Provo a scrivere un post noioso (nel senso che mi costa fatica scriverlo) e che da tempo avevo in mente prima che sia superato dagli eventi che già si intravedono all'orizzonte...
Non so bene da dove partire.
Colline.
Come sa chi legge il mio blog Colline non mi piace: dal decreto “Salva Italia” in poi ha fatto quanto di peggio potesse fare. L'unica eccezione è stata quella di rinunciare alla candidatura olimpica di Roma.
Colline non mi piace perché, deciso a salvaguardare gli interessi delle banche, non si fa scrupolo di spremere oltre l'inverosimile gli italiani: tutto pur di pagare gli interessi sul debito. Perché, ricordiamocelo, tutti questi sacrifici non sono fatti per avere un Italia migliore con servizi più efficienti ma solo per pagare gli interessi sul debito che continuano a salire (vedi lo spread che si allarga).
L'Italia è in una situazione che ricorda molto quella di una famiglia finita nelle grinfie di uno strozzino: vende i gioielli della nonna, non fa le vacanze, tira la cinghia ma tutto quello che ottiene è di riuscire a stento a pagare gli interessi allo strozzino senza però saldare il debito.
Tempo fa scrissi un paio di post (a mio avviso!) molto interessanti: Indagine sul debito e Ancora sul debito.
In essi cercai di analizzare la sostenibilità del debito pubblico italiano: mi chiedevo se l'Italia avrebbe potuto continuare a pagare gli interessi o se sarebbe stata costretta al default.
Nel primo post non giungevo a nessuna conclusione definitiva mentre nel secondo, ipotizzando uno spread sui 5 punti e una crescita piccola del PIL, ipotizzavo che fosse meglio dichiarare subito l'insolvenza sovrana senza impoverire ulteriormente gli italiani.
Ma cosa comporterebbe il default da parte dell'Italia?
In realtà non credo che nessuno lo sappia e, chi dice di saperlo, o è in malafede oppure è uno stupido: ci sono troppe variabili imprevedibili per poter azzardare qualsiasi previsione.
Insomma dichiarare il default sarebbe un vero e proprio salto nel buio. E allora perché consiglio di farlo?
Perché la strada attuale, visti i numeri, ci porterà comunque al default attraverso però un'agonia di altri 5-8 anni che consisterà nello spremere fino all'inverosimile gli italiani (grazie Colline!). E se dobbiamo comunque affrontare il default quando è meglio farlo? Quando si hanno ancora un po' di risorse economiche o quando si è già sputato l'anima?
Ci tengo a precisare che in caso di default, sicuramente, la situazione economica italiana subirebbe un brutto contraccolpo ma NON sarebbe la fine dell'Italia! L'Argentina è fallita qualche anno orsono ma non mi risulta che sia stata inghiottita dall'oceano o che gli argentini siano stati catturati e venduti come schiavi!
Suggerisco una via brutta ma lo faccio perché l'alternativa è di ritrovarsi comunque costretti a prenderla ma in una situazione di impoverimento sociale molto peggiore.
Non credo che a nessun livello politico ci sia questa mia stessa consapevolezza e, proprio per questo, ho una sola speranza: che la Grecia dichiari il default quanto prima!
In questa maniera gli italiani si potrebbero rendere conto che le ripercussioni sarebbero terribili soprattutto per le banche ma molto meno per i normali cittadini. A quel punto, spero, l'idea di dichiarare il default come scelta plausibile potrebbe iniziare a farsi largo anche in Italia.
Se ho voglia nei prossimi giorni proverò anche a scrivere un post sugli effetti pratici di un eventuale default: se c'è interesse datemi un po' di feedback...
Io, correttrice di bozze incompresa
4 minuti fa
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