[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.8.0 "Verdepasso").
Mi sto ancora riprendendo dopo la fatica della nuova versione: è buffo avere questo vuoto, non avere passaggi da leggere, controllare o scrivere…
Comunque sapete quale autore mi ricorda l’impostazione della mia Epitome?
Beh, Aristotele: ovviamente con le debite proporzioni.
Ma la maniera di impostare i ragionamenti partendo da premesse e definizioni e procedendo poi in maniera sistematica è molto simile. Direte che tutti gli autori fanno così: sì, in parte è vero, ma gli altri scrittori non sono altrettanto logici e consequenziali come Aristotele (e me!).
Poi, ovviamente, questo non significa che io la pensi come Aristotele: è solo il modo di procedere che mi pare analogo. Poi, in alcuni casi, sembra si sia fatto lo stesso ragionamento o, meglio, che io abbia scopiazzato Aristotele!
Una delle nuovi epigrafi di verdepasso (v. Lasciapassare per la verità):
«Due sono gli elementi che determinano la buona riuscita in tutte le cose: porre correttamente lo scopo e il fine delle azioni, e trovare le azioni che portano al fine.
Tra scopo e azioni ci possono essere accordo o disaccordo reciproco: a volte lo scopo è ben posto, ma si commettono degli errori nella sua realizzazione, a volte si azzecca tutto ciò che porta al fine, ma quello che si è posto vale poco, a volte infine si commettono degli errori e nello stabilire il fine e nelle azioni che conducono a esso.» (*1)
Ho inserito questa epigrafe nel primo capitolo, quello sui limiti umani. Nel primo sottocapitolo [E] 1.1 elenco alcuni limiti cognitivi dell’uomo è in particolare quello di “valutazione” e “priorità”.
L’errore di valutazione significa ragionare male, commettere errori logici che ci impediscono di raggiungere il nostro obiettivo.
L’errore di priorità invece corrisponde alla scelta errata di quale debba essere il nostro obiettivo.
Poi, in una nota, comparo questi due limiti fra di loro e scrivo:
«È un limite [quello della priorità] simile all'errore di valutazione ma ha una sua specifica identità: se la decisione fosse un viaggio allora l'errore di valutazione ci farebbe scegliere il percorso non ottimale mentre questo delle priorità ci porterebbe a scegliere la meta sbagliata.»
Mi sembra che le similitudini col pensiero di Aristotele siano notevoli: eppure io arrivai a queste mie conclusioni indipendentemente, molti anni prima di leggere la “Politica” di Aristotele: e non è che fossi un esperto di filosofia e che avessi potuto leggere argomenti simili altrove…
Però mi pare che questo esempio abbia un doppio valore: illustra bene le similitudini del nostro (mio e di Aristotele) modo di ragionare: obiettivo, passi per raggiungerlo, eventuali premesse. Sia io che, evidentemente, Aristotele, usiamo questo modo di procedere quando affrontiamo un problema.
Personalmente devo dire che ho compreso molto meglio il pensiero di Aristotele rispetto a quello di tanti altri autori anche più recenti: per esempio Marcuse. Marcuse ovviamente cerca di procede in modo logico ma ci si rende conto che non gli viene naturale, che è più un poeta guidato dall'ispirazione che dal ragionamento. E qua e là infatti non posso non notare dei passaggi che non sono proprio consequenziali.
Conclusione: Vabbè, mi sembrava una curiosità interessante da sottolineare: se volete una piccolissima soddisfazione per me che tanto impegno ho messo nella realizzazione della mia opera…
Nota (*1): Tratto da “Politica e costituzione di Atene” di Aristotele, (E.) UTET, 2015, a cura di Carlo Augusto Viano e Marcello Zanatta.
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1 ora fa
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