«Come sono belli i tuoi piedi nei tuoi calzari, o figlia di principe!
I contorni delle tue anche sono come monili,
opera di mano d'artefice.
Il tuo ombelico è una tazza rotonda,
dove non manca mai vino profumato.
Il tuo grembo è un mucchio di grano,
circondato di gigli.
Le tue mammelle sembrano due gemelli di gazzella.
Il tuo collo è come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come le piscine di Chesbon
presso la porta di Bat-Rabbim.
Il tuo naso è come la torre del Libano,
che guarda verso Damasco.
…
Quanto sei bella, quanto sei piacevole,
amore mio, in mezzo alle delizie!
La tua statura è simile alla palma,
le tue mammelle a grappoli d'uva.
Ho detto: «Io salirò sulla palma
e mi appiglierò ai suoi rami».
Siano le tue mammelle come grappoli di vite,
il profumo del tuo fiato, come quello delle mele» (*1)
No, non si tratta di una delle mie terribili poesie d'amore, magari un po' più bucolica del solito e con qualche riferimento erudito infilato a forza...
È tutta scritta nel Cantico dei Cantici della Bibbia: Ct 7:2-5 e Ct 7:7-9!
Nella prefazione e nelle note si insiste pervicacemente che è solo una metafora: il libro non parla dell'amore fisico fra un uomo e una donna ma dell'amore verso Dio...
Personalmente mi pare un'esegesi estremamente forzata ma ne consiglio a tutti la lettura per farsi una propria idea al riguardo: si tratta in tutto di circa sei paginette...
Nota (*1): testo tratto da LaParola.net: in effetti la mia versione CEI usa termini diversi (alcuni versi suonano meglio e altri peggio) ma la sostanza è la medesima e non avevo voglia di ricopiare tutto a mano...
alla prima stazione
1 ora fa
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