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martedì 14 marzo 2023

Sic transit...

Durante la mia “malattia” ne ho approfittato per NON leggere venerdì e sabato: ho voluto far riposare il cervellino febbricitante!
Oggi invece ho letto poche pagine de “Il secolo breve” e ho trovato un concetto significativo che mi ha ricordato un’idea di mio zio e che mi ha poi portato a un’intuizione, secondo me, molto importante.

Il punto di partenza è la conclusione sulla fine del colonialismo europeo.
Secondo l’autore ancora nel 1939 la sensazione era che le tendenze all’indipendenza delle colonie erano concrete e sempre più forti ma che, comunque, l’effettivo processo di decolonizzazione fosse comunque ancora inimmaginabile.
Ovviamente la guerra cambiò tutto. In particolare le vittorie iniziali dell’asse, sia in Asia che in nord Africa (o quelle inglesi contro le colonie italiane nel Corno d’Africa) dimostrarono che gli europei non erano invincibili e che la loro forza militare poteva essere sconfitta.
Questo dette fiducia nelle proprie possibilità agli indipendentisti delle colonie.
Del resto questo è un concetto intuitivo e ragionevole. In [E] 7.7 spiego che per avere una rivoluzione sono necessari due insiemi di protomiti complementari: un primo gruppo deve motivare la popolazione all’azione convincendola che, senza interventi, la situazione andrà sempre peggio; deve poi esistere un secondo gruppo di nuovi protomiti che dia fiducia nel futuro: la debolezza del proprio oppressore può far parte di questi (*1).
Nelle mie parole: «Affinché una rivolta si verifichi dovranno essere diffusi nella popolazione due tipologie di protomiti: la prima dovrà evidenziare e spiegare come la situazione vada male e come continuerà a peggiorare senza alcun intervento da parte della popolazione; altri protomiti, complementari a questi, dovranno invece diffondere speranza per il futuro grazie alla visione di un’alternativa concreta all’attuale.»

L’idea di mio zio era parallela e in parte sovrapponibile a questa. Secondo lui il trattamento che gli inglesi riservarono ai prigionieri italiani nel Corno d’Africa (ma anche altrove; anzi CREDO che almeno parte di questi prigionieri italiani furono trattenuti in India) fece capire alla popolazione locale, per la quale non c’era differenza fra bianchi inglesi e bianchi italiani, che se gli inglesi non distinguevano fra neri e bianchi (italiani) altrettanto potevano e dovevano fare loro. Insomma, secondo mio zio involontariamente, gli inglesi fecero capire col loro comportamento che non c’era differenza fra bianchi e neri. Anche in questo caso si tratta di nuovi protomiti del secondo gruppo: di quelli cioè che aiutano a creare un’alternativa credibile alla situazione attuale.

La nuova intuizione riguarda invece la geopolitica attuale.
Avete sentito che Iran a Arabia Saudita hanno riallacciato rapporti diplomatici grazie alla mediazione cinese (e russa)? La loro contrapposizione era una delle maggiori ragioni di instabilità nel Medio Oriente: si tratta quindi di una notizia gigantesca probabilmente minimizzata dai media italiani.
Avete sentito che gli stessi Iran e Arabia Saudita entreranno nei BRICS?
Avete sentito del nuovo atteggiamento del Sud America (vedi Messico per esempio) nei confronti delle ingerenze USA?
Avete sentito delle missioni diplomatiche fallimentari in Africa di Chicchirichi (*2) e del Portinaio? E di come viene invece accolto Lavrov (il ministro degli esteri russo) sempre in Africa?
Chi credete che compri l’energia a bassissimo costo della Russia? Chi crede che le aziende europee saranno adesso più competitive contro la concorrenza internazionale dovendo acquistare l’energia a un prezzo cinque volte maggiore?

Il punto è che la propaganda occidentale, ormai totalmente avulsa dalla realtà: in particolare insiste sull’isolamento internazionale della Russia mentre in realtà è l’occidente a essere isolato. Invece è proprio il resto del mondo che negli ultimi decenni ha subito l’imperialismo statunitense (più qualcosa in Africa rimasto ai francesi) che sta fiutando la debolezza militare ma anche politica ed economica dell’occidente.
Le scriteriate iniziative di Capitan Babbeo stanno lasciando il segno: la guerra in Ucraina sta dimostrando che la NATO (un’alleanza “difensiva”) non è più forte della Russia. Un disastro militare che è costato la vita a centinaia di migliaia di soldati ucraini, che ha portato alla distruzione dell’Ucraina: un disastro voluto e provocato dall’occidente, ricordiamocelo.
Agli USA sarebbe servito una grande presidente per riuscire a gestire il confronto con la Cina ma, il caso e la decadenza politica americana, hanno portato al potere un personaggio da commedia comico demenziale o demenziale e basta. Nel resto del mondo viene deriso e solo in occidente i media si ostinano a negare che il re è nudo. Ed ecco che un “alleato” storico degli USA, l’Arabia Saudita, si allontana improvvisamente dal volere del canuto presidente (*4).
USA e occidente invece di trovare una strategia per contenere la crescita della Cina sono riusciti ad aumentare a dismisura il divario in un pugno di anni. Chi non è capace di intendere e di volere non dovrebbe poter usare armi: è un pericolo per se stesso e per gli altri: Capitan Babbeo ne è la dimostrazione.

In altre parole mi sembra vi siano molte analogie fra la seconda guerra mondiale, che dimostrò la debolezza delle vecchie potenze coloniali europee, e la guerra in Ucraina che dimostra la debolezza degli USA (e dell’occidente che gli va stolidamente a rimorchio). Nel primo caso il risultato fu la fine del colonialismo; in questo vi vedo invece l’accelerazione di un nuovo ordine mondiale con un radicale cambiamento dei rapporti di forza.

Conclusione: qualche giorno fa (mentre ero malato) mi venne in mente un mio vecchio pezzo su Israele in cui spiegavo che la politica di Gerusalemme era pericolosa perché troppo basata sull’appoggio incondizionato degli USA e la loro forza militare. Poi anche a me l’idea degli USA improvvisamente deboli sembrava impossibile nel breve termine (chi poteva immaginarsi la parodia di presidente che c'è oggi?) e così poi scrivo qualcosa che mi sembrava leggermente più probabile (*3).
In Israele e palestinesi del 2014 scrissi:
«Una considerazione strategica di fondo: come promesso non tento di spiegare dove stia la ragione in questo conflitto però voglio evidenziare, senza darle connotazioni morali, la follia della strategia politico-militare di Israele. Per parlare di strategia bisogna almeno inquadrare la situazione politica della regione.
Da una parte c'è lo Stato di Israele dall'altra la popolazione palestinese. Israele ha il totale appoggio degli USA. La popolazione degli stati arabi sarebbe fortemente a favore dei palestinesi ma, miracolo della “democrazia”, i loro governi al di là di qualche dichiarazione seguono fedelmente le indicazioni statunitensi. Poi c'erano altri stati con governi non certo filo-americani che appoggiavano i palestinesi ma non avevano, né hanno, la forza per opporsi direttamente a Israele e, figuriamoci, agli USA: mi riferisco a Libia, Siria, Iraq e Iran. A livello globale, con la caduta dell'URSS, è poi venuto meno l'elemento che poteva controbilanciare lo strapotere USA nella regione.
In questa situazione politica Israele ha, in pratica, la possibilità di fare quello che vuole: ha tutte le carte in mano e può scegliere la strategia che preferisce. Fra le varie opzioni c'è quella dell'uso, anzi dell'abuso, della forza: nel breve, forse medio periodo, nessuno glielo impedisce.
Ma nel lungo periodo a cosa porterà questa strategia se non a perpetuare l'odio fra israeliani e arabi?
E se, nel lungo periodo, i rapporti di forza cambiassero imprevedibilmente? [...]»
Ecco spiegata la titubanza di Israele ad aiutare l’Ucraina nonostante le molteplici sollecitazioni degli USA: evidentemente i politici israeliani, che di sicuro non sono stupidi, hanno capito che il vento sta cambiando e che non gli conviene inimicarsi troppo la Russia.

Nota (*1): a monte di questo deve poi esserci l’indebolimento degli equimiti: essi devono entrare in crisi e non essere più creduti (e questa, secondo Hobsbwam, era la situazione già esistente nel 1939).
Nota (*2): vediamo se trovo un video: a volte il linguaggio del corpo dice più di mille parole… Ah! Ecco: Congo President shuts down Macron at a press conference, Macron tries to deflect. Di solito i presidenti del Congo (paese ricchissimo di materie prime strategiche) non trattavano così i presidenti francesi…
O, già che ci siamo, un video su come è stato accolto il ministro degli esteri russo e quello tedesco in India: Welcoming the Ministers of Foreign Affairs Sergey Lavrov and Annalena Baerbock in India – COMPARE
Nota (*3): in pratica dopo aver impostato la mia osservazione sull’importanza della forza USA che permette a Israele di fare quello che vuole in Medio Oriente faccio poi un esempio concreto (che non ho incluso nella citazione) incentrato sulla possibilità non nulla di un attentato devastante...
Nota (*4): anche qui ci sarebbe un video divertente sulla fallimentare missione di Biden stesso a Riad ma è di mesi fa e non ho voglia di cercarla. Vabbè, voglio troppo bene ai miei lettori: ecco qui un confronto interessante Xi Jinping and Joe Biden's visits to Saudi Arabia compared. Aggiungo che Biden era andato a Riad per chiedere aumento produzione petrolio e che gli fu risposto con una pernacchia...
Oltretutto il video fa capire come la ricezione delle personalità all'areoporto (vedi l'esempio indiano sullodato) non sia causale: si tratta di messaggi politici voluti e chiari.

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