Siccome sono ancora in un periodo di scarsa ispirazione ne approfitterò per pubblicare un po' di materiale fornitomi da mio padre.
In particolare si tratta di suoi disegni a china con commento allegato. Al riguardo abbiamo avuto una lunga discussione metodologica: io volevo un commento molto specifico sul disegno (la scelta del soggetto, i problemi tecnici, le emozioni a esso collegato, etc) mentre mio padre li usa come spunto per ricordare i suoi viaggi.
Alla fine, siccome so per esperienza che è doppiamente faticoso riscrivere ciò che si è già fatto, abbiamo raggiunto un compromesso: per ogni disegno mi preparerò qualche domanda specifica e farò una sorta di intervista che aggiungerò a parte.
Il mio contributo personale saranno un'introduzione e qualche commento o ricordo.
Su questa prima opera in verità ho poco da dire perché non ero ancora nato quando fu creata...
Eppure mi pare di ricordarla, come se l'avessi vista da bambino e mi avesse profondamente impressionato... Oppure semplicemente mi confondo con un altro disegno!
Aggiungo solo che, così come mio zio mi fa sentire poco più di un semi analfabeta, così la naturale abilità con la matita di mio padre mi fa sentire poco più capace di disegnare di un bimbo di cinque anni...
Di seguito il commento di mio padre.
Questo fu il mio primo viaggio all'Estero, che feci nel lontano 1968 con Gianni e la moglie Valeria (amici di mia sorella e di mio cognato). Fu un lungo viaggio di quasi 10.000 Km. fatto a bordo di una Mercedes, che ci serviva sia da trasporto che da camera (con i sedili abbassati) per quelle strade in mezzo a boschi di larici e abeti, che sembravano non finire mai. Si viaggiava per giorni e giorni sotto un cielo plumbeo o un pallido sole che non riusciva a scaldarci lungo strade in terra battuta. Nel disegno ho cercato di rendere quell'atmosfera e quel senso di solitudine che si provava viaggiando lungo le coste della Norvegia. Sì perché non si viaggiava sui mille metri, come sembrerebbe dalla vegetazione, ma a poche decine di metri sul livello del mare!
Tornai a casa con due nozioni nuove ben in testa. La prima che le distanze non sono mai come ci appaiono sulle carte geografiche. Infatti quando arrivammo ad Oslo, dopo 2.000 Km, pensavo di aver già fatto più di due terzi di strada per Capo Nord, mentre invece eravamo solo a metà strada mancando ancora 2.000 Km alla meta.
Secondo, come si mangia bene in Italia non si mangia da nessuna altra parte. Lo avvertii quando in Finlandia ci fermammo a mangiare in una Ravintola (ristorante in finlandese). Dopo 15 giorni di panini e scatolette qualcosa di caldo e cotto sarebbe stata la manna per i nostri stomaci. Quindi poiché non ci si intendeva con la lingua (inglese compreso), ci facemmo sollevare i coperchi dal cuoco per vedere le vivande che nascondevano. Ricordo che si scelse quella da cui si alzava il vapore più denso perché all'odorato non mostravano significative differenze. Doveva trattasi di carne di renna con patate, che servi solo ad innalzare di qualche grado la temperatura del nostro stomaco.
Nota: la bassa qualità della scansione non dipende da me!
Aggiornato 19/11/2013: punto nel vivo mio padre ha fatto una nuova scansione passando da 100dpi a ben 150dpi! comunque mantengo anche l'altra scansione perché mostra la firma integralmente...
Del patriarcato e di altre scemenze
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