Pause Epitome. Mi sono alzato verso le 6:00 con una grande voglia di scrivere ma adesso il sonno sta iniziando a prendere il sopravvento: mi voglio quindi rilassare un po’ con un pezzo facile.
Siccome non ho voglia di scrivere qualcosa di impegnativo mi limiterò a guardare le mie note sui libri che sto leggendo. Proprio ieri ricordo di aver marcato (su “Democrazia cosa è” di Sartori) qualcosa con la “B” di ghiribizzo (*1) anche se ora come ora ho troppo sonno per sforzarmi di rammentare di cosa si trattava: sarà una sorpresa sia per me che per voi!
Ah! ecco…
Dunque serve almeno una premessa che fornisca un minimo di contesto. Sto leggendo il capitolo VII dove Sartori fornisce varie definizioni relative alle forme di governo, tipo: “totalitarismo”, “autorità”, “potere”, “dittatura”, “autocrazia” e, immagino, molte altre che non ricordo. Tutto questo perché vuole trovare un contraddittorio a democrazia... ma non divaghiamo!
Nel sottocapitolo 7.2, “Assolutismo, autoritarismo e autorità”, prevedibilmente rivisita questi termini. In genere parte dall’etimologia e ne segue l’evoluzione storica: lo stesso fa quindi per “autorità” e, rifacendosi all’uso dei romani, la distingue nettamente da “potestà”.
Chi ha la potestà ha la forza di imporre la propria volontà: anche chi non è d’accordo si deve adeguare.
Autorità invece equivale a un potere: rispettato, ritenuto legittimo e riconosciuto come tale. Per gli antichi romani era legato alla “dignitas”, al merito personale. All’autorità si obbedisce perché lo si vuole, perché la si rispetta e, quindi, si ha fiducia in essa. Magari non ci troviamo d’accordo ma, senza bisogno di imposizioni, gli diamo comunque la nostra fiducia.
La mia nota a margine è:
«Succo → Democrazia dovrebbe avere autorità (legittimità) + che potere»
E ovviamente mi viene da pensare alla situazione italiana di questi giorni (mesi, anni?).
Proprio ieri su FB ho letto un pezzo di un amico, pentastellato fedelissimo, che rilanciava un articolo di critica a un pezzo di Di Battista che, a sua volta, criticava severamente il governo Draghi.
L’argomentazione centrale contro Di Battista era che il governo Draghi è legale, perché sostenuto dal parlamento, e le sue iniziative lo sono altrettanto perché a norma di regolamento: chi non è d’accordo e protesta non capisce cosa sia la democrazia.
Come potete immaginare ho trovato questo salto carpiato all’indietro piuttosto divertente anche se è triste constatare a cosa si sono ridotti i parlamentari pentastellati.
Comunque di legalità e giustizia ho già scritto: sull’Epitome trovate l'intero capitolo 18 dove parlo di legalità e la distinguo nettamente dalla giustizia.
In breve la legalità è la parente povera, ma molto ma molto povera, della giustizia. In genere ne è un’approssimazione scadente e talvolta invece la legge va direttamente contro la giustizia quando difende gli interessi dei forti invece di tutelare i deboli.
Non è quindi detto che ciò che è legale sia anche giusto: dimostrare (argomentare) che un governo sia legale non equivale a dimostrare che sia giusto.
È chiaro che qui entra di prepotenza la dimensione della legittimità.
Il governo Draghi ha la fiducia dell’intero parlamento con l’esclusione, teorica, di Fratelli d’Italia: ma è legittimo?
Beh, il capitolo 2.5 “La democrazia come legittimità” risponde in parte alla questione: una democrazia è legittima se è un’emanazione della volontà popolare. Chiaro che nel meccanismo concreto della democrazia la volontà popolare corrisponde al voto ma in realtà la volontà popolare è anche opinione pubblica.
La democrazia rappresentativa non si basa sul concetto di formare attraverso il voto ogni 4 o 5 anni un parlamento che poi può fare tutto quello che vuole ma, fra un’elezione e l’altra, deve anche cercare di rispettare l’opinione pubblica, ovvero la volontà popolare.
Meno un governo rispetta l’opinione pubblica e meno è legittimo e, se un governo non è legittimo, allora governa non per autorità ma per potestà: ovvero con la forza. Nel caso italiano, per adesso, con multe, minacce e ricatti.
Insomma dei miei timori per la libertà ho già scritto in passato ma Sartori mi fornisce una prova del nove alternativa: il governo usa la propria potestà invece della sua autorità perché non ha legittimità. Siamo quindi ancora in una democrazia ma solo formalmente: il governo non rispetta infatti l’opinione pubblica e, anzi, la disprezza.
La differenza è palese confrontandoci con il Regno Unito: come sapete seguo assiduamente i video del Dr. Campbell. Egli spesso non si è trovato d’accordo con la gestione della pandemia da parte del governo inglese ma concludeva comunque i suoi video spiegando che, evidentemente (dal suo punto di vista), gli esperti del governo dovevano avere maggiori informazioni a loro disposizioni o cose del genere. In altre parole Campbell ha fiducia nel proprio governo e credo che egli sia indicativo di gran parte della popolazione inglese. La fiducia è una componente della legittimità: la conseguenza è che se il governo inglese dice che i vaccini sono sicuri magari non il 100% della popolazione ma l’80% ci crede.
In Italia invece, nonostante minacce di multe, ricatti, limitazioni gravissime della libertà personale, le cifre sono molto più basse: manca fiducia perché manca legittimità o, viceversa, poiché il governo non ha legittimità c’è anche scarsa fiducia. Le due cose vanno di pari passo.
Conclusione: vabbè… ho scritto anche troppo per come mi sento assonnato oggi...
Nota (*1): beh, di blog in realtà!
alla prima stazione
1 ora fa
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