Nel pezzo di ieri ho accennato a mio zio: prevedibilmente sono stato poi colto dalla nostalgia.
È buffo come, per certi versi, mi manchi più mio zio che mia madre!
Mia mamma era una fonte inesauribile di amore incondizionato cosa di cui però raramente sento il bisogno; con mio zio invece avevo una notevole affinità mentale: mi piaceva discutere e ascoltare le sue opinioni sugli argomenti più diversi: mio zio aveva sempre qualcosa di interessante da dire.
Spesso mi sento frustrato: ho un’idea che magari ritengo eccellente ma nessuno con cui confrontarmi in maniera produttiva. Si tratta infatti in genere di argomenti abbastanza specifici e che richiedono una comprensione profonda del fenomeno: il commento generico dell’uomo comune mi aiuta poco o nulla. È come se a me chiedessero un giudizio su uno specifico modello di macchina: posso anche sforzarmi di rispondere qualcosa di intelligente ma, mancando di informazioni, resterei comunque sull’assolutamente superficiale. Insomma anche gli amici genericamente intelligenti possono aiutarmi poco.
Oppure pensavo all’Epitome: lo zio non l’avrebbe letta: l'avrebbe straletta! L’avrebbe pure tutta commentata dandomi una valanga di consigli, correzioni e spunti utilissimi: di questo sono sicuro. E di sicuro mi avrebbe incoraggiato. Sigh...
A proposito di Epitome: qualche giorno fa mi ero un po’ bloccato. Avevo aggiunto tre nuovi sottocapitoli di cui uno non mi soddisfaceva né però mi andava di correggerlo perché temevo la sensazione di tornare indietro, di non progredire: contemporaneamente questo mi impediva di proseguire con la giusta serenità, con la coscienza tranquilla di aver fatto un buon lavoro o, almeno, del mio meglio.
Poi ieri mattina mi sono deciso e ho ricorretto il tutto: mi è occorso molto tempo ma adesso sono entusiasta anche di quel sottocapitolo: in totale adesso sono a 4 nuovi sottocapitoli e +19 pagine rispetto alla precedente versione nonostante non sia ancora a metà della revisione.
Ma del resto è logico pensare che aumentando la distanza temporale fra due versioni dell’Epitome aumenti anche il materiale da inserire.
Ieri, a pranzo, ho visto un video di Youtube sui “10 errori più grandi della storia”: in realtà si trattava di dieci errori scelti a casaccio ma, insomma, la visione era piacevole…
L’errore che mi ha più colpito è stato scoprire che la Rowson, l’autrice di Harry Potter, propose il suo primo romanzo della serie a ben undici case editrici che lo scartarono perché “troppo complesso/non adatto a bambini”.
Due commenti: io al posto della Rowson avrei lasciato perdere al secondo rifiuto: non perché non convinto della bontà della mia opera ma perché certo dell’incapacità altrui di apprezzarne il reale valore.
L’altro commento è che siamo circondati da imbecilli: nel caso della Rowson ha trovato ben 11 persone il cui lavoro è giudicare se un’opera può vendere e nessuna di queste è stata in grado di riconoscere il potenziale del maggiore successo editoriale della storia recente.
Certo la loro scusa è chiara: dovevano valutare il testo nell’ottica di un prodotto destinato esclusivamente a bambini ma ciò non toglie che, se non avessero avuto i paraocchi, avrebbero comunque dovuto capirne, o almeno intuirne, il potenziale per un pubblico più vasto. Era il loro lavoro poffare!
“Poffare!” è un’esclamazione che ho incontrato da qualche parte e che è entrata a far parte delle parole che studio per tenere allenata la memoria. Indica stupore e sorpresa e può essere rafforzato con un Bacco o un Dio: “poffarbacco” e “poffardio”. La seconda di queste espressioni però non ve la consiglio perché è veramente molto forte e potreste turbare i vostri interlocutori più sensibili!
Ah! finalmente posso mettere via (togliermi dai cosiddetti) “La montagna incantata” di Mann. Ho infatti terminato di inserire nel programma Anki (quello che uso per la memoria) la montagna di parole a me sconosciute usate da Mann (o, meglio, scelte dal suo fantasioso traduttore che se ne inventate più di una: o almeno non erano presenti nel dizionario della Treccani che è il mio riferimento). Erano tantissime e ci ho perso un sacco di tempo…
Poi, già che c’ero, ho voluto leggere anche l’appendice con la lezione di Mann sulla Montagna Incantata nel 1939 agli studenti di Princeton. Ero infatti curioso di scoprire cosa pensasse Mann di questa sua opera che, personalmente, mi ha profondamente deluso.
Mann però dice poco o nulla chiacchiera parecchio ma dà pochi dettagli.
Inizialmente doveva trattarsi di una storia breve, poi l’interruppe per lo scoppio della prima guerra mondiale e la sua stesura gli richiese una decina di anni. La finì grazie alla forza di volontà e si stupì del suo successo.
Infine suggerisce di leggerla due volte perché ci sono dei riferimenti rivolti non solo al passato (del testo) ma anche al futuro (del testo) e questi secondi possono essere capiti e apprezzati solo dopo averli già letti una volta: idea interessante ma io non ci casco!
Poi vediamo cos’altro potrei scrivere…
Avrei notizie buffe da Pisa ma vale la pena dedicarci un articolo apposito.
Le mie letture come al solito proseguono in maniera discontinua: attualmente leggo più volentieri “Democrazia cosa è”, “La fabbrica del consenso”, poi “The Framers’ coup” e invece fatico a finire i “Vangeli gnostici” (anche se ormai mi manca proprio poco).
Dovrei riattivare il Kindle per leggerci qualcosa: magari potrei finire il “Dialogo sui massimi sistemi” di Galileo. L’avevo interrotto perché avevo smarrito il quaderno in cui tenevo traccia delle dimostrazioni ma, se ben ricordo, quella che non capivo e che mi aveva fatto interrompere la prima lettura viene, dopo varie osservazioni che mi avevano confuso, rimandata nel prosieguo. Quindi, insomma, potrei riprendere la lettura senza problemi usando un nuovo quaderno.
Ah! questo lo volevo scrivere: meno male che me ne sono ricordato!
Ho aggiunto un nuovo modulo a questo ghiribizzo: si tratta dell’elenco dei siti altrui che seguo. Più che altro sarà utilissimo a me perché mi indica quando c’è qualcosa di nuovo da leggere ma forse anche qualche lettore potrebbe essere interessato.
L’idea è di arrivare a dieci: tanto non credo che ne seguirò mai un numero superiore. Nel caso toglierò via via quelli che mi sembrano meno interessanti per rimpiazzarli con altri di maggior gradimento.
Conclusione: bo, non mi viene in mente altro: la lunghezza c’è quindi chiudo il pezzo qui…
alla prima stazione
1 ora fa
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