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mercoledì 5 maggio 2021

Il rettangolino

[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.7.1 "Sherlochulhu").

Immaginatevi un naufrago che si ritrova su un’isola deserta con solo i propri abiti addosso e un rettangolino di cartone. Nel caso più fortunato una volta asciutto, potrebbe usarlo per accendere un fuoco. Utilità poco superiore a zero.

Stesso naufrago. Stavolta l’isola è abitata da pescatori analfabeti: guardano con curiosità i gesti del naufrago ma non capiscano cosa sia il rettangolino di carta. Offrono un pesce al naufrago che, col tempo, imparerà la lingua locale e il cartoncino resterà dimenticato in un angolo della sua capanna.

Stesso naufrago. Stavolta siamo nel XVIII secolo. L’Isola è la Tortuga. Il rettangolino di carta potrebbe adesso avere un qualche valore. Magari identifica chi è il proprietario la cui vita, in cambio di un riscatto, potrebbe avere un valore per i pirati. O magari il cartoncino è una mappa del tesoro: ai pirati piacciono tali mappe e forse il naufrago riuscirebbe a salvare la propria pelle grazie a essa.

Stesso naufrago. Stavolta siamo ai giorni nostri. Il rettangolino non è più di cartone ma di plastica: è una carta di credito “super ultra diamante” senza limiti di spesa. Il proprietario ha per cognome Gates e ha un’azienda che produce “finestre”. Ecco che allora il naufrago si compra abiti nuovi, l’albergo che lo accoglie a braccia aperte, cibo, sesso e, una volta stufo di ridacchiare leggendo i giornali di tutto il mondo che lo danno per disperso nel naufragio del suo mega-panfilo, acquista un aereo (o l'aeroporto) e si fa riportare a casa…

Cosa voglio intendere con questi paradossali scenari?
Si tratta di un pensiero sia semplice ma allo stesso tempo con importanti ripercussioni: la “forza” di un uomo varia nel corso della storia umana ed è strettamente connessa alla complessione ([E] 3.2) della società.
In genere più la società è complessa e articolata e maggiore sarà la “forza” (in senso lato) di un singolo uomo. Da un altro punto di vista si può immaginare la complessione come indicatrice di un limite massimo alla “forza” di un singolo individuo.

E da cosa dipende questo limite: come detto, in genere, dai protomiti e il legame con essi fra i diversi gruppi della società, dalla complessione insomma.
Nel mondo attuale esiste però un altro fattore che è divenuto significativamente preponderante: la tecnologia.
La tecnologia può essere vista come un bene che permette al suo proprietario di aumentare la propria forza. Questo era vero anche in passato: un ricco nobile poteva permettersi un’armatura di grande qualità che gli avrebbe dato la miglior protezione possibile in battaglia: ma era un guadagno relativo in quanto un colpo ben assestato o magari solo fortunato avrebbe comunque potuto ucciderlo o ferirlo gravemente.
Il denaro è ovviamente un’importante discriminante (legato comunque alla complessione della società). Il ricco e potente può permettersi numerose guardie del corpo ma ciascuna di esse può trasformarsi in un pericoloso traditore: più aumenta il loro numero e più cresce tale possibilità.
Nel mondo attuale grazie alla tecnologia, alle svariate telecamere e sensori di ogni genere, lo stesso ricco e potente può dormire sonni più tranquilli protetto solo da un ristretto numero di guardie del corpo invece che da un intero esercito di pretoriani.
Se qualcosa dovesse andare storto verrebbe automaticamente allertata la polizia che, data l’importanza e ricchezza del tizio, accorrerebbe immediatamente e in grandi forze. La clinica privata più moderna potrebbe trattare eventuali ferite del riccone. Inoltre la possibilità di indagini scientifiche riduce di molto la possibilità di tradimento perché l’assassino difficilmente potrebbe nascondere completamente le proprie tracce. E una volta scoperto dove potrebbe scappare? Tutto il mondo è connesso e anche cambiare nome potrebbe non essere sufficiente data la crescente diffusione del riconoscimento facciale automatico.

Tutto questo si traduce in un concetto semplice ma dalle importanti ripercussioni: nel mondo moderno un singolo individuo può avere una forza molto superiore che in passato.
La ripercussione fondamentale è che proprio grazie a questa “forza” lo stesso singolo individuo può permettersi di provocare e di avvantaggiarsi direttamente di sperequazioni economiche mai viste in passato.

Di nuovo la tecnologia, nella comunicazione stavolta, permette al super ricco di entrare in contatto con persone che cinicamente mettono in vendita qualsiasi servigio in cambio di denaro.
Oppure quanto possono essere forti quei protomiti sostenuti incessantemente dai media? Oggigiorno è possibile sostenere impunemente una falsità, che pure vada contro ogni evidenza empirica o scientifica, e la maggior parte della popolazione continuerà a credervi.

Ma è soprattutto dove la tecnologia può sostituire l’uomo che allora moltiplica la forza potenziale di chi può permettersela.
Sembra che il mondo attuale stia passando dalla tradizionale piramide sociale a una struttura completamente diversa. Un edificio, che chiamerò “grattacielo iperbolico”, dalla base amplissima ma che salendo diventa rapidamente sempre più stretto fino a trasformarsi in una torre altissima che corrisponde ai pochissimi super privilegiati (super miliardari).
Complessione e tecnologia (là dove può sostituire l’uomo) forniscono i “materiali” che permettono la creazione di questi grattacieli iperbolici sociali.

È un elemento nuovo, nel senso senso di degenerazione della vecchia piramide, della società attuale che non si era visto nelle ere passate.

Conclusione: ho notato che alcuni intellettuali hanno un ottimismo di fondo in quanto credono in una storia ciclica: in cui alle fasi di crescente ingiustizia si alternano quelle di maggiore equità. Da questo punto di vista elementi nuovi e sconosciuti, come quello qui illustrato, potrebbero essere decisivi per confutare l’ottimismo superficiale che spera in un alternarsi di bene e male.

PS: come avrete capito questa è una mia ennesima bozza di riflessione che mi preparo per l’Epitome. Ah, la nuova versione procede lentamente: sono in fase di rilettura/correzione e per ogni pagina sto annotandomi in media cinque modifiche: dal piccolo refuso a nuovi concetti…

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