Questo pomeriggio ho finito di leggere “Scacco all’Europa – La guerra fredda tra Cina e USA per il nuovo ordine mondiale” di Danilo Taino, (E.) Solferino, 2019.
Come si intuisce dal titolo il libro è diviso in due parti: la prima è sul cambiamento delle relazioni fra USA e Cina, la seconda è sulla situazione attuale dell’Europa e della UE in particolare.
In realtà avrebbero essere potuto essere due saggi separati: il filo conduttore della Cina sulla parte dell’Europa è infatti un po’ forzato.
Il libro è estremamente “leggero”: scorre via facilmente ma è comunque ricco di spunti interessanti.
Soprattutto la prima parte (circa i 4/5 dei capitoli) sul rapporto Cina – USA mi è piaciuta: riassume bene la situazione e ripercorre le varie tappe e strategie della politica cinese.
In pratica ha riempito il vuoto che avevo sulla Cina: ero rimasto all’era precedente a Xi Jinping…
La parte sull’Europa mi ha lasciato con più perplessità: la Russia di Putin è mostrata da una prospettiva unilaterale e non si tenta neppure di spiegare le ragioni russe per la situazioni in Ucraina e Crimea; dell’euro si dice giustamente che così com’è non funziona ma poi, in estrema sintesi, la “cura” sarebbe ancora più euro! Manca poi la comprensione che i Paesi Bassi seguono le indicazioni della Germania: se i Paesi Bassi sono i falchi della UE allora la Germania è il falconiere.
Insomma tutte questi limiti mi hanno messo il dubbio che anche la parte sulla Cina possa essere altrettanto distorta: comunque mi sono reso conto di doverla prendere con le molle…
Questi i difetti ma, come ho accennato, nel complesso il mio giudizio è estremamente favorevole: anche sui capitoli finali della UE ho trovato delle riflessioni interessanti e utili che mi sembrano credibili e condivisibili. Sono tentato di riportare qualcuna di esse ma… ho deciso di desistere: probabilmente semplicemente rimandando a un’altra occasione!
Voglio invece scrivere dell’esperienza con la biblioteca comunale del mio paese: questo libro infatti, non ricordo se l’avevo già scritto, l’ho preso in prestito.
Infatti c’era molto materiale, anche recente, sulle relazioni Cina-USA e io non sapevo cosa comprare e, contemporaneamente, non mi andava di spendere sui 20€ per un libro comunque destinato a invecchiare molto rapidamente.
Allora mi ero fatto una lista di libri (sì, questo ricordo di averlo già raccontato!) basandomi, più che sui CV, sulle foto degli autori! Questo era la mia terza o quarta scelta: credo che la signora della biblioteca non sapesse bene usare la ricerca sul calcolatore. Sospetto che non riuscisse a togliere i filtri di ricerca col risultato che l’unico libro disponibile sembrava essere solo questo!
Comunque a parte questa piccola disavventura mi sono trovato molto bene: soprattutto mi piace non aver pagato niente!
Ovviamente il libro l’ho lasciato immacolato (già i miei libri li tratto benissimo: quelli che non mi appartengono a maggior ragione!) e ho preso invece appunti molto dettagliati su un quadernone inaugurato per l’occasione. Certo così mi ci è voluto più tempo ma, come detto, è un libro “leggerino”: in pratica leggevo senza problemi una o due pagine e le riassumevo con un paio di righe. Qualche sforzo in più per i dati numerici e, ovviamente, lasciavo perdere i pur interessanti aneddoti di colore.
Da tutto questo materiale sicuramente verrà fuori almeno un nuovo sottocapitolo per la mia Epitome sulla “Cina di Xi” e forse un altro sulle relazioni fra USA e Cina.
In Italia (e forse neppure in Europa) non ce ne siamo resi conto ma dal 2018 è iniziata una nuova guerra fredda fra USA e Cina i cui esiti sono tutt’altro che scontati.
In effetti il limite maggiore di questo libro è che, pubblicato nel marzo del 2019, è aggiornato solo fino a fine 2018: manca il 2019, la pandemia del 2020 e la linea politica di Biden nel gestire la situazione (di questo ho già accennato in Aggiornamento cinese). In questi giorni sto leggendo la pagina di Wikipedia sull’argomento (China–United States relations) ma è difficile capire come stanno le cose da queste poche righe: soprattutto perché le conseguenze di certe decisioni non sono sempre evidenti a una lettura superficiale. Apparentemente mi pare che Biden stia proseguendo la linea politica molto dura di Trump ma è ancora presto per esserne sicuri: la mia sensazione è che il presidente democratico possa essere più sensibile alle pressioni delle lobbi industriali/finanziarie che hanno grandi interessi in Cina e che temono di fare le spese di un’eventuale inasprimento della guerra commerciale. Ma è solo una mia sensazione: ancora non ho visto nessuna azione immediatamente decifrabile, almeno al mio superficialissimo livello di lettura, che indichi una chiara volontà di migliorare o peggiorare i rapporti con la Cina.
Conclusione: come ho scritto dal 2017, con la “dichiarazione di guerra” (economica) di Xi, o forse dal 2018, con i dazi di Trump, siamo entrati in una nuova guerra fredda resa anomala, almeno rispetto a quella fra USA e URSS, dai grandi scambi commerciali. Probabilmente questo sarà il mio nuovo oggetto di interesse per i prossimi anni…
alla prima stazione
1 ora fa
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