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mercoledì 7 luglio 2021

Inferno di bullette

Qualche anno fa un mio amico cercò di ricordarmi un gioco al calcolatore che, a suo dire, praticavamo assiduamente durante gli ultimi anni dell’università: sfortunatamente non avevo idea di che cosa parlasse nonostante i dettagli del suo resoconto.
Secondo lui ero bravissimo e, in qualche maniera, guidavo la nostra “squadra” stabilendo al volo la tattica non solo per me ma anche per lui. Poi, aggiunse, si trattava di un gioco shareware a cui io avevo diligentemente contribuito (*1) ma che poi l’autore aveva avuto gravi problemi di salute (forse era addirittura morto?) che l’avevano distolto dal suo sviluppo. Niente, buio completo: non ricordavo assolutamente nulla e pensai che l'amico semplicemente esagerasse riguardo la mia abilità…

Ebbene stanotte, anzi stamani, mi è tornato in mente!
Tecnicamente si trattava di un gioco “bullet hell” (*2) a scorrimento verticale: ogni giocatore controllava un’astronavina e si giocava in due contemporaneamente.
Una caratteristica erano i potenziamenti che cadevano dall’alto ed erano contraddistinti o da una lettera o da un colore, non ricordo: si trattava di aiuti estremamente potenti e che, nella strategia del gioco, era indispensabile che ogni giocatore prendesse solo quelli che gli servivano.
In pratica mentre si giocava e appariva uno di questi “bonus” io ero in grado di dire immediatamente “mio” o “tuo” dopo aver verificato la situazione. Per verificare la situazione si doveva leggere le indicazioni nella parte alta dello schermo: in questo modo però si perdeva per un attimo il contatto visivo con la propria astronave e quei pochi attimi potevano essere esiziali dato che ci si doveva costantemente muoversi per evitare con precisione i colpi nemici.

Beh, mi è venuto a mente il mio “trucco”: per leggere i dati in alto e contemporaneamente riuscire a seguire la mia astronave sfocavo lo sguardo sullo schermo! In questa maniera potevo vedere l’intero schermo contemporaneamente e dividere la mia attenzione fra la lettura dei dati e la manovra dell’astronave senza alcuna difficoltà!

Non ho informazioni al riguardo ma credo che per leggere del testo lo si debba mettere a fuoco: però nel gioco al massimo c’erano lettere o forse colori quindi era più fattibile.
Ricordo poi che inframmezzavamo una “partitina” nello studio: inizialmente questa ci prendeva 20-30 minuti ma negli ultimi tempi eravamo diventati così bravi che duravamo ore e, suppongo, si andava a perdere solo per stanchezza…

Chissà perché mi è tornato in mente proprio stamani: c’è da dire che meno di una settimana fa sono tornato a Pisa per delle commissioni quindi può darsi che questo mi abbia smosso la memoria, suppongo…

Conclusione: buffo però che alla base della mia abilità ci fosse questo “trucco” visivo: sarebbe interessante sapere quante persone sono in grado di farlo...

Nota (*1): non so adesso ma negli anni ‘90, almeno in Italia, shareware era inteso come gratuito…
Nota (*2): si tratta di quei giochi in cui i nemici sparano dozzine di colpi che, muovendosi, riempiono lo schermo con i loro disegni.

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