I recenti eventi bellici in Ucraina mi hanno convinto ad aggiornare la sezione sulla Russia nella mia Epitome: però, anche a causa di problemi personali, non so bene quanto ancora mi occorrerà per pubblicare la nuova versione.
Ho deciso quindi di mettere in linea la versione temporanea sulla quale sto lavorando e che sostituirò, spero presto, con quella completa: v. Epitome.
Sesso e genere - 3/3/2022
Oggi leggevo un po’ di psicosociologia dove si spiegava la differenza fra sesso e genere, termini fino a pochi anni fa usati come sinonimi. Attualmente, almeno negli USA, si adopera “sesso” per le caratteristiche biologiche e “genere” per come la persona vede la propria sessualità.
Fin qui non ho niente da ridire: basta capirsi sui termini e tutti, per quel che mi riguarda, possono vedersi come preferiscono.
Quel che mi lascia perplesso è che gli altri debbano adeguarsi alla visione personale del singolo.
Esempio stupido: se io decido di vedermi bellissimo non c’è niente di male ma non posso pretendere che gli altri (specialmente “le altre”) la pensino come me.
E i problemi vengono da questo disguido: penso alle polemiche nel Regno Unito dove persone di sesso maschile ma di genere femminile hanno avuto la concessione di essere ammesse nei reparti femminili degli ospedali creando però forte disagio presso la maggioranza delle persone di sesso e genere femminile là ricoverate.
Altre voci - 4/3/2022
Di Battista rilancia un articolo de IlFattoQuotidiano.it che illustra chiaramente parte delle ragioni del conflitto in Ucraina e delle grandi respondabilità dell’occidente: La cecità di USA ed EU (titolo mio)
La parte su cui non concordo non è piccola: si tratta “dell’errore di calcolo di USA e UE”.
Secondo me infatti gli USA sapevano benissimo quello che facevano mentre l’UE non ha calcolato niente ma si è solo limitata a ubbidire agli ordini di Washington.
Oltre all’allargamento della NATO all’Ucraina gli USA avevano un obiettivo molto più importante: separare l’Europa dalla Russia e, forse, destabilizzare e indebolire ulteriormente l’UE.
Dittature - 4/3/2022
Sono sicuro che molti lettori occasionali che si imbattono in questo ghiribizzo penseranno, ignorando tutte le mie argomentazioni un po’ articolate, che io sia a favore della Russia e un ammiratore di Putin: in pratica confondendo la mia comprensione delle motivazioni russe con una giustificazione.
In realtà considero Putin, sebbene mi sia effettivamente simpatico a pelle (*1), un vero e proprio dittatore.
La dimostrazione è in questo articolo: Russia to criminalize ‘disinformation’ about military di Alexey Viryasov su RT.com.
Non so se e quanto a lungo resterà visibile ma il titolo spiega già tutto: viene non solo censurata ma punita con grandi multe e perfino la prigione chi “parla male” dell’esercito russo. Chiaramente una limitazione inaccettabile della libertà d’espressione.
Siamo tutti d’accordo che questa è una dimostrazione lampante che la Russia è una dittatura?
Bene.
In realtà ho segnalato questo articolo anche per un altro motivo: ho la sensazione che, considerate le tendenze attuali, anche l’UE farà qualcosa di simile in tempi relativamente brevi (pochi anni).
Non voglio che mi si possa accusare di non aver considerato questo provvedimento russo come una prova di dittatura; soprattutto voglio che i lettori che oggi lo considerano tale se lo ricordino e ammettano quindi che anche l’UE lo è diventata (quando, appunto, farà qualcosa di analogo).
Nota (*1): forse perché ne percepisco l’intelligenza, merce rara in un mondo dominato dalla stupidità.
Risposta su Quora! - 6/3/2022
In riferimento al pezzo Semolino d’informazione (vedi subito prima della “Conclusione”) con mia grande sorpresa ho ricevuto una risposta alla mia domanda su Quora.it!
Avevo chiesto “Quali sono i tipi MBTI più facilmente influenzabili dalla propaganda”.
Mi ha risposto una psicologa ma siccome non so se è permesso copiare e incollare ne riassumerò le parole:
- “Senza dubbio gli –FJ” soprattutto se estroversi, cioè “E-FJ”.
- Questo a causa della definizione stessa di Fe e dell’estroversione → orientamento spontaneo verso tutte le convenzioni sociali e le norme.
- Lo stesso Jung spiega che gli estroversi “si orientano spontaneamente verso il mondo esterno, conformandosi al sistema, col rischio di crollare insieme al sistema”.
- La Fe, il sentimento estroverso, non solo è orientata all’esterno ma è in particolare sensibile ai valori condivisi nel mondo esterno.
- Nei casi estremi ciò porta al conformismo, all’aderenza “cieca” verso le convinzioni, le opinioni condivise, maggioritarie etc.
Come spesso accade la mia intuizione era corretta, io avevo scritto: «In generale io credo che lui sia, secondo la classificazione MBTI, un tipo Fe (E-F- per la precisione) e penso che questo lo renda particolarmente manipolabile dalla propaganda [...]»
lunedì 28 febbraio 2022
domenica 27 febbraio 2022
A che serve la censura?
Davvero non riesco a trovare le parole per esprimere il mio disgusto per l’ipocrisia di un occidente che ha la spudoratezza di definirsi democratico e libero.
Breve video di YouTube che presto sarà censurato:
EU to ban RT, Sputnik and their subsidiaries - Ursula von der Leyen da RT News
Come dal titolo del video la UE si appresta a censurare i media russi RT News e Sputnik.
Giova ripetere che il falso si combatte col vero: la censura serve solo a proteggere le bugie.
100 miliardi - 27/2/2022
La Germania si riarma: Russian troops meet with stiff resistance, Ukrainian forces retake Kharkiv | DW News da DW News (emittente pubblica tedesca)
La notizia è pudicamente nascosta in secondo piano ma il succo è che la Germania andrà a investire 100 miliardi di euro per riarmarsi. Una bella cifra.
E questo spiega alcune stranezze che mi avevano colpito nei giorni scorsi.
In particolare mi ero aspettato che la UE, sostanzialmente a guida tedesca, si sforzasse maggiormente per impedire il precipitare della situazione in Ucraina. Davo infatti per scontato che i politici tedeschi si rendessero conto che era proprio l’Europa a rimetterci maggiormente dall’aggravarsi della crisi e che, per questo, avrebbero cercato di evitarla.
Ora mi viene da pensare che la Germania, ovviamente con la benedizione Biden, cercasse il pretesto dell’attacco russo per giustificare questo grandissimo incremento delle spese militari.
Stupidità - 27/2/2022
La maggioranza della popolazione non capisce assolutamente niente.
Più passa il tempo e più me ne rendo conto: del resto la psicosociologia conferma l’esistenza di quelle che mi sembrano vere e proprie tare mentali.
L’uomo si fa ingannare con facilità irrisoria ma soprattutto, come se non bastasse, non ammette il proprio errore neppure quando è evidente e davanti ai suoi occhi.
Sono bastati due o tre telegiornali e ora la maggioranza degli italiani, senza sapere nulla delle ragioni della Russia, è aizzata contro Putin, novello Bin Laden, novello Saddam Hussein, novello Hitler. Le colpe dell’occidente nel VOLERE far precipitare questa crisi sono completamente ignorate.
W i Beatles! - 27/2/2022
Questa umanità fa veramente schifo: secondo me conviene farla finita con una bella guerra atomica per poi ripartire dai simpatici scarafaggi…
Fine dell’Italia - 27/2/2022
Poi, ovviamente, nessuno si rende conto della crisi economica in cui precipiterà l’Europa e soprattutto l’Italia.
La crisi portata dalla pandemia non sarà nulla in confronto a quella che ci aspetta.
Almeno la pandemia è stata, CREDO, un evento naturale frutto del caso. Poi certo gestita con i piedi per regalare miliardi di profitti alle case farmaceutiche sulla pelle della popolazione e, come vediamo in Italia, sfruttata anche per altri scopi ancora, se possibile, più luridi e ipocriti…
Questa guerra invece è stata voluta: lo tsunami di povertà che ci attende è stato cercato e voluto. Sarebbe bastato dare una conferma scritta alla Russia che l’Ucraina non avrebbe mai fatto parte della NATO. Ma invece Biden (l’UE è comunque al suo guinzaglio) ha deciso che era meglio sacrificare l’Europa e i suoi cittadini (oltre che l’Ucraina).
Il succo però è che dell’Italia rimarrà poco o niente. Non credo che fra un anno riconosceremo il nostro paese. Incapaci e traditori ci porteranno al disastro e ci seppelliranno. Amen.
Breve video di YouTube che presto sarà censurato:
EU to ban RT, Sputnik and their subsidiaries - Ursula von der Leyen da RT News
Come dal titolo del video la UE si appresta a censurare i media russi RT News e Sputnik.
Giova ripetere che il falso si combatte col vero: la censura serve solo a proteggere le bugie.
100 miliardi - 27/2/2022
La Germania si riarma: Russian troops meet with stiff resistance, Ukrainian forces retake Kharkiv | DW News da DW News (emittente pubblica tedesca)
La notizia è pudicamente nascosta in secondo piano ma il succo è che la Germania andrà a investire 100 miliardi di euro per riarmarsi. Una bella cifra.
E questo spiega alcune stranezze che mi avevano colpito nei giorni scorsi.
In particolare mi ero aspettato che la UE, sostanzialmente a guida tedesca, si sforzasse maggiormente per impedire il precipitare della situazione in Ucraina. Davo infatti per scontato che i politici tedeschi si rendessero conto che era proprio l’Europa a rimetterci maggiormente dall’aggravarsi della crisi e che, per questo, avrebbero cercato di evitarla.
Ora mi viene da pensare che la Germania, ovviamente con la benedizione Biden, cercasse il pretesto dell’attacco russo per giustificare questo grandissimo incremento delle spese militari.
Stupidità - 27/2/2022
La maggioranza della popolazione non capisce assolutamente niente.
Più passa il tempo e più me ne rendo conto: del resto la psicosociologia conferma l’esistenza di quelle che mi sembrano vere e proprie tare mentali.
L’uomo si fa ingannare con facilità irrisoria ma soprattutto, come se non bastasse, non ammette il proprio errore neppure quando è evidente e davanti ai suoi occhi.
Sono bastati due o tre telegiornali e ora la maggioranza degli italiani, senza sapere nulla delle ragioni della Russia, è aizzata contro Putin, novello Bin Laden, novello Saddam Hussein, novello Hitler. Le colpe dell’occidente nel VOLERE far precipitare questa crisi sono completamente ignorate.
W i Beatles! - 27/2/2022
Questa umanità fa veramente schifo: secondo me conviene farla finita con una bella guerra atomica per poi ripartire dai simpatici scarafaggi…
Fine dell’Italia - 27/2/2022
Poi, ovviamente, nessuno si rende conto della crisi economica in cui precipiterà l’Europa e soprattutto l’Italia.
La crisi portata dalla pandemia non sarà nulla in confronto a quella che ci aspetta.
Almeno la pandemia è stata, CREDO, un evento naturale frutto del caso. Poi certo gestita con i piedi per regalare miliardi di profitti alle case farmaceutiche sulla pelle della popolazione e, come vediamo in Italia, sfruttata anche per altri scopi ancora, se possibile, più luridi e ipocriti…
Questa guerra invece è stata voluta: lo tsunami di povertà che ci attende è stato cercato e voluto. Sarebbe bastato dare una conferma scritta alla Russia che l’Ucraina non avrebbe mai fatto parte della NATO. Ma invece Biden (l’UE è comunque al suo guinzaglio) ha deciso che era meglio sacrificare l’Europa e i suoi cittadini (oltre che l’Ucraina).
Il succo però è che dell’Italia rimarrà poco o niente. Non credo che fra un anno riconosceremo il nostro paese. Incapaci e traditori ci porteranno al disastro e ci seppelliranno. Amen.
venerdì 25 febbraio 2022
La vergogna dell'oblio
No schermo. Qualche giorno fa ho finito di leggere “1984” di Orwell. È un libro che di solito si legge al liceo ma io, con la solita testardaggine che mi contraddistingue, avevo deciso di non leggere niente di tutto ciò che mi veniva imposto di leggere nelle mie vacanze. Del resto se erano le “mie” vacanze avrei dovuto averne il controllo del tempo libero, no?
Vabbè….
Il punto è che “1984” è un’opera eccezionale. È solo sbagliato il titolo: avrebbe dovuto chiamarsi “2020”o “2021”!
No, sento già arricciarsi il naso dei miei lettori, ovviamente la distopia di Orwell è così eccessiva, così paradossale, che non credo potrà mai avverarsi in nessuna dittatura.
Però tanti elementi, di nuovo estremizzati e resi eccessivi, oggi in una qualche forma si stanno materializzando.
Dovrei riscorrerne le pagine dove ho annotato a margine varie similitudini col mondo attuale ma sarebbe un’operazione che va contro alla spontaneità dello scrivere a schermo spento.
Diciamo che i progressi tecnologici odierni sono tali che il controllo costante della vita dei cittadini è già realtà. La tecnologia può anche supplire alla necessità di personale per spiare (a mio avviso una debolezza nella trama di Orwell): l’IA può benissimo analizzare ogni discorso pronunciato e scritto ed, eventualmente, segnalare i più sospetti a un revisore umano.
Probabilmente un sistema di questo genere è già implementato su FB o altre piattaforme. Il riconoscimento facciale, o semplicemente i telefonini nelle nostre tasche, tracciano i movimenti all’aperto. Il prossimo passo, controllare tutto quello che acquistiamo imponendo monete elettroniche, è alle porte (e a questo neppure Orwell aveva pensato!). E così via con tantissimi altri esempi a partire dalla propaganda.
E i “due minuti d’odio”? Ovvero l’aizzare la popolazione contro un bersaglio? Orwell si immagina un nemico esterno nel mondo attuale invece si è spaccata la società fra buoni e cattivi: ma lo scopo è sempre quello di distrarre, far esaurire tutte le energie nervose negative contro qualcosa che non sia il potere che, il 99% delle volte ha la responsabilità ultima di ciò che non funziona.
Ecco, lo sapete perché 1984 è un capolavoro?
Il motivo è che gli elementi nuovi, le intuizioni scaturite dall’immaginazione dell’autore sono molteplici: Orwell non ha descritto un unico elemento che sarebbe degenerato e poi abusato ma numerosi.
Per esempio, banalmente, la propaganda continua. L’imbecillità ovina della maggioranza della popolazione. La riforma dell’istruzione; gli strumenti di sorveglianza. La guerra per distrarre la popolazione e raggiungere altri scopi (molto attuale). Tanti elementi che già singolarmente avrebbero potuto essere usati per scriverci un romanzo sopra.
Lui invece non si è accontentato e li ha usati tutti insieme.
Lo ammiro molto perché è riuscito a proiettare nel futuro delle tendenze che al momento stavano appena iniziando a tracciarsi.
Non solo: oltre al problema di accorgersi di questi fenomeni c’è una difficoltà ulteriore forse ancora maggiore: riuscire a comunicare questa visione in maniera che sia accettabile, digeribile e almeno parzialmente comprensibile dai lettori.
Io stesso, nel mio infinitesimo piccolissimo, ho più volte accennato a questo problema: nell’Epitome espongo sostanzialmente una grande quantità di intuizioni, così tante e tutte insieme, che il lettore comune le rigetta in blocco.
Per capirci le mie due leggi del potere, quella della crescita e quella della conservazione, potevano essere la base per un unico libro in cui, magari, ripercorrevo la storia mostrando continuamente come queste venivano ad applicarsi spontaneamente. Il problema è che questi leggi sono appena 2 pagine su oltre 400! Insomma appena una percentuale miscroscopica di tutto quanto ho intuito e descritto.
Vabbè, non voglio scrivere di me ma dell’opera di Orwell….
Ecco attualissimo è l’idea dell’importanza del controllo del passato, per modificare la memoria e così controllare il presente dato che svanisce la possibilità del confronto col passato. Orwell, cito a memoria, scrive qualcosa del tipo: “Chi controlla il passato controlla il futuro, e chi controlla il presente controlla il passato”.
Il protagonista del romanzo ha proprio il compito di alterare quotidianamente il passato in maniera di adeguarlo alle esigenze del presente. La produzione di XXX è scesa invece che aumentata? Allora si modifica il discorso del Grande Fratello (non Draghi o una persona fisica ma la manifestazione simbolica del “Partito”) in maniera che la previsione sia indovinata. Si cancella il ricordo delle persone cadute in disgrazia, così che di loro sparisca ogni memoria.
Ovviamente Orwell immagina che tutte le riviste e i libri vengano costantemente ristampati cosa che, chiaramente, non sarebbe mai stata praticabile: ma oggi invece, dove la memoria è digitale, diviene improvvisamente possibile modificare tutte le versioni in linea di un singolo articolo. Chiaro che le copie stampate resteranno come sono ma il virtuale, che sta sempre più diventando il nostro reale, sarà trasformato.
Proprio ieri (accendo momentaneamente lo schermo per trovare il collegamento) ho letto questo pezzo da uno dei ghiribizzi che seguo: Post rimossi da “Il blog di Andrea”.
(Rispento lo schermo)
In pratica al bloggatore in questione pochi giorni fa è arrivata un’epistola dall’avvocato di un politico che gli chiede di rimuovere dei vecchi articoli in cui erano riportati i processi del suo rappresentato in nome del “diritto all’oblio”. Il nostro bloggatore ha immediatamente adempiuto alla richiesta: chi lo fa fare a un semplice privato di entrare in un contenzioso legale con un politico importante?
A me sono cadute le braccia. In effetti sapevo anch’io di questa oscenità del “diritto all’oblio” però l’avevo rimossa dalla memoria (*1): è un qualcosa di talmente assurdo che non riuscivo a concepire che potesse venire applicato. E invece, non solo è applicato ma si va anche a rompere le p### ai bloggatori affinché rimuovano le tracce di fatti reali e concreti.
La sapete un’altra cosa? In questi ultimi anni ho letto vari filosofi e libri che parlano di morale, libertà e diritti. Ebbene a Voltaire, per esempio, il diritto all’oblio nemmeno passava per la testa!
Chi è l’idiota che ha partorito questa schifezza?
La storia non deve essere dimenticata! A che serve la giornata della memoria, il 27 gennaio? A ricordare, non a dimenticare…
Quindi, se una legge non ha senso, vuol dire che fa comodo a qualcuno di potente…
Ragioniamoci: l’oblio, per le persone comuni, è automatico. Anche se leggo che Paolino Nesta Santucci della Guicciardina 7 anni fa è stato condannata per offese a pubblico ufficiale io continuo a non sapere chi sia il tizio in questione, dove viva e che faccia abbia adesso. So che molto probabilmente non lo incontrerò mai e non mi può importare di meno di lui.
Quello che voglio dire è che soltanto un potente è abbastanza noto da poter risentire di vecchie notizie che lo riguardino e che lo danneggino. L’uomo comune difficilmente ne è influenzato.
Certo può darsi che, partendo da nome e cognome, salti fuori cercando su Google che un tizio è stato condannato per omicidio colposo, magari a causa di un incidente d’auto o roba del genere. Ma questa è la vita: comunque è giusto che il fatto rimanga, altro che diritto all’oblio.
Anzi voglio andare a vedere dove e come è stata partorita questa ennesima vergogna (*2).
Anzi, no: fatemi finire il pezzo.
Ecco, Orwell l’aveva previsto: adesso andiamo a cancellare il passato, per ripulire la fedina penale di politici che non vogliono avere macchie sul loro passato per essere eletti e controllare così il futuro.
Conclusione: ma in che mondo viviamo? Si tolgono come se nulla fosse, con le scuse più patetiche, libertà essenziali col verdepasso (per esempio) e si permettono presunti diritti assurdi che hanno il vero scopo non di tutelare il singolo ma di fregare la collettività insultando per giunta l’intelligenza.
Nota (*1): vedi il pezzo Il serpente dell’oblìo (settembre 2019) di cui copio e incollo la parte sostanziale (che curiosamente ripercorre, in maniera anche più brillante, le conclusioni odierne):
«La faccenda cadde poi nell’oblio ma recentemente proprio l’oblio è ritornato attuale grazie alla UE e al cosiddetto “diritto all’oblio”…
Ora, miei lettori, non notate niente di strano?
Tutti i diritti e libertà individuali sono costantemente sotto attacco, vengono circoscritti e rosicchiati pezzettino per pezzettino. Qualche esempio a casaccio: penso alla censura della libertà d’espressione (e quindi di opinione e quindi di pensiero), alla libertà di scegliere se e come curarsi, alle telecamere che ci seguono e ci identificano in ogni angolo delle città, a come vengono monitorate le nostre attività bancarie o anche, più trivialmente, nel nasconderci la provenienza degli alimenti che mangeremo.
Eppure, grazie alla UE, scopriamo adesso di avere un nuovo diritto, di cui nessuno sentiva il bisogno: il “diritto all’oblio”.
Vi rendete conto dell’anomalia? I diritti e le libertà stanno venendo costantemente erose e limitate però con un’eccezione: il misterioso “diritto all’oblio” che, se ho ben capito, si concretizza nella possibilità di richiedere ai motori di ricerca (come Google o Yahoo) di nascondere alcune pagine/notizie, dopo suppongo un congruo periodo di tempo, che vengono ritenute lesive o comunque negative dai soggetti interessati (in genere si tratta di notizie di precedenti con la giustizia).
Mi chiedo coma mai i grandi filosofi e umanisti del passato non abbiano mai parlato di diritto all’oblio…
Forse è colpa mia che sono ignorante: magari proprio domani mi imbatterò in un passaggio di Sant’Agostino che, lodando e glorificando Dio, elogia il diritto all’oblio come fondamento della virtù cristiana…
Ma ritornando alla domanda iniziale, ovvero perché oggi c’è tutta questa attenzione al diritto all’oblio, la risposta ce la dà l’Epitome o, meglio, ci indica dove guardare: questo “diritto” non è utile ai comuni cittadini ma servirà in qualche modo, non ci interessa neppure esattamente come, agli interessi dei parapoteri.
Inoltre, guardando il “rovescio” di questo presunto diritto, ci ritroviamo la “solita” censura in questo caso dell’informazione. Ricca di spunti la sezione “Critiche” della relativa pagina di wikipedia: “Diritto all’oblio: Le critiche” (leggetela prima che venga censurata o tagliata...).
Nei prossimi giorni vedrò (forse) di saperne di più: in particolare sarei curioso di sapere quando venga menzionato per la prima volta questo “diritto”.
Comunque, ancora non so esattamente come, ma state certi che il vero scopo di questa nuova regolamentazione UE è quello di favorire i parapoteri a scapito della democratastenia.
Conclusione: il diritto all’oblio non dovrebbe esistere, al contrario esiste il fondamentale diritto a conoscere la verità e la libertà d’informazione. Giudicate voi cosa ritenete più importante: e tenete presente che esistono molti tipi di serpenti...»
Nota (*2): sembrerebbe un’altra genialata targata UE.
Vabbè….
Il punto è che “1984” è un’opera eccezionale. È solo sbagliato il titolo: avrebbe dovuto chiamarsi “2020”o “2021”!
No, sento già arricciarsi il naso dei miei lettori, ovviamente la distopia di Orwell è così eccessiva, così paradossale, che non credo potrà mai avverarsi in nessuna dittatura.
Però tanti elementi, di nuovo estremizzati e resi eccessivi, oggi in una qualche forma si stanno materializzando.
Dovrei riscorrerne le pagine dove ho annotato a margine varie similitudini col mondo attuale ma sarebbe un’operazione che va contro alla spontaneità dello scrivere a schermo spento.
Diciamo che i progressi tecnologici odierni sono tali che il controllo costante della vita dei cittadini è già realtà. La tecnologia può anche supplire alla necessità di personale per spiare (a mio avviso una debolezza nella trama di Orwell): l’IA può benissimo analizzare ogni discorso pronunciato e scritto ed, eventualmente, segnalare i più sospetti a un revisore umano.
Probabilmente un sistema di questo genere è già implementato su FB o altre piattaforme. Il riconoscimento facciale, o semplicemente i telefonini nelle nostre tasche, tracciano i movimenti all’aperto. Il prossimo passo, controllare tutto quello che acquistiamo imponendo monete elettroniche, è alle porte (e a questo neppure Orwell aveva pensato!). E così via con tantissimi altri esempi a partire dalla propaganda.
E i “due minuti d’odio”? Ovvero l’aizzare la popolazione contro un bersaglio? Orwell si immagina un nemico esterno nel mondo attuale invece si è spaccata la società fra buoni e cattivi: ma lo scopo è sempre quello di distrarre, far esaurire tutte le energie nervose negative contro qualcosa che non sia il potere che, il 99% delle volte ha la responsabilità ultima di ciò che non funziona.
Ecco, lo sapete perché 1984 è un capolavoro?
Il motivo è che gli elementi nuovi, le intuizioni scaturite dall’immaginazione dell’autore sono molteplici: Orwell non ha descritto un unico elemento che sarebbe degenerato e poi abusato ma numerosi.
Per esempio, banalmente, la propaganda continua. L’imbecillità ovina della maggioranza della popolazione. La riforma dell’istruzione; gli strumenti di sorveglianza. La guerra per distrarre la popolazione e raggiungere altri scopi (molto attuale). Tanti elementi che già singolarmente avrebbero potuto essere usati per scriverci un romanzo sopra.
Lui invece non si è accontentato e li ha usati tutti insieme.
Lo ammiro molto perché è riuscito a proiettare nel futuro delle tendenze che al momento stavano appena iniziando a tracciarsi.
Non solo: oltre al problema di accorgersi di questi fenomeni c’è una difficoltà ulteriore forse ancora maggiore: riuscire a comunicare questa visione in maniera che sia accettabile, digeribile e almeno parzialmente comprensibile dai lettori.
Io stesso, nel mio infinitesimo piccolissimo, ho più volte accennato a questo problema: nell’Epitome espongo sostanzialmente una grande quantità di intuizioni, così tante e tutte insieme, che il lettore comune le rigetta in blocco.
Per capirci le mie due leggi del potere, quella della crescita e quella della conservazione, potevano essere la base per un unico libro in cui, magari, ripercorrevo la storia mostrando continuamente come queste venivano ad applicarsi spontaneamente. Il problema è che questi leggi sono appena 2 pagine su oltre 400! Insomma appena una percentuale miscroscopica di tutto quanto ho intuito e descritto.
Vabbè, non voglio scrivere di me ma dell’opera di Orwell….
Ecco attualissimo è l’idea dell’importanza del controllo del passato, per modificare la memoria e così controllare il presente dato che svanisce la possibilità del confronto col passato. Orwell, cito a memoria, scrive qualcosa del tipo: “Chi controlla il passato controlla il futuro, e chi controlla il presente controlla il passato”.
Il protagonista del romanzo ha proprio il compito di alterare quotidianamente il passato in maniera di adeguarlo alle esigenze del presente. La produzione di XXX è scesa invece che aumentata? Allora si modifica il discorso del Grande Fratello (non Draghi o una persona fisica ma la manifestazione simbolica del “Partito”) in maniera che la previsione sia indovinata. Si cancella il ricordo delle persone cadute in disgrazia, così che di loro sparisca ogni memoria.
Ovviamente Orwell immagina che tutte le riviste e i libri vengano costantemente ristampati cosa che, chiaramente, non sarebbe mai stata praticabile: ma oggi invece, dove la memoria è digitale, diviene improvvisamente possibile modificare tutte le versioni in linea di un singolo articolo. Chiaro che le copie stampate resteranno come sono ma il virtuale, che sta sempre più diventando il nostro reale, sarà trasformato.
Proprio ieri (accendo momentaneamente lo schermo per trovare il collegamento) ho letto questo pezzo da uno dei ghiribizzi che seguo: Post rimossi da “Il blog di Andrea”.
(Rispento lo schermo)
In pratica al bloggatore in questione pochi giorni fa è arrivata un’epistola dall’avvocato di un politico che gli chiede di rimuovere dei vecchi articoli in cui erano riportati i processi del suo rappresentato in nome del “diritto all’oblio”. Il nostro bloggatore ha immediatamente adempiuto alla richiesta: chi lo fa fare a un semplice privato di entrare in un contenzioso legale con un politico importante?
A me sono cadute le braccia. In effetti sapevo anch’io di questa oscenità del “diritto all’oblio” però l’avevo rimossa dalla memoria (*1): è un qualcosa di talmente assurdo che non riuscivo a concepire che potesse venire applicato. E invece, non solo è applicato ma si va anche a rompere le p### ai bloggatori affinché rimuovano le tracce di fatti reali e concreti.
La sapete un’altra cosa? In questi ultimi anni ho letto vari filosofi e libri che parlano di morale, libertà e diritti. Ebbene a Voltaire, per esempio, il diritto all’oblio nemmeno passava per la testa!
Chi è l’idiota che ha partorito questa schifezza?
La storia non deve essere dimenticata! A che serve la giornata della memoria, il 27 gennaio? A ricordare, non a dimenticare…
Quindi, se una legge non ha senso, vuol dire che fa comodo a qualcuno di potente…
Ragioniamoci: l’oblio, per le persone comuni, è automatico. Anche se leggo che Paolino Nesta Santucci della Guicciardina 7 anni fa è stato condannata per offese a pubblico ufficiale io continuo a non sapere chi sia il tizio in questione, dove viva e che faccia abbia adesso. So che molto probabilmente non lo incontrerò mai e non mi può importare di meno di lui.
Quello che voglio dire è che soltanto un potente è abbastanza noto da poter risentire di vecchie notizie che lo riguardino e che lo danneggino. L’uomo comune difficilmente ne è influenzato.
Certo può darsi che, partendo da nome e cognome, salti fuori cercando su Google che un tizio è stato condannato per omicidio colposo, magari a causa di un incidente d’auto o roba del genere. Ma questa è la vita: comunque è giusto che il fatto rimanga, altro che diritto all’oblio.
Anzi voglio andare a vedere dove e come è stata partorita questa ennesima vergogna (*2).
Anzi, no: fatemi finire il pezzo.
Ecco, Orwell l’aveva previsto: adesso andiamo a cancellare il passato, per ripulire la fedina penale di politici che non vogliono avere macchie sul loro passato per essere eletti e controllare così il futuro.
Conclusione: ma in che mondo viviamo? Si tolgono come se nulla fosse, con le scuse più patetiche, libertà essenziali col verdepasso (per esempio) e si permettono presunti diritti assurdi che hanno il vero scopo non di tutelare il singolo ma di fregare la collettività insultando per giunta l’intelligenza.
Nota (*1): vedi il pezzo Il serpente dell’oblìo (settembre 2019) di cui copio e incollo la parte sostanziale (che curiosamente ripercorre, in maniera anche più brillante, le conclusioni odierne):
«La faccenda cadde poi nell’oblio ma recentemente proprio l’oblio è ritornato attuale grazie alla UE e al cosiddetto “diritto all’oblio”…
Ora, miei lettori, non notate niente di strano?
Tutti i diritti e libertà individuali sono costantemente sotto attacco, vengono circoscritti e rosicchiati pezzettino per pezzettino. Qualche esempio a casaccio: penso alla censura della libertà d’espressione (e quindi di opinione e quindi di pensiero), alla libertà di scegliere se e come curarsi, alle telecamere che ci seguono e ci identificano in ogni angolo delle città, a come vengono monitorate le nostre attività bancarie o anche, più trivialmente, nel nasconderci la provenienza degli alimenti che mangeremo.
Eppure, grazie alla UE, scopriamo adesso di avere un nuovo diritto, di cui nessuno sentiva il bisogno: il “diritto all’oblio”.
Vi rendete conto dell’anomalia? I diritti e le libertà stanno venendo costantemente erose e limitate però con un’eccezione: il misterioso “diritto all’oblio” che, se ho ben capito, si concretizza nella possibilità di richiedere ai motori di ricerca (come Google o Yahoo) di nascondere alcune pagine/notizie, dopo suppongo un congruo periodo di tempo, che vengono ritenute lesive o comunque negative dai soggetti interessati (in genere si tratta di notizie di precedenti con la giustizia).
Mi chiedo coma mai i grandi filosofi e umanisti del passato non abbiano mai parlato di diritto all’oblio…
Forse è colpa mia che sono ignorante: magari proprio domani mi imbatterò in un passaggio di Sant’Agostino che, lodando e glorificando Dio, elogia il diritto all’oblio come fondamento della virtù cristiana…
Ma ritornando alla domanda iniziale, ovvero perché oggi c’è tutta questa attenzione al diritto all’oblio, la risposta ce la dà l’Epitome o, meglio, ci indica dove guardare: questo “diritto” non è utile ai comuni cittadini ma servirà in qualche modo, non ci interessa neppure esattamente come, agli interessi dei parapoteri.
Inoltre, guardando il “rovescio” di questo presunto diritto, ci ritroviamo la “solita” censura in questo caso dell’informazione. Ricca di spunti la sezione “Critiche” della relativa pagina di wikipedia: “Diritto all’oblio: Le critiche” (leggetela prima che venga censurata o tagliata...).
Nei prossimi giorni vedrò (forse) di saperne di più: in particolare sarei curioso di sapere quando venga menzionato per la prima volta questo “diritto”.
Comunque, ancora non so esattamente come, ma state certi che il vero scopo di questa nuova regolamentazione UE è quello di favorire i parapoteri a scapito della democratastenia.
Conclusione: il diritto all’oblio non dovrebbe esistere, al contrario esiste il fondamentale diritto a conoscere la verità e la libertà d’informazione. Giudicate voi cosa ritenete più importante: e tenete presente che esistono molti tipi di serpenti...»
Nota (*2): sembrerebbe un’altra genialata targata UE.
giovedì 24 febbraio 2022
Altra lettura della crisi Russia-Ucraina-NATO (USA)
Ovviamente sto continuando a seguire l’aumento delle tensioni fra Russia, Ucraina e NATO: prendendo informazioni da più parti mi pare di essermene fatto una buona idea.
Sulla situazione sul campo, sui dettagli cioè, non ci sono fonti affidabili, ovvero neutrali. Bisogna quindi limitarsi a giudicare su grandi linee: cosa del resto mai troppo sbagliata.
Però, ci pensavo stamani, un buon punto di vista è dato dall'analisi delle richieste delle parti, USA (è più corto che scrivere NATO) e Russia, e giudicare quanto esse siano giustificate.
Gli USA vogliono:
1- ammettere l’Ucraina nella NATO (o almeno non vogliono prendere impegni scritti che non lo faranno).
2- mantenere e/o portare democrazia e libertà all’Ucraina: ovvero vogliono un governo filooccidentale.
Modificato 11/3/2021:
Per completezza voglio aggiungere un paio di collegamenti a corti che ho scritto nei giorni successivi.
27/2/2022: La fine dell’Italia e Due articoli:
Faccio presente che il danno delle sanzioni alla Russia avranno un effetto devastante, peggiore della pandemia, sull’economia italiana.
Ero poi sicuro di aver aggiunto in un corto un alto elemento fondamentale nella lista degli obiettivi USA (**).
3- evitare che la Russia acquisti influenza sull’Europa (ormai colonia americana) che potrebbe ridurre quella di Washington: la guerra in Ucraina ha infatti già scavato un profondo solco economico e politico.
4- poter giustificare un aumento della spesa militare.
Nota (**): probabilmente la confusione è dovuta al fatto che l’avevo descritto nella mia Epitome (v. 1.9.0 WIP) il 28 febbraio, insomma pochi giorni dopo aver pubblicato questo pezzo, e pensavo di averci fatto anche un corto!
Fine modifiche (a parte due brevi aggiunte che considerano i punti 3 e 4 aggiunti qui sopra.
La Russia vuole:
1- che l’Ucraina rimanga uno stato cuscinetto e, soprattutto, che non entri nella NATO. In questo caso c’è un motivo concreto: missili nucleari lanciati dall’Ucraina verso Mosca impiegherebbero appena 5 minuti per colpire il bersaglio (*1).
2- proteggere le maggioranze russofone delle zone separatiste dell’Ucraina orientale.
Il punto 1 e 3 degli USA segue una logica puramente militarista e imperialista: diventare più forti a spese dell’avversario. Il punto 2 è in parte pura propaganda e in parte necessario per realizzare il precedente. Il punto 4 è invece dettato dagli interessi economici dei produttori d'armi.
Per la Russia il punto 1 è pienamente comprensibile e, a mio avviso, giustificabile. Il punto 2 è in parte vero ma, soprattutto, è la giustificazione per realizzare il punto 1. A oggi infatti, 24/2 alle 8:30, le forze russe stanno occupando queste zone separatiste.
L’obiettivo della Russia non è infatti, come scritto, quello di invadere e annettere l’intera Ucraina (del resto 200.000 uomini non sarebbero sufficienti) ma solamente avere la garanzia che l’Ucraina non entri nella NATO. Suppongo che la Russia sarebbe ben disposta a ritirare le proprie forze dalle regioni separatiste (nel complesso insignificanti) in cambio della dichiarazione scritta che l’Ucraina resti fuori dalla NATO.
Cosa ci guadagnano gli USA da questa crisi?
Premetto che dubito che Russia o USA vogliano lo scontro diretto perché sarebbe distruttivo per entrambe (*2).
Senza scontro diretto Biden avrebbe la giustificazione per aumentare di MOLTO la spesa militare: questo arricchirebbe l’industria bellica ma impoverirebbe gli americani che già sono vittime dell’inflazione. Gli USA infatti hanno negli ultimi anni messo in circolazione diverse migliaia di miliardi di dollari: ora, come giustamente spiega il Bagnai, non è che il supermercato che vende un barattolo di piselli per stabilirne il prezzo calcoli quanta sia la moneta in circolazione; evidentemente però quando si esagera (non ho idea dei meccanismi finanziari) alla fine gli effetti si ripercuotono anche sull’inflazione.
Insomma Biden, per venire incontro alla lobbi dei produttori di armi, è disposto a rischiare una guerra devastante e a sacrificare, in ogni caso, il benessere del proprio popolo. Esattamente ciò che ci si poteva aspettare da un presidente sistemico e alle strette dipendenze di qualsiasi lobbi economica (vedi la gestione della pandemia mirata a massimizzare i profitti delle aziende farmaceutiche). Inoltre così facendo Biden spinge la Russia fra le braccia della Cina: una scelta insensata non solo nel lungo termine ma anche nel medio: di nuovo questa è però la tipica miopia politica di un impero commerciale incapace di ragionare al di là di un quinquennio.
In mezzo ci sarebbe l’Europa che non ha alcun interesse a uno scontro con la Russia di cui sarebbe la prima vittima in caso di aumento del livello del confronto militare. Non per odio di Putin ma perché le basi NATO in Europa sono le più vicine al territorio russo e, quindi, le più pericolose per la Russia.
Economicamente l’Europa poi dipende molto più degli USA dagli scambi con la Russia in particolare per l’energia. Sicuramente l’Europa subirebbe molti più danni della Russia dalle sanzioni mentre gli USA, mi ero dimenticato di scriverlo, ne sarebbero i meno colpiti.
Insomma con questa crisi l’Europa si troverà se va bene molto più povera e se va male distrutta: un applauso quindi ai nostri politicanti.
Questo anche per ribadire quale sia l’importanza geopolitica della UE: zero. Dovrebbero rifletterci chi sostiene che “uniti nella UE la nostra voce è più forte, da soli non si conterebbe nulla” perché non è assolutamente vero e questa ennesima crisi lo dimostra.
C’è da dire che alcuni parapoteri economici hanno sede in Europa e non saranno contenti della situazione: per loro natura però questi parapoteri sono globali e, quindi, riusciranno ad ammortizzare le perdite. Chi ci rimetterà davvero saranno i cittadini europei che patiranno un’inflazione innescata dall’aumento del costo dell’energia. Per non parlare delle industrie che non sono più competitive proprio per le spese di produzione troppo alte e la cui “soluzione” sarà, ovviamente, quella di richiedere un abbassamento del costo del lavoro…
Conclusione: con questa mia lettura mi pare emergere che le richieste della Russia siano comprensibili e che solo gli USA, al netto del pericolo che la guerra sfugga di mano, abbiano interesse a opporvisi per il profitto di pochi (le industrie belliche) e a danno della maggioranza della popolazione statunitense.
Aggiungo una domanda: qualcuno pensa ancora che Trump sarebbe stato un presidente degli USA peggiore di Biden?
Nota (*1): come molti hanno fatto già notare vi è una grande analogia con la crisi dei missili a Cuba all’epoca di Kennedy…
Nota (*2): seppure ho trovato fonti secondo le quali qualche falco statunitense considererebbe una vittoria distruggere Russia ed Europa anche a costo di perdere qualche città USA per bombe nucleari.
Sulla situazione sul campo, sui dettagli cioè, non ci sono fonti affidabili, ovvero neutrali. Bisogna quindi limitarsi a giudicare su grandi linee: cosa del resto mai troppo sbagliata.
Però, ci pensavo stamani, un buon punto di vista è dato dall'analisi delle richieste delle parti, USA (è più corto che scrivere NATO) e Russia, e giudicare quanto esse siano giustificate.
Gli USA vogliono:
1- ammettere l’Ucraina nella NATO (o almeno non vogliono prendere impegni scritti che non lo faranno).
2- mantenere e/o portare democrazia e libertà all’Ucraina: ovvero vogliono un governo filooccidentale.
Modificato 11/3/2021:
Per completezza voglio aggiungere un paio di collegamenti a corti che ho scritto nei giorni successivi.
27/2/2022: La fine dell’Italia e Due articoli:
Faccio presente che il danno delle sanzioni alla Russia avranno un effetto devastante, peggiore della pandemia, sull’economia italiana.
Ero poi sicuro di aver aggiunto in un corto un alto elemento fondamentale nella lista degli obiettivi USA (**).
3- evitare che la Russia acquisti influenza sull’Europa (ormai colonia americana) che potrebbe ridurre quella di Washington: la guerra in Ucraina ha infatti già scavato un profondo solco economico e politico.
4- poter giustificare un aumento della spesa militare.
Nota (**): probabilmente la confusione è dovuta al fatto che l’avevo descritto nella mia Epitome (v. 1.9.0 WIP) il 28 febbraio, insomma pochi giorni dopo aver pubblicato questo pezzo, e pensavo di averci fatto anche un corto!
Fine modifiche (a parte due brevi aggiunte che considerano i punti 3 e 4 aggiunti qui sopra.
La Russia vuole:
1- che l’Ucraina rimanga uno stato cuscinetto e, soprattutto, che non entri nella NATO. In questo caso c’è un motivo concreto: missili nucleari lanciati dall’Ucraina verso Mosca impiegherebbero appena 5 minuti per colpire il bersaglio (*1).
2- proteggere le maggioranze russofone delle zone separatiste dell’Ucraina orientale.
Il punto 1 e 3 degli USA segue una logica puramente militarista e imperialista: diventare più forti a spese dell’avversario. Il punto 2 è in parte pura propaganda e in parte necessario per realizzare il precedente. Il punto 4 è invece dettato dagli interessi economici dei produttori d'armi.
Per la Russia il punto 1 è pienamente comprensibile e, a mio avviso, giustificabile. Il punto 2 è in parte vero ma, soprattutto, è la giustificazione per realizzare il punto 1. A oggi infatti, 24/2 alle 8:30, le forze russe stanno occupando queste zone separatiste.
L’obiettivo della Russia non è infatti, come scritto, quello di invadere e annettere l’intera Ucraina (del resto 200.000 uomini non sarebbero sufficienti) ma solamente avere la garanzia che l’Ucraina non entri nella NATO. Suppongo che la Russia sarebbe ben disposta a ritirare le proprie forze dalle regioni separatiste (nel complesso insignificanti) in cambio della dichiarazione scritta che l’Ucraina resti fuori dalla NATO.
Cosa ci guadagnano gli USA da questa crisi?
Premetto che dubito che Russia o USA vogliano lo scontro diretto perché sarebbe distruttivo per entrambe (*2).
Senza scontro diretto Biden avrebbe la giustificazione per aumentare di MOLTO la spesa militare: questo arricchirebbe l’industria bellica ma impoverirebbe gli americani che già sono vittime dell’inflazione. Gli USA infatti hanno negli ultimi anni messo in circolazione diverse migliaia di miliardi di dollari: ora, come giustamente spiega il Bagnai, non è che il supermercato che vende un barattolo di piselli per stabilirne il prezzo calcoli quanta sia la moneta in circolazione; evidentemente però quando si esagera (non ho idea dei meccanismi finanziari) alla fine gli effetti si ripercuotono anche sull’inflazione.
Insomma Biden, per venire incontro alla lobbi dei produttori di armi, è disposto a rischiare una guerra devastante e a sacrificare, in ogni caso, il benessere del proprio popolo. Esattamente ciò che ci si poteva aspettare da un presidente sistemico e alle strette dipendenze di qualsiasi lobbi economica (vedi la gestione della pandemia mirata a massimizzare i profitti delle aziende farmaceutiche). Inoltre così facendo Biden spinge la Russia fra le braccia della Cina: una scelta insensata non solo nel lungo termine ma anche nel medio: di nuovo questa è però la tipica miopia politica di un impero commerciale incapace di ragionare al di là di un quinquennio.
In mezzo ci sarebbe l’Europa che non ha alcun interesse a uno scontro con la Russia di cui sarebbe la prima vittima in caso di aumento del livello del confronto militare. Non per odio di Putin ma perché le basi NATO in Europa sono le più vicine al territorio russo e, quindi, le più pericolose per la Russia.
Economicamente l’Europa poi dipende molto più degli USA dagli scambi con la Russia in particolare per l’energia. Sicuramente l’Europa subirebbe molti più danni della Russia dalle sanzioni mentre gli USA, mi ero dimenticato di scriverlo, ne sarebbero i meno colpiti.
Insomma con questa crisi l’Europa si troverà se va bene molto più povera e se va male distrutta: un applauso quindi ai nostri politicanti.
Questo anche per ribadire quale sia l’importanza geopolitica della UE: zero. Dovrebbero rifletterci chi sostiene che “uniti nella UE la nostra voce è più forte, da soli non si conterebbe nulla” perché non è assolutamente vero e questa ennesima crisi lo dimostra.
C’è da dire che alcuni parapoteri economici hanno sede in Europa e non saranno contenti della situazione: per loro natura però questi parapoteri sono globali e, quindi, riusciranno ad ammortizzare le perdite. Chi ci rimetterà davvero saranno i cittadini europei che patiranno un’inflazione innescata dall’aumento del costo dell’energia. Per non parlare delle industrie che non sono più competitive proprio per le spese di produzione troppo alte e la cui “soluzione” sarà, ovviamente, quella di richiedere un abbassamento del costo del lavoro…
Conclusione: con questa mia lettura mi pare emergere che le richieste della Russia siano comprensibili e che solo gli USA, al netto del pericolo che la guerra sfugga di mano, abbiano interesse a opporvisi per il profitto di pochi (le industrie belliche) e a danno della maggioranza della popolazione statunitense.
Aggiungo una domanda: qualcuno pensa ancora che Trump sarebbe stato un presidente degli USA peggiore di Biden?
Nota (*1): come molti hanno fatto già notare vi è una grande analogia con la crisi dei missili a Cuba all’epoca di Kennedy…
Nota (*2): seppure ho trovato fonti secondo le quali qualche falco statunitense considererebbe una vittoria distruggere Russia ed Europa anche a costo di perdere qualche città USA per bombe nucleari.
mercoledì 23 febbraio 2022
Psico verde mascherina
Psicosociologia è buffa: alcuni risultati sono ovvi e confermano il buon senso; altri invece sono completamente inaspettati e stupefacenti.
Il capitolo che sto leggendo adesso è, grossomodo, sul comportamento e su una domanda fondamentale: il nostro comportamento dipende dalla mentalità o è la mentalità che è influenzata dal nostro comportamento?
La risposta è: dipende!
Ci aspetteremmo che il nostro comportamento sia guidato dalla mentalità (nel senso delle nostre idee, dei principi su un certo argomento) in realtà quello che emerge da una settantina d’anni di esperimenti è sorprendente: la mentalità influenza il nostro comportamento molto meno di quanto ci immaginiamo e in maniera molto debole.
Ma ancora più stupefacente però è il contrario: quello che facciamo determina, e in maniera molto decisa, la nostra opinione, le nostre inclinazioni e pensieri su qualcosa.
Da questo punto di vista ho trovato particolarmente illuminante il paragrafo intitolato “Movimenti sociali”.
Il primo esempio riguarda la Germania nazista: il saluto “Heil Hitler” era uno strumento di condizionamento molto potente: anche gli scettici su Hitler, usando tale saluto, tendevano a modificare la propria opinione su di lui in senso positivo.
Condizionamenti analoghi si sono sviluppati negli USA per esempio con le esercitazioni contro possibili attacchi russi che si traducevano in un’effettiva paura dei russi.
Anche il meccanismo del lavaggio del cervello segue una meccanica simile: si parte da convincere la vittima ad accettare uno specifico comportamento (cioè a compierlo) e questo lentamente va a cambiare il pensiero; poi si chiede un po’ di più e così via…
Questo mi ha portato a pensare al possibile vero scopo dell’obbligo delle mascherine all’aperto: scientificamente sappiamo infatti che all’aperto sono completamente inutili almeno dal 2020.
La spiegazione "tradizionale" è che questo obbligo fa sì che le persone le indossino anche al chiuso: spiegazione che non mi ha mai convinto pienamente ma di questo ho già scritto altrove…
Però, lo capisco adesso, vi è anche una spiegazione psicosociale: il portare le mascherine all’aperto spinge gli incerti ad alterare il proprio pensiero sulla loro utilità e, indirettamente, sulla malattia stessa. L’obbligo delle mascherine insomma provoca un comportamento nelle persone che a sua volta ne modifica l’opinione sul covid-19: nel dubbioso la malattia inizia a essere considerata seria e in chi già la riteneva tale si scatena la paura.
La domanda successiva è perché le persone adattano il proprio pensiero in maniera da giustificare il proprio comportamento?
Beh, ci sono tre motivi psicologici ma il principale è probabilmente la dissonanza cognitiva: ovvero la tendenza a giustificare o eliminare il contrasto fra due pensieri fra loro confliggenti.
Anche qui ci sono moltissimi esempi interessanti di questo fenomeno. Quello che mi ha più impressionato è il seguente: la guerra del Golfo fu giustificata dal fatto che, secondo i servizi segreti americani, Saddam Hussein aveva a sua disposizioni delle armi di distruzioni di massa. All’inizio della guerra però gli americani favorevoli a essa, anche in caso di reale esistenza di tali armi, erano solo il 38%. L’80% pensava poi che tali armi sarebbero state individuate.
Come sappiamo però tali armi non esistevano e, anzi, si svilupparono sentimenti anti americani nei paesi musulmani e parzialmente anche in Europa, senza parlare dei costi economici e umani: questo provocò dissonanza cognitiva fra l’azione di supportare la guerra e l’iniziare a ritenerla errata. La risoluzione di questo conflitto si risolse con una modifica della memoria (fenomeno del quale ho già scritto in un altro pezzo) della giustificazione della guerra che diventò un generico “portare la democrazia e la libertà nel Medio Oriente”.
Altro elemento interessante è che tutte le persone tendono a giustificare le proprie scelte, anche se queste si sono rivelate errate, molto più spesso che ammettere l’errore compiuto: questo è particolarmente vero per i politici. Stupefacenti delle citazioni di George W. Bush del 2005, 2006 e 2008 sulla guerra del Golfo, per esempio (traduco al volo) “la guerra ha avuto un alto costo in vite e in denaro, ma tale prezzo è giustificato”.
Ciò mi porta a pensare al verdepasso: mi chiedevo infatti come avrebbe fatto il governo a giustificare la permanenza del verdepasso in assenza di pandemia. Speculavo che anche chi era stato favorevole a esso all'epoca della sua introduzione in agosto 2020 e avesse comunque approvato i successivi giri di vite dell’autunno e dell’inverno, sarebbe stato costretto a venire a patti con la realtà ammettendo che se il verdepasso rimane in vigore in assenza della malattia allora il suo scopo reale non è medico. Mi sembrava un 2 + 2 = 4…
Invece la psicosociologia mi dà una risposta diversa: chi ha approvato con entusiasmo il verdepasso nel 2020 continuerà a farlo: la memoria che fu inizialmente giustificato con motivi sanitari verrà dimenticata e verrà abbracciata qualsiasi altra nuova giustificazione speciosa i media propaleranno al pubblico.
Lo Speranza poi, al pari di Bush Jr., “ci è” e probabilmente è convinto di essere un genio della politica e della medicina che ha salvato milioni di vite mentre nella realtà ha indirettamente contribuito alla morte di centinaia di migliaia di italiani.
Conclusione: vabbè…
Parlando di psicosociologia ancora non ho deciso se continuare la sintesi capitolo per capitolo o limitarmi ad articoli come il presente che mettono in luce i singoli aspetti che mi hanno più colpito.
Il capitolo che sto leggendo adesso è, grossomodo, sul comportamento e su una domanda fondamentale: il nostro comportamento dipende dalla mentalità o è la mentalità che è influenzata dal nostro comportamento?
La risposta è: dipende!
Ci aspetteremmo che il nostro comportamento sia guidato dalla mentalità (nel senso delle nostre idee, dei principi su un certo argomento) in realtà quello che emerge da una settantina d’anni di esperimenti è sorprendente: la mentalità influenza il nostro comportamento molto meno di quanto ci immaginiamo e in maniera molto debole.
Ma ancora più stupefacente però è il contrario: quello che facciamo determina, e in maniera molto decisa, la nostra opinione, le nostre inclinazioni e pensieri su qualcosa.
Da questo punto di vista ho trovato particolarmente illuminante il paragrafo intitolato “Movimenti sociali”.
Il primo esempio riguarda la Germania nazista: il saluto “Heil Hitler” era uno strumento di condizionamento molto potente: anche gli scettici su Hitler, usando tale saluto, tendevano a modificare la propria opinione su di lui in senso positivo.
Condizionamenti analoghi si sono sviluppati negli USA per esempio con le esercitazioni contro possibili attacchi russi che si traducevano in un’effettiva paura dei russi.
Anche il meccanismo del lavaggio del cervello segue una meccanica simile: si parte da convincere la vittima ad accettare uno specifico comportamento (cioè a compierlo) e questo lentamente va a cambiare il pensiero; poi si chiede un po’ di più e così via…
Questo mi ha portato a pensare al possibile vero scopo dell’obbligo delle mascherine all’aperto: scientificamente sappiamo infatti che all’aperto sono completamente inutili almeno dal 2020.
La spiegazione "tradizionale" è che questo obbligo fa sì che le persone le indossino anche al chiuso: spiegazione che non mi ha mai convinto pienamente ma di questo ho già scritto altrove…
Però, lo capisco adesso, vi è anche una spiegazione psicosociale: il portare le mascherine all’aperto spinge gli incerti ad alterare il proprio pensiero sulla loro utilità e, indirettamente, sulla malattia stessa. L’obbligo delle mascherine insomma provoca un comportamento nelle persone che a sua volta ne modifica l’opinione sul covid-19: nel dubbioso la malattia inizia a essere considerata seria e in chi già la riteneva tale si scatena la paura.
La domanda successiva è perché le persone adattano il proprio pensiero in maniera da giustificare il proprio comportamento?
Beh, ci sono tre motivi psicologici ma il principale è probabilmente la dissonanza cognitiva: ovvero la tendenza a giustificare o eliminare il contrasto fra due pensieri fra loro confliggenti.
Anche qui ci sono moltissimi esempi interessanti di questo fenomeno. Quello che mi ha più impressionato è il seguente: la guerra del Golfo fu giustificata dal fatto che, secondo i servizi segreti americani, Saddam Hussein aveva a sua disposizioni delle armi di distruzioni di massa. All’inizio della guerra però gli americani favorevoli a essa, anche in caso di reale esistenza di tali armi, erano solo il 38%. L’80% pensava poi che tali armi sarebbero state individuate.
Come sappiamo però tali armi non esistevano e, anzi, si svilupparono sentimenti anti americani nei paesi musulmani e parzialmente anche in Europa, senza parlare dei costi economici e umani: questo provocò dissonanza cognitiva fra l’azione di supportare la guerra e l’iniziare a ritenerla errata. La risoluzione di questo conflitto si risolse con una modifica della memoria (fenomeno del quale ho già scritto in un altro pezzo) della giustificazione della guerra che diventò un generico “portare la democrazia e la libertà nel Medio Oriente”.
Altro elemento interessante è che tutte le persone tendono a giustificare le proprie scelte, anche se queste si sono rivelate errate, molto più spesso che ammettere l’errore compiuto: questo è particolarmente vero per i politici. Stupefacenti delle citazioni di George W. Bush del 2005, 2006 e 2008 sulla guerra del Golfo, per esempio (traduco al volo) “la guerra ha avuto un alto costo in vite e in denaro, ma tale prezzo è giustificato”.
Ciò mi porta a pensare al verdepasso: mi chiedevo infatti come avrebbe fatto il governo a giustificare la permanenza del verdepasso in assenza di pandemia. Speculavo che anche chi era stato favorevole a esso all'epoca della sua introduzione in agosto 2020 e avesse comunque approvato i successivi giri di vite dell’autunno e dell’inverno, sarebbe stato costretto a venire a patti con la realtà ammettendo che se il verdepasso rimane in vigore in assenza della malattia allora il suo scopo reale non è medico. Mi sembrava un 2 + 2 = 4…
Invece la psicosociologia mi dà una risposta diversa: chi ha approvato con entusiasmo il verdepasso nel 2020 continuerà a farlo: la memoria che fu inizialmente giustificato con motivi sanitari verrà dimenticata e verrà abbracciata qualsiasi altra nuova giustificazione speciosa i media propaleranno al pubblico.
Lo Speranza poi, al pari di Bush Jr., “ci è” e probabilmente è convinto di essere un genio della politica e della medicina che ha salvato milioni di vite mentre nella realtà ha indirettamente contribuito alla morte di centinaia di migliaia di italiani.
Conclusione: vabbè…
Parlando di psicosociologia ancora non ho deciso se continuare la sintesi capitolo per capitolo o limitarmi ad articoli come il presente che mettono in luce i singoli aspetti che mi hanno più colpito.
martedì 22 febbraio 2022
La bambina che piangeva
Senza schermo e senza Internet…
C’è stata un temporale accompagnato da groppi molto violenti, poi almeno un fulmine è caduto nelle vicinanze: il risultato è che sono di nuovo senza Internet.
Ho immediatamente telefonato all’assistenza Fastweb in maniera che inizino da oggi, eventualmente, i 5 giorni lavorativi per il ripristino della linea ma onestamente spero che sia un problema alla centralina e che venga risolto in poche ore invece che l’ennesimo cavo rotto…
Scrivo però perché ho voglia di scrivere. Sono ancora in digiuno (*1) perché nel pomeriggio, in un raro momento di debolezza, mi e tornato a mente un vecchio ricordo di quando probabilmente avevo 9 o 10 anni.
Dovevano essere pochi giorni prima di Natale e mio padre mi aveva portato a un negozio di giocattoli per farmi scegliere cosa comprare (alla faccia di Babbo Natale!)
Ricordo che andammo a un negozio che ora temo non ci sia più, eppure lo ricordo bene. Cioè ricordo le zone dove c’erano i giochi che mi interessavano. Abbastanza vicini all’ingresso c’erano dei modellini di robot giapponesi, veramente belli. Un poco più in là tante file di scatole di soldatini (quelli piccolini di plastica, tutti di colori diversi, mi piacevano); infine, in un angolino, c’erano i burattini. Dei modelli di plastica tutti uguali e differenziati solo da dei vestitini di pezza incollati piuttosto sbrigativamente. Che io sappia piacevano solo a me: non ricordo nessuno dei miei amichetti con la stessa passione.
Vabbè… il fatto è che appena entrati vidi una scena che mi turbò molto. C’era una bambina un po’ più piccola di me di un paio di anni che piangeva sconsolata. Voleva una bambola “famosa”, cioè pubblicizzata in tivvù: non ricordo il nome del modello ma la conoscevo di fama. La bambina ripeteva piangendo a dirotto “Me l’avevi promessa! Me l’avevi promessa!” mentre il padre, che la teneva per mano, era a sua volta desolato: e cercava di spiegarle che non sapeva che costasse così tanto e che non poteva permettersela. Qualche metro più in là una commessa con la scatolona della bambola.
La questione mi colpì molto, altrimenti non la ricorderei così bene. Capivo sia l’argomento della bambina che quello del padre e mi sentii subito emotivamente molto coinvolto.
Avrei voluto fare qualcosa ma gli INTP non sono bravi a intervenire in queste situazioni, cioè a prestare aiuto, se non vengono chiamati in causa. Non ricordo onestamente se già allora mi passò per la mente l’idea di chiedere al mio mio padre di non comprare niente a me ma di prendere la bambola alla bambina. Sicuramente in seguito capii che era quello che avrei voluto e dovuto fare. Può darsi però che arrivai a questa conclusione solo giorni o addirittura anni dopo, non ricordo: probabilmente ebbi solo l’intuizione del gesto senza riuscire a esprimerlo a parole o anche solo mentalmente.
Sinceramente non avrei avuto rimpianti, e sarei stato veramente felice. Chissà come sarebbe cambiata la mia vita se avessi compiuto quel gesto…
Ecco, ho la sensazione che quest’episodio, apparentemente insignificante, sia stato uno dei momenti chiave della mia vita: una porta che avrei potuto prendere ma che non fui pronto abbastanza per attraversare. Credo che il mio carattere sarebbe cambiato notevolmente, credo in meglio…
Per la cronaca non so come andò a finire la vicenda del bambolotto: però mi sentii talmente in colpa che non volevo che mio padre mi regalasse niente e lui dovette insistere parecchio per farmi scegliere dei regali.
Sarà il digiuno ma mi vengono ancora le lacrime agli occhi a ripensarci…
Chissà perché. Forse mi sento ancora in colpa... Intendiamoci la mia famiglia non era ricca, entrambi i miei genitori erano insegnanti, ma io ero figlio unico e quindi, suppongo, avevo un po’ più possibilità della media dei miei amici.
Fu allora che probabilmente sviluppai un senso di colpa a chiedere ciò che desideravo: potenzialmente, soprattutto mia mamma, mi avrebbe straviziato ma io non le chiedevo mai niente, QUASI (*2)…
Bo vabbè… non so però se questo aspetto del mio carattere possa essere messo in relazione con l’episodio della bambina.
E non è come dicevano i miei “detrattori” che non volevo nulla perché avevo già tutto: c’erano un sacco di cose che mi piacevano e mi attiravano ma che ritenevo al di là del giusto e sobrio chiedere… più di tutto desideravo un’enciclopedia: ma di questo mi pare di avere già scritto… molti dei miei amici avevano delle belle enciclopedie nella libreria del salotto di casa che mi affascinavano (anche se non ricordo di averne mai toccata una nemmeno con un dito) e l’idea di tutti i grafici, tabelle e schemi (chiaramente mi sarebbe piaciuta di impostazione scientifica) mi attiravano come vino zuccherato per le mosche! non la chiesi a mia mamma (sarebbe stato troppo facile) ma, siccome mi rendevo conto che era anche qualcosa di utile, la chiesi a mio padre: egli però mi rispose che lui non l’aveva avuta da bambino. Concetto che necessitai di anni per valutare pienamente e rendermi poi conto che era ingiusto da parte sua confrontare la sua infanzia con la mia. Vabbè… come detto ne ho già scritto altrove…
Conclusione: a dire il vero la parte finale l’ho scritta con lo schermo acceso… e in effetti è un’appendice che c’entra poco con l’aneddoto principale…
Comunque voglio chiedere a mio padre se sene ricorda: dubito, ma magari anche lui rimase colpito...
Nota (*1): che interromperò oggi dopo le 20:00 penso. Mi sono comprato molti alimenti ghiotti e poco salutari ma non ho questa gran fame… Peccato non potermene stare in pace nel deserto senza nessuno intorno a romp### i co######: non erano scemi gli anacoreti…
Nota (*2): a dire il vero, mi è venuto in mente adesso, ogni tanto chiedevo una macchinina (altra collezione). Belline, piccoline e “Made in Hong Kong” se non erro. Una volta in auto mentre tornavo a casa con mia mamma ricevetti da lei una sberla terribile (accadeva molto raramente ma ogni tanto accadeva) di quelle che ti lasciano intontiti per qualche secondo. Probabilmente ero in prima media e dovevo aver appena comunicato di aver preso un voto bassino in un compito scritto pochi secondi prima di chiedere una nuova macchinina. A me non doveva essere sembrata una cosa grave ma mia madre evidentemente la pensava diversamente: suppongo che il “succo” dell’insegnamento materno fosse che “non me la meritavo”!
C’è stata un temporale accompagnato da groppi molto violenti, poi almeno un fulmine è caduto nelle vicinanze: il risultato è che sono di nuovo senza Internet.
Ho immediatamente telefonato all’assistenza Fastweb in maniera che inizino da oggi, eventualmente, i 5 giorni lavorativi per il ripristino della linea ma onestamente spero che sia un problema alla centralina e che venga risolto in poche ore invece che l’ennesimo cavo rotto…
Scrivo però perché ho voglia di scrivere. Sono ancora in digiuno (*1) perché nel pomeriggio, in un raro momento di debolezza, mi e tornato a mente un vecchio ricordo di quando probabilmente avevo 9 o 10 anni.
Dovevano essere pochi giorni prima di Natale e mio padre mi aveva portato a un negozio di giocattoli per farmi scegliere cosa comprare (alla faccia di Babbo Natale!)
Ricordo che andammo a un negozio che ora temo non ci sia più, eppure lo ricordo bene. Cioè ricordo le zone dove c’erano i giochi che mi interessavano. Abbastanza vicini all’ingresso c’erano dei modellini di robot giapponesi, veramente belli. Un poco più in là tante file di scatole di soldatini (quelli piccolini di plastica, tutti di colori diversi, mi piacevano); infine, in un angolino, c’erano i burattini. Dei modelli di plastica tutti uguali e differenziati solo da dei vestitini di pezza incollati piuttosto sbrigativamente. Che io sappia piacevano solo a me: non ricordo nessuno dei miei amichetti con la stessa passione.
Vabbè… il fatto è che appena entrati vidi una scena che mi turbò molto. C’era una bambina un po’ più piccola di me di un paio di anni che piangeva sconsolata. Voleva una bambola “famosa”, cioè pubblicizzata in tivvù: non ricordo il nome del modello ma la conoscevo di fama. La bambina ripeteva piangendo a dirotto “Me l’avevi promessa! Me l’avevi promessa!” mentre il padre, che la teneva per mano, era a sua volta desolato: e cercava di spiegarle che non sapeva che costasse così tanto e che non poteva permettersela. Qualche metro più in là una commessa con la scatolona della bambola.
La questione mi colpì molto, altrimenti non la ricorderei così bene. Capivo sia l’argomento della bambina che quello del padre e mi sentii subito emotivamente molto coinvolto.
Avrei voluto fare qualcosa ma gli INTP non sono bravi a intervenire in queste situazioni, cioè a prestare aiuto, se non vengono chiamati in causa. Non ricordo onestamente se già allora mi passò per la mente l’idea di chiedere al mio mio padre di non comprare niente a me ma di prendere la bambola alla bambina. Sicuramente in seguito capii che era quello che avrei voluto e dovuto fare. Può darsi però che arrivai a questa conclusione solo giorni o addirittura anni dopo, non ricordo: probabilmente ebbi solo l’intuizione del gesto senza riuscire a esprimerlo a parole o anche solo mentalmente.
Sinceramente non avrei avuto rimpianti, e sarei stato veramente felice. Chissà come sarebbe cambiata la mia vita se avessi compiuto quel gesto…
Ecco, ho la sensazione che quest’episodio, apparentemente insignificante, sia stato uno dei momenti chiave della mia vita: una porta che avrei potuto prendere ma che non fui pronto abbastanza per attraversare. Credo che il mio carattere sarebbe cambiato notevolmente, credo in meglio…
Per la cronaca non so come andò a finire la vicenda del bambolotto: però mi sentii talmente in colpa che non volevo che mio padre mi regalasse niente e lui dovette insistere parecchio per farmi scegliere dei regali.
Sarà il digiuno ma mi vengono ancora le lacrime agli occhi a ripensarci…
Chissà perché. Forse mi sento ancora in colpa... Intendiamoci la mia famiglia non era ricca, entrambi i miei genitori erano insegnanti, ma io ero figlio unico e quindi, suppongo, avevo un po’ più possibilità della media dei miei amici.
Fu allora che probabilmente sviluppai un senso di colpa a chiedere ciò che desideravo: potenzialmente, soprattutto mia mamma, mi avrebbe straviziato ma io non le chiedevo mai niente, QUASI (*2)…
Bo vabbè… non so però se questo aspetto del mio carattere possa essere messo in relazione con l’episodio della bambina.
E non è come dicevano i miei “detrattori” che non volevo nulla perché avevo già tutto: c’erano un sacco di cose che mi piacevano e mi attiravano ma che ritenevo al di là del giusto e sobrio chiedere… più di tutto desideravo un’enciclopedia: ma di questo mi pare di avere già scritto… molti dei miei amici avevano delle belle enciclopedie nella libreria del salotto di casa che mi affascinavano (anche se non ricordo di averne mai toccata una nemmeno con un dito) e l’idea di tutti i grafici, tabelle e schemi (chiaramente mi sarebbe piaciuta di impostazione scientifica) mi attiravano come vino zuccherato per le mosche! non la chiesi a mia mamma (sarebbe stato troppo facile) ma, siccome mi rendevo conto che era anche qualcosa di utile, la chiesi a mio padre: egli però mi rispose che lui non l’aveva avuta da bambino. Concetto che necessitai di anni per valutare pienamente e rendermi poi conto che era ingiusto da parte sua confrontare la sua infanzia con la mia. Vabbè… come detto ne ho già scritto altrove…
Conclusione: a dire il vero la parte finale l’ho scritta con lo schermo acceso… e in effetti è un’appendice che c’entra poco con l’aneddoto principale…
Comunque voglio chiedere a mio padre se sene ricorda: dubito, ma magari anche lui rimase colpito...
Nota (*1): che interromperò oggi dopo le 20:00 penso. Mi sono comprato molti alimenti ghiotti e poco salutari ma non ho questa gran fame… Peccato non potermene stare in pace nel deserto senza nessuno intorno a romp### i co######: non erano scemi gli anacoreti…
Nota (*2): a dire il vero, mi è venuto in mente adesso, ogni tanto chiedevo una macchinina (altra collezione). Belline, piccoline e “Made in Hong Kong” se non erro. Una volta in auto mentre tornavo a casa con mia mamma ricevetti da lei una sberla terribile (accadeva molto raramente ma ogni tanto accadeva) di quelle che ti lasciano intontiti per qualche secondo. Probabilmente ero in prima media e dovevo aver appena comunicato di aver preso un voto bassino in un compito scritto pochi secondi prima di chiedere una nuova macchinina. A me non doveva essere sembrata una cosa grave ma mia madre evidentemente la pensava diversamente: suppongo che il “succo” dell’insegnamento materno fosse che “non me la meritavo”!
lunedì 21 febbraio 2022
Sorprendentemente interessante
Come sapete mi diverto moltissimo a seguire il canale di tifosi juventini Gianni Bianco.
Oggi però ho notato qualcosa di diverso: un video di geopolitica sulla crisi Russia-Ucraina-NATO!
Il video è su Twitch.tv: Guerra Russa Ucraina… Cosa sta succedendo? Parliamone!
Le mie aspettative erano basse ma invece ha fatto un ottimo lavoro.
Ha presentato dei “vecchi” video di Giulietto Chiesa (esperto di Russia) del 2015 che già allora spiegava la criticità della situazione Ucraina. In particolare aveva previsto che la crisi sarebbe esplosa nel giro di 5 anni: non sto a ripetere le argomentazioni di Chiesa ma se non consideriamo i due anni di intervallo da pandemia si arriva proprio al 2022. Il motivo di questa criticità è l’equilibrio a fil di lama di USA, Russia e Cina con gli USA che temono di perdere il loro vantaggio.
Ospite di Gianni Bianco è un ragazzo la cui “qualifica” è quella di avere come ragazza una militare che ha parlato con “i suoi superiori”. Però, nonostante la scarsa abilità linguistica (forse non è italiano: in tal caso bravissimo!), ha detto tutte cose sensate e condivisibili.
Conclusione: se si soprassiede al linguaggio il contenuto è più informativo di tanti servizi giornalistici che mi è capitato di vedere in questi giorni.
Brevissimo aggiornamento - 21/2/2022
Ieri prevedevo una giornata merda 3 e temevo una merda 5 invece è stata una merda 9…
Più o meno ho deciso di provare a scrivere meno per un po’ qui sul ghiribizzo. Però ho deciso di continuare il mio “digiuno” fino a stasera per fare 3 giorni di durata.
“Digiuno” fra virgolette perché, data la situazione che può richiedermi un po’ di energia, ieri mattina ho mangiato 1dm² di schiacciata secca e il tè del mattino e della sera avevano un po’ di zucchero.
La giornata di oggi la prevedo di forza 7 ma ormai non mi stupirei più se dovessi ampliare la scala di misura. Per questo, come ieri, anche stamani ho mangiato 1dm² di schiacciata secca e ho aggiunto un poco di zucchero al tè.
Curiosamente non ho fame. Cioè l’istinto a mettermi roba in bocca l’avrei (oltretutto o in casa a tentarmi della schiacciata (non secca!) buonissima e una torta di mele eccezionale fatta in casa) ma è una tentazione debolissima e automatica. Per capirci non è che vedo l’ora di arrivare a stasera per farmi una grande mangiata: non ne sento il bisogno.
Due voci - 24/2/2022
Come ho scritto qualche giorno fa, nell’impossibilità di trovare fonti imparziali, seguo sia l’informazione russa di RT News (anche se immagino che presto verrà censurata) che varie altre fonti occidentali.
Al di là del punto di vista opposto su alcuni dettagli ho notato che i media occidentali riportano con ampio spazio quello che dicono i rispettivi leader mentre riassumono in maniera parziale e incompleta la posizione russa. Al contrario la tivvù russa riporta per filo e per segno ciò che viene detto in occidente: questa asimmetria, tipica di chi non ha bisogno di mentire perché ha i fatti dalla propria parte, dà a RT News maggiore credibilità.
Due articoli - 27/2/2022
Il primo è una panoramica di Zhok sulla crisi Ucraina: Crisi in Ucraina su FB
Scrive più o meno quello che ho scritto io in Altra lettura della crisi Russa [...] però lo fa in maniera più brillante. La differenza maggiore è che lui si stupisce dell’inadeguatezza dei capi politici europei: io no (dovrete aspettare il nuovo capitolo 15 dell’ultima versione dell’Epitome per i dettagli).
Mi trovo poi nell’imbarazzante situazione di dover segnalare un articolo di un quotidiano cinese. Nei giorni in cui mi sono messo a seguire la crisi per cercare di capirci qualcosa ho infatti letto anche il cinese Global Times: lettura deludente dato che non vi erano praticamente informazioni al riguardo. La sensazione è che la linea politica sia strettamente sorvegliata e che si aspetti le decisioni politiche per esprimere un’opinione ufficiale.
Ci sono ritornato ieri e c’erano invece molti articoli: la posizione della Cina mi pare abbastanza neutra. Comunque l’articolo che volevo proporre è sulle conseguenze economiche della crisi in atto sull’Europa. In pratica si confermano le mie sensazioni: GT Voice: Russia-Ukraine conflict forebodes heavy loss for Europe
Chi mente? - 27/2/2022
Come sapete cerco di seguire più fonti sulla guerra in Ucraina per cercare di intuire cosa veramente sta accadendo.
In questi giorni stanno sviluppandosi due narrative contrastanti di cui, evidentemente, una deve essere falsa.
Si tratta dell’andamento delle operazioni: secondo la tivvù russa RT News l’esercito ucraino si è sfaldato spesso senza combattere; al contrario secondo i media occidentali la resistenza è accesa e l’Ucraina potrebbe diventare un Vietnam per la Russia.
Chi ha ragione?
Personalmente, ma è solo la mia sensazione, credo che l’occidente abbia fatto l’ennesimo errore di calcolo: forse si era pensato che l’Ucraina, con le armi ricevute dall’occidente, avrebbe potuto resistere a lungo, ricevere ulteriori aiuti rendendo così la campagna militare russa eccessivamente dispendiosa sia militarmente che economicamente.
Tendenzialmente credo quindi che la versione russa della situazione militare sia più realistica con l’eccezione della città di Kyev dove probabilmente sono posizionate le truppe ucraine più fedeli, meglio equipaggiate e addestrate.
Oltretutto combattere in un centro urbano provoca inevitabilmente molte morti civili che, suppongo, la Russia voglia evitare. Quindi magari la Russia si accontenterà di controllare il territorio ucraino e di assediare la capitale?
Oppure hanno ragione i media occidentali e la campagna militare è tuttora incerta per tutta l’Ucraina?
Oggi però ho notato qualcosa di diverso: un video di geopolitica sulla crisi Russia-Ucraina-NATO!
Il video è su Twitch.tv: Guerra Russa Ucraina… Cosa sta succedendo? Parliamone!
Le mie aspettative erano basse ma invece ha fatto un ottimo lavoro.
Ha presentato dei “vecchi” video di Giulietto Chiesa (esperto di Russia) del 2015 che già allora spiegava la criticità della situazione Ucraina. In particolare aveva previsto che la crisi sarebbe esplosa nel giro di 5 anni: non sto a ripetere le argomentazioni di Chiesa ma se non consideriamo i due anni di intervallo da pandemia si arriva proprio al 2022. Il motivo di questa criticità è l’equilibrio a fil di lama di USA, Russia e Cina con gli USA che temono di perdere il loro vantaggio.
Ospite di Gianni Bianco è un ragazzo la cui “qualifica” è quella di avere come ragazza una militare che ha parlato con “i suoi superiori”. Però, nonostante la scarsa abilità linguistica (forse non è italiano: in tal caso bravissimo!), ha detto tutte cose sensate e condivisibili.
Conclusione: se si soprassiede al linguaggio il contenuto è più informativo di tanti servizi giornalistici che mi è capitato di vedere in questi giorni.
Brevissimo aggiornamento - 21/2/2022
Ieri prevedevo una giornata merda 3 e temevo una merda 5 invece è stata una merda 9…
Più o meno ho deciso di provare a scrivere meno per un po’ qui sul ghiribizzo. Però ho deciso di continuare il mio “digiuno” fino a stasera per fare 3 giorni di durata.
“Digiuno” fra virgolette perché, data la situazione che può richiedermi un po’ di energia, ieri mattina ho mangiato 1dm² di schiacciata secca e il tè del mattino e della sera avevano un po’ di zucchero.
La giornata di oggi la prevedo di forza 7 ma ormai non mi stupirei più se dovessi ampliare la scala di misura. Per questo, come ieri, anche stamani ho mangiato 1dm² di schiacciata secca e ho aggiunto un poco di zucchero al tè.
Curiosamente non ho fame. Cioè l’istinto a mettermi roba in bocca l’avrei (oltretutto o in casa a tentarmi della schiacciata (non secca!) buonissima e una torta di mele eccezionale fatta in casa) ma è una tentazione debolissima e automatica. Per capirci non è che vedo l’ora di arrivare a stasera per farmi una grande mangiata: non ne sento il bisogno.
Due voci - 24/2/2022
Come ho scritto qualche giorno fa, nell’impossibilità di trovare fonti imparziali, seguo sia l’informazione russa di RT News (anche se immagino che presto verrà censurata) che varie altre fonti occidentali.
Al di là del punto di vista opposto su alcuni dettagli ho notato che i media occidentali riportano con ampio spazio quello che dicono i rispettivi leader mentre riassumono in maniera parziale e incompleta la posizione russa. Al contrario la tivvù russa riporta per filo e per segno ciò che viene detto in occidente: questa asimmetria, tipica di chi non ha bisogno di mentire perché ha i fatti dalla propria parte, dà a RT News maggiore credibilità.
Due articoli - 27/2/2022
Il primo è una panoramica di Zhok sulla crisi Ucraina: Crisi in Ucraina su FB
Scrive più o meno quello che ho scritto io in Altra lettura della crisi Russa [...] però lo fa in maniera più brillante. La differenza maggiore è che lui si stupisce dell’inadeguatezza dei capi politici europei: io no (dovrete aspettare il nuovo capitolo 15 dell’ultima versione dell’Epitome per i dettagli).
Mi trovo poi nell’imbarazzante situazione di dover segnalare un articolo di un quotidiano cinese. Nei giorni in cui mi sono messo a seguire la crisi per cercare di capirci qualcosa ho infatti letto anche il cinese Global Times: lettura deludente dato che non vi erano praticamente informazioni al riguardo. La sensazione è che la linea politica sia strettamente sorvegliata e che si aspetti le decisioni politiche per esprimere un’opinione ufficiale.
Ci sono ritornato ieri e c’erano invece molti articoli: la posizione della Cina mi pare abbastanza neutra. Comunque l’articolo che volevo proporre è sulle conseguenze economiche della crisi in atto sull’Europa. In pratica si confermano le mie sensazioni: GT Voice: Russia-Ukraine conflict forebodes heavy loss for Europe
Chi mente? - 27/2/2022
Come sapete cerco di seguire più fonti sulla guerra in Ucraina per cercare di intuire cosa veramente sta accadendo.
In questi giorni stanno sviluppandosi due narrative contrastanti di cui, evidentemente, una deve essere falsa.
Si tratta dell’andamento delle operazioni: secondo la tivvù russa RT News l’esercito ucraino si è sfaldato spesso senza combattere; al contrario secondo i media occidentali la resistenza è accesa e l’Ucraina potrebbe diventare un Vietnam per la Russia.
Chi ha ragione?
Personalmente, ma è solo la mia sensazione, credo che l’occidente abbia fatto l’ennesimo errore di calcolo: forse si era pensato che l’Ucraina, con le armi ricevute dall’occidente, avrebbe potuto resistere a lungo, ricevere ulteriori aiuti rendendo così la campagna militare russa eccessivamente dispendiosa sia militarmente che economicamente.
Tendenzialmente credo quindi che la versione russa della situazione militare sia più realistica con l’eccezione della città di Kyev dove probabilmente sono posizionate le truppe ucraine più fedeli, meglio equipaggiate e addestrate.
Oltretutto combattere in un centro urbano provoca inevitabilmente molte morti civili che, suppongo, la Russia voglia evitare. Quindi magari la Russia si accontenterà di controllare il territorio ucraino e di assediare la capitale?
Oppure hanno ragione i media occidentali e la campagna militare è tuttora incerta per tutta l’Ucraina?
domenica 20 febbraio 2022
-2?
Schermo spento…
Ho sempre un po’ paura di scrivere e scrivere e poi di scoprire che la finestra dell’editore dei testi non era attiva! Fatemi controllare…
Ok, sembra essere tutto funzionante.
Pezzo difficile oggi: sto decidendo infatti se chiudere questo ghiribizzo: cioè chiuderlo non avrebbe senso, intendo dire smettere di scriverci. Da una parte ci sono affezionato da un’altra è una gran perdita di tempo.
Per prendere questa decisione così, almeno per me, importante ho ideato un sistema interessante: avete presente chi si butta da un grattacielo e poi, dopo qualche secondo, cambia idea? Sarebbe un errore di calcolo decisamente imbarazzante.
Allora ho pensato di premettere a ogni decisione veramente significativa una pausa di riflessione di tre giorni: ma cosa significa “pausa di riflessione”? Cosa distingue tre giorni passati a spippolare al calcolatore da tre giorni di vera riflessione?
Beh, ho stabilito che i tre giorni debbano essere di digiuno quasi assoluto: l’impegno richiesto da questa decisione è automaticamente garanzia della serietà della riflessione. Perché si arriva a un punto in cui ci si dice: “Perché non mangio? Ah, già: devo decidere che fare per XXX”. Ecco che in questa maniera la scelta sarà, quasi automaticamente, ben ponderata.
Anzi, in realtà l’ideale, anche in base all’importanza della decisione da prendere, sarebbe un periodo di digiuno ancora più lungo ma nel mondo moderno pochi se lo potrebbero permettere.
Parlavo di digiuno quasi totale perché in realtà voglio che il cervello possa ragionare bene. Nel mio caso ho anche problemi famigliari che possono richiedere anche l’uso di una certa energia fisica che potrei non avere se fossi completamente spossato.
Per questo ieri (ho iniziato il mio digiuno di venerdì sera saltando la cena) ho bevuto a pranzo e a cena due bicchieri di succo di mela.
Stamani poi nel tè ho messo un cucchiaino di zucchero e ho mangiato 1dm² di schiacciata secca.
Curiosamente però ancora non avevo fame: cioè in realtà è più complessa la cosa. Le mie mani passando vicino al cibo lo prenderebbero e se lo infilerebbero in bocca per sgranocchiarlo, ma io personalmente non sento fame, non ho voglia di farmi una gran mangiata, non ho nessun pensiero assillante sul cibo, anzi…
Il dm² di schiacciata è frutto di una decisione estremamente ponderata. Stamani iniziavo a sentirmi fiacco e temo che una persona anziana possa avere bisogno di me oggi: credo che un minimo di carburante (oltre al grasso naturale che ho ampiamente accumulato negli anni) mi sia necessario per essere capace di intervenire in caso di necessità.
Vabbè, potrei elencare pro e contro ma non ne vale la pena. Piuttosto che fare con l’Epitome?
Beh, oramai mi manca poco per terminare la versione 1.9.0: magari anche in maniera frettolosa ma voglio pubblicarla. Il rimpianto è che potrebbe divenire (se ci lavorassi ancora) ancora migliore di quanto non sia. Ma del resto, come ho già scritto altre volte, è come gettare le perle ai porci. Uno spreco inutile. Le idee utili e innovative sono già adesso anche troppo numerose, aggiungerne altre la renderebbe ancor più distante dal normale sentire di questa epoca. Quindi, bo…
Venendo al quotidiano mi sembra quasi futile parlarne dato che non so se poi proseguirò i miei ragionamenti via via che gli eventi si sviluppano. E del resto non ho niente da aggiungere ai corti che ho pubblicato ieri. E onestamente essere la Cassandra di un mondo che va a rotoli nella stolida indifferenza generale (anche di chi ne patirà poi le conseguenze peggiori) è sia snervante che disgustoso…
Forse il silenzio è la scelta migliore: i fatti parleranno per me… prima o poi….
In verità non ho neppure questa certezza perché le poche voci lucide che parlano buon senso sono sovrastate dalla fragorosa musica circense dei media tradizionali. L’immagine sonora (perdonatemi la sinestesia) è buona: perché alla fine quello che descrivono i media non è la realtà ma uno spettacolo ideato a tavolino per far restare a bocca aperta gli spettatori, distrarli dal quotidiano e inebetirne le menti.
Bo… non starei a trascinare ulteriormente questo pezzo: tanto comunque riscriverò per far sapere che decisione ho preso…
Conclusione: ancora due giorni (più o meno!).
Ho sempre un po’ paura di scrivere e scrivere e poi di scoprire che la finestra dell’editore dei testi non era attiva! Fatemi controllare…
Ok, sembra essere tutto funzionante.
Pezzo difficile oggi: sto decidendo infatti se chiudere questo ghiribizzo: cioè chiuderlo non avrebbe senso, intendo dire smettere di scriverci. Da una parte ci sono affezionato da un’altra è una gran perdita di tempo.
Per prendere questa decisione così, almeno per me, importante ho ideato un sistema interessante: avete presente chi si butta da un grattacielo e poi, dopo qualche secondo, cambia idea? Sarebbe un errore di calcolo decisamente imbarazzante.
Allora ho pensato di premettere a ogni decisione veramente significativa una pausa di riflessione di tre giorni: ma cosa significa “pausa di riflessione”? Cosa distingue tre giorni passati a spippolare al calcolatore da tre giorni di vera riflessione?
Beh, ho stabilito che i tre giorni debbano essere di digiuno quasi assoluto: l’impegno richiesto da questa decisione è automaticamente garanzia della serietà della riflessione. Perché si arriva a un punto in cui ci si dice: “Perché non mangio? Ah, già: devo decidere che fare per XXX”. Ecco che in questa maniera la scelta sarà, quasi automaticamente, ben ponderata.
Anzi, in realtà l’ideale, anche in base all’importanza della decisione da prendere, sarebbe un periodo di digiuno ancora più lungo ma nel mondo moderno pochi se lo potrebbero permettere.
Parlavo di digiuno quasi totale perché in realtà voglio che il cervello possa ragionare bene. Nel mio caso ho anche problemi famigliari che possono richiedere anche l’uso di una certa energia fisica che potrei non avere se fossi completamente spossato.
Per questo ieri (ho iniziato il mio digiuno di venerdì sera saltando la cena) ho bevuto a pranzo e a cena due bicchieri di succo di mela.
Stamani poi nel tè ho messo un cucchiaino di zucchero e ho mangiato 1dm² di schiacciata secca.
Curiosamente però ancora non avevo fame: cioè in realtà è più complessa la cosa. Le mie mani passando vicino al cibo lo prenderebbero e se lo infilerebbero in bocca per sgranocchiarlo, ma io personalmente non sento fame, non ho voglia di farmi una gran mangiata, non ho nessun pensiero assillante sul cibo, anzi…
Il dm² di schiacciata è frutto di una decisione estremamente ponderata. Stamani iniziavo a sentirmi fiacco e temo che una persona anziana possa avere bisogno di me oggi: credo che un minimo di carburante (oltre al grasso naturale che ho ampiamente accumulato negli anni) mi sia necessario per essere capace di intervenire in caso di necessità.
Vabbè, potrei elencare pro e contro ma non ne vale la pena. Piuttosto che fare con l’Epitome?
Beh, oramai mi manca poco per terminare la versione 1.9.0: magari anche in maniera frettolosa ma voglio pubblicarla. Il rimpianto è che potrebbe divenire (se ci lavorassi ancora) ancora migliore di quanto non sia. Ma del resto, come ho già scritto altre volte, è come gettare le perle ai porci. Uno spreco inutile. Le idee utili e innovative sono già adesso anche troppo numerose, aggiungerne altre la renderebbe ancor più distante dal normale sentire di questa epoca. Quindi, bo…
Venendo al quotidiano mi sembra quasi futile parlarne dato che non so se poi proseguirò i miei ragionamenti via via che gli eventi si sviluppano. E del resto non ho niente da aggiungere ai corti che ho pubblicato ieri. E onestamente essere la Cassandra di un mondo che va a rotoli nella stolida indifferenza generale (anche di chi ne patirà poi le conseguenze peggiori) è sia snervante che disgustoso…
Forse il silenzio è la scelta migliore: i fatti parleranno per me… prima o poi….
In verità non ho neppure questa certezza perché le poche voci lucide che parlano buon senso sono sovrastate dalla fragorosa musica circense dei media tradizionali. L’immagine sonora (perdonatemi la sinestesia) è buona: perché alla fine quello che descrivono i media non è la realtà ma uno spettacolo ideato a tavolino per far restare a bocca aperta gli spettatori, distrarli dal quotidiano e inebetirne le menti.
Bo… non starei a trascinare ulteriormente questo pezzo: tanto comunque riscriverò per far sapere che decisione ho preso…
Conclusione: ancora due giorni (più o meno!).
venerdì 18 febbraio 2022
Cattivo umore
Cagano merda gli angeli in Paradiso
e il popolo felice gioca con palle di neve
marroni.
Che succede? - 19/2/2022
Che succede fra Russia-Ucraina e NATO?
Non lo so! Dipende a quali media si crede. Secondo le fonti russe l’Ucraina sta attaccando i territori e i civili separatisti con colpi di mortaio. Secondo gli USA è invece tutta una montatura organizzata dalla Russia stessa con cui vuole giustificare un proprio intervento.
A chi credere? Fossimo stati prima del 1990 avrei creduto senza esitazione agli USA. Adesso per me è un 50% a 50%.
L’unico elemento forse significativo è che gli USA non hanno presentato alcuna prova, nemmeno un’immagine dei satelliti militari (comunque facilmente falsificabili) a sostegno delle proprie tesi: gli stessi statunitensi, o comunque una parte di essi, è scettica.
Quindi personalmente tendo a credere leggermente di più alla Russia che agli USA, direi quindi un 60 a 40%.
Almeno tre - 19/2/2022
per sicurezza…
La Germania ci è arrivata - 19/2/2022
Ultimo video del Dr. Campbell: Please send to politicians
In breve la Germania ha cambiato le procedure per l’iniezione del vaccino aggiungendovi anche l’aspirazione per verificare di non iniettare in vena (che contribuirebbe poi a provocare le peggiori reazioni avverse).
Una bella soddisfazione per il Dr. Campbell che già in estate aveva ipotizzato questo pericolo.
È così che funzionano i castelli di carta: togli una carta e crolla tutto. La Danimarca aveva già cambiato le indicazioni per le iniezioni nella primavera 2020 e mesi fa è uscito uno studio che evidenzia come le miocarditi successive alla vaccinazione in Danimarca siano, in proporzione, 1/3 di quelle norvegesi.
Ora che la Germania ha recepito il messaggio anche altri stati, obtorto collo, ne seguiranno l’esempio.
Scommetto che gli ultimi che si adegueranno saranno i tardigradi, rallentati mentali e fanciullini che ci governano.
E poi diranno... - 19/2/2022
E quando anche in Italia arriveremo a usare questa semplice precauzione i politici interessati si difenderanno: “All’epoca non si sapeva...”
Beh, io già a ottobre (*1), rifacendomi ai video del Dr. Campbell, ne ero a conoscenza: Censura del buon senso
Peccato che chi ha la responsabilità di garantire la salute di milioni di persone, evidentemente, si informi meno di me…
Ma conoscendo gli italiani ci sarà più probabilmente uno scarica barile e ogni responsibilità verrà attribuita a coloro che avevano materialmente effettuato le iniezioni. Poi tutto finirà a tarallucci e vino perché comunque chi si è vaccinato ha firmato la liberatoria e chi se ne frega di chi, magari a vent'anni, ha subito danni permanenti…
Nota (*1): scrivo ottobre perché il pezzo in questione è del 15 ma in realtà già in estate ero al corrente della teoria del Dr. Campbell…
e il popolo felice gioca con palle di neve
marroni.
Che succede? - 19/2/2022
Che succede fra Russia-Ucraina e NATO?
Non lo so! Dipende a quali media si crede. Secondo le fonti russe l’Ucraina sta attaccando i territori e i civili separatisti con colpi di mortaio. Secondo gli USA è invece tutta una montatura organizzata dalla Russia stessa con cui vuole giustificare un proprio intervento.
A chi credere? Fossimo stati prima del 1990 avrei creduto senza esitazione agli USA. Adesso per me è un 50% a 50%.
L’unico elemento forse significativo è che gli USA non hanno presentato alcuna prova, nemmeno un’immagine dei satelliti militari (comunque facilmente falsificabili) a sostegno delle proprie tesi: gli stessi statunitensi, o comunque una parte di essi, è scettica.
Quindi personalmente tendo a credere leggermente di più alla Russia che agli USA, direi quindi un 60 a 40%.
Almeno tre - 19/2/2022
per sicurezza…
La Germania ci è arrivata - 19/2/2022
Ultimo video del Dr. Campbell: Please send to politicians
In breve la Germania ha cambiato le procedure per l’iniezione del vaccino aggiungendovi anche l’aspirazione per verificare di non iniettare in vena (che contribuirebbe poi a provocare le peggiori reazioni avverse).
Una bella soddisfazione per il Dr. Campbell che già in estate aveva ipotizzato questo pericolo.
È così che funzionano i castelli di carta: togli una carta e crolla tutto. La Danimarca aveva già cambiato le indicazioni per le iniezioni nella primavera 2020 e mesi fa è uscito uno studio che evidenzia come le miocarditi successive alla vaccinazione in Danimarca siano, in proporzione, 1/3 di quelle norvegesi.
Ora che la Germania ha recepito il messaggio anche altri stati, obtorto collo, ne seguiranno l’esempio.
Scommetto che gli ultimi che si adegueranno saranno i tardigradi, rallentati mentali e fanciullini che ci governano.
E poi diranno... - 19/2/2022
E quando anche in Italia arriveremo a usare questa semplice precauzione i politici interessati si difenderanno: “All’epoca non si sapeva...”
Beh, io già a ottobre (*1), rifacendomi ai video del Dr. Campbell, ne ero a conoscenza: Censura del buon senso
Peccato che chi ha la responsabilità di garantire la salute di milioni di persone, evidentemente, si informi meno di me…
Ma conoscendo gli italiani ci sarà più probabilmente uno scarica barile e ogni responsibilità verrà attribuita a coloro che avevano materialmente effettuato le iniezioni. Poi tutto finirà a tarallucci e vino perché comunque chi si è vaccinato ha firmato la liberatoria e chi se ne frega di chi, magari a vent'anni, ha subito danni permanenti…
Nota (*1): scrivo ottobre perché il pezzo in questione è del 15 ma in realtà già in estate ero al corrente della teoria del Dr. Campbell…
martedì 15 febbraio 2022
Democrazia e dittatura
Pezzo che ho sostanzialmente scritto ieri: poi non mi piaceva, l’ho letto, corretto e modificato. Ora ha una forma un po’ diversa rispetto alla mia idea iniziale ma, insomma, non mi pare valga la pena spendere N ore cercando la forma migliore per qualcosa che leggeranno poche dozzine di persone: senza offesa! Quindi ora almeno sapete perché questo pezzo ha una costruzione un po’ strana.
L’idea odierna è di iniziare a scrivere un pezzo basandomi su un vago obiettivo che ho in mente e sfruttando uno spunto di riflessione involontariamente fornitomi da mio padre.
Ieri infatti sono stato a trovarlo e gli ho fatto leggere il pezzo Un (verde) passo nella dittatura.
Prevedibilmente (lo conosco bene) mi ha detto che ho esagerato e che, sostanzialmente, non so cosa sia una dittatura. Ora è difficile fare discorsi articolati con lui quindi non so se ci fosse stato uno o più passaggi del mio ragionamento che ritenesse errati (*1).
Nel complesso credo che lo scetticismo di mio padre non sia dovuto a una particolare proposizione intermedia ma semplicemente alla mia conclusione finale, ovvero che stiamo entrando in una dittatura. Non accettando questo risultato (del resto vi si oppongono numerosi limiti umani) lo nega senza però essere in grado di dirmi dove sia l’errore nella mia logica. Il 95% delle persone ragiona così: non trovandosi d’accordo con una mia conclusione presumono semplicemente che ci sia un errore da qualche parte nel mio ragionamento senza però preoccuparsi di individuarlo (*2), si accontentano cioè di darlo per scontato.
Resta però un punto interessante nell’obiezione paterna: che cosa è una dittatura?
Voglio prima provare a rispondere a questa domanda mettendomi nei panni di mio padre: io credo che lui si immagini una dittatura sul modello fascista e, in particolare, con la sua violenza: manganelli e olio di ricino. Sospensione della parvenza democratica (no elezioni, no sindacati, messa al bando di ogni opposizione), censura, arresti di oppositori, discriminazioni per razza o religione etc.
Io sono invece molto più astratto nella mia idea di dittatura: per me il suo elemento saliente è la limitazione arbitraria della libertà individuale e il meccanismo con cui cerca di perpetuare il proprio potere.
Ma la visione di mio padre è molto istruttiva. Già nel pezzo L’origine della dittatura spiego che la dittatura non avrà una forma già nota: sarebbe troppo facile riconoscerla e la maggioranza delle persone si opporrebbe a essa. Approfondii questo concetto in Il pericolo nascosto, sempre del gennaio 2016. Mi cito: «[…] l'uomo moderno non è immune alla dittatura ma è protetto solo da alcune specifiche forme che saprebbe riconoscere: quelle che esaltano gli ideali di nazione e di razza.
Ideologie sotto forme diverse, che non si basino sugli ideali di “nazione e razza”, magari propugnati non da specifiche forze politiche, e che magari non sembrano neppure delle ideologie, potrebbero essere considerate innocue o forse addirittura semplicemente ignorate dalla maggior parte della popolazione.»
Il senso più generale di questi paragrafi è che la dittatura evolverà nel tempo: i suoi dettagli cambieranno. Quello che rimarrà sarà l’essenza, ovvero la privazione di libertà arbitraria e una struttura istituzionale che impedisce di tornare indietro.
Ma vediamo la definizione della Treccani.it, Dittatura: «2. Estens. a. caratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo, monocratico o collegiale, che l’esercita senza alcun controllo».
Una definizione molto politica direi (da Sartori!) perché si concentra sulla forma istituzionale: la limitazione della libertà qui è una conseguenza.
Ma da dove viene l’idea che la forma, almeno apparente, di una “dittatura” possa evolvere e cambiare?
Non è una mia teoria balzana ma proviene da un grande storico: Harari. Modestamente, a distanza di circa quattro anni, sono riuscito a citare perfettamente a mio padre le tre forme dell’evoluzione del fascismo (v. Harari e il fascismo): nell’antichità era l’accentramento dei territori, nel XX secolo l’accentramento dei mezzi di produzione e oggi corrisponde invece all’accentramento dell’informazione.
Non entro nel merito della definizione di Harari (chi è interessato può leggere l’articolo segnalato qui sopra) perché quel che conta è l’evoluzione: per Harari il fascismo non si ripresenterà nelle vecchie forme del XX secolo perché il suo obiettivo ora è un altro. Apparirà diverso perché adopererà mezzi diversi per raggiungere fini diversi.
Lo stesso vale per la dittatura che, dopotutto, del fascismo è l’emanazione politica: la dittatura di un fascismo attuale avrà una forma diversa che in passato. È l’essenza che deve essere giudicata.
Consideriamo quindi la situazione italiana attuale premettendo che, come ho spiegato in Un (verde) passo nella dittatura, non siamo ancora in una dittatura compiuta ma in quella che ho definito essere una fase intermedia.
La nostra forma di governo è formalmente ancora democratica. In teoria sarebbe quindi possibile che alle prossime elezioni la coalizione vincente eliminasse tutte le leggi liberticide di Draghi & C.
Ma è davvero possibile nell’attuale situazione italiana?
In realtà ciò che è essenziale valutare è il reale livello di democrazia del nostro paese: ovvero quanto la nostra democrazia sia formale e quanto sostanziale.
Io temo che di sostanza sia rimasto ben poco e che tutto il resto sia apparenza: tutti i partiti principali, compreso anche l’unico all’opposizione, hanno approvato ogni decisione del governo quindi anche quelle più arbitrarie e discriminatorie. Quale partito dovrebbe votare chi si oppone a esse?
La realtà è che non vi può essere vera democrazia senza opposizione; e non vi può essere democrazia se una fetta consistente della popolazione non ha una forza politica che la rappresenti.
In verità la democrazia non può funzionare se non vi è un’informazione imparziale che osserva oggettivamente e criticamente l’operato del governo. Non vi è democrazia se i media non danno voce a tutte le parti della società civile. Non può esservi democrazia se tutte le voci contrarie alla narrativa dominante vengono censurate: oggi tacciandole come bufale, domani magari sfruttando cervellotiche leggi per imporre il politicamente corretto.
Non so: magari mi sono pure dimenticato altri aspetti della nostra società per cui la democrazia NON può più funzionare.
Non importa: il punto è che la nostra democrazia è ormai puramente apparente. Qualunque partito vincerà le prossime elezioni non cambierà niente. E partiti nuovi, con i media tradizionale tutti schierati dalla parte del potere (economico e politico), non hanno alcuna possibilità di affermarsi, soprattutto in breve tempo: anche un nuovo partito che riuscisse magicamente a raccogliere il 10% di voti degli scontenti, e che sinceramente cercasse di contrastare le iniziative contro la libertà e la popolazione in genere, non potrebbe fare niente.
In Italia quindi la dittatura ha la forma di una democrazia dove il potere del voto popolare è stato ucciso eliminando ogni rappresentanza dalla parte della democratastenia. Ecco, qui è bene precisare: in realtà nessun partito è stato “eliminato” nel senso tradizionale, cioè messo al bando o dichiarato fuorilegge: tutti i partiti hanno consenzientemente tradito il proprio ruolo. È stato un tradimento progressivo che ormai va avanti da anni. Per esempio già col governo Renzi si erano avute le prime avvisaglie con varie iniziative volte a rafforzare i parapoteri e indebolire la democratastenia (v. Regime e regime). Tutte decisioni sostenute all’unisono dai media, coi partiti all’opposizione che non facevano opposizione: col senno di poi sembra quasi che si fosse voluto testare la capacità di comprensione e reazione della popolazione italiana che, sfortunatamente, fu nulla.
Qualcuno mi potrà obiettare: “ma tu non sei in una dittatura perché puoi tranquillamente scrivere tutto quello che vuoi contro il governo!”.
Prima di tutto mi autocensuro: il mio disgusto verso questo governo è così grande che, se fossi sicuro di non subire rappresaglie, sarei almeno dieci volte più duro.
In secondo luogo non vengo censurato perché, in pratica, nessuno mi legge: non sono un pericolo e, anzi, per l’occasionale lettore sono la dimostrazione che non ci sia censura.
Ma guardate cosa è successo, per esempio, a ByoBlu: quando stava per diventare una voce importante e indipendente è stata fatta fuori con scuse pretestuose da YouTube: certo l’apparenza è salva, non può più usufruire una piattaforma privata perché ne ha violato gli opachi regolamenti(*3), ma è ovvio che la richiesta di censura sia partita dalla politica italiana.
Conclusione: bo… direi che la conclusione l’ho scritta nel precedente paragrafo: da un punto di vista di forma istituzionale la nuova dittatura potrà tranquillamente mantenere l’aspetto apparente di una democrazia conservando senza problemi il potere e continuando a fare gli interessi dei parapoteri economici a danno della democratastenia.
Nota (*1): in effetti mi ha interrotto una sola volta quando gli ho letto la frase «[…] sono infatti convinto che gli uomini, per natura, anelino alla giustizia e che solo l'incapacità collettiva li tenga lontani da essa». Mi ha detto infatti che secondo lui le persone sono solo felici di obbedire a un governo decente: con mia piccola soddisfazione personale gli ho risposto che la sua lettura non era in contrasto con la mia e gli ho citato Sallustio: «Gli uomini non anelano alla libertà ma si accontentano di un padrone giusto». Non voglio mostrarmi più erudito di quanto non sia: in verità si tratta di una frase che ciclicamente appare durante il caricamento di un gioco di strategia per il calcolatore!
Poi, per curiosità, ho voluto verificare se avevo ricordato correttamente citazione e autore (sì!) e ho trovato anche la risposta di Cicerone a essa: «Libertà non è avere un padrone giusto ma non averne alcuno».
Nota (*2): io non ragiono così: se la conclusione è errata deve esserci un processo che porta a essa. Quando qualcuno mi fa un discorso il cui finale intuitivamente non mi convince riesamino i vari passi che hanno portato a esso fino a quando non trovo ciò che non va o (più raramente) riconosco che il mio interlocutore aveva ragione.
Nota (*3): in realtà, se si studia la vicenda, è evidente che ByoBlu non avesse violato proprio niente e che YouTube abbia semplicemente commesso un sopruso. E del resto, guarda caso, non si tratta solo di ByoBlu...
L’idea odierna è di iniziare a scrivere un pezzo basandomi su un vago obiettivo che ho in mente e sfruttando uno spunto di riflessione involontariamente fornitomi da mio padre.
Ieri infatti sono stato a trovarlo e gli ho fatto leggere il pezzo Un (verde) passo nella dittatura.
Prevedibilmente (lo conosco bene) mi ha detto che ho esagerato e che, sostanzialmente, non so cosa sia una dittatura. Ora è difficile fare discorsi articolati con lui quindi non so se ci fosse stato uno o più passaggi del mio ragionamento che ritenesse errati (*1).
Nel complesso credo che lo scetticismo di mio padre non sia dovuto a una particolare proposizione intermedia ma semplicemente alla mia conclusione finale, ovvero che stiamo entrando in una dittatura. Non accettando questo risultato (del resto vi si oppongono numerosi limiti umani) lo nega senza però essere in grado di dirmi dove sia l’errore nella mia logica. Il 95% delle persone ragiona così: non trovandosi d’accordo con una mia conclusione presumono semplicemente che ci sia un errore da qualche parte nel mio ragionamento senza però preoccuparsi di individuarlo (*2), si accontentano cioè di darlo per scontato.
Resta però un punto interessante nell’obiezione paterna: che cosa è una dittatura?
Voglio prima provare a rispondere a questa domanda mettendomi nei panni di mio padre: io credo che lui si immagini una dittatura sul modello fascista e, in particolare, con la sua violenza: manganelli e olio di ricino. Sospensione della parvenza democratica (no elezioni, no sindacati, messa al bando di ogni opposizione), censura, arresti di oppositori, discriminazioni per razza o religione etc.
Io sono invece molto più astratto nella mia idea di dittatura: per me il suo elemento saliente è la limitazione arbitraria della libertà individuale e il meccanismo con cui cerca di perpetuare il proprio potere.
Ma la visione di mio padre è molto istruttiva. Già nel pezzo L’origine della dittatura spiego che la dittatura non avrà una forma già nota: sarebbe troppo facile riconoscerla e la maggioranza delle persone si opporrebbe a essa. Approfondii questo concetto in Il pericolo nascosto, sempre del gennaio 2016. Mi cito: «[…] l'uomo moderno non è immune alla dittatura ma è protetto solo da alcune specifiche forme che saprebbe riconoscere: quelle che esaltano gli ideali di nazione e di razza.
Ideologie sotto forme diverse, che non si basino sugli ideali di “nazione e razza”, magari propugnati non da specifiche forze politiche, e che magari non sembrano neppure delle ideologie, potrebbero essere considerate innocue o forse addirittura semplicemente ignorate dalla maggior parte della popolazione.»
Il senso più generale di questi paragrafi è che la dittatura evolverà nel tempo: i suoi dettagli cambieranno. Quello che rimarrà sarà l’essenza, ovvero la privazione di libertà arbitraria e una struttura istituzionale che impedisce di tornare indietro.
Ma vediamo la definizione della Treccani.it, Dittatura: «2. Estens. a. caratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo, monocratico o collegiale, che l’esercita senza alcun controllo».
Una definizione molto politica direi (da Sartori!) perché si concentra sulla forma istituzionale: la limitazione della libertà qui è una conseguenza.
Ma da dove viene l’idea che la forma, almeno apparente, di una “dittatura” possa evolvere e cambiare?
Non è una mia teoria balzana ma proviene da un grande storico: Harari. Modestamente, a distanza di circa quattro anni, sono riuscito a citare perfettamente a mio padre le tre forme dell’evoluzione del fascismo (v. Harari e il fascismo): nell’antichità era l’accentramento dei territori, nel XX secolo l’accentramento dei mezzi di produzione e oggi corrisponde invece all’accentramento dell’informazione.
Non entro nel merito della definizione di Harari (chi è interessato può leggere l’articolo segnalato qui sopra) perché quel che conta è l’evoluzione: per Harari il fascismo non si ripresenterà nelle vecchie forme del XX secolo perché il suo obiettivo ora è un altro. Apparirà diverso perché adopererà mezzi diversi per raggiungere fini diversi.
Lo stesso vale per la dittatura che, dopotutto, del fascismo è l’emanazione politica: la dittatura di un fascismo attuale avrà una forma diversa che in passato. È l’essenza che deve essere giudicata.
Consideriamo quindi la situazione italiana attuale premettendo che, come ho spiegato in Un (verde) passo nella dittatura, non siamo ancora in una dittatura compiuta ma in quella che ho definito essere una fase intermedia.
La nostra forma di governo è formalmente ancora democratica. In teoria sarebbe quindi possibile che alle prossime elezioni la coalizione vincente eliminasse tutte le leggi liberticide di Draghi & C.
Ma è davvero possibile nell’attuale situazione italiana?
In realtà ciò che è essenziale valutare è il reale livello di democrazia del nostro paese: ovvero quanto la nostra democrazia sia formale e quanto sostanziale.
Io temo che di sostanza sia rimasto ben poco e che tutto il resto sia apparenza: tutti i partiti principali, compreso anche l’unico all’opposizione, hanno approvato ogni decisione del governo quindi anche quelle più arbitrarie e discriminatorie. Quale partito dovrebbe votare chi si oppone a esse?
La realtà è che non vi può essere vera democrazia senza opposizione; e non vi può essere democrazia se una fetta consistente della popolazione non ha una forza politica che la rappresenti.
In verità la democrazia non può funzionare se non vi è un’informazione imparziale che osserva oggettivamente e criticamente l’operato del governo. Non vi è democrazia se i media non danno voce a tutte le parti della società civile. Non può esservi democrazia se tutte le voci contrarie alla narrativa dominante vengono censurate: oggi tacciandole come bufale, domani magari sfruttando cervellotiche leggi per imporre il politicamente corretto.
Non so: magari mi sono pure dimenticato altri aspetti della nostra società per cui la democrazia NON può più funzionare.
Non importa: il punto è che la nostra democrazia è ormai puramente apparente. Qualunque partito vincerà le prossime elezioni non cambierà niente. E partiti nuovi, con i media tradizionale tutti schierati dalla parte del potere (economico e politico), non hanno alcuna possibilità di affermarsi, soprattutto in breve tempo: anche un nuovo partito che riuscisse magicamente a raccogliere il 10% di voti degli scontenti, e che sinceramente cercasse di contrastare le iniziative contro la libertà e la popolazione in genere, non potrebbe fare niente.
In Italia quindi la dittatura ha la forma di una democrazia dove il potere del voto popolare è stato ucciso eliminando ogni rappresentanza dalla parte della democratastenia. Ecco, qui è bene precisare: in realtà nessun partito è stato “eliminato” nel senso tradizionale, cioè messo al bando o dichiarato fuorilegge: tutti i partiti hanno consenzientemente tradito il proprio ruolo. È stato un tradimento progressivo che ormai va avanti da anni. Per esempio già col governo Renzi si erano avute le prime avvisaglie con varie iniziative volte a rafforzare i parapoteri e indebolire la democratastenia (v. Regime e regime). Tutte decisioni sostenute all’unisono dai media, coi partiti all’opposizione che non facevano opposizione: col senno di poi sembra quasi che si fosse voluto testare la capacità di comprensione e reazione della popolazione italiana che, sfortunatamente, fu nulla.
Qualcuno mi potrà obiettare: “ma tu non sei in una dittatura perché puoi tranquillamente scrivere tutto quello che vuoi contro il governo!”.
Prima di tutto mi autocensuro: il mio disgusto verso questo governo è così grande che, se fossi sicuro di non subire rappresaglie, sarei almeno dieci volte più duro.
In secondo luogo non vengo censurato perché, in pratica, nessuno mi legge: non sono un pericolo e, anzi, per l’occasionale lettore sono la dimostrazione che non ci sia censura.
Ma guardate cosa è successo, per esempio, a ByoBlu: quando stava per diventare una voce importante e indipendente è stata fatta fuori con scuse pretestuose da YouTube: certo l’apparenza è salva, non può più usufruire una piattaforma privata perché ne ha violato gli opachi regolamenti(*3), ma è ovvio che la richiesta di censura sia partita dalla politica italiana.
Conclusione: bo… direi che la conclusione l’ho scritta nel precedente paragrafo: da un punto di vista di forma istituzionale la nuova dittatura potrà tranquillamente mantenere l’aspetto apparente di una democrazia conservando senza problemi il potere e continuando a fare gli interessi dei parapoteri economici a danno della democratastenia.
Nota (*1): in effetti mi ha interrotto una sola volta quando gli ho letto la frase «[…] sono infatti convinto che gli uomini, per natura, anelino alla giustizia e che solo l'incapacità collettiva li tenga lontani da essa». Mi ha detto infatti che secondo lui le persone sono solo felici di obbedire a un governo decente: con mia piccola soddisfazione personale gli ho risposto che la sua lettura non era in contrasto con la mia e gli ho citato Sallustio: «Gli uomini non anelano alla libertà ma si accontentano di un padrone giusto». Non voglio mostrarmi più erudito di quanto non sia: in verità si tratta di una frase che ciclicamente appare durante il caricamento di un gioco di strategia per il calcolatore!
Poi, per curiosità, ho voluto verificare se avevo ricordato correttamente citazione e autore (sì!) e ho trovato anche la risposta di Cicerone a essa: «Libertà non è avere un padrone giusto ma non averne alcuno».
Nota (*2): io non ragiono così: se la conclusione è errata deve esserci un processo che porta a essa. Quando qualcuno mi fa un discorso il cui finale intuitivamente non mi convince riesamino i vari passi che hanno portato a esso fino a quando non trovo ciò che non va o (più raramente) riconosco che il mio interlocutore aveva ragione.
Nota (*3): in realtà, se si studia la vicenda, è evidente che ByoBlu non avesse violato proprio niente e che YouTube abbia semplicemente commesso un sopruso. E del resto, guarda caso, non si tratta solo di ByoBlu...
lunedì 14 febbraio 2022
Buffoni e pagliacci
Una mia nuova intuizione: cosa hanno in comune politici come Trudeau, Macron, Renzi o Kurz?
Sono prodotti commerciali mirati a piacere agli elettori dei rispettivi paesi: non sono politici tradizionali, sono degli strumenti. In particolare sono la faccia e la voce dei parapoteri economici: e come tali operano o, nel caso di Renzi, hanno operato.
Accelerazione! - 16/2/2022
Ho appena fatto in tempo a scrivere che ancora non sento lo stimolo a finire la nuova versione dell’Epitome (1.9.0) che mi è improvvisamente arrivato!
Sono a buon punto solo che mi è venuto voglia di aggiungere un nuovo sottocapitolo (altri due giorni di lavoro direi) però se non ho problemi famigliari la prossima settimana dovrei farcela…
Il rovescio della medaglia è che sto rimanendo indietro nel riassumere le mie letture più impegnate: Sartori, Rawls ma anche il libro di psicosociologia.
Sogno paterno - 16/2/2022
Mio padre mi ha raccontato un suo sogno:
«Ero nel futuro e ormai i viaggi sulla Luna erano diventati normali. Così ho preso uno shuttle per andare a visitare la stazione lunare. Sfortunatamente non era un viaggio diretto ma l’astronave avrebbe fatto delle tappe intermedie: dopo il decollo la prima fermata è stata “Firenze Rifredi”.»
Dr. Campbell - 16/2/2022
Ultimamente ho scritto meno anche delle notizie quotidiane del Dr. Campbell: in realtà continuo a seguirlo con grande attenzione ma penso anche che i miei lettori interessati ormai guardino direttamente il suo canale invece di aspettare i miei aggiornamenti.
Comunque nell’ultimo mese la tendenza che mi pare di aver notato nelle ricerche è quella della superiore protezione fornita dall’immunità naturale rispetto ai vaccini (sia per qualità che per durata) e la sensazione che la pandemia sia nella sostanza alla fine.
Come ha detto un medico africano intervistato dal Dr. Campbell: “la variante Omicron è stata il vaccino che non siamo riusciti a produrre”.
Ah, un’altra tendenza è quella dell’inutilità del vaccino per i più giovani soprattutto se guariti dal covid e quindi dotati di immunità naturale…
Molto importante uno studio autorevole sulle controindicazioni dei vaccini: la probabilità di miocarditi in chi si è vaccinato è 133 volte (valore però fortemente sottostimato) maggiore del normale.
Vabbè, questo è un corto e non voglio dilungarmi ma le implicazioni per chi ha un minimo di cervello sono chiare. Il video è questo: Myocarditis after vaccination, firm data.
Asimmetria - 17/2/2022
Visto questo video oggi: How do you create metrics to remove COVID19 restrictions that never had data in the first place?
Niente di eccezionale. Non conosco bene neppure l’autore del quale avrò visto al massimo un altro paio di video: un po’ troppo aggressivo nelle sue argomentazioni per i miei gusti.
Però la sintesi di questo suo ultimo discorso merita. È qualcosa del tipo: «Adesso i politici richiedono ricerche che dimostrino che le restrizioni imposte senza alcuna base scientifica sono errate».
Succede negli USA come in Italia: è sintomatico della decadenza. Prima si impongono obblighi arbitrari basati sul nulla (scientifico) ma dopo, per abbandonarle, si vogliono delle ricerche scientifiche (*1).
È un’asimmetria palesemente ingiusta e priva di senso soprattutto visto che a farne le spese sono diritti e libertà fondamentali di ampie fasce di persone…
Nota (*1): a dire il vero, visto che il governo guidato da Draghi è per definizione infallibile, non so neppure se da noi vi sia questo interesse per i dati scientifici…
Sono prodotti commerciali mirati a piacere agli elettori dei rispettivi paesi: non sono politici tradizionali, sono degli strumenti. In particolare sono la faccia e la voce dei parapoteri economici: e come tali operano o, nel caso di Renzi, hanno operato.
Accelerazione! - 16/2/2022
Ho appena fatto in tempo a scrivere che ancora non sento lo stimolo a finire la nuova versione dell’Epitome (1.9.0) che mi è improvvisamente arrivato!
Sono a buon punto solo che mi è venuto voglia di aggiungere un nuovo sottocapitolo (altri due giorni di lavoro direi) però se non ho problemi famigliari la prossima settimana dovrei farcela…
Il rovescio della medaglia è che sto rimanendo indietro nel riassumere le mie letture più impegnate: Sartori, Rawls ma anche il libro di psicosociologia.
Sogno paterno - 16/2/2022
Mio padre mi ha raccontato un suo sogno:
«Ero nel futuro e ormai i viaggi sulla Luna erano diventati normali. Così ho preso uno shuttle per andare a visitare la stazione lunare. Sfortunatamente non era un viaggio diretto ma l’astronave avrebbe fatto delle tappe intermedie: dopo il decollo la prima fermata è stata “Firenze Rifredi”.»
Dr. Campbell - 16/2/2022
Ultimamente ho scritto meno anche delle notizie quotidiane del Dr. Campbell: in realtà continuo a seguirlo con grande attenzione ma penso anche che i miei lettori interessati ormai guardino direttamente il suo canale invece di aspettare i miei aggiornamenti.
Comunque nell’ultimo mese la tendenza che mi pare di aver notato nelle ricerche è quella della superiore protezione fornita dall’immunità naturale rispetto ai vaccini (sia per qualità che per durata) e la sensazione che la pandemia sia nella sostanza alla fine.
Come ha detto un medico africano intervistato dal Dr. Campbell: “la variante Omicron è stata il vaccino che non siamo riusciti a produrre”.
Ah, un’altra tendenza è quella dell’inutilità del vaccino per i più giovani soprattutto se guariti dal covid e quindi dotati di immunità naturale…
Molto importante uno studio autorevole sulle controindicazioni dei vaccini: la probabilità di miocarditi in chi si è vaccinato è 133 volte (valore però fortemente sottostimato) maggiore del normale.
Vabbè, questo è un corto e non voglio dilungarmi ma le implicazioni per chi ha un minimo di cervello sono chiare. Il video è questo: Myocarditis after vaccination, firm data.
Asimmetria - 17/2/2022
Visto questo video oggi: How do you create metrics to remove COVID19 restrictions that never had data in the first place?
Niente di eccezionale. Non conosco bene neppure l’autore del quale avrò visto al massimo un altro paio di video: un po’ troppo aggressivo nelle sue argomentazioni per i miei gusti.
Però la sintesi di questo suo ultimo discorso merita. È qualcosa del tipo: «Adesso i politici richiedono ricerche che dimostrino che le restrizioni imposte senza alcuna base scientifica sono errate».
Succede negli USA come in Italia: è sintomatico della decadenza. Prima si impongono obblighi arbitrari basati sul nulla (scientifico) ma dopo, per abbandonarle, si vogliono delle ricerche scientifiche (*1).
È un’asimmetria palesemente ingiusta e priva di senso soprattutto visto che a farne le spese sono diritti e libertà fondamentali di ampie fasce di persone…
Nota (*1): a dire il vero, visto che il governo guidato da Draghi è per definizione infallibile, non so neppure se da noi vi sia questo interesse per i dati scientifici…
domenica 13 febbraio 2022
Un (verde) passo nella dittatura
Nel “lontano” gennaio 2016, in tempi non sospetti quindi, scrissi un pezzo molto importante: L’origine della dittatura.
All’epoca mi chiedevo come fecero paesi come la Germania e l’Italia dell’inizio del XX secolo a scivolare nella dittatura: non mi interessavano tanto gli eventi specifici ma il processo psicologico che aveva impedito alle relative popolazioni di accorgersi di star cadendo in un baratro.
Da non esperto di niente, come al solito, sciolsi i guinzagli e feci correre libere le mie fedeli Fantasia e Intuizione. Poi rimisi tutto insieme con la mia capacità di analisi e sintesi e scrissi il pezzo sullodato.
Lo scorso maggio già notai che aspetti teorizzati nel mio vecchio pezzo iniziavano a verificarsi: mi riferisco al corto Dittatura del 13 maggio 2021 e all’articolo Di palo (covid-19) in frasca (dittatura) di pochi giorni dopo.
Nel frattempo abbiamo avuto il verdepasso e gli obblighi di vaccinazione per diverse fasce di popolazione si sono moltiplicati. Credo sia giunto il momento di verificare nuovamente lo stato della situazione.
Voglio quindi ripercorrere quanto scrissi nel 2016 alla luce degli eventi attuali e verificare le similitudini e le differenze. Tutte le citazioni seguenti sono quindi tratte dal pezzo L’origine della dittatura.
«Ogni tanto mi chiedo come abbiano fatto fascismo e nazismo a prendere il potere. È di per sé una domanda oziosa poiché le mie scarse conoscenze storiche dell'epoca risalgono a pochi ricordi scolastici e, quindi, ogni risposta che mi do è basata in pratica solo sulla mia intuizione e, pertanto, non è particolarmente affidabile né significativa.»
[KGB] Per ricordare quale fosse l’origine delle mie riflessioni.
«Sono dell'opinione che la maggior parte degli italiani e tedeschi non volessero la dittatura: sono infatti convinto che gli uomini, per natura, anelino alla giustizia e che solo l'incapacità collettiva li tenga lontani da essa. Nessuno vorrebbe la dittatura perché, oltre che per la sua insita ingiustizia, sa che in qualche maniera, magari anche marginale, finirà per esserne vittima. Eppure le dittature esistono e, in qualche maniera, riescono a raggiungere il potere.»
[KGB] Il mistero che volevo cercare di risolvere.
«La mia conclusione è che quindi esistano almeno due fasi nella "vita" di una dittatura: nella prima le idee, i programmi politici, gli ideali di quel partito o movimento che si trasformerà in dittatura, devono sembrare legittimi e non pericolosi: la sua vera natura non è immediatamente manifesta né intelligibile; solo nella seconda fase la dittatura avrà acquisito abbastanza potere e si rivelerà tale imponendo le proprie decisioni anche senza l'approvazione della maggior parte della popolazione. Probabilmente esiste anche una fase intermedia che potrà, più o meno a lungo, sovrapporsi con la seconda: in questo periodo la dittatura inizia a fare scelte moralmente dubbie ma chi prima l'aveva sostenuta in buona fede, piuttosto che riconoscere il proprio errore di valutazione e opporsi a essa, si limita a storcere il naso e in qualche maniera trova giustificazioni per l'ingiustizia sempre più palese.»
[KGB] Questa è la sintesi delle mie conclusioni che nei passaggi seguenti approfondisco.
«Nella prima fase quindi la dittatura non si presenta come tale ma si legittima con giustificazioni più o meno speciose; magari talvolta le sue iniziative più dubbie sono viste come il male minore: non piacciono, fanno storcere il naso, una voce dal fondo dell'animo ci avverte che in esse c'è qualcosa di profondamente sbagliato anche se forse non evidente e non immediatamente definibile... ma non le diamo ascolto perché non si vedono alternative migliori.»
[KGB] Qui l’analogia mi pare evidente. Abbiamo avuto la pandemia che ha fornito motivazioni più o meno valide per imporre provvedimenti al limite (e spesso oltre) della Costituzione. Nella prima fase, più o meno direi nel 2020, le scelte del governo erano ancora giustificabili e si poteva semmai discutere se fossero corrette o meno.
Già però dalla primavera-estate del 2021 le prove scientifiche che dicevano cose diverse da quanto ripeteva la narrativa ufficiale hanno iniziato ad accumularsi. Ovviamente i media ufficiali hanno fatto di tutto per ignorarle ma a chi, come me, si informa anche da altri fonti decisamente più imparziali è diventato evidente che il governo italiano non agisse nell’interesse della salute pubblica o, almeno, non solo di quella. Chiaro poi che anche questa mia (e di altri!) consapevolezza è stata progressiva e si è sviluppata più o meno di pari passo con l’accumularsi di ricerche scientifiche che raccontavano frammenti importanti di verità ma che venivano sistematicamente ignorate e, preferibilmente, nascoste al grande pubblico dai media.
Credo che la mia descrizione del 2016 descriva perfettamente le sensazione che io e molti altri osservatori un po’ più attenti della media abbiamo avvertito nel corso di questa prima fase (2020 e primavera 2021 tanto per porre dei paletti arbitrari).
«Nella seconda fase viene fuori il lato peggiore dell'animo umano: nessuno vuole la dittatura ma pochi hanno il coraggio di opporsi perché, passato il punto di “non ritorno”, essa è ormai divenuta troppo forte. Opporsi significherebbe infatti mettere a repentaglio la propria vita e magari quella dei propri cari: si preferisce allora subire, evitare guai e non guardare là dove avvengono le ingiustizie.»
[KGB] Questo è chiaramente avvenuto col ricatto del verdepasso che costringeva a scegliere fra il lavoro oppure l’inoculazione coi vaccini sperimentali. Chiaro infatti che chi perde il lavoro non è più in grado di mantenere se stesso e la propria famiglia. La possibilità di scelta fornita dal governo era solo apparente dato che il costo dei continui tamponi necessari per ottenere il verdepasso erano a totale carico dei lavoratori. Inutile poi ricordare che, in autunno, la validità di tali permessi fu ridotta a pochi giorni costringendo quindi ad aumentare la frequenza dei tamponi con relativo aumento di disagio e spesa.
Come se non bastasse ulteriori limiti alla vita sociale sono stati arbitrariamente imposti progressivamente: dalla sciocchezza delle mascherine all’aperto alla ben più grave limitazione delle attività sociali per chi aveva il semplice verdepasso e non il famigerato superverdepasso…
Prevedibilmente molti si sono quindi rassegnati a subire l’ingiustizia anche a rischio della propria salute: del resto l’alternativa era la morte economica e sociale.
«Diviene quindi una domanda fondamentale chiedersi se sia sempre possibile riconoscere, durante la sua prima fase, se un certo movimento o partito politico abbia la potenzialità, una volta preso il potere ("fase due") di trasformarsi in una dittatura.»
[KGB] Ecco, qui si vede una prima differenza significativa rispetto alla mia previsione del 2016. In Italia non abbiamo una singola forza politica che minacci di trasformarsi in dittatura: tutte i partiti sono compatti nel sostenere il governo Draghi e le sue scellerate decisioni; anche l’unico partito all’opposizione, Fratelli d’Italia, segretamente le sostiene.
La mia spiegazione di questa unanimità è che tutti i partiti italiani (compresi M5S e Lega) sono sistemici. La teoria di cosa io intenda per “partito sistemico” è nella mia epitome ([E] 11.4). In breve si tratta di partiti che, sebbene non apertamente, hanno abdicato al loro ruolo di rappresentanti della popolazione e del suo interesse ma, al contrario, lavorano gomito a gomito con i parapoteri ([E] 4.1) economici per favorire proprio questi ultimi.
«Io credo che spesso sia possibile comprenderlo: per vincere i cuori e convincere le menti della popolazione, e raggiungere così la massa critica per la fase successiva, sono necessari degli ideali in cui credere. Questi ideali sono protomiti e a questa loro sfuggente essenza devono il proprio potere. Ad esempio il 99,9% della popolazione non vota un programma ma i miti che sovrappone a esso e con i quali si identifica.»
[KGB] in questo caso il protomito ([E] 2.2) che viene sfruttato è quello della “scienza”. La scienza non ha infatti, per sua natura, una voce unica: la politica e i media hanno quindi gioco facile nell’appropriarsi della sua autorità con la complicità di qualche scienziato (v. gli intellettuali organici in [E] 9.6) che, anche per semplice narcisismo, ama essere intervistato e mostrarsi alla televisione.
Anche il verdepasso è poi divenuto un mito: nato con la scusa di essere uno strumento per contenere la pandemia aveva evidentemente anche altri obiettivi. La riprova è che esso venga mantenuto anche in assenza di pandemia (a febbraio 2022 siamo agli sgoccioli e se a marzo arriverà il bel tempo il covid-19 sparirà almeno fino all’autunno. Lo so io e lo sanno tutti coloro che hanno un minimo seguito la dinamica della malattia: quindi anche il governo).
«Soprattutto si tende a non considerarne le estreme conseguenze: si considera il mito nel contesto attuale senza valutare i figli e figliastri che da esso potrebbero derivare. Il motivo è che nessuno vede il futuro e prevederlo in maniera attendibile, soprattutto se non si conoscono analogie a cui rifarsi, richiede un'analisi attenta e approfondita del mito.»
[KGB] infatti all’epoca dell’introduzione del verdepasso fummo in pochi a riuscire a prevedere come esso sarebbe potuto essere abusato (diventando una specie di prototipo ipocrita del sistema di credito sociale cinese): la maggioranza delle persone contrarie a esso si limitavano a considerarne la dubbia efficacia sanitaria.
«Voglio dire che, ad esempio, il nazionalismo estremo, all'inizio dello scorso secolo, era considerato un mito legittimo visto che non se ne erano sperimentate le sue deleterie degenerazioni: ancora oggi, gli italiani che ne patirono le conseguenze, percepiscono il mito del nazionalismo con sospetto perché, in un certo qual modo, hanno sviluppato degli anticorpi a esso.»
[KGB] Infatti: il nazionalismo non era avvertito come pericoloso dalla maggioranza degli italiani del primo dopoguerra, anzi; così oggi la maggioranza non vede pericoli concreti nel verdepasso. Sì, è chiaro che fa “qualche discriminazione sgradita” ma i più preferiscono ignorarle considerandole poco importanti e dato che comunque colpiscono una minoranza che “se l’è cercata”….
«È quindi nell'essenza dei miti di un'ideologia e soprattutto oltre essi, nelle loro possibili conseguenze, che si deve guardare per individuare le potenziali dittature. Ma non potrebbe una dittatura, una volta giunta alla “fase due”, abbandonare i vecchi miti, magari pacifici e innocui, sostituendoli con dei nuovi più pericolosi?»
[KGB] questo è un punto importante. Come farà il governo a sostenere una misura come il verdepasso in assenza di pandemia? È chiaro che dovrà progressivamente giustificarla in maniera diversa: dalla salute passerà forse alla sicurezza, non so. Vedremo.
«È un'operazione possibile ma sicuramente lunga, difficile e complessa: probabilmente fattibile solo nel caso in cui il nuovo mito fosse facilmente derivabile dal vecchio, ovvero se, appunto, ne fosse una delle sue estreme conseguenze.»
[KGB] beh, al momento la mia fiducia nella razionalità dei miei concittadini (ma anche dell’uomo in generale) sta crollando e temo che lo sforzo necessario per ingannare la maggioranza sia molto più piccolo di quanto pensassi.
« Inoltre la dittatura, a forza di ribadirli, inizia a credere veramente nei propri miti anche se, magari, inizialmente erano stati costruiti ad arte per accattivarsi l'approvazione della popolazione. [...] Per questo motivo i miti caratterizzanti la fase iniziale di un'ideologia, visto che difficilmente saranno cambiati, sono comunque già significativi.»
[KGB] Qui le cose stanno andando diversamente. Quando scrissi il paragrafo qui sopra avevo in mente un processo della durata di almeno un decennio: periodo durante il quale le idee e gli slogan si sedimentano e cristallizzano. Invece adesso tutto sta accadendo molto più velocemente. Del resto lo abbiamo visto anche nel comportamento del M5S: dal “mai con il PD” sono passati, nel giro di poco più di un anno, a farci un governo insieme. Probabilmente avevo sottovalutato la forza dei media capaci anche di capovolgere la realtà in brevissimo tempo.
«Diventa quindi fondamentale riuscire a immaginare come queste idee, in genere ritenute accettabili nel contesto storico del momento in cui vengono proposte, possano degenerare quando portate ai loro estremi.»
[KGB] In teoria è vero ma, come detto, anche cambiamenti ideologici bruschi sono oggi possibili.
«Io credo che, per quanto difficile, gli italiani negli anni che portarono all'ascesa del fascismo avrebbero avuto la possibilità di riconoscere in esso i germi della dittatura ma non ne ebbero però la capacità. Come scritto, sarebbe infatti occorso tempo, dedizione e cultura che pochi all'epoca potevano permettersi di avere.»
[KGB] Idem oggi.
«E oggi siamo liberi dal pericolo della dittatura?»
[KGB] questa è la domanda fondamentale.
«Sarebbe bello poter rispondere qualcosa del tipo “sì, adesso abbiamo capito e non ricadremo negli errori del passato” ma non è così. Il problema è che la storia non si ripete uguale a se stessa: adesso siamo per così dire “vaccinati” da ideologie che portino a dittature basate su miti nazionalistici o sulla “razza”. Di certo, a parte pochi esaltati, la stragrande maggioranza delle persone diffiderebbe di un partito che facesse propri tali ideali.»
[KGB] Tutto vero ma avete notato che usavo metafore con “anticorpi” e “vaccini”!?
«Ma come detto le manifestazioni con cui la storia si ripete variano ed evolvono: se l'ideologia (con i germi della dittatura) non fosse presentata da una specifica forza politica?»
[KGB] infatti adesso abbiamo l’intero arco politico che supporta i provvedimenti liberticidi.
«Se l'ideologia (con i germi della dittatura) non si basasse sugli ideali di “nazione” o “razza”?»
[KGB] Infatti adesso il cavallo di Troia è stata una misura sanitaria per il presunto contenimento della pandemia.
«Se l'ideologia fosse presentata non come tale ma come, ad esempio, un "provvedimento tecnico"?»
[KGB] Infatti il verdepasso e gli altri provvedimenti affini vengono proposti proprio come tali.
«Se apparisse per certi versi giustificabile?»
[KGB] Infatti è stato così: alla sua nascita era almeno parzialmente giustificabile (le prove scientifiche che ne dimostravano la totale inconsistenza sono arrivate nell’autunno 2021).
«Se avesse la generale approvazioni dei media?»
[KGB] Infatti è stato così: la sola voce che si sente sui media tradizionali è di favore cieco e incondizionato a tutti i provvedimenti del governo.
«Saremo realmente in grado di accorgerci del pericolo prima che fosse troppo tardi? Rispondo a queste domande con un'altra domanda (retorica): l'uomo di oggi ha il tempo, la capacità e la volontà di cogliere e studiare con attenzione specifici cambiamenti che influenzino la società contemporanea? La risposta è ovviamente “no”. Quando parlo di “uomo” non intendo infatti un singolo o pochi individui ma una fetta significativa della popolazione…
[KGB] Infatti...
«Come anno dopo anno, in inverno, ci ammaliamo di nuove forme di influenza così non siamo immuni ai nuovi pericoli che, assumendo forme mai viste prima, minacciano la nostra libertà futura.»
[KGB] E riecco la metafora medica! Comunque avevo ragione...
«Conclusione: il pericolo maggiore è però dato dal fatto che quando saremo vittima di una nuova dittatura sarà ormai troppo tardi per evitarla e sarà quindi estremamente difficile spezzarne le catene. Più in generale temo che sia nella natura dell'uomo non vedere la gabbia che gli viene lentamente costruita intorno e dalla quale, una volta chiusa, solo con grande fatica e sacrificio riuscirà, forse, a evadere...»
[KGB] Conclusione tragica ma vera.
Conclusione: che dire? Talvolta mi stupisco della mia stessa intuizione! Sembra quasi che riesca a cogliere impressioni dal futuro…
Comunque il punto è:
1. la minaccia di dittatura è reale.
2. la maggioranza non se ne rende conto o se lo renderà troppo tardi.
3. siamo evidentemente entrati in quella che ho definito essere la “fase intermedia”.
4. vedremo come il potere giustificherà l’esistenza del verdepasso in assenza di pandemia.
5. sfortunatamente avrà meno difficoltà a riuscirci di quanto supponevo nel 2016.
Voglio poi sottolineare che all’epoca il mio pezzo era puramente teorico: non credevo che avrei vissuto abbastanza a lungo da vedere personalmente questa trasformazione. Sicuramente avrei preferito non viverla. Come diceva un antico saggio cinese: “è sfortunato colui che vive in epoche interessanti”, meglio studiarle nei libri.
All’epoca mi chiedevo come fecero paesi come la Germania e l’Italia dell’inizio del XX secolo a scivolare nella dittatura: non mi interessavano tanto gli eventi specifici ma il processo psicologico che aveva impedito alle relative popolazioni di accorgersi di star cadendo in un baratro.
Da non esperto di niente, come al solito, sciolsi i guinzagli e feci correre libere le mie fedeli Fantasia e Intuizione. Poi rimisi tutto insieme con la mia capacità di analisi e sintesi e scrissi il pezzo sullodato.
Lo scorso maggio già notai che aspetti teorizzati nel mio vecchio pezzo iniziavano a verificarsi: mi riferisco al corto Dittatura del 13 maggio 2021 e all’articolo Di palo (covid-19) in frasca (dittatura) di pochi giorni dopo.
Nel frattempo abbiamo avuto il verdepasso e gli obblighi di vaccinazione per diverse fasce di popolazione si sono moltiplicati. Credo sia giunto il momento di verificare nuovamente lo stato della situazione.
Voglio quindi ripercorrere quanto scrissi nel 2016 alla luce degli eventi attuali e verificare le similitudini e le differenze. Tutte le citazioni seguenti sono quindi tratte dal pezzo L’origine della dittatura.
«Ogni tanto mi chiedo come abbiano fatto fascismo e nazismo a prendere il potere. È di per sé una domanda oziosa poiché le mie scarse conoscenze storiche dell'epoca risalgono a pochi ricordi scolastici e, quindi, ogni risposta che mi do è basata in pratica solo sulla mia intuizione e, pertanto, non è particolarmente affidabile né significativa.»
[KGB] Per ricordare quale fosse l’origine delle mie riflessioni.
«Sono dell'opinione che la maggior parte degli italiani e tedeschi non volessero la dittatura: sono infatti convinto che gli uomini, per natura, anelino alla giustizia e che solo l'incapacità collettiva li tenga lontani da essa. Nessuno vorrebbe la dittatura perché, oltre che per la sua insita ingiustizia, sa che in qualche maniera, magari anche marginale, finirà per esserne vittima. Eppure le dittature esistono e, in qualche maniera, riescono a raggiungere il potere.»
[KGB] Il mistero che volevo cercare di risolvere.
«La mia conclusione è che quindi esistano almeno due fasi nella "vita" di una dittatura: nella prima le idee, i programmi politici, gli ideali di quel partito o movimento che si trasformerà in dittatura, devono sembrare legittimi e non pericolosi: la sua vera natura non è immediatamente manifesta né intelligibile; solo nella seconda fase la dittatura avrà acquisito abbastanza potere e si rivelerà tale imponendo le proprie decisioni anche senza l'approvazione della maggior parte della popolazione. Probabilmente esiste anche una fase intermedia che potrà, più o meno a lungo, sovrapporsi con la seconda: in questo periodo la dittatura inizia a fare scelte moralmente dubbie ma chi prima l'aveva sostenuta in buona fede, piuttosto che riconoscere il proprio errore di valutazione e opporsi a essa, si limita a storcere il naso e in qualche maniera trova giustificazioni per l'ingiustizia sempre più palese.»
[KGB] Questa è la sintesi delle mie conclusioni che nei passaggi seguenti approfondisco.
«Nella prima fase quindi la dittatura non si presenta come tale ma si legittima con giustificazioni più o meno speciose; magari talvolta le sue iniziative più dubbie sono viste come il male minore: non piacciono, fanno storcere il naso, una voce dal fondo dell'animo ci avverte che in esse c'è qualcosa di profondamente sbagliato anche se forse non evidente e non immediatamente definibile... ma non le diamo ascolto perché non si vedono alternative migliori.»
[KGB] Qui l’analogia mi pare evidente. Abbiamo avuto la pandemia che ha fornito motivazioni più o meno valide per imporre provvedimenti al limite (e spesso oltre) della Costituzione. Nella prima fase, più o meno direi nel 2020, le scelte del governo erano ancora giustificabili e si poteva semmai discutere se fossero corrette o meno.
Già però dalla primavera-estate del 2021 le prove scientifiche che dicevano cose diverse da quanto ripeteva la narrativa ufficiale hanno iniziato ad accumularsi. Ovviamente i media ufficiali hanno fatto di tutto per ignorarle ma a chi, come me, si informa anche da altri fonti decisamente più imparziali è diventato evidente che il governo italiano non agisse nell’interesse della salute pubblica o, almeno, non solo di quella. Chiaro poi che anche questa mia (e di altri!) consapevolezza è stata progressiva e si è sviluppata più o meno di pari passo con l’accumularsi di ricerche scientifiche che raccontavano frammenti importanti di verità ma che venivano sistematicamente ignorate e, preferibilmente, nascoste al grande pubblico dai media.
Credo che la mia descrizione del 2016 descriva perfettamente le sensazione che io e molti altri osservatori un po’ più attenti della media abbiamo avvertito nel corso di questa prima fase (2020 e primavera 2021 tanto per porre dei paletti arbitrari).
«Nella seconda fase viene fuori il lato peggiore dell'animo umano: nessuno vuole la dittatura ma pochi hanno il coraggio di opporsi perché, passato il punto di “non ritorno”, essa è ormai divenuta troppo forte. Opporsi significherebbe infatti mettere a repentaglio la propria vita e magari quella dei propri cari: si preferisce allora subire, evitare guai e non guardare là dove avvengono le ingiustizie.»
[KGB] Questo è chiaramente avvenuto col ricatto del verdepasso che costringeva a scegliere fra il lavoro oppure l’inoculazione coi vaccini sperimentali. Chiaro infatti che chi perde il lavoro non è più in grado di mantenere se stesso e la propria famiglia. La possibilità di scelta fornita dal governo era solo apparente dato che il costo dei continui tamponi necessari per ottenere il verdepasso erano a totale carico dei lavoratori. Inutile poi ricordare che, in autunno, la validità di tali permessi fu ridotta a pochi giorni costringendo quindi ad aumentare la frequenza dei tamponi con relativo aumento di disagio e spesa.
Come se non bastasse ulteriori limiti alla vita sociale sono stati arbitrariamente imposti progressivamente: dalla sciocchezza delle mascherine all’aperto alla ben più grave limitazione delle attività sociali per chi aveva il semplice verdepasso e non il famigerato superverdepasso…
Prevedibilmente molti si sono quindi rassegnati a subire l’ingiustizia anche a rischio della propria salute: del resto l’alternativa era la morte economica e sociale.
«Diviene quindi una domanda fondamentale chiedersi se sia sempre possibile riconoscere, durante la sua prima fase, se un certo movimento o partito politico abbia la potenzialità, una volta preso il potere ("fase due") di trasformarsi in una dittatura.»
[KGB] Ecco, qui si vede una prima differenza significativa rispetto alla mia previsione del 2016. In Italia non abbiamo una singola forza politica che minacci di trasformarsi in dittatura: tutte i partiti sono compatti nel sostenere il governo Draghi e le sue scellerate decisioni; anche l’unico partito all’opposizione, Fratelli d’Italia, segretamente le sostiene.
La mia spiegazione di questa unanimità è che tutti i partiti italiani (compresi M5S e Lega) sono sistemici. La teoria di cosa io intenda per “partito sistemico” è nella mia epitome ([E] 11.4). In breve si tratta di partiti che, sebbene non apertamente, hanno abdicato al loro ruolo di rappresentanti della popolazione e del suo interesse ma, al contrario, lavorano gomito a gomito con i parapoteri ([E] 4.1) economici per favorire proprio questi ultimi.
«Io credo che spesso sia possibile comprenderlo: per vincere i cuori e convincere le menti della popolazione, e raggiungere così la massa critica per la fase successiva, sono necessari degli ideali in cui credere. Questi ideali sono protomiti e a questa loro sfuggente essenza devono il proprio potere. Ad esempio il 99,9% della popolazione non vota un programma ma i miti che sovrappone a esso e con i quali si identifica.»
[KGB] in questo caso il protomito ([E] 2.2) che viene sfruttato è quello della “scienza”. La scienza non ha infatti, per sua natura, una voce unica: la politica e i media hanno quindi gioco facile nell’appropriarsi della sua autorità con la complicità di qualche scienziato (v. gli intellettuali organici in [E] 9.6) che, anche per semplice narcisismo, ama essere intervistato e mostrarsi alla televisione.
Anche il verdepasso è poi divenuto un mito: nato con la scusa di essere uno strumento per contenere la pandemia aveva evidentemente anche altri obiettivi. La riprova è che esso venga mantenuto anche in assenza di pandemia (a febbraio 2022 siamo agli sgoccioli e se a marzo arriverà il bel tempo il covid-19 sparirà almeno fino all’autunno. Lo so io e lo sanno tutti coloro che hanno un minimo seguito la dinamica della malattia: quindi anche il governo).
«Soprattutto si tende a non considerarne le estreme conseguenze: si considera il mito nel contesto attuale senza valutare i figli e figliastri che da esso potrebbero derivare. Il motivo è che nessuno vede il futuro e prevederlo in maniera attendibile, soprattutto se non si conoscono analogie a cui rifarsi, richiede un'analisi attenta e approfondita del mito.»
[KGB] infatti all’epoca dell’introduzione del verdepasso fummo in pochi a riuscire a prevedere come esso sarebbe potuto essere abusato (diventando una specie di prototipo ipocrita del sistema di credito sociale cinese): la maggioranza delle persone contrarie a esso si limitavano a considerarne la dubbia efficacia sanitaria.
«Voglio dire che, ad esempio, il nazionalismo estremo, all'inizio dello scorso secolo, era considerato un mito legittimo visto che non se ne erano sperimentate le sue deleterie degenerazioni: ancora oggi, gli italiani che ne patirono le conseguenze, percepiscono il mito del nazionalismo con sospetto perché, in un certo qual modo, hanno sviluppato degli anticorpi a esso.»
[KGB] Infatti: il nazionalismo non era avvertito come pericoloso dalla maggioranza degli italiani del primo dopoguerra, anzi; così oggi la maggioranza non vede pericoli concreti nel verdepasso. Sì, è chiaro che fa “qualche discriminazione sgradita” ma i più preferiscono ignorarle considerandole poco importanti e dato che comunque colpiscono una minoranza che “se l’è cercata”….
«È quindi nell'essenza dei miti di un'ideologia e soprattutto oltre essi, nelle loro possibili conseguenze, che si deve guardare per individuare le potenziali dittature. Ma non potrebbe una dittatura, una volta giunta alla “fase due”, abbandonare i vecchi miti, magari pacifici e innocui, sostituendoli con dei nuovi più pericolosi?»
[KGB] questo è un punto importante. Come farà il governo a sostenere una misura come il verdepasso in assenza di pandemia? È chiaro che dovrà progressivamente giustificarla in maniera diversa: dalla salute passerà forse alla sicurezza, non so. Vedremo.
«È un'operazione possibile ma sicuramente lunga, difficile e complessa: probabilmente fattibile solo nel caso in cui il nuovo mito fosse facilmente derivabile dal vecchio, ovvero se, appunto, ne fosse una delle sue estreme conseguenze.»
[KGB] beh, al momento la mia fiducia nella razionalità dei miei concittadini (ma anche dell’uomo in generale) sta crollando e temo che lo sforzo necessario per ingannare la maggioranza sia molto più piccolo di quanto pensassi.
« Inoltre la dittatura, a forza di ribadirli, inizia a credere veramente nei propri miti anche se, magari, inizialmente erano stati costruiti ad arte per accattivarsi l'approvazione della popolazione. [...] Per questo motivo i miti caratterizzanti la fase iniziale di un'ideologia, visto che difficilmente saranno cambiati, sono comunque già significativi.»
[KGB] Qui le cose stanno andando diversamente. Quando scrissi il paragrafo qui sopra avevo in mente un processo della durata di almeno un decennio: periodo durante il quale le idee e gli slogan si sedimentano e cristallizzano. Invece adesso tutto sta accadendo molto più velocemente. Del resto lo abbiamo visto anche nel comportamento del M5S: dal “mai con il PD” sono passati, nel giro di poco più di un anno, a farci un governo insieme. Probabilmente avevo sottovalutato la forza dei media capaci anche di capovolgere la realtà in brevissimo tempo.
«Diventa quindi fondamentale riuscire a immaginare come queste idee, in genere ritenute accettabili nel contesto storico del momento in cui vengono proposte, possano degenerare quando portate ai loro estremi.»
[KGB] In teoria è vero ma, come detto, anche cambiamenti ideologici bruschi sono oggi possibili.
«Io credo che, per quanto difficile, gli italiani negli anni che portarono all'ascesa del fascismo avrebbero avuto la possibilità di riconoscere in esso i germi della dittatura ma non ne ebbero però la capacità. Come scritto, sarebbe infatti occorso tempo, dedizione e cultura che pochi all'epoca potevano permettersi di avere.»
[KGB] Idem oggi.
«E oggi siamo liberi dal pericolo della dittatura?»
[KGB] questa è la domanda fondamentale.
«Sarebbe bello poter rispondere qualcosa del tipo “sì, adesso abbiamo capito e non ricadremo negli errori del passato” ma non è così. Il problema è che la storia non si ripete uguale a se stessa: adesso siamo per così dire “vaccinati” da ideologie che portino a dittature basate su miti nazionalistici o sulla “razza”. Di certo, a parte pochi esaltati, la stragrande maggioranza delle persone diffiderebbe di un partito che facesse propri tali ideali.»
[KGB] Tutto vero ma avete notato che usavo metafore con “anticorpi” e “vaccini”!?
«Ma come detto le manifestazioni con cui la storia si ripete variano ed evolvono: se l'ideologia (con i germi della dittatura) non fosse presentata da una specifica forza politica?»
[KGB] infatti adesso abbiamo l’intero arco politico che supporta i provvedimenti liberticidi.
«Se l'ideologia (con i germi della dittatura) non si basasse sugli ideali di “nazione” o “razza”?»
[KGB] Infatti adesso il cavallo di Troia è stata una misura sanitaria per il presunto contenimento della pandemia.
«Se l'ideologia fosse presentata non come tale ma come, ad esempio, un "provvedimento tecnico"?»
[KGB] Infatti il verdepasso e gli altri provvedimenti affini vengono proposti proprio come tali.
«Se apparisse per certi versi giustificabile?»
[KGB] Infatti è stato così: alla sua nascita era almeno parzialmente giustificabile (le prove scientifiche che ne dimostravano la totale inconsistenza sono arrivate nell’autunno 2021).
«Se avesse la generale approvazioni dei media?»
[KGB] Infatti è stato così: la sola voce che si sente sui media tradizionali è di favore cieco e incondizionato a tutti i provvedimenti del governo.
«Saremo realmente in grado di accorgerci del pericolo prima che fosse troppo tardi? Rispondo a queste domande con un'altra domanda (retorica): l'uomo di oggi ha il tempo, la capacità e la volontà di cogliere e studiare con attenzione specifici cambiamenti che influenzino la società contemporanea? La risposta è ovviamente “no”. Quando parlo di “uomo” non intendo infatti un singolo o pochi individui ma una fetta significativa della popolazione…
[KGB] Infatti...
«Come anno dopo anno, in inverno, ci ammaliamo di nuove forme di influenza così non siamo immuni ai nuovi pericoli che, assumendo forme mai viste prima, minacciano la nostra libertà futura.»
[KGB] E riecco la metafora medica! Comunque avevo ragione...
«Conclusione: il pericolo maggiore è però dato dal fatto che quando saremo vittima di una nuova dittatura sarà ormai troppo tardi per evitarla e sarà quindi estremamente difficile spezzarne le catene. Più in generale temo che sia nella natura dell'uomo non vedere la gabbia che gli viene lentamente costruita intorno e dalla quale, una volta chiusa, solo con grande fatica e sacrificio riuscirà, forse, a evadere...»
[KGB] Conclusione tragica ma vera.
Conclusione: che dire? Talvolta mi stupisco della mia stessa intuizione! Sembra quasi che riesca a cogliere impressioni dal futuro…
Comunque il punto è:
1. la minaccia di dittatura è reale.
2. la maggioranza non se ne rende conto o se lo renderà troppo tardi.
3. siamo evidentemente entrati in quella che ho definito essere la “fase intermedia”.
4. vedremo come il potere giustificherà l’esistenza del verdepasso in assenza di pandemia.
5. sfortunatamente avrà meno difficoltà a riuscirci di quanto supponevo nel 2016.
Voglio poi sottolineare che all’epoca il mio pezzo era puramente teorico: non credevo che avrei vissuto abbastanza a lungo da vedere personalmente questa trasformazione. Sicuramente avrei preferito non viverla. Come diceva un antico saggio cinese: “è sfortunato colui che vive in epoche interessanti”, meglio studiarle nei libri.
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