Allora ieri ho fatto la mia seconda “escursione” in auto della settimana. Per evitare il traffico sono partito un’ora e mezzo prima: alle 7:00 invece che alle 8:30…
Risultato: ho trovato lo stesso traffico, forse un po’ di più anzi, negli stessi punti dove l’avevo trovato lunedì e, in più, anche all’ingresso di Pisa!
Di certo non posso partire più tardi quindi proverò ad anticipare ulteriormente: del resto in questi giorni (credo causa eccesso di Coca Cola) dormo malissimo e alle 5:30 sono sveglio. Insomma non sarebbe un grosso sacrificio…
Mettendo in ordine, cioè decidendo cosa buttare e cosa no, ho scoperto che avevo vinto la “Lega Fantacalcio Pantirrenica 1994”: non me lo ricordavo assolutamente!
Cioè mi ricordavo di avervi partecipato (la lega era composta da altri 4 o 5 compagni di università più forse un “esterno” amico di un amico) ma non di averla vinta: all’epoca seguivo pochissimo il calcio e conoscevo poco giocatori, allenatori etc.
Mi ricordo chiaramente questo aneddoto: era il giorno del mercato della lega Pantirrenica e ci ritrovammo a casa dell’organizzatore. All’epoca il regolamento dava a ogni giocatore un monte di “fantamiliardi” e poi si facevano delle aste per i vari giocatori.
Uno dei pochi giocatori che conoscevo e ricordavo era Roberto Carlos del quale doveva aver visto una rete su punizione in tivvù: io ero convinto che fosse un attaccante e quindi pensavo di spenderci fino a 50 fantamiliardi. Il suo nome venne proposto per primo dall’amico e organizzatore del torneo. Quando iniziarono le puntate rimanemmo solo io e lui, a ogni sua offerta io rilanciavo di 1 fantamiliardo: avevo notato che il mio amico si stava arrabbiando ma non capivo perché: le puntate erano molto basse per un “attaccante” e non comprendevo perché avrei dovuto lasciarglielo a così poco. Alla fine lo presi io per 30-qualcosa ma il mio amico mi guardò torvo per il resto della serata!
Mentre viaggio ascolto Radio Sportivo ma mercoledì mattina era piuttosto noiosa visto che era tutta incentrata sulla finale a Tirana della Roma. L’oggetto del contendere è quanto valga come coppa: argomento che non mi appassionava dato che basterà aspettare e vedere quali squadre andranno a riempire il relativo albo d’oro: questo darà una misura dell’importanza di questa competizione.
Molto più interessanti gli spezzoni di audio in cui si sente dialogare l’arbitro in campo e quelli al VAR: fanno veramente una grande confusione e non stupisce che poi possano commettere errori.
Se queste “conversazioni” fossero sempre rese pubbliche, oltre a evidenziare errori che adesso raramente vengono ammessi, secondo me contribuirebbero ad allentare la tensione: si capirebbe che l’errore non è frutto di un “complotto” ma del casino e della fretta!
E poi avremo un’arbitra nel prossimo campionato di serie A! Io sono molto curioso: ero un po’ scettico quando qualche anno fa fu affidata una finale europea a una donna e la partita, a mio avviso anomala, non sciolse i miei dubbi.
La prima perplessità era se fisicamente sarebbe stata in grado di essere sempre vicina all’azione: e da questo punto di vista mi sembra che se la cavò bene.
La seconda perplessità era, se la partita si fosse fatta dura, se sarebbe riuscita a tenerla sotto controllo: in questo caso entrano in gioco delle componenti psicologiche contrastanti e avrei voluto osservare cosa sarebbe successo. Ma a questa domanda non ebbi risposta perché le squadre in campo furono estremamente leali e mancarono completamente situazioni difficili da valutare.
In un intero campionato sicuramente avrò più elementi su cui giudicare.
Altra costante della radio è la pubblicità: quella che mi faceva pensare è di un’auto.
Inizia con la premessa che per valutare un’altra persona e capire quanto ci piaccia si impiegano appena 7 secondi. Abbastanza in linea con quello che risulta a me leggendo psicosociologia (intendiamoci queste valutazioni rapide riguardano le persone non le macchine!) dove si parla addirittura di decimi di secondo per le prime valutazioni.
Poi la voce femminile commenta “7 dannatissimi e razionali secondi”. E qui nascono le mie perplessità: perché “dannatissimi”? La mente umana funziona così non mi pare né un bene né un male, piuttosto un fatto neutro.
Ma sicuramente non sono 7 secondi “razionali”: al contrario la valutazione è tutta inconscia e istintiva quindi perché “razionali”?
Alla fine si scopre che il nome della vettura pubblicizzata è “Formentolo” o qualcosa del genere, che a me ricorda un alcaloide o comunque un composto chimico, e inevitabilmente tutte le volte che lo sento dire penso “a me basta 1 secondo per capire che non mi piace un auto con questo nome”!
Tutto qui…
Ah, vabbè, ci sarebbe da raccontare la mia preparazione all’incontro con gli studenti del piano di sotto per persuaderli a prendere, in cambio di euro, un po’ della mia spazzatura!
Premetto subito che non li ho visti né li ho cercati ma nel complesso, come mi ero preparato all’evenienza, è molto illuminante sui miei limiti sociali…
Da una parte, con la logica e la razionalità, riesco a rendermi conto da quello che ci si aspetta da me e, quindi, ad adattarmi adeguatamente. Da un’altra però si capisce che è un processo che non mi viene naturale e che se non ci sto ultra attento finisco per commettere degli “errori” che mi smascherano per l’asociale che sono.
Da una parte mi ero preparato facendo il bagno (dal mio punto di vista era logico farlo al ritorno), non avevo messo le bretelle ma una cintura, avevo poi pianificato un approccio progressivo (compatibile con la teoria psicologica che sto leggendo), i calzini erano appaiati (si sarebbero visti perché mentre lavoro in casa indosso dei pantaloncini corti per stare più fresco e potermi muovere senza impedimenti) e, suppongo, mi sarei ricordato di essere sorridente e magari fargli qualche complimento..
Dall’altra: mi ero dimenticato di farmi la barba, i calzini erano si appaiati ma di color verdolino chiaro e con dei disegnini (dal mio punto di vista irrilevante, li prendo così solo per riconoscerli più facilmente, ma a posteriori mi sono reso conto che apparivano “strani”). E i pantaloncini corti, che io indosso perché comodi, sono in realtà bucati per l’usura su una coscia: di nuovo io non ci avevo fatto caso ma anche questi sarebbero stati “sospetti”.
Conclusione: non è facile non apparire eccentrici quando normalmente non ci preoccupiamo per niente delle apparenze!
alla prima stazione
1 ora fa
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