Sto recuperando entusiasmo per “Una teoria della giustizia” di Rawls: la nuova parte che sto leggendo è (relativamente!) più operativa di quella iniziale.
In appena due pagine ho inserito ben cinque “B”!
Il capitolo in questione è il 32, “il concetto di libertà”, nel quale Rawls dà una panoramica della libertà e di come l’intenderà nel seguito dell’opera. Come sapete, forse per natura, la libertà mi sta molto a cuore e quindi ho letto questo capitolo con grande interesse.
Di seguito i concetti che più mi hanno colpito.
- La libertà si definisce come “chi può fare o non fare cosa e con quali vincoli”. Non ci sono cioè libertà assolute ma tutte sono vincolate. Ciò deriva dal principio di uguaglianza dove tutti gli uomini hanno anche le stesse libertà e, di conseguenza, si limitano a vicenda.
- Le libertà non vanno quindi considerate da sole ma in relazione fra di loro: bisogna determinarne cioè i confini.
- La prima “B”: «Non soltanto deve essere permesso agli individui di fare o non fare una cosa, ma il governo e le altre persone hanno anche il dovere legale di non creare ostacoli.» (*1)
- Quando a inizio agosto del 2021 parlai di ricatto (v. Sui ricatti (1/?) e Sui ricatti (2/?)) avevo in mente un concetto molto analogo, mi cito: «È bene ribadirlo: non è un accordo libero fra le parti perché D è costretto ad accettare condizioni che, normalmente, non prenderebbe in considerazione e lo fa solo per poter sopravvivere.
Il ricatto prevarica la libera volontà di D: la possibilità di scelta di D diviene infatti solo apparente e formale: D potrebbe in teoria rifiutare l’accordo ma, se lo facesse, a causa dell’indispensabilità dello scambio, rischierebbe di compromettere la propria vita o quella dei propri cari.
D ha quindi il diritto e il dovere morale di difendere la propria libertà: al ricatto è giusto quindi non cedere ma opporvisi con il massimo vigore.». Notare i termini “libero”, “libera” e “libertà”. Il ricatto è un vero e proprio ostacolo. A me pareva ovvio ma la maggioranza degli italiani ha evidentemente una diversa percezione della giustizia, liberà e moralità (*2).
- Come detto nessuna libertà potrà essere assoluta (senza vincoli cioè) ma si dovrà comunque fare in modo che, di volta in volta, l’aspetto principale di ciascuna libertà fondamentale venga preservato.
- Riguardo a quanto ho sintetizzato sopra (seconda “B”) Rawls scrive: «Per fare un esempio, certe norme sono necessarie per regolare una discussione; senza accettare procedure ragionevoli che regolano il dibattito, la libertà di parola perde il suo valore. D’altra parte, un divieto di argomentare a favore di certe opinioni religiose, morali o politiche o comunque di sostenerle costituisce una restrizione della libertà e come tale va giudicata» (*1).
- E questo dovrebbe far riflettere sulla moralità della censura di opinioni (per di più spesso autorevoli e basate su dati) scientifiche fatta passare per normalità.
- Terza “B”. Rawls: «A prima vista, ci sono due modi di contravvenire al primo principio: l’ineguaglianza della libertà, come quando una classe di persone gode di una maggiore libertà di un’altra; l’estensione della libertà, come quando la libertà è meno estesa di quanto dovrebbe essere. Tutte le libertà di eguale cittadinanza devono essere le stesse per ogni membro della società.» (*3)
- Qui non posso pensare alle discriminazioni introdotte col verdepasso di cui oltretutto le basi scientifiche, su cui era stata pseudo-razionalizzata la sua introduzione, erano già crollate nell’autunno 2021.
- Rawls: «Una libertà fondamentale che cade sotto il primo principio può essere limitata solo in nome della libertà stessa, cioè soltanto allo scopo di assicurare che essa, o un’altra libertà fondamentale, siano adeguatamente protette, o di realizzare nel migliore dei modi l’unico sistema delle libertà.» (*4)
L'ipocondria isterica e ascientifica non è insomma una buona ragione per ridurre la libertà altrui!
- Ma qual è il valore della libertà? È quello di permettere di realizzare i propri fini. Ne consegue che il valore della libertà è variabile in base alle disponibilità di ciascuno: chi è ricco o potente potrà far valere maggiormente la propria libertà. Scrive Rawls: «Ma il valore della libertà non è uguale per tutti. Alcuni hanno maggiore autorità e ricchezza, e quindi maggiori mezzi per raggiungere i loro scopi.» (*4)
- Quarta “B”: tale disparità è accettabile solo se rispetta il principio di differenza, ovvero se è necessaria per non diminuire il valore della libertà di chi ne ha meno.
- Ma poi Rawls spiega (quinta “B”): «Ma il dare qualcosa in cambio di un minor valore della libertà non va confuso con il considerare buona una libertà ineguale.» (*4)
Idealmente sarebbe cioè auspicabile una società in cui tutte le persone hanno uguale valore di libertà.
Ripeto che queste sono considerazioni generali sulle diverse libertà: nei prossimi capitoli le analizzerà una a una.
Comunque in questo capitolo sono totalmente allineato al pensiero di Rawls: vedremo poi se nel concreto mi convincerà su come intende stabilire i diversi equilibri e confini fra le varie libertà.
Conclusione: prevedo un aumento del tempo dedicato a questo libro!
Nota (*1): tratto da “Una teoria della giustizia” di John Rawls, (E.) Feltrinelli, 2021, trad. Ugo Santini, pag. 203.
Nota (*2): direi che predominanti sono i principi suggeriti dalla televisione, magari sovrapposti a un clima di paura che obnubila la (scarsa) razionalità dei più.
Nota (*3): tratto da “Una teoria della giustizia” di John Rawls, (E.) Feltrinelli, 2021, trad. Ugo Santini, pag. 203-204.
Nota (*4): tratto da “Una teoria della giustizia” di John Rawls, (E.) Feltrinelli, 2021, trad. Ugo Santini, pag. 204.
alla prima stazione
1 ora fa
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