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venerdì 18 novembre 2022

Fascismo e destra

Vabbè, scrivo oggi il pezzo che avevo in mente ieri! (v. introduzione di Il vello indorato)

Qual è la differenza fra una generica ideologia di destra e un fascismo? Di seguito cercherò di sintetizzare l’opinione di Hobsbawm.

Questa è la premessa sottilmente ironica dell’autore che mi ha fatto sorridere e che ripropongo:
«La teoria non era certo il punto di forza di movimenti che proclamavano l’inadeguatezza della ragione e del razionalismo e la superiorità dell’istinto e della volontà.» (*1)

Per prima cosa quali NON sono gli elementi comuni dei fascismi (l’autore considera il capostipite, cioè il fascismo italiano, il nazismo e le imitazioni di questi nati in stati dell’est Europa come Croazia, Romania o Ungheria):
1. Non vi era di una solida base teorico/filosofica.
2. Non l’organizzazione statale in corporazioni (abbandonata presto dalla Germania).
3. Non il razzismo (non presente in Italia fino all’epoca delle pressioni tedesche per introdurlo).

Gli elementi comuni ai fascismi sono invece:
1. nazionalismo.
2. anticomunismo.
3. antiliberalismo (*2).
4. uso violenza in politica.
5. mobilitazione (vedi poi).
6. particolare tradizionalismo (vedi poi).

La differenza principale fra destra e fascismo è che il secondo si basa su una mobilitazione delle masse. Da questo punto di vista il fascismo si accomuna al comunismo.
Scrive Hobsbwam: «I fascisti erano i rivoluzionari della controrivoluzione» (*3)
Non è un caso che la denominazione ufficiale del partito nazista fosse “Partito nazionalsocialista dei lavoratori” e che il primo maggio fosse un giorno festivo a tutti gli effetti.
Inoltre, sebbene i fascismi fossero genericamente tradizionalisti, non lo erano allo stesso modo dei partiti di destra. I fascismi, per esempio, erano contro l’emancipazione liberale (ruolo della donna tradizionale) oppure l’arte moderna ma, andando alla sostanza delle istituzioni, non si richiamavano alla monarchia o alla Chiesa. Piuttosto puntavano a un modello di società guidata da un singolo che governava col sostegno delle masse accompagnando il tutto con una ritualità artificiale.
Anche le “tradizioni” a cui si rifacevano erano spesso inventate. Da quel che so io molte delle feste cittadine di ispirazione medioevale furono artificialmente reintrodotte in Italia dal fascismo. Probabilmente, come accenna Hobsbwam, un tentativo di costruire un tessuto di usanze nazionali indipendente da Chiesa e monarchia.
I fascismi erano in opposizione ai principi della rivoluzione francese e, quindi dell’illuminismo, ma non ebbero problemi a conciliare insieme la tecnologia moderna con credenze irrazionali (*4).

L’autore sintetizza l’essenza del fascismo con queste parole: «La combinazione di valori conservatori, di tecniche della democrazia di massa e di un’ideologia innovatrice caratterizzata dalla barbarie irrazionalista e fondata essenzialmente sul nazionalismo.» (*5)

In particolare i movimenti di destra non tradizionale (proto fascismi?) erano accomunati da reazione al comunismo e al liberismo (ovvero al capitalismo) ma erano anche in opposizione alle prime immigrazioni di massa della storia (*6). Per esempio nella sola Polonia emigrò il 15% della popolazione. Inoltre vi si sovrappose l’immigrazione interna dalla campagna alla città.
Questa immigrazione nei paesi più ricchi (USA compresi) portò la popolazione più povera locale a contrapporsi ai nuovi immigrati a cui si sovrapposero giustificazioni razziste.
I movimenti di destra tradizionale pescarono quindi il proprio consenso nelle fasce di popolazione medie e medio-povere che temevano per il proprio benessere schiacciato dagli interessi dei ricchi e dall’ascesa delle classe lavoratrici (che si riconoscevano più spesso nel comunismo).
Gli ebrei poi erano visti come l’incarnazione di ciò che era più “terribile, odioso e minaccioso” (*7) nel mondo moderno: questo anche a causa del ruolo sociale che avevano lentamente acquisito dopo l’emancipazione portata dalla rivoluzione francese.
Hobsbwam però distingue l’antisemitismo dei contadini dell’Europa centro-orientale da quello della politica antisemita della destra radicale (anche se però poi aggiunge che furono importanti per i fascismo di alcuni paesi dell'Europa orientale). Se ho ben capito si trattava di un razzismo più affine alla superstizione che all’ideologia; talvolta una valvola di sfogo sociale. L’autore sottolinea come le vittime ebree in episodi di “pogrom” nell’Europa dal 1905 fino all’inizio della seconda guerra mondiale furono circa 800 mentre nel 1941, a Vilnius in Lituania, ne furono uccisi ben 3800.

Poi non ho terminato di leggere questo sottocapitolo ma mi pare che il soggetto cambi in altro: se dovessero emergere ulteriori spunti vedrò di aggiungerli nei prossimi giorni.

In conclusione per dare propriamente del fascismo a una forza politica XXX questa dovrebbe avere TUTTI (o almeno parecchi (*8)!) i cinque punti precedentemente indicati, ovvero:
1. nazionalismo.
2. anticomunismo.
3. antiliberalismo (*2).
4. uso violenza in politica.
5. mobilitazione.
6. particolare forma di tradizionalismo.

Conclusione: bo, mi sembra una buona sintesi. Soprattutto offre una prospettiva più ampia del fascismo “generico” di quella a cui, come italiani, siamo più spesso abituati.

Nota (*1): tratto da “Il secolo breve” di Hobsbawm, (E.) BURExploit, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 144.
Nota (*2): quando leggo “antiliberalismo” in una traduzione dall’inglese ho sempre il dubbio se si intenda veramente l’antiliberalismo (cioè anti-libertà) o l’antiliberismo (cioè contro i tipici meccanismi economici del liberismo). Non ne sono sicurissimo ma mi pare che qui si intenda entrambi i significati. I fascismi non erano a favore della massima libertà individuale ma, come il comunismo, avevano una chiara percezione dei limiti del liberismo.
Nota (*3): ibidem, pag. 144.
Nota (*4): vedi la pellicola “Indiana Jones e l’arca perduta” in cui i nazisti sprecano preziose risorse alla ricerca di un “manufatto archeologico” che poi esplode e gli uccide!
Nota (*5): ibidem, pag. 146.
Nota (*6): probabilmente l’autore si riferisce alla storia moderna perché nell’antichità le migrazioni di massa erano relativamente comuni.
Nota (*7): ibidem, pag. 147.
Nota (*8): in particolare non credo sia legittimo aspettarci che un fascismo oggi sia anti-comunista dato che lo stesso comunismo è considerato anacronistico. Andrebbe poi considerato l’impatto delle tecnologie moderne…
Insomma sarebbe erroneo aspettarci che la storia si ripeta uguale a se stessa e che quindi un fascismo debba avere esattamente la stessa forma che aveva a inizio XX secolo; certo, almeno un po’, dovrebbe assomigliargli!

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