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martedì 6 dicembre 2022

Male e violenza

Ieri sera leggevo “La regina dei dannati” di Anne Rice.

SCIUPATRAMA!!!!
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Un particolare della trama mi ha lasciato perplesso.
La regina (cattiva) risvegliatasi dopo migliaia di anni di sonno ha deciso di creare un mondo migliore. Il piano per riuscirci è semplice: uccidere il 95% dei maschi.
In questa maniera, secondo la regina, non ci sarebbero più guerre né violenze contro le donne.

I miei dubbi sono molteplici.
Davvero le donne non combatterebbero delle guerre? Davvero non ci sarebbero violenze da donne contro altre donne?
Io non credo: la società è come un ecosistema: se rimangono degli spazi vuoti più o meno rapidamente verranno riempiti.

Inoltre l’origine della guerra non è nella violenza dell’uomo ma nella sua avidità. Le guerre non le decidano di combattere le popolazioni (né i soldati maschi!) ma i pochi potenti che calcolano di guadagnarci. E se la violenza la si può ritenere correlata al testosterone lo stesso non si può dire dell’avidità…

Ma ho un dubbio che è ancora più sottile. Per rendere il mondo migliore qual è il male maggiore da eliminare? Secondo la regina dei dannati la risposta è appunto la guerra e la violenza degli uomini sulle donne.
Concentriamoci sulla guerra: può esserci qualcosa di peggio che uccidere un altro essere umano senza motivo? Sembrerebbe di no, vero?

Ma seguite il mio ragionamento: è più esecrabile uccidere immediatamente una persona oppure ucciderla dopo averla torturata per un giorno?
Ed è peggio uccidere una persona dopo averla torturata per un giorno oppure tre giorni?
Estendendo il concetto: una vita di sofferenze, magari non fisiche ma psicologiche, che comunque si conclude con la morte come andrebbe considerata?

Il mio punto è che la sofferenza e non la morte è il male più grande.

E cosa causa la sofferenza? Certo la violenza: questo è vero ma, in genere, questa è limitata nel tempo.
A mio avviso la principale fonte di sofferenze prolungate nel tempo è l’ingiustizia. E non mi riferisco (solo) all’errore giudiziario che condanna un innocente ma a quella ben più grave, perché strutturale, della società.

La regina dei dannati per combattere il male più grande avrebbe, secondo me ovviamente, dovuto eliminare l’ingiustizia e non la violenza. Del resto senza ingiustizia (e tutte le tensioni anche psicologiche che porta con sé) vi sarebbe la violenza? Senza i pochissimi che vi guadagnano vi sarebbe, per esempio, la guerra?
E se vogliamo concentrarci sulla violenza alle donne: sarebbe possibile in un mondo dove gli uomini sono tutti sani, privi di frustrazioni e, per quanto possibile, felici? Io credo che vi sarebbero solo pochissime eccezioni come del resto ci sarebbero, per sua stessa ammissione, da donne su donne nell’utopia pensata dalla regina dei dannati…

Conclusione: incidentalmente ho trovato nella “Regina dei dannati” un paio di passaggi che potrebbero essere adatti alla mia epitome (uno però perché completamente errato: io scrivo l’opposto!).

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