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venerdì 29 novembre 2013

Ancora su Leiden, etc...

Ecco la nuova intervista a mio padre in riferimento al pezzo Leiden, Olanda 1990: il maggior numero di disegni mi ha dato la possibilità di fare domande più mirate su di essi. Alcune risposte sono meno precise di quanto mi sarebbe piaciuto ma non è un problema: le approfondirò nelle prossime puntate...

1) Tu descrivi solo due disegni ma in realtà ne ho trovati tre: puoi aggiungere qualcosa su quest'ultimo?
Nel terzo disegno ho rifatto una delle porte di accesso fortificate della città, la “Morspoort”. Mi dissero che, fino a pochi anni prima, la casematte intorno alla porta erano adoperate ancora come caserme per l'esercito olandese. Due vecchi cannoni sono ancora minacciosamente puntati verso l'esterno nella piazzola antistante la porta. Subito dopo la caduta ad opera delle truppe nemiche, il secondo incubo dei cittadini, doveva essere quello che la sporcassero, infatti ancor oggi è lustra e pulita, come tutta la cittadina di Leiden.

2) Cosa ti ha spinto a passare al disegno a china rispetto alla matita?
Verso gli anni '80 iniziai a collaborare con un amico ingegnere facendo calcoli e disegni per i suoi progetti. Imparai ad adoperare le penne a china ed a prendere confidenza con esse. Le sfumature che a matita si fanno facilmente, con le penne si potevano ottenere con i tratti diversi del pennino e più tardi completavo l'opera adoperando la china sciolta nell'acqua come un acquerello.

3) Da profano le differenze più evidenti che vedo fra disegno a matita e a china sono due: maggiori dettagli e che non si può cancellare gli errori. Puoi commentare e aggiungere qualcosa?
Anche se non si possono correggere gli errori si possono tuttavia in qualche modo nascondere e poi parto sempre da un disegno a matita che può venire cancellato e corretto, quindi quando si ripassa a china è come quando si mette in bella una scritto.

4) Come/chi ti ha insegnato a disegnare a china?
Nessuno mi ha mai insegnato a disegnare ma credo nella fatina che accanto alla culla predice: “questo sarà bravo a disegnare o a ballare o a cantare”. Ad esempio so per certo che la fatina della musica non solo non passò vicino alla mia culla, ma non mandò nemmeno un saluto per cartolina.

5) Quali sono le differenze fra un disegno dal vivo e uno fatto basandosi su una foto?
La differenza fra il disegno dal vero e la copia è come la differenza che esiste fra un artista ed un disegnatore. L'artista in qualche modo interpreta e mette qualcosa di suo nel disegno, il disegnatore cerca di rappresentare pedissequamente quello che vede con la massima precisione possibile. Io mi sento un mediocre disegnatore.

6) Ma le linee super dritte (vedi ad esempio il terzo disegno) le fai con un righello o a mano?
Di solito le linee dritte mi vengono bene anche a mano libera, se poi deve essere molto lunga allora ricorro ad l'aiuto di un righello.

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