Un giorno di circa trent’anni fa, suppongo di sera, dopo essermi mangiato una pizza tonno e cipolla (all'epoca la mia preferita), vidi la terza pellicola di quella che divenne la mia regista preferita, Kathryn Bigelow, ovvero “Point break”.
Del film (e della Bigelow) ho già scritto (*1) e non intendo aggiungere altro. Mi voglio invece concentrare su una singola scena.
Si tratta di una festa sulla spiaggia: la banda di ladri surfisti bevono birra intorno a dei falò, ascoltano musica e ballano circondati da belle ragazze. Un personaggio secondario mezzo ubriaco dichiara “Io non voglio arrivare a trent’anni!” intendendo che avrebbe preferito morire piuttosto che invecchiare.
All’epoca io aveva sui vent’anni e ricordo che rimasi molto colpito da quella affermazione: davvero era meglio morire prima di trent’anni? Non ne ero molto convinto comunque, come sempre mi capita su questioni che ritengo interessanti ma che non riesco a dirimere, la misi nella “ghiacciaia” della memoria.
Rividi poi la stessa pellicola in versione originale, sottotitolata in olandese, ovviamente in Olanda. All’epoca avevo un po’ più di trent’anni.
La solita frase continuò a risuonarmi negli orecchi: e ancora non sapevo come considerarla. Era la spacconata di un ubriaco oppure vi era della verità che mi sfuggiva?
Anche allora rimisi il tutto nella “ghiacciaia” rimandando a un’epoca futura: lo potei fare perché non l’avevo scongelato (*2).
Stamani tale frase mi è tornata spontaneamente in mente e, a circa trent’anni di distanza, dopo una matura e profonda riflessione (*3) posso finalmente dare il mio giudizio definitivo.
Il personaggio secondario che nel film appare come il più immaturo è in realtà il più saggio, ben oltre i suoi anni.
Non è fortunato ma fortunatissimo chi muore giovane!
Poi resta da stabilire l’età: magari non 30 ma forse 35 o invece 25. Ma, realmente, passata quell’età non c’è più nulla.
L’amore è illusorio. Quello tanto decantato dai poeti, l’amore che ci toglie il respiro e che ci ossessiona giorno e notte, dura al massimo un paio di anni: poi diviene consuetudine, magari matrimonio, una specie di amicizia intima, due mani che si lavano a vicenda: le due metà di un frutto... marcio.
I figli poi sono una trappola biologica: l’istinto fa il lavaggio del cervello alle madri e, spesso, anche ai padri. I genitori fanno di tutto per i loro figli quando, in verità, il meglio che avrebbero potuto fare per loro sarebbe stato non metterli al mondo. Si perpetua un ciclo vano, un’inutile lotta contro l’entropia.
Davvero dopo i trent’anni non c’è nulla: solo delusioni o illusioni. Dipende se preferite essere ottimisti o speranzosi.
In realtà il 99,9% delle persone si ritroverà intrappolata in un lavoro che odia e dovrà accontentarsi di briciole di gioia: la vittoria della propria squadra del cuore, forse il primo posto in un torneo di briscola?
L’uomo rema in una barca che lentamente affonda e che non arriverà mai da nessuna parte.
Davvero alla fine non è altro che remare per otto ore al giorno, cinque giorni su sette, in un mare senza orizzonti, senza porti né isole del tesoro da esplorare.
Chi è “fortunato” potrà lasciarsi portare dalla bonaccia negli ultimi anni: non avrà le forze per godersi il riposo, anzi non ne capirà il senso: se la vita era remare smettere di farlo è la morte.
E comunque in qualunque direzioni si remi prima o poi si affonderà: qualche barca che ci ha fatto compagnia per il nostro viaggio sarà triste per un paio di giorni, raramente di più, e ben presto ci dimenticherà.
E allora che senso ha? Esiste qualcosa che abbia un minimo di senso? Non dico tanto senso, almeno un pochino…
No, niente ha senso: le correnti che agitano il mare della nostra vita sono determinate dai capricci del caso. Quel poco che sarebbe sotto il controllo della società dipende dall’egoismo e avidità che muovono i pochi potenti che non sanno quello che fanno ma che sono ubriachi del loro stesso potere e a esso si aggrappano ciechi a tutto il resto.
Ecco la verità forse più deprimente: il mondo potrebbe essere un bel posto ma sfortunatamente le nostre limitazioni di animali gregari, di stupidi babbuini senza pelo, privi di virtù, privi di intelligenza, fanno emergere e salire al potere il peggio del peggio: nemmeno scimmie ma ratti, anzi le pantegane delle fogne. Non fatevi ingannare dall’aspetto, non fatevi ingannare dalle loro parole: ratti sono e ratti saranno. Ratti decidono il vostro futuro e quello dei vostri amati figli per cui fareste tutto… Ben vi sta in effetti: è quello che merita la stupidità.
È sempre l’istinto che poi ci spinge ad andare avanti: soprattutto chi ha figli è fregato. Anche a novant’anni, se non ha perso il cervello, la mamma dai capelli bianchi continuerà a stravedere per i propri ormai anziani marmocchi o, meglio ancora, per gli scimmiottini, nipotini idioti che hanno l’unico merito di assomigliare ai loro genitori e ai loro nonni e di sorridere immotivatamente o di essere “carini” quando fanno i capricci.
Solo l’istinto ci fa andare avanti.
Per i casi umani poi, gli esseri sfortunati che si rendono conto della non vita che vivono, il senso di responsabilità verso terzi come una baionetta puntata alla schiena li fa proseguire nell’inutile sforzo. Questi sono stupidi che hanno il senso del dovere, idioti che pagano tutto per non ricevere niente in cambio, uomini dai co### sfranti dalla stupidità altrui.
Diceva un mio amico molto saggio “che lo stupido è un problema solo per chi gli sta attorno” non per se stesso: lo stupido non si accorge della propria stupidità, anzi si crede intelligente. Se è proprio stupido remerà con gran vigore, sarà fiero di non arrivare da nessuna parte e mostrerà orgoglioso i calli sulle proprie mani; se è furbo si farà rimorchiare da qualcuno, fingerà solamente di remare: ma per cosa? Non fatica ma non decide nulla, non fa nulla...
Non piangete per coloro che muoiono giovani ma invidiateli invece: hanno goduto dell’alba ma non suderanno a mezzodì né tremeranno al sopraggiungere del tramonto.
Conclusione: e ora mi riguardo Point Break: ho visto che è disponibile su Primevideo: la versione originale del 1991, non l’aborto malformato del 2015.
Nota (*1): in un pezzo intitolato “Near steel break” o qualcosa del genere: avevo messo insieme i pezzetti dei tre titoli dei suoi film…
Nota (*2): battuta: non si può congelare due volte il cibo perché si sciupa. Ridete pure.
Nota (*3): «KGB: Ne "gli ultimi giorni dell'umanità" di Karl Kraus si attribuisce all'imperatore austriaco una frase usuale del tipo "Dopo profonda e matura riflessione...". Puoi per favore riportarmela esattamente?
ChatGPT: La frase che viene attribuita all'imperatore austriaco nella commedia di Karl Kraus "Gli ultimi giorni dell'umanità" è la seguente:
"Dopo una profonda e matura riflessione, ho deciso di non decidere nulla."»
alla prima stazione
1 ora fa
La mia parte di misantropo potrebbe darvi ragione.
RispondiEliminaTuttavia... osservo i Vs. amarezza e cinismo e mi dispiace.
Pornoromantica (adoro queste citazioni dissacranti :) scrisse che solo i cinici possono essere grandi idealisti (e pure, grandi amanti).
Penso che la soluzione a questa umanità spesso annaspante nella "furbesca mediocrità" sia quella di una vita con un buon equilibrio tra solitudine (stare con la persona che più ai ama) e frequentare persone di valore (gaussianamente poche), stare alla lontana da rotti, problematici, mediocri, invasati, sanguisughe, furbastri, etc. .
Questo fu ed è un'ottima eredità dai corsi di miglioramento personale che seguii.
Buone cose, Vapore Sodo!
Aggiungo.una cosa: la solitudine è anche la conseguenza certa di non mettere la propria testa all'ammasso di una delle varie sette ideologiche (o religiose, le prime declinazione contemporanea delle seconde) di invasati (ci sono pure i seguaci de la_scienzah, ben evidenti durante la sindemia recente).
RispondiEliminaMeglio soli che mal accompagnati!