«Si tratta di un'opera giovanile di Austen, che intendeva fare la parodia del Romanzo Gotico tradizionale (tipo Radcliffe o Monk Lewis), mostrando come il vero "male" non sia un'entità metafisico-immanente, ma il nascente capitalismo, sotto le spoglie del padre di Henry Tilney...non a caso Marx adorava i romanzi della Austen. "Northanger Abbey" non è uno dei romanzi più apprezzati (hai azzeccato anche questo), perché era stato scritto per la cerchia familiare (ecco perché, come hai scritto, si sente che l'autrice non vuole compiacere il pubblico, ma solo divertirlo :).»
Chi sarà mai l'autore di questo commento? Dunque, l'Anonimo adopera un linguaggio preciso e dimostra una notevole conoscenza della materia: mi pare evidente che si tratti di mia cugina...
Lo posso affermare con notevole certezza perché qualche giorno fa era a cena da me e le ho fatto leggere il pezzo Northanger: l'ho lasciata al calcolatore per qualche minuto e, quando sono tornato, ancora spippolava sulla tastiera...
Mentre preparavo da mangiare ne abbiamo riparlato e ha aggiunto dei particolari. Secondo lei non è vero che il romanzo sia così semplice come io l'ho descritto: per apprezzarlo veramente è necessaria una seconda lettura.
A supporto di questa sua tesi mi ha fornito numerosi elementi che a prima vista possono sfuggire: ad esempio la dimora di Henry Tilney non è un castello ma un'abbazia. Mi ha spiegato che si trattava di beni sottratti alla chiesa cattolica da Enrico VIII e ridistribuiti alla nuova aristocrazia...
Secondo lei inoltre, il motivo per cui l'Inghilterra descritta dalla Austen è così diversa da quella di Dickens è che, nei pochi decenni che intercorrono fra i due autori, la rivoluzione industriale ha già avuto luogo: la Austen ne vede i prodromi mentre Dickens gli effetti.
Non solo: nella concezione sociale della Austen gli industriali sfruttano i propri operai, al contrario l'aristocrazia si prendeva cura dei propri servitori e aveva quindi un ruolo di “ammortizzatore” sociale.
Credo mi abbia dato molte altre informazioni ma, siccome stavo cucinando e ormai sono passati un paio di giorni, non mi ricordo altro (*1)...
Stanotte, causa insonnia, ci ho ripensato e ho rielaborato quanto letto alla luce dei nuovi dati.
Northanger Abbey fu pubblicato postumo ma in realtà si tratta di una delle prime opere della Austen che lo scrisse nel 1798-99 quando aveva 23-24 anni.
A questa età è senz'altro possibile intuire le dinamiche che prenderà la società, come ad esempio il ruolo dell'industria, ma è anche vero che non tutto quello che si intuisce è pienamente assimilato dalla coscienza.
La mia sensazione è infatti che sia possibile che la Austen, già all'epoca di Northanger Abbey, disprezzasse gli industriali, i nuovi ricchi senza scrupoli, eppure non sono convinto che andasse oltre una superficiale antipatia. Cioè mi pare in tale romanzo manchi la volontà precisa di “dimostrare come il nascente capitalismo sia il vero male”. Mi pare che piuttosto questo sia un effetto collaterale, per giunta offuscato da altri elementi.
Prima di tutto, oltre al generale, le altre due figure negative del romanzo, la falsa amica e lo spasimante indesiderato, appartengono alla stessa fascia sociale dell'eroina: quella che vive su “rendite” di svariate sterline.
E poi non è evidente che il generale sia un industriale: a dire il vero c'è un accenno a un circolo a cui lui si reca e può darsi che solo questo dettaglio basti a identificarlo come tale (*2)...
Di sicuro il generale si compiace con falsa noncuranza della propria ricchezza che a volte, invece, fallisce nell'impressionare adeguatamente l'eroina...
Comunque, a parte questa sua venalità, anche il generale non sembra una figura completamente negativa. I figli del generale, amici dell'eroina, le assicurano che quando la moglie morì per molto tempo lui patì il lutto...
Semmai la figura più equivoca, una specie di buco nero sul quale il romanzo non fa luce, è il figlio maggiore del generale. Egli infatti, col suo comportamento, induce la falsa amica dell'eroina a rompere il fidanzamento con il fratello di lei: ecco, le motivazioni di lui sono completamente oscure e il romanzo, per quanto ci si soffermi, non fa nemmeno un tentativo per ipotizzarle....
Riguardo alla parodia di romanzo gotico non sono sicuro ma anche qui mi pare che ci sia solo un accenno e che, soprattutto, l'intento non vada oltre a quello di far sorridere il lettore.
Comunque voglio proprio leggere The mysteries of Udolpho, il romanzo gotico di Ann Radcliffe, più volte citato dall'eroina!
In conclusione credo che sia possibilissimo che sia presente l'elemento di denuncia del nascente capitalismo ma penso che questa consapevolezza sia ancora in stato embrionale e non sia comunque lo scopo del romanzo...
Nota (*1): a essere pignoli mi ricordo benissimo di un suo accenno a una mia intuizione particolarmente sottile ma, essendo stata volutamente vaga e oscura (prima dovrò leggere Mansfield Park!), mi è parso inutile citarlo...
Nota (*2): non resisto e vado a controllare... No, niente... non sono riuscito a ritrovare l'accenno al circolo che mi ricordavo...
Se tutto è antisemitismo
1 ora fa
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