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sabato 7 maggio 2022

La responsabilità delle generazioni

Anni fa (sei per la precisione, ho controllato) mi capitò di scambiare qualche epistola con una ragazza di una generazione circa più giovane di me.
Fra le varie osservazioni ricordo anche che accusò la “mia” generazione della crisi italiana e non solo.
Come sapete di solito la mia opinione è spesso fortemente minoritaria e, per questo, non mi sento assolutamente corresponsabile delle scelte fatte dalla “mia” generazione. Come però spesso mi accade, una proposizione che trovo interessante (non necessariamente corretta) può continuare per anni a circolare nei meandri vuoti del mio cervellino e, ogni tanto, mi capita di ragionarci un po’.

Proprio ieri mi sono quindi ritrovato a fare un’ipotesi interessante: quando è che una generazione inizia a essere responsabile di quello che avviene?
Chi si allatta alla tetta siliconata della propaganda può illudersi che, in una democrazia, tutti coloro che possono votare siano ugualmente corresponsabili delle decisioni politiche poi prese dal governo eletto (o non eletto come nel caso di Draghi e Monti prima di lui!).
In realtà, come risulta dalla mia Epitome, chi comanda, chi ha sempre comandato, sono i parapoteri e, all’interno di essi, non vige la democrazia ma vi è una gerarchia più o meno legata all’età.

Ho così pensato di scrivere una tabellina completamente arbitraria (inventata di sana pianta da me) che lega insieme l’età (per decenni) a una certa percentuale di potere. Voglio poi ripercorrere la storia dalla seconda guerra mondiale e dare un voto a ogni decennio che poi attribuirò alle varie generazioni in base alla proporzione indicata dalla mia tabellina: divertente, no?
Età - Potere
0-9 → 0%
10-19 → 0%
20-29 → 0%
30-39 → 5%
40-49 → 10%
50-59 → 15%
60-69 → 50%
70-79 → 15%
80-89 → 5%

Può sembrare che la mia suddivisione del potere sia un po’ troppo spostata sulla terza età: tenete però presente che non ho in mente l’uomo comune ma il membro di un parapotere: un dirigente d’azienda, un politico, un intellettuale o giornalista di prestigio e simili. In questi casi gli anziani non vanno in pensione ma si attaccano al proprio potere cercando sempre di perpetuarlo.

Ma passiamo ai voti:
1940-1949 → difficile giudicare a causa della guerra, un evento che nella mia Epitome definisco esogeno e su cui il controllo degli italiani è minimo. Do quindi un 5 abbastanza di ufficio.
1950-1959 → si mettono bene a frutto le opportunità data dal dopoguerra: 8.
1960-1669 → continuano i progressi economici ma l’ideologia forse prende troppo piede: 7½.
1970-1979 → l’Italia raggiunge la massima eguaglianza, devo per forza dare un voto alto: 8+.
1980-1989 → si vince il mondiale del 1982 (scherzo: non lo considero!) ma si gettano le basi per scelte macroeconomiche errate: 7.
1990-1999 → gravissimi errori che minano alla base le prospettive future dell’Italia: 5 (il voto dovrebbe essere più basso, sul 3 direi, per il danno fatto ma obiettivamente era molto difficile rendersene conto all’epoca).
2000-2009 → l’Italia inizia ad arrancare: continua a mancare la comprensione del problema: 4½.
2010-2019 → con Monti finisce la democrazia italiana, varie decisione scellerate: 3.
2020-2029 → Siccome siamo appena all’inizio del decennio do un voto basandomi sulla proiezione di ciò che vedo: 1+ (il “più” è di incoraggiamento).
Ora però mi sposto su Calc perché voglio fare i calcoli in maniera almeno semi automatica…
Ecco qui i miei risultati:

Gli unici voti completi per generazione sono quelli evidenziati in verde.
Comunque la tendenza è chiara: a meno che nelle prossime decadi l’Italia non si rimetta in sesto (ma non vedo come visto che, dopo essere stata “uccisa” da Monti, il becchino Draghi la seppellirà a 10 metri di profondità…) allora la generazione più “in gamba” è stata quella 1910-1919: troppo giovane per accollarsi il grosso delle colpe del fascismo è riuscita a sfruttare benissimo l’opportunità del dopoguerra.
Invece la colpa delle premesse della crisi attuale, non solo economica ma soprattutto democratica, sono delle generazioni dal 1930 al 1949 che hanno completamente sbagliato le difficili scelte macroeconomiche a cavallo degli anni 2000. C’è da dire che le generazioni seguenti stanno facendo ancora peggio. Soprattutto la generazione del 1950-1959 ha il grosso della colpa per l’eutanasia silenziosa della democrazia con Monti.

Ovviamente si tratta di un giochino basato su valori completamente arbitrari: soprattutto bisogna ricordare che la gente comune appartenente a queste generazioni ha poco o nulla sia da rimproverarsi che di merito: i voti si riferiscono, come detto, ai membri dei parapoteri che hanno avuto effettivamente la possibilità di influenzare il destino dell’Italia. Questo perché, lo ripeto, la democrazia NON è il potere del popolo! Il popolo anche nelle democrazie conta pochissimo…

Conclusione: avrei voglia sia di espandere la tabella indietro nel tempo che di cercare una maniera di trovare dei voti più oggettivi per i vari decenni: per esempio già considerando crescita economica, libertà e uguaglianza potrebbero venire dei valori più affidabili di quelli dettati dalla mia fantasia…

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