Qualche giorno fa ho finalmente recuperato una copia stampata della mia Epitome che una mia amica si era impegnata a leggere segnalandomi eventuali errori.
Mi aspettavo solo qualche sporadico refuso ma invece ha fatto un lavoro eccezionale che ha fatto emergere più di un aspetto interessante.
Per esempio ha individuato molte ripetizioni in frasi diverse: il motivo è che tendo a fidarmi poco delle capacità dei miei lettori e quindi esprimo esplicitamente tutti i soggetti: questo appesantisce però il testo inutilmente. In molti casi infatti ho ecceduto e, anche mantenendo il soggetto implicito, non c’è pericolo di fraintendimenti.
Poi, prevedibilmente, i refusi sono tanti: ciò che mi ha stupito è che fossero così tanti considerato che avevo già fatto una rilettura molto approfondita e attenta dell’intera opera. Evidentemente il mio cervello si rifiuta di notare i piccoli errori e si concentra più sul significato generale: in realtà è normale perché l’occhio legge quello che si aspetta di trovare. So che un trucco per evitare questo problema (neurocognitivo) è leggere le frasi al contrario ma onestamente non ci provo nemmeno con oltre 400 pagine di testo!
Un altro tipo di ripetizioni che mi ha individuato sono quelle all’interno di uno stesso sottocapitolo di concetti espressi già pochi paragrafi prima: in parte è colpa delle continue aggiunte. A volte mi dimentico che ho già inserito un’idea e così la ripropongo in un’altra parte del capitolo. Brava però ad aver letto con l’attenzione necessaria a notare questo problema!
Un paio di errori poi erano davvero grossi e non riesco a capire come abbia fatto a non notarli da solo. Per esempio da N versioni c’era questo refuso assurdo: «… il risultato complessivo di portare favorire pochi rispetto ...».
Qua e là mi ha segnalato anche delle frasi che le tornavano poco e che quindi ho riscritto cercando di semplificarle. A volte mi ha segnalato anche delle ripetizioni di concetti già espressi nei capitoli precedenti: in realtà questo tipo di ripetizioni, come spiegato nella premessa, sono volute perché preferisco spendere due parole in più che essere frainteso ma, di nuovo, ho apprezzato l’attenzione della sua lettura.
Più raramente ha fatto anche dei commenti più articolati sul contenuto che a volte ho seguito e a volte no. Spesso per esempio erano suggerimenti su chiarimenti che però erano già presenti nel prosieguo dell’opera.
Per adesso ho trovato solo un commento dove si diceva in totale disaccordo su uno specifico passaggio sulla percezione delle diseguaglianze: non ho cambiato il testo perché in tal caso ho trovato più conferme da fonti attendibili che il fenomeno è come l’ho descritto io.
Infine, di tanto in tanto, mi ha suggerito sinonimi per qualche parola o locuzione: in genere, se la mia versione non mi piaceva nettamente di più, cioè anche quando mi sembravano equivalenti, ho comunque adottato il suo suggerimento visto che si era presa la briga di segnalarmelo.
Per adesso, in un giorno di lavoro, ho inserito le sue correzioni per i primi 13 capitoli: sono molto contento del risultato, non credevo che il suo aiuto potesse essermi così utile. Adesso capisco che i ringraziamenti a Tizio e Caio che si trovano in quasi ogni libro sono veramente sentiti e non messi così tanto per fare!
Più in generale posso dire che l’Epitome è cresciuta per adesso di 12 pagine ma non prevedo ulteriori grosse aggiunte. Volevo rileggere/correggere qualche sottocapitolo qua e là, a campione, e ho da sviluppare ancora qualche nota minore appuntata sul mio quadernone.
Poi avrei da lavorare sulle epigrafi ma credo che le rimanderò a una successiva versione 1.9.1…
Conclusione: ancora non so quando pubblicherò la nuova versione 1.9.0 perché non sta scattando il consueto meccanismo psicologico “mi manca poco voglio terminare alla svelta” e me la sto prendendo con assoluta calma. Comunque direi che entro la fine di febbraio dovrei decidermi a concludere anche questa versione…
alla prima stazione
1 ora fa
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