Il lungo monologo dell’ottimista, ovvero dell’alter ego dell’autore, della scena LIV (Atto 5°) è un lamento, un testamento di accusa contro la guerra: contro chi si è arricchito con essa, contro la stampa che l’ha alimentata con le sue bugie ma anche verso gli stessi soldati colpevoli di essersi fatti uccidere senza ribellarsi.
Scrive Kraus: «Voi laggiù, voi assassinati, voi buggerati, non siete insorti contro questo maneggio? Avete sopportato la libertà e il benessere degli strateghi della stampa, dei parassiti e dei buffoni, al pari della vostra sventura, della vostra coercizione? E sapevate che loro venivano decorati per le vostre torture? Non gli avete sputato la gloria in faccia? Giacevate in treni-ospedale che la canaglia aveva facoltà di riprodurre? Non siete fuggiti, non avete disertato verso la guerra santa per liberare noi dell’interno dal nemico mortale che ogni giorno ci bombardava il cervello di menzogne? […]
Hanno venduto la vostra pelle al mercato.» (*1)
Ma ovviamente gran parte dell’esecrazione di Kraus è rivolta a chi dalla guerra ha tratto profitto senza però rischiare la vita in prima persona.
E allora, pensavo, che dire delle guerre per procura?
La guerra fra Ucraina e Russia è stata preparata e voluta dagli USA: ha armato i neonazisti e sta continuando a prolungarla con flebo a base di miliardi di dollari.
Ma le élite di Washington che ci guadagnano montagne di denaro non si sono sporcate minimamente le mani, non si preoccupano delle conseguenze per i propri concittadini; non contenti hanno pure imbrogliato gli incapaci di europei convincendoli a sostenerla a proprie spese e a proprio danno; e hanno condannato a morte, senza alcun motivo centinaia di migliaia di ucraini e russi, radendo al suolo una nazione...
Chissà cosa scriverebbe Kraus di queste personcine…
Conclusione: corto venuto fuori troppo lungo...
Nota (*1): tratto da “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, (E.) Adelphi, 2022, trad. Ernesto Braun e Mario Carpitella, pag. 615-616.
alla prima stazione
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