Stamani ho trovato nella lista di moderazione dei commenti un’osservazione molto interessante al pezzo La soluzione cinese che ripropongo qui di seguito:
«Molto interessante.
Questa analisi socio-politologica conferma la mia intuizione: prima, pensiero poi: la frantumazione in atto nella società "occidentali" mediante vari processi più o meno cruenti (immigrazione di massa, deculturazione, distruzione di identità sessuale, della famiglia, degradazione del cibo e della cultura del cibo, annichilimento della scuola ad ammortizzatore sociale per marginali, etc.) è la conseguenza di piani pensati e attuati di castalie cosmopolite per il controllo planetario: avete masse di frantumati significa avere masse di mansueti manipolaboli e sfruttabili.
Attali, il guru progressista consigliere di Macron, non nasconde certo questi obiettivi, come Soros e altri.»
Siccome il commento mi solleticava pungolando un aspetto della mia teoria su cui non mi pare di aver scritto molto qui sul ghiribizzo, avevo iniziato a buttare giù una risposta decisamente approfondita. Poi, visto che il risultato mi sembrava valido, ho deciso di dargli maggiore visibilità pubblicandolo come pezzo odierno invece che come semplice commento di risposta… (l'unico problema è che non ho riempito il testo, come avrei normalmente fatto, di collegamenti ad altri articoli e riferimenti alla mia Epitome!)
Di seguito quindi quanto avevo risposto a UnUomo.InCammino...
Prima di tutto grazie per il commento profondo e lucido!
Poi però prendi con le molle questa “analisi socio-politologica” perché è farina del mio sacco e quindi, per definizione, da considerare con sospetto e circospezione!
In pratica cerco di applicare la mia teoria (e già questa sarebbe discutibile) alla situazione cinese che conosco solo molto epidermicamente.
Il meccanismo che indichi però, al di là della situazione cinese, mi sembra corretto e caratteristico di una società in decadenza, in questo caso l’occidente.
Mi piace l’accenno alla “frantumazione”.
Nella mia teoria ogni gruppo è caratterizzato da due dimensioni che ne determinano la forza: il grado di apertura e il grado di autonomia. Esiste però una terza dimensione, che io chiamo grado di coesione, che a differenza delle due precedenti non è facilmente valutabile a priori senza conoscere i dettagli del gruppo e, per questo, è in genere meno utile.
Vi è però un’eccezione: un gruppo speciale che io chiamo democratastenia, che corrisponde al grosso della popolazione, per cui il grado di coesione è facilmente valutabile. Più la popolazione è coesa e più è forte; al contrario più essa si indebolisce e più i grandi poteri dello stesso sistema possono avvantaggiarsene impadronendosi della sua forza (che nel mondo moderno equivale in genere a ricchezza) perduta.
Il potere politico, che in genere collabora strettamente con i poteri economici, nell’attuale fase sociale tenderà quindi a indebolire la popolazione (cosa che automaticamente si tradurrà in un aumento di forza dei grandi poteri) con i sistemi che hai indicato.
Per esempio:
- immigrazione di massa → lotta fra poveri (vedi anche ricerche di Putnam, per esempio Diversity and trust within communities), diminuzione della coesione sociale.
- deculturazione, annichilimento della scuola ad ammortizzatore sociale per marginali → la diminuzione di cultura riduce la capacità di analisi e di comprensione degli individui e quindi si traduce in una diminuzione di autonomia.
- distruzione di identità sessuale, della famiglia, degradazione del cibo e della cultura del cibo → qui sono meno sicuro: mi sembra che le polemiche sull’identità sessuale possano essere usate strumentalmente per dividere la popolazione e, quindi, diminuirne la coesione; l’attacco alla famiglia è in atto praticamente dalla formazione dei primi stati nazionali: isolare gli individui, in generale, si traduce nel renderli più vulnerabili al potere; la “degradazione del cibo” mi sembra un fenomeno essenzialmente economico teso ad aumentare il profitto dei grandi produttori: semmai più significativi sono tutti quegli accorgimenti volti a proteggere questi alimenti di minor qualità (intendo etichettatura senza informazioni essenziali per il consumatore come provenienza, OGM e simili) che forse rientrano in quella che tu chiami “cultura del cibo”: in generale minore informazioni corrispondono a minor capacità decisionale e, quindi, a minor autonomia e, perciò, a minor forza della popolazione (lo schema è sempre il solito alla fine).
Sulla questione se esista o meno un cervello cosmopolita, composto dalle élite economiche globali, che cerchi attivamente di manipolare il mondo a proprio vantaggio rifletto ormai da anni.
Inizialmente mi resi conto che la parvenza di intelligenza/volontà nelle politiche a favore dei potenti poteva essere un semplice effetto della teoria degli automi cellulari: singoli che agiscono secondo regole specifiche complessivamente possono dare l’idea di schemi globali.
All’epoca quindi conclusi che, al momento, piuttosto che rischiare di battersi contro i mulini a vento, conveniva prendere atto della realtà: ovvero di tendenze politiche che favoriscono i forti a scapito dei deboli e intervenire per invertire questa deriva.
Insomma il mio approccio era pratico: abbiamo un problema evidente e dovremmo cercare di risolverlo; sulla causa ultima che lo provoca invece non mi pronunciavo.
La parziale fallacia del mio ragionamento è evidente: noi possiamo operare per riparare le buche di una strada ma non è la stessa cosa se le buche si sono formate per normale usura oppure se, nella notte, qualcuno le scava di nascosto!
Diciamo che però, nel secondo caso, queste iniziative di “sabotaggio” sarebbero divenute sempre più evidenti e il mio dubbio sull’esistenza o meno di un cervello malintenzionato si sarebbe comunque risolto: il “sabotatore” sarebbe stato prima o poi colto con le mani nel sacco…
Recentemente (diciamo nel corso degli ultimi 2-3 anni) vari fenomeni mi hanno infine portato a ritenere probabile che ci sia effettivamente una cerchia di oligarchi che si coordini insieme per indirizzare le scelte politiche dell’occidente a proprio vantaggio (mi viene in mente il fenomeno Greta Thunberg, la gestione della pandemia, la guerra in Ucraina).
Non importa che tutti i grandi ricchi facciano parte di questa cabala per influenzare il mondo ma basta una piccola minoranza per avere già degli effetti significativi…
Conclusione: Vabbè, la mia risposta mi è venuta un po’ più lunga del previsto! Vorrà dire che ci farò un pezzo...
alla prima stazione
1 ora fa
La gestione della degradazione sociale è ben organizzata e voluta: ci sono documenti, congressi, articoli, interviste etc. che indicano una rete di portatori di interessi che in essa collaborano attivamente al loro piano politico.
RispondiEliminaPeraltro non si tratta affatto di bislacchi complotti oscuri ma di documenti ufficiali disponibili in rete: non solo, molti dei guru progressisti e relative scuole di pensiero palesano orgogliosamente il loro operato intellettuale e non solo cercando di alimentare lo zelo dei relativi devoti.
Butto lì solo alcuni collegamenti tranquillamente disponibili
o - UNO - Replacement migration
o - il pensiero politico di Jacques Attali (su segnalazione di un tale Sergio)
o - Il metodo gulag con correzioni basate su... ohps, scusate, è forte, non sta bene, rimando allaStimolazione cerebrale non invasiva contro pregiudizi e stereotipi sociali
Potrei aggiungere decine e decine di altri documenti ufficialmente presenti in rete, per la disperazione di tutti i complottisti che non hanno nulla di oscuro, di nascosto su cui complottare.
Grazie per i numerosi collegamenti li studierò volentieri: l'argomento mi interessa ma sono decisamente ignorante al riguardo...
EliminaComunque è incredibile come alcuni documenti siano disponibili in rete: tempo fa trovai la relazione di un think tank americano su come colpire la Russia e, praticamente, è stato eseguito tutto passo passo!
Insomma non sono documenti segreti...