Stamani volevo fare qualche riflessione sparsa.
Parto dall’Inghilterra. Premesse: 1. il vaccino anti-covid non è particolarmente efficace contro la variante delta. 2. Far riunire tante persone insieme, vaccinate o no, equivale a far propagare il virus. 3. La popolazione più vulnerabile è già stata vaccinata; 4. il vaccinato che si infetta, anche se non ha bisogno di ricovero, rinforza notevolmente la propria resistenza al virus (*1).
Per questo il Dr. Campbell qualche settimane fa concluse che il governo inglese voleva far raggiungere alla popolazione l’immunità di gregge sfruttando il momento propizio dell’estate (vitamina D, raggi ultravioletti).
Il dubbio è se l’aumento dei ricoveri andrà o no a congestionare il sistema sanitario locale.
Questa è già una buona lettura ma secondo me vi è ancora una considerazione molto importante da fare. Cosa prevedeva il governo inglese (i suoi esperti cioè) per l’autunno? O anche per il prosieguo dell’estate?
Una possibilità è la considerazione che la variante delta non fosse contenibile nel lungo periodo. Possibile: ma perché affrettarne la diffusione rischiando di saturare gli ospedali? È possibile che il governo (o chi per lui) abbia fatto i suoi conti e sia arrivato alla conclusione che i rischi sono comunque minori adesso (ripeto: vitamina D e raggi ultravioletti) che in autunno.
Ma c’è un’altra possibilità: che ci si prepari a una nuova variante avendo la popolazione con mediamente il sistema immunitario più protetto.
Al riguardo un virologo americano (bravo e indipendente, non come i nostri!) aveva spiegato che la maggioranza degli esperti ritengono che il COV-SAR-2 non possa mutare molto: lo intuiscono dal fatto che i geni che cambiano sono sempre i soliti. Riteneva che dopo la variante alfa (quella inglese) ci sarebbe potuto essere al massimo un altro paio di varianti pericolose (mi sembra che l’intervista fosse di dicembre quando ancora non c’era la variante delta). Ammetteva anche che altri virologi la pensavano diversamente e che, secondo questi, il COV-SAR-2 sarebbe variato annualmente come l’influenza…
Insomma, visto che la protezione del vaccino contro le nuove varianti (o almeno la delta, ma per l’effetto della spinta evolutiva di cui scrivevo a dicembre 2020, tutte le nuove varianti saranno sempre più resistenti al vaccino) è parziale (evita che la malattia si aggravi troppo ma non la diffusione del virus), allora l’approccio proattivo inglese può avere senso.
Avere più vittime adesso in estate ma, probabilmente, meno in autunno e inverno.
Quella inglese però è una strategia (*2): non ho né dati né conoscenze sufficienti per valutarne la bontà ma capisco che abbia la sua logica.
Intanto in Italia.
Che dire? Farsa? Incompetenza? Cattiva fede? Mancanza di preparazione scientifica? Probabilmente un po’ di tutto questo…
Gli aspetti che più mi colpiscono della “strategia” (ma in realtà più che di un piano organico mi sembra che ogni autorità istituzionale proceda a casaccio) italiana sono due.
1. Ancora, nonostante le prove siano ormai sotto gli occhi di tutti, non si dice chiaramente che il vaccino diminuisce i ricoveri ma non blocca assolutamente il contagio. Dare più diritti a chi si è vaccinato dicendo che non corre rischi è falso e ipocrita.
2. Io (imbecille, inesperto, non virologo etc.) il 18 MAGGIO 2021 scrissi in Di palo in frasca:
«Modificato 18/5/2021: ecco, l’unica incognita potrebbe essere la variante indiana che ha una capacità di propagazione maggiore anche della variante inglese. Non so se questa maggiore contagiosità riuscirà a prevalere sulla maggior disponibilità di vitamina D nella popolazione. Ovviamente poi si insiste su misure demenziali come il coprifuoco e non si fa niente per controllare chi arriva dall’India o zone limitrofe.»
Nel frattempo mi sembra si possa dire che, sfortunatamente, la maggiore concentrazione media di vitamina D non riesce da sola a contrastare il contagio. Era una possibilità e andava prevista: all’epoca si sarebbero dovuti controllare e mettere in quarantena tutti coloro che provenivano da India e Pakistan, successivamente chi veniva dall’Inghilterra e adesso da molti altri paesi di cui ho perso il conto.
Ovviamente non è stato fatto niente di questo: probabilmente chi è andato all’estero vaccinato, grazie alla disinformazione italiana, pensava di essere sicuro al 100% mentre invece ha portato la variante delta in patria.
Non sono gli assembramenti di persone sane il problema: il virus non nasce dal nulla: la "generazione spontanea" non è Scienza! Al contrario il pericolo era costituito da chi andava in zone infette e tornava senza adeguati controlli.
Io rimango dell’idea che avevo a dicembre 2020: andavano vaccinate solo le persone a rischio e, forse, si sarebbe evitata la pressione evolutiva sul virus.
E poi ci sarebbe da capire (vabbè io l’ho già capito e spiegato ma qui sono retorico…) il perché della fissazione occidentale sui vaccini come UNICO mezzo per contrastare la pandemia: e in Svezia, in Russia, in Cina? Non mi sembra che siano tutti morti…
Qualche settimana fa i media occidentali gongolavano scrivendo che gli ospedali a Mosca sono al collasso: e poi, cosa è successo? Forse proprio al collasso non erano?
Forse era possibile vaccinare solo i soggetti a rischio? (*3)
Che poi, non dimentichiamocelo, i vaccini usati in occidente sono tutti sperimentali: probabilmente sono sicuri anche nel medio e nel lungo termine ma la certezza non c’è. Inutile che vi riscriva il pensiero di Taleb (un esperto di gestione del rischio) su cosa scegliere fra rischio piccolo ma danno potenzialmente catastrofico e guadagno previsto piccolissimo.
Se fosse stata una “Italiandemia” invece che una “pandemia” non si sarebbe mai saputa la verità: invece, essendo stati coinvolti anche stati che godono ancora di un po’ libertà, penso che fra una decina di anni gli errori e le responsabilità della gestione “ridicola” della pandemia verranno fuori. Se sarò ancora vivo mi farò qualche risata.
Conclusione: beh, mi sono un po’ ripetuto. Mi sono concentrato sugli aspetti scientifici/sanitari evitando di introdurre la dimensione liberticida di alcune scelte autoritarie ma su questo aspetto potete leggere Tre filosofi e soprattutto gli articoli di cui fornisco i collegamenti...
Nota (*1): lo stesso è vero per che ha avuto il covid-19 e si vaccina.
Nota (*2): sarebbe interessante sapere com’è la situazione in Svezia dove hanno da subito puntato sull’immunità di gregge.
Nota (*3): qui per onestà devo aggiungere che non è immediato, a parte gli anziani, riconoscere chi “sia a rischio”: banalmente anche la memoria immunitaria di chi è guarito dal covid-19 non è uguale per tutti. In breve più si è stati malati e maggiore è la memoria del sistema immunitario. Dal punto di vista del governo ha senso fornire tutta la popolazione della stessa protezione media fornita dal vaccino (anche se poi, adesso è chiaro, anche l’immunità fornita dal vaccino è molto variabile soprattutto nelle persone più anziane).
alla prima stazione
1 ora fa
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