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» Pv. 22,17

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venerdì 9 dicembre 2022

Caldo e freddo

Ieri ho inserito diverse immagini che ho estratto dal testo di D’Annunzio (v. Forse bo) nel mio romanzo di Strabuccinator: non ne sono troppo soddisfatto perché si nota la differenza di stile e, probabilmente, dovrò rimetterci le mani sopra più volta per smussarne gli angoli incongruenti più evidenti.

La mia tragedia invece avrebbe avuto il necessario registro più elevato…
In essa c’è un passaggio che, ricordo, mi fu particolarmente difficile scrivere e del quale non mi sentii mai particolarmente soddisfatto.
Andros incontra la dea Afrodite e la sua sola presenza lo sconvolge: da una parte è atterrito dalla sua divinità ma da un’altra è eccitato dalla sua bellezza. Volevo quindi creare un’analogia con il caldo e il freddo, come Andros provasse contemporaneamente queste due sensazioni.

Dopo vari tentativi raggiunsi il seguente risultato (da AedE: Scena III, Atto III):
«Afrodite – [...] Mi pari turbato: cosa ti succede obbediente Andros?
Andros – Mia Padrona! Il sudore imperla la fronte del mio volto imporporato ma, allo stesso tempo, brividi incontrollabili mi agitano e fanno battere i miei denti!
Afrodite – [con voce stentorea e autoritaria] E perché mai ardi Andros?
Andros – La tua presenza mi accende i lombi di tal emozionante fiamma che la sabbia sotto di me, solo per il tuo divino volere, non fonde divenendo vetro...
Afrodite – [ridacchiando soavemente] E perché allora rabbrividisci Andros?
Andros – L'algore cristallino della tua perfetta bellezza mi ghiaccia il sangue che cessa di scorrermi nelle vene...»

Insomma, per rendere la mia idea ho dovuto ricorrere all’espediente di far interrogare Andros dalla dea Afrodite: stratagemma goffo e pesante.
Ecco invece come D’Annunzio risolve il medesimo “problema”:
«Ed entrambi, come nella mischia ignuda, avevano il viso cocente ma nella schiena il brivido gelido.»

Che rabbia mi fa!! Scherzo ma davvero trovo ammirevole la semplice efficacia delle sue parole che in un attimo riassumono l’essenza della mia lunga perifrasi...

Ogni tanto - 9/12/2022
Ogni tanto mi torna in mente di come, dopo le ultime europee, il M5S tradì il fronte del rinnovamento e votò (*1) a favore del vecchio sistema di potere, ovvero per la Baronessa Tedesca…

All’epoca un mio conoscente, sostenitore sfegatato del M5S, scrisse qualcosa del tipo: “Abbiamo fatto bene a votare per la Baronessa Tedesca perché adesso siamo decisivi e teniamo per le palle l’UE”.

Io rimasi talmente stordito dalla sua insipienza politica che non riuscii a replicargli niente: non avrei saputo da dove partire anche solo per elencargli gli errori di comprensione profonda di quella sua breve frase.

Poi si è visto bene come la Baronessa si sia sempre consultata con Di Maio prima e Conte adesso per decidere cosa fare...

Nota (*1): insieme a Forza Italia per esempio: all’epoca mi colpì ma in effetti poi, con Draghi, ci hanno pure governato insieme…

UE infingarda - 10/12/2022
Ripropongo la mia traduzione di un frammento del video Ukraine Officer Tells FT Bakhmut Just Hell. Lavrov, No Point in Russia EU Dialogue, Rejects US Terms dal canale Alexander Mercouris che, a sua volta non è una citazione diretta ma, piuttosto, una sintesi di quanto affermato da Lavrov, il ministro degli esteri russo.

Si tratta della dichiarazione di Lavrov a commento di quanto detto dalla Merkel riguardo agli accordi di Minsk (ovvero che l’occidente non aveva mai creduto in essi e che erano stati pensati solo per far guadagnare tempo all’Ucraina in maniera da armarsi ed essere in grado di resistere alla Russia) «[…] i russi leggono queste affermazioni che diminuiscono la loro fiducia, anzi la fanno crollare, nei confronti dell’Occidente: c’è stato un discorso del ministro degli esteri Lavrov dove dice che non ha più senso dialogare con la UE, perché l’UE è guidata da persone ci cui, adesso lo hanno capito, non possono collaborare, fidarsi. Quello che la Russia deve invece fare è concentrarsi su entità con cui è possibile lavorare insieme: BRICS (che Lavrov predice si espanderanno molto presto), CSTO, la comunità economica euroasiatica [...]» (dal minuto 20:00 a 21:30 circa).

Che dire? Già a partire da inizio marzo scrivevo (v. Gli errori di Putin) che Putin non aveva previsto che l’UE tradisse se stessa e la Russia e che questo l’avrebbe spinta verso est, in direzione Cina.
Più esplicitamente (non ricordo da quando, forse già a maggio, forse in estate) ho poi scritto che la Russia si renderà conto che l’UE è totalmente inaffidabile (essendo colonia USA) e che non ha senso cercare di ricostruire con essa un nuovo rapporto politico/economico. Lo scrivevo per spiegare uno dei motivi di mancanza di fretta nel concludere la guerra con l’Ucraina: alla Russia ormai non conviene cercare di normalizzare i rapporti con l’Europa ma che, al contrario conviene si subisca i danni delle scelte autolesionistiche dei nostri politici, con la remota speranza di provocare dei cambiamenti politici concreti (in particolare un allontanamento da Washington e NATO).

L’affermazione riportata dal tubatore mi conferma di aver intuito bene il punto di vista russo.

Chissà perché - 10/12/2022
Continua il mistero di cui avevo scritto l’altra settimana nel corto Stalkerato?.

Dalle poche statistiche a mia disposizione si vede che c’è stato un picco di contatti qualche giorno fa. Niente di che: l’interpreto come l’accesso di un sistema automatico che ha dato un’occhiata a molti dei miei pezzi alla ricerca di chissà cosa. Insomma ho visto picchi di questo tipo molte altre volte…

È osservando i pezzi più visti della settimana che si ritrova il solito mistero.
A parte i pezzi più recenti letti dalla dozzina di lettori indefessi spiccano la “Legenda” e “Ancora sull’imperativo categorico e le bugie...
Di nuovo le 32 visite alla pagina Legenda non sono una stranezza: credo che siano utenti reali occasionali che per curiosità (o errore) cliccano su una vignetta e si ritrovano su quel pezzo…

Ma come spiegare le 142 visite all’articolo di filosofia: oltretutto, come si vede dal dettaglio settimanale, non si tratta di un unico picco (strano lo stesso) ma sono distribuite uniformemente su più giorni…
Bo….

Produzione insufficiente - 12/12/2022
Da tempo ci sono notizie che l’occidente, anche volendo, non ha più armi e munizioni da mandare in ucraina: semplicemente non riesce a produrle più velocemente di quanto l’Ucraina non le consumi (*1).

Allo stesso tempo mi chiedevo: “ma possibile che gli USA non possano fare come nella seconda guerra mondiale e scalare rapidamente la produzione aumentandola ai livelli desiderati?”

In realtà non sembra sia questo il caso. Un primo motivo è conseguenza della decadenza dell’occidente: servizi e prodotti vengono appaltati al privato che ci realizza sopra un significativo guadagno. Una delle ragioni di questa guerra è stata la pressione delle lobbi delle armi statunitense. Produrre a prezzo di costo senza guadagnarci sopra non gli interessa.

Il secondo motivo è più tecnico: è l’economia globale e interconnessa. La continua ricerca di abbattere i costi di produzione porta alla delocalizzazione e ad appaltare la produzione di componenti in giro per il mondo.
Per produrre le armi più avanzate non basta espandere una fabbrica in Texas ma bisogna aspettare che i vari fornitori in giro per il mondo si adeguino per soddisfare la maggiore richiesta.

Insomma se gli USA volessero aumentare sensibilmente, intendo di un paio di ordini di grandezza, la produzione di materiale bellico dovrebbero: cambiare il paradigma di affidare al privato la produzione (che fa lievitare i costi) e ricostruire delle industrie da zero (per poi smantellarle di nuovo passata l’emergenza). Lo stesso è vero più o meno per tutti gli altri paesi occidentali.

Nota (*1): Berletic si diverte mese per mese a leggere i resoconti sugli aiuti militari all’Ucraina del Dipartimento della Difesa statunitense mostrando come diventino di volta in volta più esegui. Vedi per esempio il recente video The Ukraine Arms Drain: Now and in the Future

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