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sabato 23 luglio 2022

Paralogismo ovvio

Volevo scrivere di qualche spunto preso da un libro: non importa quale perché su ognuno di essi ho il marcatore “B” con cui evidenzio ciò di cui potrei scrivere.
Il problema è che sono senza occhiali: dovrei riuscire a trovarli facilmente perché sono in una busta della spesa gialla (di quelle di stoffa) con cui vado in giro come fosse la mia ventiquattrore! Però non ho voglia di cercare…(*1)

A mente però me ne ricordo uno: l’ho visto stamani mentre ero in bagno. Pur senza occhiali sono riuscito a leggere la mia nota in stampatello! Scriverò quindi di questo scrivendo a memoria senza citazioni dirette…

Il libro in questione è il solito “Malleus maleficarum”: ho iniziato la parte con i “quesiti” e, come pensavo, mi piacciono molto.
In pratica ogni “quesito” corrisponde a un capitolo su uno specifico argomento. Si chiamano “quesiti” perché iniziano con una domanda “un buon cattolico cosa dovrebbe credere di XXX” dove, per esempio, XXX può essere qualcosa del tipo “possono incubi e succubi generare figli?”.
A quel punto gli autori riportano citazioni da Bibbia e opere dei dottori della Chiesa (e ovviamente Aristotele ma anche filosofi arabi come Avicenna) trovando tutto e il contrario di tutto. Da questo punto di vista cercano di essere obiettivi perché propongono anche opinioni contrarie alle loro anche se poi la logica con cui decidono cosa sia vero e cosa no mi pare parecchio dubbia (vedi l’esempio odierno).

Altra cosa che mi ha colpito è che gli autori credono all’astrologia e alla sua capacità predittiva: in effetti non dovrei stupirmi visto che credono anche alla stregoneria (anzi, come spiegano in una delle primissime questioni, non è un buon cattolico chi non vi crede). Però scioccamente, sapendo che spesso veniva vietata, con mentalità moderna pensavo che così fosse perché considerata un’impostura!
Altra questione è se il diavolo, puro spirito secondo gli autori, possa influenzare le stelle. La risposta è no. Anzi su ciò che possa fare di concreto il diavolo c’è parecchia confusione perché viene citata qualsiasi opinione. Il diavolo è più potente dell’uomo ma non può creare cose viventi ma solo apparenza, non può neppure danneggiare direttamente gli uomini ma può sfruttare le streghe per operare il male delegando a queste le azioni contro gli uomini e aiutandole.

Il passaggio in questione, lo spunto insomma, era un breve paragrafo, qualcosa di questo tipo: «Siccome gli astrologhi prevedono con notevole accuratezza l’esito delle guerre allora significa che le stelle hanno effettivamente influenza sull’operato degli uomini e l’astrologia funziona.»

Insomma una specie di paralogismo evidente per noi uomini moderni, consapevoli dell’infondatezza dell’astrologia, ma che doveva sembrare una specie di dimostrazione agli uomini del XV e XVI secolo.

Dov’è l’errore?
Prima di tutto la proposizione iniziale è vaga e quindi dubbia: che significa che gli astrologi indovinano quasi sempre le previsioni? Occorrerebbero delle percentuali precise perché spesso si tende a dimenticare le previsioni errate e a ricordare solo quelle esatte.
Poi si dovrebbe valutare quanto, senza ricorrere all’astrologia, la previsione fosse difficile: già tirando a caso c’è il 50% di probabilità di indovinare chi vince o perde in uno scontro fra due parti. Se poi una di queste è notevolmente più forte la previsione è ancora più semplice.
Per esempio era facile per un astrologo “prevedere” che nella guerra contro Gheddafi fosse la NATO a prevalere contro l’esercito libico.
Supponiamo comunque che percentuale di previsione degli astrologhi fosse altissima e che, i pochi errori, fossero dovuti a calcoli sbagliati. In questo caso vi vedo ancora un problema: chi ci dice che la previsione sia basata sulle stelle e non che gli astrologi fossero degli abilissimi esperti di geopolitica? O che magari prevedessero ciò che pensavano che chi li interpellava voleva sentirsi dire? O forse le loro sembravano corrette perché estremamente vaghe e interpretabili in più modi… come gli oracoli della Sibilla…

Il punto è che dalla premessa non segue assolutamente la conclusione anche quando la prima fosse vera.
Gli americani quando si accorgono di simili strutture di argomentazione dicono “True but irrilevant”, cioè “premessa vera ma irrilevante per la conclusione seguente”.
Un errore molto comune che però può confondere l’ascoltatore quando vi siano degli elementi in comune con la conclusione che possano suggerire una relazione di cause ed effetto che invece è solo illusoria.

Ma non pensiamo che i nostri antenati fossero più stupidi di noi!
Ancora oggi questo tipo di paralogismo è comunissimo ma la maggioranza delle persone non se ne rendono conto.
Per esempio: «I vaccini hanno salvato molte vite. Quindi la politica sanitaria del governo è stata buona» o ancora più assurdo, ma per molti sembrerà comunque consequenziale, «I vaccini hanno salvato molte vite. Quindi il verdepasso è stata una buona idea»…

Conclusione: ma solo gli INTP notano senza difficoltà queste inconsistenze logiche?

Nota (*1): a proposito di perdere roba: non ho fatto in tempo a ritrovare il mio e-lettore (dove stavo leggendo Seneca) che l’ho riperso immediatamente. È da l’8 luglio (v. Seneca e il suicidio) che l’ho riperso di vista! In pratica l’ho riavuto fra le mani per un giorno o due...

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