L'esercizio dell'identificazione della tonalità del brano dei Judas Priest “The Hellion” si è dimostrato meno banale del previsto: mi era parso di aver capito la teoria ma, all'atto pratico, mi sono reso conto di aver più di qualche dubbio...
In questo pezzo non ho quindi intenzione di inventarmi niente di nuovo quanto piuttosto di chiarire a me stesso. Siccome i concetti sono interessanti ne faccio un intervento sia per mio futuro riferimento che per i lettori curiosi.
Tonalità
Cos'è una tonalità? Una tonalità è un insieme di note che hanno la proprietà di suonare "bene" insieme e che risultano “piacevoli” all'orecchio.
Questa definizione è straordinariamente arbitraria e infatti nasconde due verità di psico acustica che ne stanno alla base: la prima è che il gusto per la musica è condizionato dall'abitudine, da quando appena bambini, ci viene cantata la canzoncina Tanti auguri; la seconda è che l'orecchio di una persona comune (non cioè di un musicista allenato) riconosce facilmente non le singole note ma la differenza fra di esse: non riconosce cioè se due note sono un DO e un RE ma si accorge che la differenza fra queste è di due semitoni.
Detto questo, noi occidentali, siamo abituati fin da piccoli ad ascoltare musica basata sulla “tonalità di DO” e altre a questa “affini” (v. dopo cosa si intenda per affinità).
Come spiegato, questo fa sì che il nostro orecchio non si abitui tanto a specifiche note quanto a specifiche differenze di semitoni.
Come si vede dalla fig. 1 la tonalità di DO è caratterizzata dall'usuale sequenza: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, ovvero nota, spazio, nota, spazio, nota, nota, spazio, nota, spazio, nota, spazio, nota o, più semplicemente, 101011010101. Da sottolineare come la prima nota di questa sequenza, che dà il nome alla tonalità, è un DO.
Ora se per qualche motivo vogliamo alzare la frequenza del nostro brano (ad esempio per cantarlo più agevolmente) di una “nota” e ci limitiamo a trasformare i DO in RE, i RE in MI, i MI in FA etc scopriremo di non essere più in grado di riconoscere la nostra melodia!
Il motivo, per quanto spiegato, è banale. Basta osservare gli intervalli relativi alla sequenza ottenuta (v. Fig. 2):
La sequenza ottenuta è infatti 101101010110 che è ben diversa (*1) da quella a cui è abituato il nostro orecchio che è, come si è visto, 101011010101.
In pratica nulla ci vieta di scegliere come nota iniziale quella che preferiamo (in questo caso il RE) ma è fondamentale che la distanza fra le note che compongono la relativa tonalità siano le stesse di quella di DO.
Semplicemente affiancando la sequenza note/spazi della tonalità di DO è possibile identificare quali debbano essere le note della tonalità di RE:
Come si vede (Fig. 3) la sequenza corretta di note che compongono la tonalità di RE è: RE, MI, FA#, SOL, LA, SI e DO#.
In breve quello che conta non sono le note ma la distanza fra queste: scelta una qualsiasi nota di partenza, per trovare le altre note che compongono la relativa tonalità, basta selezionare quelle in corrispondenza degli 1 nella sequenza 101011010101.
Facciamo un altro esempio che permetta anche di spiegare il perché a volte si preferisca esprimere le note con il bemolle (b; abbassa di un semitono la nota corrispondente) invece che col diesis (#; alza di un semitono la nota corrispondente)...
Proviamo a individuare la tonalità di DO#:
Applicando il procedimento precedentemente spiegato (Fig. 4) si ottiene che le note corrispondenti alla tonalità sono: DO#, RE#, FA, FA#, SOL#, LA# e DO.
Le note scritte in questo modo a me non danno nessun fastidio ma i veri musicisti invece inorridiscono: ciò che li disturba sono le coppie di note DO/DO# e FA/FA# probabilmente perché non è possibile indicarle contemporaneamente sul pentagramma grazie a una specifica armatura di chiave.
La soluzione dei musicisti è quella di esprimere, tutte le note col diesis, con le loro equivalenti modificate dal bemolle.
Il risultato è: REb, MIb, FA, SOLb, LAb, SIb e DO. Questo perché DO# e REb (e analogamente per tutte le altre coppie sostituite) indicano la stessa esatta nota con la differenza però che adesso non è più un problema inserire queste note in un pentagramma con un'apposita armatura (quella con cinque bemolli).
Modo
Fra le sette notte di una tonalità ci sarà una nota che ricorre più spesso delle altre e sulla quale la melodia si appoggia: essa è detta tonica o fondamentale e specifica il modo della tonalità.
Ovviamente ci sono 7 diversi modi corrispondenti a ciascuna delle note di una tonalità.
Quando la tonica corrisponde alla prima nota della sequenza allora il modo della tonalità è detto maggiore.
In altre parole se la tonalità di DO ha come tonica il DO allora è detta tonalità di DO maggiore; analogamente se la tonalità di RE ha il RE come tonica allora è chiamata tonalità di RE maggiore; infine se la tonalità di REb ha il REb come tonica allora è chiamata tonalita di REb maggiore.
Quando invece la tonica è la sesta nota della sequenza allora il modo è chiamato minore.
Ad esempio nella tonalità di DO la 6° note è il LA mentre, negli altri due esempi, si hanno il SI per la tonalità di RE e SIb per la tonalità di REb.
Secondo me quando la tonalità di DO ha come tonica il LA allora sarebbe logico chiamarla “tonalità di DO minore”: sfortunatamente i musicisti non la pensano come me e il nome corretto diventa tonalità di LA minore...
Per curiosità i sette possibili modi sono anche detti:
Tonica 1° nota: → ionico o maggiore
Tonica 2° nota: → dorico
Tonica 3° nota: → frigio
Tonica 4° nota: → lidio
Tonica 5° nota: → misolidio
Tonica 6° nota: → eolio o minore
Tonica 7° nota: → locrio
Ma comunemente la tonica è la 1° o la 6° nota...
Modificato 14/4/2014: Uhmmm... non sono più sicuro che quanto scritto da questo punto in poi sia corretto...
Ma passiamo al brano The Hellion (Fig. 5). Per prima cosa identifico le note del ritornello che suono infischiandomene della loro durata e delle diverse ottave:
Si osserva facilmente che la tonica dovrebbe essere il SI con 5 occorrenze o, in subordine, il SOL con 4: il problema è che analizzando solo quattro battute non possiamo esserne sicuri!
L'altra caratteristica che si può verificare è che la sequenza di note è sovrapponibile a una tonalità (ovvero con la sequenza 101011010101 dopo un'opportuna traslazione) ma devo capire come identificare quale!
Ok è facile! Basta identificare la nota da cui dovrebbe partire la sequenza 101011010101 per sovrapporsi esattamente alle 7 note della melodia!
In questo caso la nota è il SOL e dunque la tonalità di questo brano dovrebbe essere:
1) Tonalità di SOL in modo frigio (se la tonica è il SI)
2) Tonalità di SOL maggiore (se la tonica è il SOL)
Ora non mi resta che segnalare questo pezzo al mio maestro per sapere se ho scritto qualche scelleratezza!
Nota (*1): In fase di rilettura mi sono accorto di un errore! In realtà si tratta di una sottigliezza: la sequenza “errata” 101101010110, come si vedrà in seguito, non è errata ma è solamente la stessa tonalità di Do traslata di due posizioni a sinistra... Evidentemente ciò che in questo caso provoca disorientamento all'ascolto non sono le note (che appartengono ancora alla tonalità di DO) quanto la differenza fra le stesse: nella melodia originale fra la seconda e terza nota c'erano due semitoni mentre nella nuova versione ce n'è solo uno!
L'esempio di Benjamin Franklin
10 ore fa
Ciao, premesso che ho solo guardato le figure (ahah) ti faccio due annotazioni:
RispondiElimina- a meno che non sia una canzone veramente stramba, non possono esistere nella tonalità due accordi con lo stesso nome di tonica (es. SOL e SOLb, sono in realtà SOL e FA#: enarmonia si ma per correttezza è meglio la seconda versione.)
- tu ti stai basando sulle toniche degli accordi per stabilire la tonalità del brano (ripeto, ho visto le figure :) ma ti aiuterebbe prima scoprire il tipo di accordo, o triade, o quadriade si cela su quella tonica (sicuramente delle canzoni che hai suonato saprai solo i power chords... e non ti aiutano molto dato che il grado importante è la III)