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mercoledì 19 maggio 2021

Super eone

Anni fa mi divertivo molto a fare dei “sondaggi” fra amici e conoscenti soprattutto quando non ero certo di quale fosse l’opinione comune su un certo argomento. Oggi mi sentirei forse un po’ in imbarazzo a contattare persone, che magari non sento da anni, per porgli una delle mie domande balzane.

Però ci sarebbe una questione sulla quale mi piacerebbe davvero investigare un po’.
Si tratta di una mia sensazione che ho sempre avuto sia a scuola che all’università e, tutto sommato, anche adesso quando seguo un corso o leggo un saggio: la sensazione di non avere sorprese, di aver sempre saputo l’informazione letta/ascoltata, che è ovvio che sia così (*1).
Solo qualche giorno fa ho provato a chiedere a mio padre e lui mi ha detto che non aveva questa sensazione…
Ah! non è qualcosa che considero legato all’intelligenza quanto piuttosto alla memoria, a qualcosa appunto di già conosciuto.

Fin dai tempi del liceo rimasi affascinato dalla teoria di Platone dell’iperuranio: il luogo delle idee perfette da cui le anime transitano prima di incarnarsi nelle persone.
Trovavo affascinante la teoria che la mia anima avesse una memoria particolarmente buona dell’iperuranio: perché in effetti quella sensazione di già visto era proprio ciò che sperimentavo io.

Questa era la situazione da almeno trent’anni: qualche giorno fa credo però di aver fatto un passo avanti...

Da vari mesi sto leggendo un libro di cui forse non ho ancora parlato: «I Vangeli gnostici» a cura di Luigi Mobaldi.
Un libro piuttosto difficile sia per la struttura poco pratica (con le fondamentali note nelle ultime pagine) che difficile dato che non c’è un’introduzione alla gnosi.
Oramai però ho già letto i Vangeli di Tomaso, Maria e Verità (mi manca solo quello di Filippo) e così inizio ad avere una percezione accettabile delle basi della gnosi che permetta di orientarsi fra quanto si va ad affrontare.

Scusatemi la seguente terminologia che sicuramente non sarà corretta ma non ho voglia di controllare le note per cercare le definizioni giuste, mi esprimerò quindi un po’ alla buona.
Dio non ha creato tutti gli uomini uguali: alcuni di essi infatti contengono una scintilla (un eone credo) del suo essere, grazie alla conoscenza (la gnosi) queste persone sono in grado di riunirsi con Dio (il pleroma). La maggior parte delle persone non hanno invece questa “scintilla” e quindi non possono salvarsi.

Ecco che così mi è nata una nuova intuizione: possibile che questa speciale sensazione dell’uomo che possiede l’eone sia simile alla mia, alla sensazione di aver sempre saputo qualcosa? Alla sensazione che si proverebbe avendo i noi una scintilla del Dio Creatore di tutto e quindi conoscitore di ogni cosa?
Io credo di sì.

E così ho avuto una seconda intuizione: questa mia sensazione, evidentemente illusoria, deve avere una base genetica. Probabilmente si tratta di un meccanismo del cervello che favorisce l’apprendimento, che permette di incorporare e fare facilmente proprie le nuove informazioni (cosa che, in effetti, a me riesce molto bene) per renderle immediatamente disponibili e riutilizzabili magari in ambiti diversi.

Quindi l’iperuranio di Platone non esiste ma forse il filosofo greco aveva questa caratteristica genetica che l’aveva portato a formulare la sua teoria. Fagocitare informazione e renderle proprie, scomporle in mattoni immediatamente riutilizzabili per nuove costruzioni.
È probabile che questa caratteristica sia legata all’intelligenza, alla fantasia, all'intuizione e alla creatività.

Peccato si tratti di qualcosa di così sottile ed elusivo: è improbabile che tale caratteristica venga individuata dalla scienza in tempi brevi.

Comunque ecco qua: dopo trent’anni sono riuscito a spiegarmi, almeno a livello intuitivo, la sensazione di “già saputo” che da sempre mi accompagna. Ho lasciato la mistica di Platone per una teoria più scientifica e questo grazie al passaggio intermedio della religione gnostica.

Conclusione: ho ragione? Bo… temo che non lo saprò mai...

Nota (*1): tranne i rari casi in cui ho invece la sensazione opposta, ovvero che quel che leggo o ascolto sia sbagliato!

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