Notizia: The land where Covid is now no worse than a cold di Paul Nuki, Richard Orange e Sarah Newey su Telegraph.co.uk
In Danimarca dal 31 gennaio sono state eliminate tutte le restrizioni legate al COVID-19.
Per dare l’idea anche chi risulta positivo non è costretto a stare a casa. Eppure il numero di infezioni è alle stelle (*0). Perché quindi?
Perché la Danimarca segue la scienza: quella vera, non quella che fa comodo e, magari, basata sui comunicati stampa delle case farmaceutiche.
Ormai la variante Omicron-2 è considerata alla stregua di un comune raffreddore e non ha quindi più senso cercare di contenerla visto che, oltretutto, ha il vantaggio di immunizzare naturalmente dalla malattia.
Le persone si fidano del proprio governo che, guarda caso, invece di trattare la popolazione come dei bambini cretini, raccontandogli favole più o meno credibili, ha sempre cercato di fare il loro bene assumendosi le proprie responsabilità (*4): quando si è accorto di commettere un errore non ha pervicacemente continuato a farlo ma l’ha ammesso e ha cambiato strategia (*1).
In pratica c’è una sorta di accordo sociale in Danimarca in cui i più anziani e vaccinati, consapevoli di essere i più a rischio, sanno di dover stare più attenti e che eventuali restrizioni avrebbero penalizzato invece i più giovani (*2).
Nei paesi, diciamo, a “democrazia limitata” invece ormai da mesi neppure si finge più di seguire i dati scientifici: si prendono decisioni arbitrarie, talvolta assurde, il cui vero scopo non è infatti medico. Anzi si aiutano le case farmaceutiche a smaltire i fondi di magazzino dei vaccini che, in pratica, non servono più.
Non voglio approfondire. La politica italiana mi disgusta e preferisco non ripetere le solite cose che del resto ho già scritto in pezzi precedenti.
Eppure quando leggo “Danimarca” per associazione di idee mi torna in mente “La banalità del male” della Arandt. La Danimarca fu l’unico paese europeo occupato dai nazisti dove gli ebrei deportati furono pochissimi mentre la maggior parte si salvò grazie all’aiuto spontaneo del resto della popolazione. Di contro in Italia è nato il fascismo. Questo la dice lunga sulla diversa sensibilità democratica delle rispettive popolazioni.
E gli effetti si vedono nella gestione di questa pandemia.
Voglio copiare un commento trovato in linea. Chiaramente è l’opinione (tradotta da me dall’inglese) di un singolo, prendetela quindi come tale, ma mi pare indicativa:
«Salve John [Dr. Campbell].
Un aggiornamento da un cittadino danese: ti posso dire che l’approccio danese al covid-19 si è mostrato funzionare benissimo in molte maniere. Come hai menzionato nel tuo video, ci sono state solo poche morti, ma oltre a ciò i programmi di assistenza del governo alle imprese e agli individui hanno contribuito a un aumento della compravendita di case e non solo; anche il commercio in generale durante l’epidemia è cresciuto enormemente. Come risultato la Danimarca è in verità uscita bene dalla pandemia con pochissime fallimenti e con un’economia che è più forte di prima. La nostra disoccupazione è solo al 2,5% e non è cresciuta molto durante la pandemia. Io sono sempre in guardia contro qualsiasi governo. Si deve ricordare che essi hanno un grande potere. Ma devo ammettere che sono molto felice della maniera in cui è stata gestita questa crisi.»
Da noi invece c’è chi si vanta, convinto di aver fatto chissà quale miracolo, per aver distrutto l’economia, aver contribuito ad aumentare significativamente il numero di morti e per aver adottato delle misure discriminatorie prive di qualsiasi giustificazione scientifica...
Conclusione: sarà interessante vedere quale esempio seguiranno i paesi europei: quello scientifico e democratico danese o la discriminazione arbitraria e senza basi scientifiche italiana?
Anni fa avrei detto senza esitazione che avrebbe prevalso il buon senso e che tutti si sarebbero adeguati alla logica danese (*5) ma la cronaca ci racconta che anche altri stati usano lo spauracchio del COVID-19 per “altri scopi” oltre all’Italia: Austria e Francia (*3). Insomma non me la sento di fare previsioni dato che bisognerebbe conoscere i dettagli delle relative situazioni politiche/sanitarie.
Nota (*0): prevedono di raggiungere il picco a metà febbraio e comunque la situazione negli ospedali è sotto controllo (di certo aiuta non aver fatto i tagli alla spesa come in Italia) e la Danimarca ha la minor mortalità in Europa (e forse nel mondo).
Nota (*1): per esempio hanno introdotto la vaccinazione con aspirazione nonostante venga eseguita alla spalla. Risultato: in proporzione solo un terzo delle miocarditi rispetto alla Norvegia (dove non si aspira). Da noi invece il mantra è ancora quello di “zero controindicazioni” figuriamoci se è possibile fare questi raffronti…
Nota (*2): da noi invece siamo alla follia e si vogliono vaccinare perfino i bambini.
Nota (*3): l’Australia è secondo me un caso a parte: grazie al suo isolamento aveva evitato le precedenti ondate di pandemia col risultato però che la sua popolazione è particolarmente vulnerabile e non protetta dall’immunità naturale.
Nota (*4): Senza incolpare parti della società per la propria incompetenza e inadeguatezza. Guardate, al contrario, lo scaricabarile italiano in cui tutte le colpe sono riversate sui non vaccinati!
Nota (*5): Ah! fra circa una settimana anche la Svezia dovrebbe togliere ogni restrizione...
alla prima stazione
1 ora fa
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