Sto accumulando tutta una serie di commenti sulla guerra in Ucraina e ho deciso quindi di raccoglierli in un un pezzo unico.
- 4.000 soldati USA in Romania. È coerente con la mia teoria (v. Natale di guerra) secondo la quale, al netto dei pochissimi dati concreti a mia disposizione, ritengo che la strategia migliore per la Russia sarebbe aprire un nuovo fronte dalla Bielorussia con l’idea principale di evitare che la Polonia (+ USA) crei una zona cuscinetto nell’ovest dell’Ucraina (che provocherebbe tutta una serie di problemi anche nel lungo termine).
Nel pezzo natalizio facevo presente che in caso di nuovo fronte con Bielorussia agli USA sarebbe rimasta solo la possibilità di entrare in Ucraina passando dalla Romania, probabilmente in direzione Odessa. Lo spostare 4.000 paracadutisti rende questa opzione più concreta. Diciamo che una pedina è stata posta in posizione favorevole.
- A inizio dicembre mi sbilanciai scrivendo che Bakhmut sarebbe stata conquistata dai russi entro Natale mentre invece il fronte è più o meno sempre lo stesso.
La mia previsione si basava su un’informazione errata o, meglio, incompleta: inizialmente si era diffusa la notizia che gli stessi ucraini avessero fatto saltare dei ponti critici a nord della città. In passato l’esercito ucraino aveva fatto così quando si preparava ad abbandonare una posizione in maniera che i russi non potessero sfruttare tali infrastrutture a proprio vantaggio.
Pochi giorni dopo si era però saputo che l’unico ponte che era stato fatto saltare era quello di una linea ferroviaria (al momento non usata) che veniva dal territorio controllato dai russi.
Insomma era un’operazione preventiva che non segnalava la decisione di abbandonare la città…
Per pigrizia non avevo aggiornato la mia previsione sul momento ma adesso ho voluto spiegare le ragioni del mio errore.
- Considerazione: l’opinione dei soldati sul campo sull’andamento complessivo della guerra non è affidabile: ancora nel 1945 i soldati tedeschi pensavano di poter vincere la guerra (solo nelle ultime settimane ci furono defezioni significative)…
E in effetti è comprensibile: perché rischiare la propria vita sapendo che si tratta di un sacrificio totalmente inutile?
- Nomi: mi irritano coloro che sono passati dal dire/scrivere Kiev a Kiyv. Per me Kiev è ormai (dai tempi della “Dinamo Kiev”) il nome italiano della città e non ha senso cambiarlo in base alla temperie politica del momento. Poco conta che chi vi abiti la chiami in maniera diversa: Mosca la chiamiamo Mosca perché questo è il nome italiano e non andiamo a cercare di adattare tale nome alla pronuncia dei moscoviti.
Invece, per gli altri nomi di città “sconosciute”, ognuno può fare come vuole: io per esempio chiamo col nome ucraino Bakhmut la cittadina attualmente contesa fra le due parti ma sono consapevole che il nome russo è Arte-qualcosa: ma siccome mi sono imbattuto prima in Bakhmut continuo a usarlo. Poi, non essendo un nome “italiano”, se in futuro si deciderà di cambiarlo in maniera diversa magari mi adatterò a mia volta...
- Come non sopporto la propaganda dei media! a parte la ragione di fondo che la propaganda ha poco a che fare con la verità, mi irrita anche il livello infimo delle bugie che vengono raccontate. Non sono costruzioni attente, realistiche e credibili ma piuttosto mi appaiono come delle scemenze pensate per dei bambini dell’asilo. Basterebbe che le persone vi riflettessero per un attimo per accorgersi della loro assurdità. Per esempio “Putin matto”: ma come avrebbe potuto un matto prendere il potere in una Russia disastrata dalla gestione alcoolizzata di Eltsin e risollevarla? rimettere in piedi l’economia e il commercio, riuscire a rimanere al potere per trent’anni con, sostanzialmente, il favore della maggioranza della popolazione?
- Letto ieri: «E per questo siete stati [voi soldati] quattr’anni nel fango e nell’acqua, per questo è stato ostacolato il saluto che voleva raggiungervi, trattenuto il libro che voleva consolarvi. Volevano che restaste in vita perché non avevano ancora rubato abbastanza nelle loro Borse, mentito abbastanza nei loro giornali, vessato abbastanza nei loro uffici, strapazzato abbastanza l’umanità, in tutte le loro occasioni e attività non avevano ancora abbastanza preso la guerra a pretesto della loro incapacità, delle loro prave voglie, perché giustificasse il loro delitto [...]» (*1)
L’autore presenta un lunghissimo monologo dove il suo alter ego si lamenta per quanto sia stata prolungata inutilmente la guerra quando ormai era chiaro che l’Intesa avrebbe vinto: quante vite sono state perse per niente? Ma soprattutto Kraus è disgustato dallo pseudo motivo per cui il potere non ha voluto ammettere prima la sconfitta: l’interesse economico, l’orgoglio personale, l’incapacità…
Inutile (temo) che ne evidenzi i paralleli con la guerra in Ucraina: tanto, come Kraus aveva predetto, l’umanità non impara niente dal passato e ripete come un ebete gli stessi errori.
- Makeyevka: come sicuramente saprete (probabilmente è uno dei maggiori successi militari dell’Ucraina) l’esercito ucraino è riuscito a colpire con dei missili una scuola adibita a caserma, dove alloggiavano numerose truppe russe, nella cittadina di Makeyevka.
Quello che mi ha colpito è stata la reazione russa: la vicenda non è stata nascosta o ridimensionata e adesso si vuole punire l’errore strategico di fondo, ovvero l’aver alloggiato così tante truppe in un luogo vulnerabile e troppo vicino al confine. A quanto pare molti ufficiali russi di medio livello non sono all’altezza del loro compito: ma in questo caso il colpevole pagherà. Putin chiese subito una relazione sulla vicenda che dovrebbe essergli consegnata entro oggi. Vedremo…
Da un altro punto di vista, l’attenzione data dai media russa a questa vera e propria sconfitta, confrontata con gli usuali silenzi occidentali delle sconfitte ucraine mi fa pensare che la guerra stia avendo un andamento favorevole alla Russia dato che essa può permettersi di ammettere una sconfitta mentre lo stesso non po' fare l’altra parte perché, immagino, sarebbero troppe…
Del resto in guerra entrambe le parti tendono a mentire ma le bugie più grosse dovrà raccontarle la parte che perde in maniera da non far crollare il morale o crescere il malcontento interno...
- Berletic (v. il canale The New Atlas) ha annunciato che inizierà un nuovo filone di video oltre a continuare a seguire la guerra in Ucraina.
Io ho visto il primo e devo ammettere che si tratta di una problematica fondamentale: ma non ne voglio discutere qui per non divagare. Prima o poi affronterò l’argomento con un pezzo a parte...
- Un Uomo In Cammino ha portato alla mia attenzione in un commento al pezzo Mistero risolto? un video di Friedman del 2015: USA stato canaglia – 11.
Il video, sebbene breve, è denso di informazioni: ovviamente consiglio di guardarlo direttamente ma l’elemento fondamentale è l’anticipazione chiara ed esplicita che gli USA useranno l’Ucraina per colpire militarmente la Russia. Questo NON era un segreto e si sapeva già ALMENO dal 2015. Alla faccia del Putin pazzo, novello Hitler, che vuole conquistare il mondo colpendo per primi proprio i neonazisti ucraini…
Da questo punto di vista il video ridimensiona un po’ la capacità profetica del nostro Mini (v. per esempio Mini e Zhok) perché, apparentemente, si trattava di un segreto di Pulcinella per chi seguiva la geopolitica.
- Della mia opinione di Sholz, il Portinaio di Amburgo, già sapete: dopo le riunioni dei Super Incapaci guidati da Capitan Babbeo, lui è quello che rimane a rimettere in ordine e pulire la sala, sempre con il suo mezzo sorisetto stampato in faccia. Nonostante le sue recenti uscite continuo a pensare che questa crisi sia esplosa solo quando la Merkel ha lasciato il proprio posto perché, chi voleva la guerra e il coinvolgimento dell’Europa occidentale, temeva che ella avrebbe potuto mettersi di traverso e, almeno, evitare il peggio.
Insomma giudico Sholz massimamente non all’altezza della situazione e assolutamente debole: non ha neppure battuto ciglio quando gli anglo-americani hanno attaccato la Germania distruggendo il gasdotto sottomarino Nord Stream.
Ebbene settimane fa mi misi a seguire un tizio americano (che non conoscevo) ma che andava ripetendo tutte le mie teorie: quando arrivò a parlare di Sholz mi fece ridere definendolo come il politico con meno “spina dorsale” in assoluto. Ma fu il modo come lo disse divertente: per lui era un’evidenza tale che paragonarlo a una gelatina era già troppo!
Sfortunatamente non ho voglia di ricercare il video perché dovrei scorrermi un mese di cronologia su YouTube...
Conclusione: niente di eclatante, solo tanti sassolini che mi volevo togliere dalla scarpa. Tanti spunti, anzi spuntini, su cui comunque vale la pena riflettere un po’...
Nota (*1): tratto da “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, (E.) Adelphi, 2022, trad. Ernesto Braun e Mario Carpitella, pag. 611.
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