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venerdì 6 gennaio 2023

Fuori dal vaso

Avevo iniziato a scrivere un altro pezzo (varie sulla guerra in Ucraina) ma nel frattempo sono uscite delle notizie molto importanti sui vaccini mRNA contro il covid-19.

In realtà già da qualche giorno (4 per l’esattezza) avevo avuto notizie di una delle due ricerche di cui scriverò oggi da un canale che seguo saltuariamente e che giudico abbastanza affidabile (tendono a usare titoli per i video molto eclatanti e a drammatizzare un po’ troppo le notizie ma non se le inventano):
They CAN'T hide this anymore, it's all starting to unravel | Redacted with Clayton Morris dal canale Redacted

Non ne avevo scritto qui sul ghiribizzo semplicemente perché non avevo trovato il collegamento alla ricerca vera e propria e, soprattutto in questo ambito, preferisco andare con i piedi di piombo.

Oggi però questa stessa ricerca è stata ripresa dal solito Dr. Campbell che l’ha presentata nel dettaglio. Siccome sia io che lo stesso Dr. Campbell pensiamo che presto YouTube la censurerà propongo direttamente il collegamento su Rumble (il video è esattamente lo stesso): More vaccines causes more infections

Il vaccino a cui si riferisce il titolo è quello contro il covid-19 (il Pfizer “aggiornato” per la variante omicron; lo studio prende in esame i dati per tre mesi, da settembre a dicembre del 2022).

Ebbene secondo lo studio in questi tre mesi se la probabilità di un non vaccinato di ammalarsi di covid è 1 allora la probabilità di ammalarsi di chi ha ricevuto:
1 dose è 1.7
2 dosi è 2.63
3 dosi è 3.1
3+ dosi è 3.8

Il p è 0.001 e questo significa che i risultati sono altamente significativi.
In altre parole più richiami si fanno e più diventa probabile ammalarsi di covid-19!!

Fermo restando che questa ricerca deve essere ancora verificata dai pari (che in teoria potrebbero trovarvi degli errori che ne annullerebbero la rilevanza) ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Ancora oggi sui media si incoraggia la popolazione a fare i richiami contro il covid-19 ma, paradossalmente, secondo questa ricerca, le successive vaccinazioni renderebbero il vaccinato più facilmente infettabile dal virus. Avrebbero insomma un’efficacia negativa.
Ah! La ricerca è questa: Effectiveness of the Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Bivalent Vaccine su MedRxiv.org

La precedente ricerca constata dei fatti ma non spiega il motivo di questa apparente efficacia negativa. Ebbene la seconda ricerca in cui mi sono imbattuto oggi sembrerebbe spiegare almeno un possibile meccanismo.

Ah! ah! nel frattempo YouTube ha, come previsto, censurato il video del Dr. Campbell: alla mia ultima rilevazione aveva avuto 423.000 visioni in 20 ore!

La ricerca (Class switch towards non-inflammatory, spike-specific IgG4 antibodies after repeated SARS-CoV-2 mRNA vaccination) è presentata nel video Surprising result around IgG4 antibodies after booster dal canale DarkHorse Podcast Clips (*1)

Nella puntata odierna spiegano che, con ogni richiamo con vaccini mRNA, aumentano in maniera via via crescente gli anticorpi IgG4.
La sequenza di percentuali di IgG4 è la seguente: 0,04% → 4.82% → 13.91% → 19.27%

Da quello che ho capito i ricercatori erano decisamente allarmati da questo risultato perché gli anticorpi IgG4 tendono a sopprimere la risposta immunitaria: ovvero il sistema immunitario quando incontra effettivamente il virus si attiva sempre meno.

La relazione con la precedente ricerca appare evidente: più richiami con vaccini mRNA si fanno, più aumentano gli anticorpi IgG4 e meno il sistema immunitario reagisce al virus del covid-19.

L’argomento è molto tecnico ma se ho capito bene (*3):
- questo meccanismo è legato esclusivamente ai vaccini mRNA: non ai comuni vaccini o alle infezioni naturali.
- non ho capito come o perché ma questa reazione del sistema immunitario diminuisce la sua efficacia per tutte le malattie. Viene quindi in mente il fenomeno della mortalità in eccesso, non dovuta al covid-19, ancora non spiegata.

I due tubisti poi dibattano a lungo sull’errore di fondo che è stato fatto: ovvero usare su milioni (miliardi?) di persone dei vaccini innovativi (basati su mRNA) mai testati prima sull’uomo e per i quali quindi non erano conosciuti gli effetti nel medio e lungo termine.

Inutile dire che sono d’accordo con loro.
A dicembre 2020 scrissi in Caccia al cigno:
«La questione non è banale né quindi facile da dirimere: da una parte ci potrebbero essere (cigno nero) degli effetti collaterali gravissimi che si manifestano magari dopo un decennio da un’altra (cigno bianco) il vaccino potrebbe salvare la vita di chi l’adopera.

Vaccinarsi equivale quindi ad accettare uno sbilanciamento negativo o positivo?

Ma come ho scritto la situazione non è così semplice: la probabilità di morte del singolo per covid-19 può essere stimata e così quindi anche la probabilità che il vaccino gli salvi la vita. Manca quindi l’elemento di incalcolabilità che caratterizza i cigni: non si tratta di un evento abbastanza raro da essere imprevedibile: non è quindi propriamente un cigno bianco ma un semplice evento favorevole.
Contemporaneamente il rarissimo e imprevedibile cigno nero colpirebbe tutti i vaccinati: un conto sarebbe vaccinarsi a 80 anni con un limite di aspettativa di vita di altri 10 anni ma tutt’altra sarebbe la prospettiva per un giovane di 20 o 30 anni di viverne appena altri 10…

Ecco credo sia questo il punto: il potenziale cigno bianco favorisce solo il singolo individuo mentre il potenziale cigno nero colpirebbe l’intera società.
La matassa quindi si scioglie: il vaccino dovrebbe essere consigliato solo ai soggetti a rischio, cioè agli anziani con più di 70 anni e a quelli con altre comorbilità associate a un esito esiziale del covid-19. Evitare di somministrarlo a tutta la popolazione permetterebbe di evitare il rischio del cigno nero proteggendo la società da un rischio piccolissimo ma potenzialmente disastroso.»
I cigni bianchi e neri si riferiscono ai concetti sulla gestione del rischio (in generale, non legato alla medicina) di Nassim Taleb in “Antifragilità”.
Il succo del mio pensiero era di usare questi vaccini sperimentali solo sulle persone più a rischio (e che quindi ne avrebbero maggiormente beneficiato) e non sull’intera popolazione: questo per evitare che qualche effetto collaterale sconosciuto, più o meno grave, danneggiasse appunto tutti i vaccinati. Ovviamente speravo che questo pericolo ipotetico semplicemente non esistesse ma questa ricerca, e molte altre in verità (*4), fa pensare che non sia così...

È giusto sottolineare che se la classe politica occidentale non fosse al soldo di qualsiasi lobbi (*2) probabilmente, anzi sicuramente, non si sarebbe corso un rischio così assurdo: una specie di roulette russa giocata sulla vita, o almeno sulla salute, dell'intera popolazione occidentale.

Conclusione: prima di tutto aspettiamo di vedere se queste ricerche verranno confermate ma personalmente la mia sensazione è negativa: cioè temo che questi vaccini sperimentali si rivelino estremamente dannosi invece che benefici.

Nota (*1): si tratta di un canale che seguo abbastanza spesso. I due tubisti, marito e moglie, sono dei biologi evoluzionisti: in genere trattano vari argomenti scientifici e, talvolta, parlano anche di tematiche legate alla pandemia. Io li ritengo molto affidabili.
Nota (*2): non solo la lobbi del farmaco ma anche per esempio, la guerra in Ucraina lo ha reso evidente, quella dell’industria bellica etc.
Nota (*3): viene suggerito anche il seguente articolo che spiega le problematiche legate agli anticorpi IgG4 in maniera “semplice”: The trainwreck of all trainwrecks: Billions of people stuck with a broken immune response da Rintrah.nl
Stasera sono ormai cotto ma domani vedrò di leggerlo con attenzione...
Nota (*4): basti pensare a tutte le ricerche che si stanno accumulando sulle miocarditi provocate dai vaccini (e non dal covid-19!).

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