PRIMO posto:
Feänor – Numenor (2021)
Non so, forse mi sono fatto influenzare dal testo (Feänor è il mio personaggio preferito in assoluto), ma comunque è una bellissima canzone!
Ma veniamo alle menzioni speciali…
Siccome ne ho già accennato ecco il migliore dei brani “vecchi”:
California Dreamin’ – The Mamas & The Papas (1965)
Invece, per la categoria “roba strana che piace solo a me”:
Mustt Mustt – Nusrat Fateh Ali Khan (arrangiamento rock di Andre Antunes)
Per la serie gruppo metal da posto improbabile, Uruguay:
Wild sons of the Earth – Crystal Gates (2015)
E per ultimo il pezzo italiano: siccome l’unico gruppo italiano a me noto erano i Death SS mi sono deciso a verificare la nazionalità di quelli che non conoscevo e, con mia sorpresa, ne ho scoperti ben altri tre!
Riassumendo la lotta è fra ben cinque brani italiani: “Let the Sabbath begin” (2001) dei Death SS; “Diggy Diggy Hole” (2019) dei WindRose; “Myth of Masada” e “Frozen Throne” (2018) dei Kalidia; “Infinity” (2014) dei Power Symphony.
Scelta difficilissima! Chiaramente i Death SS sono il gruppo più famoso e quando il lettore mi passa “Scarlet Woman” o “Lady of Babylon” mi fermo e ascolto… In questo caso “Let the Sabbath begin” mi sembra però un po’ troppo orecchiabile: sembra fatto apposta per i concerti per coinvolgere il pubblico ma di per sé è un gradino sotto i miei brani preferiti…
“Diggy Diggy Hole” è piacevole e divertente ma mi sono accorto che è una cover…
“Frozen Throne” è un classico pezzo power metal che però sa di già sentito…
“Infinity” dei Power Symphony si è rivelato essere un piccolo mistero: la versione che avevo selezionato era di oltre 7 minuti e, in genere, le canzoni così lunghe le trovo ripetitive o, comunque, mi annoiano un po’. In questo caso, mentre sceglievo quale video di Youtube inserire, mi sono accorto che la voce era femminile: ho riascoltato il “mio” pezzo e ho verificato che qui era un uomo a cantare. Non solo: la nuova versione con la cantante è anche di quasi due minuti più corta! In pratica la vecchia versione è del 2006 mentre la nuova del 2014…
E allora voglio premiare questa perché la voce femminile e il taglio di qualche assolo rendono nel complesso il brano più godibile facendogli guadagnare una mezza spanna sopra gli altri…
Infinity – Power Symphony (2014)
Oltretutto mi sembra di notare una certa somiglianza con Land of Immortal (1997) dei Rhapsody nel ritornello (confrontare, per esempio, 5’ 22” di Infinity con 1’ 04” di “Land of Immortal”) e forse è anche per questo che mi piace!
La qualità audio è ovviamente bassa ma merita vedere anche la versione dal vivo: Infinity !LIVE! – Power Symphony (2017)…
Conclusione: per scrivere questo pezzo mi ci sono voluti tre giorni: sicuramente non ne è valsa la pena ma mi sono divertito!
Siccome era tanto tempo che non selezionavo niente ho fatto due passaggi col risultato di selezionare ben 32 nuovi pezzi invece della solita ventina!
Un problema addizionale è che dopo l'ultimo aggiornamento del mio linux non ho potuto installare il mio fido lettore musicale Clementine, non più aggiornato dal 2016!
Questo mi ha demotivato a cercare le informazioni dei vari gruppi e inserirli nella relativa base dati: anche solo verificare se un gruppo lo conoscevo già non è banale.
La conseguenza è che non potrò divertirmi a fare tutte le diverse categorie come ero solito in passato. Soprattutto mi secca non sapere quali sono i brani di gruppi italiani però davvero non mi va di impazzirci.
L’idea è quindi quella di presentare i tre brani che più mi sono piaciuti e poi qualche menzione più o meno speciale…
I brani con 5 stelline fra cui sceglierò i miei 3 preferiti sono 7. 6 appartengono a gruppi che conosco mentre uno deve essere degli anni ‘60! Sì, ho verificato è del 1965: questo lo metterò come migliore dei classici! Un altro brano invece è “The heart asks pleasure first” di Nyman (1993) che ovviamente già conoscevo.
I rimanenti gruppi noti sono gli Hällas (con due brani!), Bloodbound, Numenor e Nachtblut.
Gli Hällas sono svedesi, Bloodbound e Nachtblut tedeschi mentre Numenor (mi pare) spagnoli… no! ho controllato e sono serbi!
Allora, dopo un ulteriore ascolto, ecco il TERZO brano:
Non capisco cosa dicono ma il brano è potente e, mi sembra, divertente…
Al SECONDO posto:
Un progressive rock che mette i brividi: ma ho notato che avevano già “vinto” la passata selezione: v. Novità musicali 17…
Al PRIMO posto:
Non so, forse mi sono fatto influenzare dal testo (Feänor è il mio personaggio preferito in assoluto), ma comunque è una bellissima canzone!
Ma veniamo alle menzioni speciali…
Siccome ne ho già accennato ecco il migliore dei brani “vecchi”:
Invece, per la categoria “roba strana che piace solo a me”:
Per la serie gruppo metal da posto improbabile, Uruguay:
E per ultimo il pezzo italiano: siccome l’unico gruppo italiano a me noto erano i Death SS mi sono deciso a verificare la nazionalità di quelli che non conoscevo e, con mia sorpresa, ne ho scoperti ben altri tre!
Riassumendo la lotta è fra ben cinque brani italiani: “Let the Sabbath begin” (2001) dei Death SS; “Diggy Diggy Hole” (2019) dei WindRose; “Myth of Masada” e “Frozen Throne” (2018) dei Kalidia; “Infinity” (2014) dei Power Symphony.
Scelta difficilissima! Chiaramente i Death SS sono il gruppo più famoso e quando il lettore mi passa “Scarlet Woman” o “Lady of Babylon” mi fermo e ascolto… In questo caso “Let the Sabbath begin” mi sembra però un po’ troppo orecchiabile: sembra fatto apposta per i concerti per coinvolgere il pubblico ma di per sé è un gradino sotto i miei brani preferiti…
“Diggy Diggy Hole” è piacevole e divertente ma mi sono accorto che è una cover…
“Frozen Throne” è un classico pezzo power metal che però sa di già sentito…
“Infinity” dei Power Symphony si è rivelato essere un piccolo mistero: la versione che avevo selezionato era di oltre 7 minuti e, in genere, le canzoni così lunghe le trovo ripetitive o, comunque, mi annoiano un po’. In questo caso, mentre sceglievo quale video di Youtube inserire, mi sono accorto che la voce era femminile: ho riascoltato il “mio” pezzo e ho verificato che qui era un uomo a cantare. Non solo: la nuova versione con la cantante è anche di quasi due minuti più corta! In pratica la vecchia versione è del 2006 mentre la nuova del 2014…
E allora voglio premiare questa perché la voce femminile e il taglio di qualche assolo rendono nel complesso il brano più godibile facendogli guadagnare una mezza spanna sopra gli altri…
Oltretutto mi sembra di notare una certa somiglianza con Land of Immortal (1997) dei Rhapsody nel ritornello (confrontare, per esempio, 5’ 22” di Infinity con 1’ 04” di “Land of Immortal”) e forse è anche per questo che mi piace!
La qualità audio è ovviamente bassa ma merita vedere anche la versione dal vivo: Infinity !LIVE! – Power Symphony (2017)…
Conclusione: per scrivere questo pezzo mi ci sono voluti tre giorni: sicuramente non ne è valsa la pena ma mi sono divertito!
mercoledì 22 marzo 2023
Mortalità in eccesso
Facciamoci un po’ di cattivo sangue (in mattinata devo andare a ritirare le mie analisi del sangue: vedremo se mi metteranno a dieta di erbacce). Video odierno del DR. Campbell: Correlation study.
Ebbene secondo lo studio recensito (ancora non verificati dai pari, in pre stampa su una rivista scientifica secondaria) vi è una correlazione positiva fra vaccinazioni contro il covid-19 e l’eccesso di mortalità.
I dati sono stati confrontati mese per mese fra gli anni 2021 e 2022 nei paesi UE e pochi altri. Oltretutto i dati dell’ultimo trimestre 2022 sono ancora incompleti ma mostrano una correlazione ancora più significativa.
La correlazione individuata è per ogni 1% di vaccinazioni covid-19 un aumento di circa lo 0.1% di mortalità in eccesso (tenendo presenti molti fattori mitiganti).
Per la cronaca “correlazione” non significa relazione di casualità: la ricerca non dimostra cioè che la vaccinazione contro il covid-19 causa la mortalità in eccesso ma solo la relazione numerica. Ci potrebbe per esempio essere una causa nascosta che provoca contemporaneamente l’aumento delle vaccinazioni e l’aumento della mortalità. Forse degli alieni cattivi? Non so: fate voi… a me non mi viene in mente altro…
Secondo il dr. Campell difficilmente vedremo questa ricerca pubblicata su riviste scientifiche importanti perché è troppo “incriminante” per il potere politico che ha stolidamente imposto a milioni di persone un farmaco sperimentale. Sono totalmente d’accordo ma vedremo: le crepe nel muro della narrativa ufficiale si stanno allargando ed è quindi possibile che anche riviste mediche illustri si sentano abbastanza protette da pubblicare ricerche sgradite…
Sicuramente questa ricerca è molto importante di per sé, a meno di smentite che mi sembrano improbabili dato che la statistica che vi è dietro è banale, ma io sono rimasto colpito da qualcosa appena accennato dal Dr. Campbell.
Nella primavera-estate 2021 (*1) mi capitava di leggere su FB affermazioni di amici/conoscenti vaccinari che scrivevano che era possibile che il vaccino, in casi rari, provocasse miocarditi/pericarditi ma lo stesso valeva e, anzi era più probabile, per la malattia naturale. Facevano capire che, più o meno, le probabilità si equivalevano e che quindi la paura di complicazioni al cuore non era una buona ragione per evitare vaccino.
Ebbene a queste affermazioni io non replicavo perché anche le mie fonti (all’epoca più il dr. Sehuelt e meno il Dr. Campbell) suggerivano la stessa cosa: in verità non ricordo se ci fosse stata addirittura una ricerca al riguardo ma mi sembrava di sì...
Più recentemente, in estate 2022, è uscita una grande (con tipo 100.000 pazienti) ricerca inglese che invece dimostrava che l'infezione naturale NON causava miocarditi o pericarditi.
Io comunque ancora ricordavo la credenza del 2021 e, quindi, ero in una situazione dove nello specifico due ricerche giungevano a risultati opposti in pratica annullandosi a vicende o quasi.
Quasi perché la ricerca inglese era molto credibile dato l’alto numero di partecipanti: diciamo che nel mio personale “cartellino” le davo adesso 80% credibilità e 20% alla più vecchia.
Ebbene nel video di oggi è citata una ricerca dell’aprile 2022 che già dimostrava l’assenza di correlazione fra malattia naturale e successive miocarditi/pericarditi.
La mia valutazione personale quindi passa a 99% → nessuna relazione covid-19 miocarditi/pericarditi.
Questo però mi porta a una riflessione.
Io, fin dall’inizio della pandemia, mi sono basato sulle ricerche scientifiche e non ho mai seguito le chiacchiere dei media italiani dove, suppongo, il virologo/santone di turno recitava il proprio copione senza mai citare ricerche scientifiche ma dando voce solo al proprio ego (dall’estate, e soprattutto autunno 2021, ne iniziarono a uscire sempre di più che contraddicevano la narrativa ufficiale).
Eppure io ero accusato di basarmi su fonti poco attendibili: molto più affidabile, per esempio, l’opinione basata sull’esperienza personale di un infermiere che aveva visto con i “propri occhi” la situazione (*2): altro che le ricerche scientifiche!
Mi dispiace un po’ non essere più su FB per sapere se hanno cambiato idea oppure difendono ancora le loro vecchie posizioni…
Probabilmente una via di mezzo: magari si saranno convinti che “all’epoca” i dati scientifici davano loro ragione e che, solo recentemente, stanno iniziando a emergere altre informazioni. Non è vero: i dati scientifici è dall’estate-autunno 2021 che raccontano una storia totalmente diversa dalla narrativa ufficiale. Erano questi amici/conoscenti che si fidavano ciecamente dell’autorità, vuoi politica vuoi scientifica di turno, che per interesse personale gli raccontava frottole. La vera scienza, cioè le ricerche scientifiche, dicevano altro.
Oppure, anche questo è molto probabile, si saranno convinti che il vaccino non è più necessario perché proprio quest’ultimo ha “sconfitto” la pandemia. In realtà, era già probabile a gennaio 2022 e certo pochi mesi dopo, la pandemia è stata “sconfitta” dalla variante omicron. E della mortalità in eccesso che dicono? Diranno “sì-ma-bo” e, senza basi scientifiche, che comunque il vaccino ha salvato più vite. Questo perché nella loro logica ottusa vaccino=scienza, uguaglianza ovviamente errata...
Conclusione: probabilmente è un bene che non sia più su FB: difficilmente vi avei trovato soddisfazione...
Nota (*1): le notizie sulle miocarditi (ricerche israeliane) furono di inizio estate (giugno, al massimo maggio, ma la mia memoria associa le varie discussioni su FB alla primavera. Ora la mia memoria è molto forte visivamente e non temporalmente eppure mi do il beneficio del dubbio: per questo scrivo di primavera-estate 2021…
Nota (*2): infermiere probabilmente imbevuto delle bugie e mistificazioni che, come dimostrano le recenti intercettazioni, partivano direttamente dal ministero dellaPaura... ehm.. cioè della Salute...
Ebbene secondo lo studio recensito (ancora non verificati dai pari, in pre stampa su una rivista scientifica secondaria) vi è una correlazione positiva fra vaccinazioni contro il covid-19 e l’eccesso di mortalità.
I dati sono stati confrontati mese per mese fra gli anni 2021 e 2022 nei paesi UE e pochi altri. Oltretutto i dati dell’ultimo trimestre 2022 sono ancora incompleti ma mostrano una correlazione ancora più significativa.
La correlazione individuata è per ogni 1% di vaccinazioni covid-19 un aumento di circa lo 0.1% di mortalità in eccesso (tenendo presenti molti fattori mitiganti).
Per la cronaca “correlazione” non significa relazione di casualità: la ricerca non dimostra cioè che la vaccinazione contro il covid-19 causa la mortalità in eccesso ma solo la relazione numerica. Ci potrebbe per esempio essere una causa nascosta che provoca contemporaneamente l’aumento delle vaccinazioni e l’aumento della mortalità. Forse degli alieni cattivi? Non so: fate voi… a me non mi viene in mente altro…
Secondo il dr. Campell difficilmente vedremo questa ricerca pubblicata su riviste scientifiche importanti perché è troppo “incriminante” per il potere politico che ha stolidamente imposto a milioni di persone un farmaco sperimentale. Sono totalmente d’accordo ma vedremo: le crepe nel muro della narrativa ufficiale si stanno allargando ed è quindi possibile che anche riviste mediche illustri si sentano abbastanza protette da pubblicare ricerche sgradite…
Sicuramente questa ricerca è molto importante di per sé, a meno di smentite che mi sembrano improbabili dato che la statistica che vi è dietro è banale, ma io sono rimasto colpito da qualcosa appena accennato dal Dr. Campbell.
Nella primavera-estate 2021 (*1) mi capitava di leggere su FB affermazioni di amici/conoscenti vaccinari che scrivevano che era possibile che il vaccino, in casi rari, provocasse miocarditi/pericarditi ma lo stesso valeva e, anzi era più probabile, per la malattia naturale. Facevano capire che, più o meno, le probabilità si equivalevano e che quindi la paura di complicazioni al cuore non era una buona ragione per evitare vaccino.
Ebbene a queste affermazioni io non replicavo perché anche le mie fonti (all’epoca più il dr. Sehuelt e meno il Dr. Campbell) suggerivano la stessa cosa: in verità non ricordo se ci fosse stata addirittura una ricerca al riguardo ma mi sembrava di sì...
Più recentemente, in estate 2022, è uscita una grande (con tipo 100.000 pazienti) ricerca inglese che invece dimostrava che l'infezione naturale NON causava miocarditi o pericarditi.
Io comunque ancora ricordavo la credenza del 2021 e, quindi, ero in una situazione dove nello specifico due ricerche giungevano a risultati opposti in pratica annullandosi a vicende o quasi.
Quasi perché la ricerca inglese era molto credibile dato l’alto numero di partecipanti: diciamo che nel mio personale “cartellino” le davo adesso 80% credibilità e 20% alla più vecchia.
Ebbene nel video di oggi è citata una ricerca dell’aprile 2022 che già dimostrava l’assenza di correlazione fra malattia naturale e successive miocarditi/pericarditi.
La mia valutazione personale quindi passa a 99% → nessuna relazione covid-19 miocarditi/pericarditi.
Questo però mi porta a una riflessione.
Io, fin dall’inizio della pandemia, mi sono basato sulle ricerche scientifiche e non ho mai seguito le chiacchiere dei media italiani dove, suppongo, il virologo/santone di turno recitava il proprio copione senza mai citare ricerche scientifiche ma dando voce solo al proprio ego (dall’estate, e soprattutto autunno 2021, ne iniziarono a uscire sempre di più che contraddicevano la narrativa ufficiale).
Eppure io ero accusato di basarmi su fonti poco attendibili: molto più affidabile, per esempio, l’opinione basata sull’esperienza personale di un infermiere che aveva visto con i “propri occhi” la situazione (*2): altro che le ricerche scientifiche!
Mi dispiace un po’ non essere più su FB per sapere se hanno cambiato idea oppure difendono ancora le loro vecchie posizioni…
Probabilmente una via di mezzo: magari si saranno convinti che “all’epoca” i dati scientifici davano loro ragione e che, solo recentemente, stanno iniziando a emergere altre informazioni. Non è vero: i dati scientifici è dall’estate-autunno 2021 che raccontano una storia totalmente diversa dalla narrativa ufficiale. Erano questi amici/conoscenti che si fidavano ciecamente dell’autorità, vuoi politica vuoi scientifica di turno, che per interesse personale gli raccontava frottole. La vera scienza, cioè le ricerche scientifiche, dicevano altro.
Oppure, anche questo è molto probabile, si saranno convinti che il vaccino non è più necessario perché proprio quest’ultimo ha “sconfitto” la pandemia. In realtà, era già probabile a gennaio 2022 e certo pochi mesi dopo, la pandemia è stata “sconfitta” dalla variante omicron. E della mortalità in eccesso che dicono? Diranno “sì-ma-bo” e, senza basi scientifiche, che comunque il vaccino ha salvato più vite. Questo perché nella loro logica ottusa vaccino=scienza, uguaglianza ovviamente errata...
Conclusione: probabilmente è un bene che non sia più su FB: difficilmente vi avei trovato soddisfazione...
Nota (*1): le notizie sulle miocarditi (ricerche israeliane) furono di inizio estate (giugno, al massimo maggio, ma la mia memoria associa le varie discussioni su FB alla primavera. Ora la mia memoria è molto forte visivamente e non temporalmente eppure mi do il beneficio del dubbio: per questo scrivo di primavera-estate 2021…
Nota (*2): infermiere probabilmente imbevuto delle bugie e mistificazioni che, come dimostrano le recenti intercettazioni, partivano direttamente dal ministero della
lunedì 20 marzo 2023
Josè Rizal
La rilettura di Strabuccinator mi sta richiedendo più tempo del previsto perché sto riscrivendo tutti i dialoghi di un personaggio: probabilmente sarebbe stato meglio se mi fossi inventato un motivo per cui, dopo un po’ di ruggine iniziale, poi riesca a parlare perfettamente. Oltretutto questo esprimersi male non aggiunge niente al racconto e, anzi, forse gli toglie qualcosa. Però è più coerente in questa maniera…
Questo per spiegare come mai ieri ho “saltato” un pezzo.
Oggi però volevo scrivere un pezzo su una gradita sorpresa: il libro di José Rizal, massimo autore filippino del XIX secolo, è godibilissimo!
Per iniziare delle frasi che mi hanno colpito, nella mia traduzione: l’originale è in spagnolo e io sto leggendo una versione inglese scaricata da Progetto Gutenberg.
I seguenti passaggi evidenziano la sensibilità psicologica dell’autore: come riesce a riconoscere e descrivere dei meccanismi psicologici sottili ma molto diffusi.
Un frammento di dialogo, a tavola, fra un frate francescano, Damaso, e un giovane studente spagnolo venuto a scoprire personalmente le Filippine (la storia si apre a Manila).
«[…] [Frate Damaso difende un’iniziativa politico/economica del governatore spagnolo] “Se lo credo veramente? Allo stesso modo in cui credo nel Vangelo! Gli indigeni sono così indolenti”
[Risponde il giovane spagnolo] “Ah, mi perdoni se la interrompo,” disse il giovane uomo abbassando la voce e trascinando la sedia un po’ più vicino, “ma avete detto qualcosa che ha risvegliato tutto il mio interesse. Questa indolenza, in verità, esiste veramente fra i nativi o c’è del vero in quello che dicono i viaggiatori stranieri: che con questa indolenza noi scusiamo la nostra, così come la nostra arretratezza e il nostro sistema coloniale. [...]”»
Qui si vede il meccanismo della proiezione: il frate spagnolo attribuisce alla popolazione filippina, l’indolenza dei propri connazionali e dello stesso sistema coloniale.
Anzi, sempre frate Damaso veniva così descritto poche pagine prima: «Egli è pieno di allegria, e il tono della sua voce è duro come quello di un uomo che non ha mai avuto occasione di correggersi e che crede che qualsiasi cosa dica sia santa e non migliorabile [...]»
Questa osservazione è perfetta: alcune persone non smettono mai di parlare perché, non accorgendosi dei propri errori, non sentono la necessità di correggersi (cosa che in futuro le costringerebbe a pensare un po’ di più prima di dar fiato ai propri polmoni!).
E, infine, una frase divisa fra lo psicologico, il religioso e il sociale: da una parte infatti illustra bene una caratteristica dei ricchi e, dall’altra, evidenzia il disincanto dell’autore (che scrisse questa sua opera a 25 anni): «Lo stesso Capitan Tiago non aveva mai offerto preghiere a Lui [Dio], anche nelle sue più grandi difficoltà, perché era ricco e il suo oro pregava al suo posto.»
La religione infatti serve a dare rassicurazioni all’uomo ma colui che è ricco ne ha molto meno bisogno degli altri. Aggiungo (nel senso che lo dice KGB non Rizal!) che per il potente la religione diviene uno strumento come altri, che può essere usato per conservare o incrementare la propria forza...
Ah! dimenticavo! Rizal è anche molto spiritoso: in genere le descrizioni dei suoi personaggi sono piene di ironia. Sfortunatamente non mi sono appuntato niente e non mi va di cercare/copiare lunghi passaggi. Ma per esempio la descrizione di frate Damaso è molto buffa: si capisce subito che è pieno di difetti, attratto più dal mondo materiale che da quello spirituale. Beh, alla cena a cui partecipa viene finalmente servito un piatto unico, una specie di zuppa di pollo, e a frate Damaso, nonostante l’abbondanza, capita di carne solo un’aletta rinsecchita e un pezzetto di collo: al suo vicino di posto invece tocca un bel pezzo di petto e una coscia. Tutto questo basta a cambiare l’umore del frate che da allegro diviene acido e intrattabile. Raccontata così non dice niente: ma l’autore è stato talmente bravo a descrivere la personalità del frate che, quando ci viene “mostrata” la sua zuppa, ne possiamo immediatamente intuire il disappunto e la relativa delusione: così la sua reazione quasi infantile ci appare divertente. Molto buffo ma andrebbe letto tutto il capitolo per calarsi nella giusta atmosfera e apprezzarlo pienamente!
Mi ha poi colpito come l’autore ironizzi sulla religione evidenziando come molte delle sue pratiche siano vuote e, talvolta, moralmente dubbie (per esempio il perdono assoluto senza bisogno di espiazione sulla Terra). Così ho chiesto a chatGPT se Rizal fosse ateo e mi ha risposto:
«Jose Rizal non era ateo, ma era un uomo molto spiritualmente incline. Cresciuto in una famiglia cattolica, Rizal era stato educato in un ambiente religioso e aveva anche studiato per diventare un chierico. Tuttavia, in seguito alla sua esposizione alle idee e alle culture occidentali durante i suoi studi in Europa, Rizal iniziò ad avere delle opinioni critiche sulla Chiesa cattolica e sulla sua influenza sulla società filippina dell'epoca.
Rizal credeva in un Dio universale e in una forma di spiritualità che andava al di là delle tradizioni religiose organizzate. Nella sua opera "Mi Ultimo Adios" (Il mio ultimo addio), scritta poco prima della sua esecuzione, Rizal fa riferimento a Dio e alla sua fede personale, e invita i suoi compatrioti a lottare per la libertà e la giustizia in nome della loro patria e della loro fede.
In sintesi, Jose Rizal non era un ateo, ma aveva una visione spirituale che andava oltre le religioni organizzate e credeva in un Dio universale.»
Questa visione della religione combacia perfettamente con quella del padre del protagonista: uomo non religioso ma dai rigidissimi principi morali. Se, per esempio, gli fosse capitato di fare un torto a qualcuno non si sarebbe accontentato di confessarsi ma avrebbe fatto di tutto per rimediare al danno che aveva procurato alle altre persone.
Allora ho “cucito” insieme, grazie alla mia personale "rete neuronale", una decina di fattori e ho voluto “impressionare” chatGPT con questa mia sintesi:
«[KGB] Insomma Rizal non credeva nella Chiesa cattolica e nelle sue organizzazioni viste probabilmente come funzionali al dominio dei colonizzatori spagnoli.
[chatGPT] Sì, è corretto. Jose Rizal era critico nei confronti della Chiesa cattolica e delle sue organizzazioni nelle Filippine dell'epoca, che egli vedeva come parte del sistema di dominio dei colonizzatori spagnoli sul popolo filippino. Rizal credeva che molte delle pratiche della Chiesa, come l'uso delle lingue straniere nei sermoni e l'accento sulla venerazione delle immagini, avessero contribuito alla perpetuazione del colonialismo spagnolo e alla subordinazione della cultura filippina. [...]»
Conclusione: sono ancora all’inizio e il romanzo ha un aspetto giallo molto coinvolgente. Il padre del protagonista è morto ingiustamente in carcere mentre il figlio era a studiare in Europa: il figlio è adesso tornato a Manila ma ancora non sa niente di cosa e come sia morto. L’aspetto più interessante è che proprio frate Damaso sembra averci qualcosa a che fare. È interessante perché il personaggio era stato inizialmente introdotto come un elemento comico: è strano che si trasformi in uno negativo. Secondo me è l’autore che qui vuole sviare i suoi lettori!
Questo per spiegare come mai ieri ho “saltato” un pezzo.
Oggi però volevo scrivere un pezzo su una gradita sorpresa: il libro di José Rizal, massimo autore filippino del XIX secolo, è godibilissimo!
Per iniziare delle frasi che mi hanno colpito, nella mia traduzione: l’originale è in spagnolo e io sto leggendo una versione inglese scaricata da Progetto Gutenberg.
I seguenti passaggi evidenziano la sensibilità psicologica dell’autore: come riesce a riconoscere e descrivere dei meccanismi psicologici sottili ma molto diffusi.
Un frammento di dialogo, a tavola, fra un frate francescano, Damaso, e un giovane studente spagnolo venuto a scoprire personalmente le Filippine (la storia si apre a Manila).
«[…] [Frate Damaso difende un’iniziativa politico/economica del governatore spagnolo] “Se lo credo veramente? Allo stesso modo in cui credo nel Vangelo! Gli indigeni sono così indolenti”
[Risponde il giovane spagnolo] “Ah, mi perdoni se la interrompo,” disse il giovane uomo abbassando la voce e trascinando la sedia un po’ più vicino, “ma avete detto qualcosa che ha risvegliato tutto il mio interesse. Questa indolenza, in verità, esiste veramente fra i nativi o c’è del vero in quello che dicono i viaggiatori stranieri: che con questa indolenza noi scusiamo la nostra, così come la nostra arretratezza e il nostro sistema coloniale. [...]”»
Qui si vede il meccanismo della proiezione: il frate spagnolo attribuisce alla popolazione filippina, l’indolenza dei propri connazionali e dello stesso sistema coloniale.
Anzi, sempre frate Damaso veniva così descritto poche pagine prima: «Egli è pieno di allegria, e il tono della sua voce è duro come quello di un uomo che non ha mai avuto occasione di correggersi e che crede che qualsiasi cosa dica sia santa e non migliorabile [...]»
Questa osservazione è perfetta: alcune persone non smettono mai di parlare perché, non accorgendosi dei propri errori, non sentono la necessità di correggersi (cosa che in futuro le costringerebbe a pensare un po’ di più prima di dar fiato ai propri polmoni!).
E, infine, una frase divisa fra lo psicologico, il religioso e il sociale: da una parte infatti illustra bene una caratteristica dei ricchi e, dall’altra, evidenzia il disincanto dell’autore (che scrisse questa sua opera a 25 anni): «Lo stesso Capitan Tiago non aveva mai offerto preghiere a Lui [Dio], anche nelle sue più grandi difficoltà, perché era ricco e il suo oro pregava al suo posto.»
La religione infatti serve a dare rassicurazioni all’uomo ma colui che è ricco ne ha molto meno bisogno degli altri. Aggiungo (nel senso che lo dice KGB non Rizal!) che per il potente la religione diviene uno strumento come altri, che può essere usato per conservare o incrementare la propria forza...
Ah! dimenticavo! Rizal è anche molto spiritoso: in genere le descrizioni dei suoi personaggi sono piene di ironia. Sfortunatamente non mi sono appuntato niente e non mi va di cercare/copiare lunghi passaggi. Ma per esempio la descrizione di frate Damaso è molto buffa: si capisce subito che è pieno di difetti, attratto più dal mondo materiale che da quello spirituale. Beh, alla cena a cui partecipa viene finalmente servito un piatto unico, una specie di zuppa di pollo, e a frate Damaso, nonostante l’abbondanza, capita di carne solo un’aletta rinsecchita e un pezzetto di collo: al suo vicino di posto invece tocca un bel pezzo di petto e una coscia. Tutto questo basta a cambiare l’umore del frate che da allegro diviene acido e intrattabile. Raccontata così non dice niente: ma l’autore è stato talmente bravo a descrivere la personalità del frate che, quando ci viene “mostrata” la sua zuppa, ne possiamo immediatamente intuire il disappunto e la relativa delusione: così la sua reazione quasi infantile ci appare divertente. Molto buffo ma andrebbe letto tutto il capitolo per calarsi nella giusta atmosfera e apprezzarlo pienamente!
Mi ha poi colpito come l’autore ironizzi sulla religione evidenziando come molte delle sue pratiche siano vuote e, talvolta, moralmente dubbie (per esempio il perdono assoluto senza bisogno di espiazione sulla Terra). Così ho chiesto a chatGPT se Rizal fosse ateo e mi ha risposto:
«Jose Rizal non era ateo, ma era un uomo molto spiritualmente incline. Cresciuto in una famiglia cattolica, Rizal era stato educato in un ambiente religioso e aveva anche studiato per diventare un chierico. Tuttavia, in seguito alla sua esposizione alle idee e alle culture occidentali durante i suoi studi in Europa, Rizal iniziò ad avere delle opinioni critiche sulla Chiesa cattolica e sulla sua influenza sulla società filippina dell'epoca.
Rizal credeva in un Dio universale e in una forma di spiritualità che andava al di là delle tradizioni religiose organizzate. Nella sua opera "Mi Ultimo Adios" (Il mio ultimo addio), scritta poco prima della sua esecuzione, Rizal fa riferimento a Dio e alla sua fede personale, e invita i suoi compatrioti a lottare per la libertà e la giustizia in nome della loro patria e della loro fede.
In sintesi, Jose Rizal non era un ateo, ma aveva una visione spirituale che andava oltre le religioni organizzate e credeva in un Dio universale.»
Questa visione della religione combacia perfettamente con quella del padre del protagonista: uomo non religioso ma dai rigidissimi principi morali. Se, per esempio, gli fosse capitato di fare un torto a qualcuno non si sarebbe accontentato di confessarsi ma avrebbe fatto di tutto per rimediare al danno che aveva procurato alle altre persone.
Allora ho “cucito” insieme, grazie alla mia personale "rete neuronale", una decina di fattori e ho voluto “impressionare” chatGPT con questa mia sintesi:
«[KGB] Insomma Rizal non credeva nella Chiesa cattolica e nelle sue organizzazioni viste probabilmente come funzionali al dominio dei colonizzatori spagnoli.
[chatGPT] Sì, è corretto. Jose Rizal era critico nei confronti della Chiesa cattolica e delle sue organizzazioni nelle Filippine dell'epoca, che egli vedeva come parte del sistema di dominio dei colonizzatori spagnoli sul popolo filippino. Rizal credeva che molte delle pratiche della Chiesa, come l'uso delle lingue straniere nei sermoni e l'accento sulla venerazione delle immagini, avessero contribuito alla perpetuazione del colonialismo spagnolo e alla subordinazione della cultura filippina. [...]»
Conclusione: sono ancora all’inizio e il romanzo ha un aspetto giallo molto coinvolgente. Il padre del protagonista è morto ingiustamente in carcere mentre il figlio era a studiare in Europa: il figlio è adesso tornato a Manila ma ancora non sa niente di cosa e come sia morto. L’aspetto più interessante è che proprio frate Damaso sembra averci qualcosa a che fare. È interessante perché il personaggio era stato inizialmente introdotto come un elemento comico: è strano che si trasformi in uno negativo. Secondo me è l’autore che qui vuole sviare i suoi lettori!
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