Tanto per cambiare una mia opinione in controtendenza rispetto al comune sentire.
Sono contrario al voto degli italiani all'estero: lo sono sempre (*1) stato. Lo ricordo bene perché mio zio era invece favorevole.
La mia argomentazione è che, chi vive all'estero, non ha il polso della situazione, della vita reale, e quindi, non avendo un'idea chiara di quello che succede nel paese, non può votare con cognizione di causa. Il voto dell'italiano all'estero diventa quindi, seppure animato dalle migliori intenzioni, casuale e pertanto nocivo per la democrazia.
Mio zio diceva invece che, al contrario, gli italiani residenti all'estero possono informarsi sui giornali stranieri che sicuramente sono più imparziali dei nostri e danno quindi una visione dell'Italia meno distorta.
Io, che in quel periodo abitavo all'estero, gli feci notare un paio di cose: la prima che, tramite internet, era possibile leggere la versione in linea dei principali quotidiani nazionali, Corriere.it e Repubblica.it, che all'epoca (e tuttora!) consideravo tutt'altro che imparziali (*2); la seconda è che i giornali esteri, piuttosto che avere posizioni autonome, finivano per ricalcare le opinioni dei giornali italiani (*3).
Alla fine lo zio, forse anche a causa dei risultati elettorali delle circoscrizioni estere, opposti a quanto si aspettava, mi dette ragione...
La democrazia già di suo, e specialmente quella italiana, ha molti problemi strutturali che portano a una grande inefficienza. Il fondamentale meccanismo del voto, che deve premiare chi fa bene e punire chi fa male, è prono a incepparsi per decine di ragioni diverse (v. i miei post Democrazia (1/3) e seguenti). Per questo, il voto degli italiani all'estero, basato quasi esclusivamente sulla lettura di giornali che forniscono una visione distorta della realtà, equivale a gettare sabbia sul meccanismo democratico.
Nota (*1): be, almeno da prima che fosse fatta l'attuale legge...
Nota (*2): entrambi di parte ma in maniera diversa, la Repubblica apertamente anti-berlusconiana (*4), con la bava alla bocca e fiera d'esserlo. Il Corriere, anch'esso anti-berlusconiano (*4), ma in maniera più ipocrita, facendo cioè finta di essere imparziale ma usando invece tutti i trucchetti giornalistici per screditare e ridicolizzare la parte avversa.
Nota (*3): col risultato che poi i giornali italiani rilanciavano gli stessi articoli dei giornali esteri usandoli come conferma delle proprie opinioni! In pochi anni mi è capitato di osservare decine e decine di volte questo buffo paradosso giornalistico: insomma in qualche maniera i giornali italiani hanno trovato la maniera per “suonarsela e cantarsela” allo stesso tempo!
Nota (*4): e adesso, in verità insieme a tutti gli altri media, fortemente avversi anche al M5S a dimostrazione che l'essere anti-berlusconiani non era contro una parte in quanto tale (cioè per delle carenze morali/politiche della stessa) ma perché si tratta di giornali piegati al servizio di una sola parte (e quindi sparano a zero contro qualsiasi partito/movimento opposto a quello che servono).
L'esempio di Benjamin Franklin
10 ore fa
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