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giovedì 30 marzo 2023

Kennedy, orbi e dementi...

Pezzo su “Il secolo breve” oggi.

A dire il vero non ho in mente niente di particolare ma sono sicuro di avere annotato qualcosa di interessante.

Ecco qua! A pagina 287 Hobsbwam, in un capitolo dove ripercorre a grandi linee la guerra fredda, definisce Kennedy come “il più sopravvalutato dei presidenti americani”.
Lasciando perdere battute sull’attuale, visto che considerarlo “normale” è già una esagerazione, stavolta non mi trovo comunque d’accordo con Hobsbwam: sicuramente in un qualche capitolo successivo ci tornerà su e argomenterà il suo giudizio, ma il mio punto è un altro.
Secondo me il giudizio non può prescindere dal suo assassinio e dalle relative motivazioni di questo che sono tuttora ignote: fintanto che non sapremo chi e perché ha ucciso Kennedy non è possibile giudicarlo pienamente. Per quel che ne sappiamo potrebbe essere stato assassinato da qualche potere misterioso perché aveva in mente un’innovativa riforma economica che avrebbe penalizzato i grandi gruppi industriali a favore invece della popolazione più bisognosa: in tal caso il mio giudizio su di lui sarebbe sicuramente molto positivo. Oppure potrebbe essere stata la mafia per una sordida vicenda di denaro sporco e voti comprati: e in tal caso sarei decisamente d’accordo con Hobsbwam.
Ma fino a quando non sapremo perché è stato assassinato qualsiasi giudizio su di lui sarà parziale e incompleto. Hobsbwam potrà anche facilmente convincermi che nei suoi anni di presidenza prese molte decisioni rischiose e anche sbagliate ma dopo di questo rimane un grosso punto interrogativo che non permette, secondo me, di trarre conclusioni definitive.

A pagina 288-289 invece c’è un concetto più ampio in cui io vedo un analogia col presente ma anche profonde e significative differenze.
Hobsbwam spiega che nel 1965 (fino al 1975) gli USA si imbarcarono nella guerra del Vietnam che, secondo Hobsbwam, aveva poco senso e la sconfitta era prevista e prevedibile. Secondo l’autore sia i paesi alleati degli USA che quelli neutrali e perfino l’URSS avevano avvisato gli USA che era una pessima idea attaccare il Vietnam. La cosa interessante è che nessun alleato europeo (né tantomeno si pensò minimamente a usare la NATO come strumento di offesa!) mandò truppe per aiutare, anche solo simbolicamente, gli USA.
La guerra causò fra i 2,5 e i 3,5 milioni di morti, soprattutto fra i civili nord vietnamiti, e 58.000 morti nell’esercito americano. Il costo diretto della guerra fu di circa 170 miliardi di dollari ma, considerando i costi indiretti (come quelli per l’assistenza ai veterani), si passa a circa 1 trilione (*1).
Insomma, apparentemente la guerra del Vietnam fu un errore di calcolo clamoroso dovuto a “incomprensione, confusione e paranoia”.

Ovviamente il parallelo che vi vedo è la guerra in Ucraina: anch’esso un errore di calcolo clamoroso degli USA secondo me dovuto a incompetenza, presunzione (sopravvalutazione delle proprie forze militari) e pressioni delle lobbi dell’apparato militare industriale.
La differenza fondamentale e ancora più evidente è il comportamento degli alleati europei che hanno accettato di gettarsi anima e corpo in una guerra in cui non hanno niente da guadagnarci e tutto da rimetterci. Se l’orbo guida i ciechi chi sono coloro che seguono un demente? Ecco: ci siamo capiti...

Analogamente, nel 1973, nella guerra dello Yom Kippur i paesi europei si rifiutarono persino di permettere il transito degli aerei americani accorsi in aiuto di Israele per non alienarsi i paesi arabi fornitori di petrolio.
Di nuovo l’analogia con la guerra in Ucraina è evidente: i politici europei, come tanti ebeti incoscienti, non hanno esitato ad alienarsi i favori del loro più importante fornitore di energia a basso costo, cioè la Russia.

Da questo confronto emerge come dalla politica relativamente indipendente dell’Europa, che negli anni ‘60 e ‘70 cercava di tutelare i propri interessi, si sia passati a una totale acquiescenza verso i capricci demenziali e senili dell’alleato padrone.

La comparazione fra passato e presente mi permette inoltre di suggerire la mia personale ipotesi complottistica sull’assassinio di Kennedy.
In verità è molto semplice e ovvia: chi ci guadagna oggi dalla guerra in Ucraina? L’apparato militare industriale statunitense che si sta ingoiando gli “aiuti” a Kiev come fossero noccioline!
E chi ci guadagnò dalla guerra nel Vietnam? Di nuovo la risposta è l’apparato militare industriale statunitense.
Mi pare quindi plausibile ipotizzare che Kennedy subì la pressione da parte di tali poteri economici per scatenare una guerra sostanzialmente inutile e perdente ma che si rifiutò. Il vice presidente era forse più malleabile in questo senso e fu infatti lui a portare nel 1964 al coinvolgimento diretto degli USA in Vietnam. Insomma Kennedy, in questa mia teoria, fu ucciso per mille e duecento miliardi (non milioni!) di ragioni in dollari (tenendo presente l’adeguamento per l’inflazione!).

Non che ne sentissi particolarmente bisogno ma anche Hobsbwam mi conferma che il cambio di indirizzo politico/economico/sociale in occidente si ebbe con Reagan e la Thatcher e portò all’abbandono di politiche socialdemocratiche in favore del liberismo adesso imperante.
Vabbè vi cito l’autore altrimenti pensate che sia io a interpretarlo come fa comodo a me (!): «Era finito un lungo periodo di governi centristi e moderatamente socialdemocratici, mentre le politiche economiche e sociali dell’Età dell’oro sembravano fallire. In diversi paesi verso il 1980 salirono al potere governi ideologicamente di destra, impegnati in un programma di laissez-faire che favoriva un estremo egoismo economico. Fra questi i più importanti erano il governo di Raegan e quello della decisa e temibile signora Thatcher in Gran Bretagna (1979-90)» (*2).

Beh, poi ci sarebbero altri passaggi ancora più espliciti sulla guerra dichiarata da Raegan non solo al comunismo ma anche al liberalismo sociale e a qualsiasi interferenza dello stato nelle iniziative economiche dei privati (insomma il liberismo di cui ciancio sempre).

Conclusione: chiudo qui ma ci sarebbe ancora da scrivere: questo libro di Hobsbwam si sta rivelando decisamente più interessante di quanto avessi sospettato!

Nota (*1): cifre al valore del dollaro dell’epoca senza l’adeguamento per l’inflazione: per sapere a quanto corrisponde la spesa in dollari al valore attuale si deve moltiplicare per 8…
Nota (*2): tratto da “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbwam, (E.) BURexploit, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 293.

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